06 febbraio 2013

Bersani e Monti vinceranno o perderanno insieme


Né Monti e né Bersani lo diranno mai con chiarezza, almeno fino alla fine della campagna elettorale, ma votare Monti equivale a votare Bersani.
Il segretario del PD torna dalla Germania con un preciso messaggio: dopo Monti ci sarà Monti.
Così ha stabilito Angela Merkel.
I due sono separati solo perché contano su fasce diverse di elettori.
Il primo ambisce a carpire voti nell'elettorato tipicamente distante da quello del PD: un elettorato meno operaista, più per l’idea dell’Italia composta da individui che da massa. Forse anche con la "puzza" elitaria degli uomini che hanno il potere.
Governeranno insieme, se vinceranno insieme. Ma li troveremo insieme anche nel caso che il professore uscisse umiliato dalle urne, se vincerà l'uomo di Bettola.
Il confronto tra i due è apparente. Sia l’uno che l’altro hanno i loro obiettivi primari.
Monti è impegnato a superare il 10% per entrare in Parlamento. Con Casini e Fini che stanno scomparendo, per il Senatore a vita la soglia minima sta diventando un problema.
Il sedicente salvatore della Patria deve contare, sia sui numeri parlamentari che sulla presa sugli elettori. Cosa conterebbe, infatti, con il 10% dei voti in condominio con Casini e Fini? Per questo ha assoldato David Axelrod, lo spin doctor di Obama!
Dall'altro lato c'è Bersani che ha in casa una grana che non è Matteo Renzi - cointerprete della stagione teatrale della commedia "Le primarie del PD" - ma è Vendola che a giorni alterni si sente, ora come una moglie tradita, subito dopo come una donna voluttuosa e ardente.
Bersani, però, ha bisogno di vincere da solo per non sentirsi come un "minorato" sotto tutela.
Solo se vincerà da solo potrà dettare le sue condizioni e servire la Merkel facendo finta di essere autonomo dal führer tedesco e dal mondo della finanza che il bocconiano rappresenta.
Se vincerà da solo potrà compiere gesti di magnanimità verso Monti, sapendo già che sarà difficile che il professore potrà accettarli ed entrare nel suo Governo. Quando, infatti, ha detto che il suo ruolo è di Capo di Governo e non d'altro, ha detto il vero: lui sale ... non scende!
Le avances, però, Bersani le farà. Fa tanto buonismo così!
Solo se Bersani vincerà da solo, però, se lo potrà togliere di torno, magari contando sull'incredibile "ego" dell'altro, destinandolo ad un prestigioso incarico all'estero o sul Colle.
Monti e Bersani saranno anche uomini diversi per formazione e pensiero, ma sono accomunati da un unico destino che li farà trovare uniti tra loro.
L'unico ostacolo che li può fermare è la sconfitta.  Se vinceranno, invece, sarà insieme tra loro:
- uno, il Professore, garantirà la strategia di sottomissione finanziaria ai poteri forti di Europa.
- l'altro, il politico di mestiere, manterrà in piedi la macchina da saccheggio che (dopo la scoperta del "sottosistema" sanitario in Puglia, dopo la spazzatura e la gestione di Napoli e della Campania, dopo il sistema Sesto San Giovanni, dopo i miliardi di stecche del MPS, dopo che si è scoperto che il sistema della corruzione passa attraverso il sistema PD) incomincia a far acqua da tutte le parti.
Con buona pace degli elettori che dopo, solo dopo, avranno il coraggio di pentirsi.
Vito Schepisi
 

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