25 gennaio 2010

Vendola ha vinto le primarie, ma non ha vinto la Puglia

Per i pugliesi la vittoria straripante di Vendola alle primarie non è una sorpresa. E’ più sorprendente l’indicazione venuta dai vertici del Pdl di Rocco Palese, chiamato a battersi con il candidato orgogliosamente comunista e leader nazionale di Sinistra, Ecologia e Libertà. C’è chi, non a torto, ha pensato che una candidatura più prestigiosa, come quella del magistrato Dambruoso, ad esempio, sarebbe stata più opportuna.
Il governatore pugliese uscente ha lavorato cinque anni in Puglia per rafforzare, come è stato rilevato nelle indagini della magistratura, la “cupola” di controllo politico del territorio. Assieme a lui però hanno lavorato ampi pezzi del PD, soprattutto quei settori che, contraddicendo le indicazioni del partito che puntava invece su Boccia (ex Margherita), hanno sostenuto la candidatura di Nikita.
C’è stata una partecipazione trasversale a favore dell’ex leader di Rifondazione Comunista. Oltre allo zoccolo duro ex comunista del PD, hanno votato per lui migliaia di cittadini che sul territorio pugliese, dal Salento alla Capitanata, sono entrati a far parte della sua rete di controllo territoriale, della sua macchina elettorale, della sua organizzazione. Il 73% dei voti alle primarie è un risultato che ha superato ogni previsione: lascia intendere quante buone ragioni avesse il Presidente uscente a chiedere con caparbia ostinazione la celebrazione delle primarie.
La rivoluzione pugliese, come l’ha chiamata Vendola, è stata solo una rappresentazione teatrale dove l’effimero, la scenografia, gli effetti speciali hanno prevalso sui bisogni e sulle carenze. Un maniacale tentativo di saccheggiare la libertà e l’iniziativa del territorio, riempiendolo di romantiche immagini poetiche, ma condannandolo all’immobilismo, senza che nulla fosse modificato. Tanti buoni propositi e parole come solidarietà, assistenza, accoglienza, recupero di tradizioni e culture, per distribuire risorse ad una rete che rispondesse appunto al principio del controllo politico del territorio, come è stato rilevato dai magistrati per la sanità. Una indifferenza colpevole e cinica mostrata con protervia ed arroganza. I progetti e le ambizioni nazionali del piccolo imperatore con l’orecchino che andavano oltre il destino della Regione.
Non sembrava un suo problema la Puglia in difficoltà, né le carenze nell’assistenza sanitaria, nello smaltimento rifiuti, nella erogazione dei servizi. Lui non sapeva, poteva non sapere, di sprechi ed abusi e di squallide vicende boccaccesche locali. Troppo interessato a diversi sviluppi futuri!
Il Governatore più pagato d’Italia ha saputo distinguersi solo nello spreco delle risorse. Ha taglieggiato i pugliesi con addizionali sui carburanti e sul prelievo fiscale, con le aliquote al massimo consentito. Ha regalato uno scempio ambientale senza precedenti con le coste del Salento, le Murge ed il Gargano invase di pale eoliche. Ha costretto i giovani ad emigrare per le carenze di occupazione, mentre si sprecavano risorse in spettacoli da strada, nel retribuire guitti di ogni specie, in viaggi in allegra comitiva e missioni impossibili.
Anche il fenomeno dell’immigrazione clandestina è stato fronteggiato con interventi di facciata, senza un coordinamento che facesse primeggiare la legalità e la sicurezza. La presenza continua di uno stato conflittuale con il Governo nazionale ha avuto, infine, più il gusto del contrasto politico che il sapore della fermezza nelle scelte, nei programmi e nelle opportunità.
Vendola è ora un uomo da battere nell’interesse della Puglia e del Mezzogiorno. E’ il vecchio che mortifica l’innovazione, lo sviluppo, l’impresa, le capacità ed il rilancio produttivo della regione più intraprendente del mezzogiorno. E’ l’uomo che frena la Puglia protesa coi suoi mercati protesi verso i Balcani ed il Mediterraneo, con le sue università fucine di cultura, competenze e nuove tecnologie. La Puglia, bagnata da un mare magnifico, titolare di un patrimonio paesaggistico, storico e culturale di grande valore, terra di sapori e di prodotti tipici, terra di sole e di colori, di accoglienza e di umanità, merita diversa attenzione.
Non un piccolo re, circondato dalla corte dei miracoli, ma un grande pensiero di crescita, un’idea nuova per pensare alle nuove conquiste, per puntare al recupero della fiducia, alla riqualificazione del territorio, al rilancio, alla legalità, all’efficienza. Tocca allora al Pdl stringersi attorno al suo candidato, per battersi per la vera rivoluzione liberale pugliese. Non può perdere il Pdl questa occasione per estromettere colui che si è definito “un uomo solo al potere”, e che è apparso solo un uomo in corsa per le sue ambizioni e per il prevalere di un suo modello politico, già sconfitto dalla storia e dai fatti.
Vito Schepisi

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