16 febbraio 2013
Lettera aperta a Michele Emiliano
Il portavoce dell'Associazione RinasciBari, Giovanni Giua, promotore del Comitato "Salviamo Via Sparano", dopo che il sindaco Emiliano ha reiterato la proposta di restyling della via più nota del quartiere murattiano di Bari, cuore del commercio e della socializzazione barese, nonostante le 3.000 firme contrarie raccolte tra i cittadini baresi, ha scritto una lettera aperta al Sindaco Michele Emiliano.
Caro Emiliano,
sono settimane che i cittadini ricevono notizie contrastanti circa l’annunciato restyling di Via Sparano e tu, seppure ripetutamente sollecitato, non hai chiarito lo stato dei fatti.
Riepiloghiamo: al progetto della Salimbeni migliaia di cittadini si opposero motivatamente.
Tale progetto già partiva col piede sbagliato con l’intenzione di fare di Via Sparano una strada “museo” invece della strada “salotto” come da tradizione secolare.
Nei rendering presentati sbigottiva l’assoluta mancanza di sedili a meno che non si vogliano definire tali quei cubetti di cemento che appaiono disseminati sul percorso.
Via le palme, alla cui ombra diverse generazioni hanno sostato, e la strada trasformata in una pista desolata, assolata e raggelante allo stesso tempo con lo scopo dichiarato di farne un cannocchiale che permetta la vista della Stazione da Piazza Chiurlia.
Per raggiungere tale risultato ottico, naturalmente, bisognava abbattere anche gli alberi centrali di Piazza Umberto, cosa che non piaceva a nessun barese. Strada “museo”, ci si chiedeva, e con quali opere d’arte e con quante speranze di sopravvivenza a vandali e writers?
A fronte di queste giustissime rimostranze, in una riunione presso la sala della Giunta di Bari con l’assessore dell’epoca, Simonetta Lorusso, con commercianti e col comitato “Salviamo Via Sparano” (che portava una raccolta di oltre 3000 firme contrarie al progetto) e con l’architetta Salimbeni si arrivò alla conclusione che l’amministrazione avrebbe chiesto un progetto rivisitato che tenesse conto di alberi, palme, sedili idonei e “piazzette” di riunione.
A 6 anni da quella riunione viene ripresentato con grande enfasi lo stesso progetto inviso ai cittadini. Magari adatto a qualche rarefatta città nordica ma non certamente per una città del Sud solatio.
Leggo da un quotidiano cittadino che l’architetta in questione è stata convocata dalla Sovrintendenza per chiedere chiarimenti e che avrebbero concordato per varie modifiche che, a quanto si può solo ipotizzare, potrebbero essere la classica “toppa peggiore del buco”
Rimane il “cannocchiale”? Ci sarà alberatura? Saranno divelte le palme? Esiste un conto complessivo del costo delle opere necessarie per pareggiare strada e marciapiede, rifare la pavimentazione, rifare il sistema di caditoie dell’acqua piovana, rinnovare l’illuminazione, aggiungere i corridoi sotterranei per i servizi?
Quali e quante “opere d’arte”, infine, saranno collocate, a che costo e con quali contratti assicurativi? Siamo sicuri che i fondi a disposizione siano sufficienti?
Stupefacente poi l’intenzione (o pio desiderio) di avviare i lavori per la fine dell’anno in piena campagna natalizia con una sicura ricaduta negativa sulle vendite degli ex-ricchi commercianti di Via Sparano.
La mia sommessa richiesta è di dare una risposta certa a queste domande e di convocare una nuova riunione anche col comitato “Salviamo Via Sparano” per discutere sul da farsi.
E’ chiedere troppo?
Affettuosamente Giovanni Giua
Comitato “Salviamo Via Sparano”.
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