25 marzo 2015

Non si può pagare due volte la TARSU


L’anno era il 2012 ed il mese quello di agosto. Basta poco per rovinare una giornata d’estate: qualche volta una lettera del Comune che ti chiede di pagare un’imposta.
Quella mattina la lettera aveva per oggetto: Tassa per lo smaltimento dei rifiuti soldi urbani (TARSU) anno 2012. La Giunta Comunale aveva aumentato l’imposta del 30%. Una bella mazzata c’era da pagare 498,00 Euro.
Nel 2012 c’era Monti al Governo ed Emiliano era Sindaco. Era l’anno in cui gli italiani si sono giocati 7 anni di lavoro in più prima di andare in pensione, i risparmi impiegati nell’acquisto di immobili crollati di valore, parte dello stipendio per pagare le tasse.
In quello stesso anno gli italiani hanno salutato gli scatti di anzianità e l’adeguamento della pensione. Gli unici che non ci hanno rimesso sono stati i boiardi di Stato, i politici ed i magistrati, grazie all’intervento dei guardiani della Costituzione più bella del mondo.
I giornali dicevano che al Governo c’era un uomo che stava salvando l’Italia. Imperava in tv la retorica del migliore, come se fosse tornato l’Istituto Luce (LUnione Cinematografica Educativa): il più grosso strumento di propaganda dell’era fascista.
L’enfasi e il reiterato richiamo alla nostra felicità per il vantaggio d’avere un premier che pensava alla salvezza degli italiani, però, non ci faceva essere più arrendevoli dinanzi alla mappata di tasse che ci piovevano addosso.
Non si poteva far altro, però, che frenare la rabbia e pagare, anche se qualche imprecazione, magari in silenzio, te la facevano passare. Nella mia, Monti ed Emiliano, erano accumunati nel tragitto verso un’unica meta.
Ho pagato “on line”, apprezzando la tecnologia, senza far file alla banca o all’ufficio postale. Ho trasmesso un bonifico rispettando le istruzioni e controllando con cura l’IBAN. Ho copiato diligentemente la causale, il mio numero contribuente, il mio nome e cognome.
Ci ho tenuto ad essere preciso. Con questa gente non si sa mai!
Pagare una volta la Tarsu ci può anche stare, s’impreca e si paga, ma pagarla due volte no. Siamo nel 2015 ed il mese è quello di marzo. Basta poco per rovinare il primo giorno lavorativo di primavera: al tempo piovoso s’è aggiunto il ritiro di una raccomandata. La fila. Il mio turno. Una stanza con scatoloni zeppi di lettere tutte uguali alla mia. Tutte inviate dal Comune – Ripartizione Tributi. Ho pensato: è una strage. Apro la lettera. OGGETTO: Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU) 2012 – sollecito di pagamento.
Quando accadono cose del genere le pensi tutte, anche che qualcuno si sia fregato i tuoi soldi, anche che il Comune ci provi. Quella tassa l’ho già pagata. Imprecando, ma l’ho pagata.
Perdo una mattinata tra il cercare le carte (trovo la copia dell’ordine di bonifico) e l’andare in banca per controllare che il mio bonifico sia andato a buon fine. Tutto era a posto. La tassa l’avevo pagata. La tappa successiva, per far valere le mie ragioni, è all’Ufficio Ripartizione Tributi del Comune di Bari, il giorno successivo, cioè oggi. Per evitare lunghe code, ci arrivo mezz’ora prima dell’orario di apertura  al pubblico. Ne esco vittorioso con un timbro e la firma di un funzionario della Ripartizione Tributi sotto la scritta “sollecito annullato”.
Mi chiedo, però, cosa sarebbe successo se avessi perso la copia del bonifico? E quanti baresi per evitare l’accertamento, le sanzioni (maggiorazione del 30%) e la mora, come scritto nella lettera di sollecito, pagheranno due volte?
Vito Schepisi
Su EPolis Bari del 25 marzo 2015