Ora basta!
Dopo le reiterate umiliazioni sia per la politica economica del Governo in carica, sia per le brutte figure in campo internazionale, l’Italia che lavora, l’Italia che produce, l’Italia che investe non può che dire: basta!
In pochi mesi il nostro Paese si è giocato anni di impegno e di credibilità politica.
E’ simpatico pensare all’Italia come il paese di “pulcinella” per la sua capacità di sorridere e di esorcizzare la cattiva sorte, per saper affrontare con disincanto le avversità e percorrere anche gli itinerari di sofferenze e disgrazie nella consapevolezza di una grande umanità e di un forte coraggio.
Ma solo per questo!
Non per la meschina astuzia ed imbelle protervia dei suoi uomini di governo: altrimenti così ci giochiamo ogni cosa!
Dignità, coraggio, operosità persino ingegno ed intelligenza.
Non è la furbizia che stabilisce i limiti del buon intelletto e delle capacità di un popolo.
Non l’arroganza e la supponenza sono doti che da secoli ci sono riconosciute nel campo dell’arte e della scienza, per la cultura e la sapienza, per la sensibilità, l’eroismo e l’abnegazione del nostro popolo.
Uomini che si sentivano “superiori” li abbiamo già avuti ed il loro destino, negli anni ’40 del secolo scorso, ha segnato persino il destino del Paese: a testa in giù! Abbiamo subito umiliazioni, i nostri connazionali spesso mortificati e sacrificati; abbiamo perso lembi del nostro territorio, sbeffeggiati ed umiliati, depredati.
Nel nostro Parlamento nazionale hanno messo piede persone indegne, assassini e traditori.
Abbiamo subito una retorica stantia tra parole d’ordine ed invocazioni di regimi speculari a quello appena caduto.
Abbiamo visto riciclare penne e burocrati, politici ed imprenditori, buffoni di corte.
Abbiamo sopportato di tutto ma la coscienza nazionale, il senso dello Stato, anche se spesso precario, è emerso a difesa della dignità del popolo e dei valori fondanti.
A difesa di una realtà nazionale rinascimentale che voleva l’Italia ferma nelle scelte di libertà e di democrazia, tra i valori occidentali, a difesa dell’uomo e delle sue conquiste sociali, dell’uguaglianza fra i sessi, a difesa dei diritti, della famiglia, delle libertà.
Può arrivare un D’Alema a mettere in discussione tutto questo?
Possiamo ancora ritenere che sia Prodi l’uomo che riesce a mantenere dritto il timone della coerenza e della dignità nazionale?
Dopo l’arrogante affermazione di avere avuto la comprensione degli USA per la liberazione del nostro connazionale dai tagliagole afgani ed aver fatto sorridere il mondo, e messo in difficoltà il già debole governo Karzai, cos’altro si aspetta per far deporre la cresta all’equivicino d’accatto?
E’ necessario, ora, un forte segnale di discontinuità con la recente gestione della politica estera.
Sarebbe necessaria una discontinuità sostanziale con tutto il Governo in carica! Prodi non si è mostrato all’altezza: ha gestito la questione afgana peggio della questione economica del Paese.
Naviga tra le bugie, nasconde le cose, ricerca le strade tortuose, inganna le componenti della sua maggioranza.
Mette in pericolo i nostri militari, ora in zona di prossima guerra senza armi adeguate, senza mezzi pesanti sul campo, senza aviazione, come vigili urbani impegnati al controllo del traffico.
Inganna il Paese!
Si ritorna in Parlamento, al Senato, a votare il rifinanziamento delle missioni militari italiane.
Ma siamo sicuri che votare a favore nelle condizione attuali non sia un atto di codarda insipienza nei confronti dei nostri militari impegnati?
Con quale coscienza ed amore per i nostri amici, figli e fratelli che rischiano la vita si vota a favore senza dar loro i mezzi necessari a sostenere i pericoli a cui vanno incontro?
Con quale sentimento viene votato il rifinanziamento sapendo che tra coloro che lo votano per mantenere in piedi il Governo ci sono anche quelli che fanno il tifo per il terrorismo fondamentalista e per la vittoria dei talebani?
Ora basta, dunque, si chiede un po' di coraggio ed un po' di saggezza: è giunto il momento!
Si mettano da parte stupide ed improducenti diatribe e si affronti la questione con la dovuta dignità. Riemerga con impeto e con coraggio il nostro orgoglio ed il nostro sentimento nazionale.
Non lasciamo ancora spazio ai cialtroni!
Vito Schepisi
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