26 gennaio 2013

Neoplasie maligne


La sinistra gode da sempre di buona stampa e di buona magistratura, ma nella realtà è come un'associazione a delinquere.
E' organizzata in modo invasivo: si dirama come un tumore maligno.
Si occupa di tutto, direttamente o attraverso una rete di associazioni, di patronati, di sindacati, di cooperative o di semplici militanti.
Lo scopo è quello tipico delle associazioni mafiose: occupare il territorio.
Anche il metodo è simile a quello delle organizzazioni malavitose: consiste nella penetrazione dei loro uomini nei luoghi in cui si informa, si forma, si stabilisce, si discute e si esegue.
La sinistra, come fa la mafia con lo Stato, mira a introdurre i suoi uomini nei luoghi delle decisioni per godere di appalti e di protezione; coopta e sistema i suoi militanti ovunque ci sia rilevanza e attenzione: nella magistratura, nei giornali, nell’università, nella scuola, nell’industria, nel commercio, nell’artigianato, nell’editoria, nella finanza, nelle televisioni, nelle banche, tra gli studenti, nelle categorie, nelle associazioni, nei movimenti, nei comitati, negli apparati burocratici dello Stato, nel pubblico impiego, nei comitati dei disoccupati, nelle commissioni e nelle consulte femminili, nei movimenti di liberazione della donna.
S’introduce ovunque ci sia spazio nella società civile, ma soprattutto nelle Istituzioni.
L'azione non è mai quella di interpretare la società con i suoi bisogni, né quella di trovare le soluzioni alle questioni irrisolte del Paese, ma quella di occupare e influenzare.
Anche le difficoltà delle famiglie, il disagio dei giovani, la crisi delle piccole imprese e persino le calamità naturali fanno parte di quel “tanto peggio, tanto meglio”, già tipico atteggiamento del Pci di Togliatti, che era ed è parte integrante della cultura comunista come strategia leninista di attacco al cuore degli stati borghesi.
Confida nell’ignoranza, nella disinformazione, nel malcontento. A volte si avvale dell’invidia, della frustrazione e dell’odio.
La sinistra attua una sorta di mobilitazione permanente dei suoi militanti, come se ci fosse una costante calamità naturale a cui far fronte. Estremizza e ideologizza ogni contrasto su qualsiasi scelta di governo, come se fosse l’ultima spiaggia o l’ultimo baluardo da difendere. Si pone di traverso su tutto e, pur di farlo, è disposto a ribaltare le sue posizioni.
La sinistra parcellizza tutti: professionisti, giovani e militanti. Lo fa utilizzando soprattutto i fondi pubblici, con incarichi, consulenze, programmi di lavoro socialmente utili e nomine.
Dove la sinistra ha il pieno controllo amministrativo e politico, non c'è spazio per nessuno. Si pensi, ad esempio, alla libera impresa in Emilia. Chi non è con loro, nel modo tipico di ogni pensiero autoritario e illiberale, è indicato contro di loro, come un nemico da abbattere, e non avrà mai accesso a niente, come un uomo senza diritti.
La sinistra influenza e finanzia anche la violenza e mette a disposizione di chi inciampa nella rete della giustizia, per episodi di scontri e violenze di piazza, sia l’assistenza legale e sia una bombardante difesa mediatica, utile a far passare per mammolette i vandali e i delinquenti e, per feroci criminali, invece, i poliziotti che rischiano la vita.
Approfittando della crisi italiana, con la complicità della magistratura e delle Istituzioni, la sinistra si sta ora giocando la partita del secolo.
Sotto mira è la conquista del potere. In corsa c’è un tandem con Bersani e Vendola: due vecchie espressioni della diaspora di sempre tra revisionismo e ortodossia comunista.
Gli elettori dovrebbero fare molta attenzione.
Potrà essere sempre facile liberarsi della gente incapace, come Monti e i suoi tecnici, ad esempio, ma liberarsi di questa gente potrebbe essere molto difficile: sono come cellule tumorali che si diffondono in neoplasie maligne. 
Vito Schepisi

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