E’ iniziato il concerto.
Dopo la liberazione di Mastrogiacomo, tutti ad assumersi meriti.
In prima fila, Gino Strada, leader di Emergency, che afferma di aver fatto tutto da solo.
Avrebbe a suo dire trattato con i talebani e così scavalcato la diplomazia italiana ed il Sismi.
Ha invece rubato la scena come un divo da Gossip: si fa fotografare assieme al giornalista di Repubblica appena rilasciato, sorride e fa il segno della vittoria con le dita.
Si fa intervistare, canta vittoria, elogia la sua organizzazione, diffonde il suo messaggio politico.
Non gli sembra vero di poter far emergere il suo odio ideologico contro gli USA e contro la presenza italiana in Afghanistan, e di poter affermare che si debba alla azione di Emergency, ed al suo credito sul territorio, se l’impresa di sottrarre Mastrogiacomo ai tagliagole sia perfettamente riuscita.
Ma molti di noi non sono cultori passivi del Gossip, ragionano al di là delle immagini che ci propinano.
Molti di noi sanno far calcoli e si fanno domande.
Il rapimento aveva uno scopo.
Aveva di certo una valenza politica, prima di ogni cosa, e poi una svolta di contropartite.
Oppure qualcuno ritiene che Mastrogiacomo sia stato liberato per la barbetta di Strada?
Il nostro connazionale è stato scambiato con 5 pericolosi terroristi detenuti a kabul.
Emergency, l’organizzazione di Strada, è solo servita da base logistica per lo scambio e per i contatti tra le autorità afgane, i servizi segreti italiani, il nostro governo ed i terroristi.
Non vorrà farci credere Strada da aver costretto Karzai a far aprire le celle a Kabul per liberare i 5 talebani rilasciati?
Le pressioni e l’insistenza di Prodi per ottenere il consenso del governo afgano alla liberazione dei terroristi detenuti è comprovata dalle parole di Prodi ( è una bugia anche questa?) che ne rivendica il merito:
“ho chiesto personalmente più volte a Karzai di fare di tutto per la liberazione dell’inviato di Repubblica”.
Sulla questione, dice D'alema, c’è stato persino il consenso e la collaborazione degli USA (un falso indecente clamorosamente smentito).
Qualcuno azzarda l’ipotesi che ora i talebani siano politicamente più forti.
Si paventa persino la convinzione che i rapimenti si ripeteranno, e quello dell’Italia non potrà che costituire un pericoloso precedente.
Anche Karzai ed il governo afgano ne escono indeboliti nei confronti dell’opinione pubblica.
In Afghanistan la gente si pone domande sulla fine dei due afgani rapiti con Mastrogiacomo: l’autista e l’interprete.
Uno sgozzato ed uno scomparso nel nulla.
E’ umano che sia così!
E' normale che il popolo reagisca!
In qualsiasi paese la sorte dei propri connazionali ha maggiore presa ed attenzione degli altri.
Perchè in Afghanistan non dovrebbe essere così?
Per far cantare vittoria a Strada?
Come è antipatico dover trarre le conclusioni da tutto questo discorso!
Una cosa è, però, certa:
cantare vittoria, gloriarsi ed assumersi meriti, per come stanno le cose, a me sembra sia il metodo più vile e incivile per esprimere la soddisfazione per la liberazione del nostro connazionale.
Dopo la liberazione di Mastrogiacomo, tutti ad assumersi meriti.
In prima fila, Gino Strada, leader di Emergency, che afferma di aver fatto tutto da solo.
Avrebbe a suo dire trattato con i talebani e così scavalcato la diplomazia italiana ed il Sismi.
Ha invece rubato la scena come un divo da Gossip: si fa fotografare assieme al giornalista di Repubblica appena rilasciato, sorride e fa il segno della vittoria con le dita.
Si fa intervistare, canta vittoria, elogia la sua organizzazione, diffonde il suo messaggio politico.
Non gli sembra vero di poter far emergere il suo odio ideologico contro gli USA e contro la presenza italiana in Afghanistan, e di poter affermare che si debba alla azione di Emergency, ed al suo credito sul territorio, se l’impresa di sottrarre Mastrogiacomo ai tagliagole sia perfettamente riuscita.
Ma molti di noi non sono cultori passivi del Gossip, ragionano al di là delle immagini che ci propinano.
Molti di noi sanno far calcoli e si fanno domande.
Il rapimento aveva uno scopo.
Aveva di certo una valenza politica, prima di ogni cosa, e poi una svolta di contropartite.
Oppure qualcuno ritiene che Mastrogiacomo sia stato liberato per la barbetta di Strada?
Il nostro connazionale è stato scambiato con 5 pericolosi terroristi detenuti a kabul.
Emergency, l’organizzazione di Strada, è solo servita da base logistica per lo scambio e per i contatti tra le autorità afgane, i servizi segreti italiani, il nostro governo ed i terroristi.
Non vorrà farci credere Strada da aver costretto Karzai a far aprire le celle a Kabul per liberare i 5 talebani rilasciati?
Le pressioni e l’insistenza di Prodi per ottenere il consenso del governo afgano alla liberazione dei terroristi detenuti è comprovata dalle parole di Prodi ( è una bugia anche questa?) che ne rivendica il merito:
“ho chiesto personalmente più volte a Karzai di fare di tutto per la liberazione dell’inviato di Repubblica”.
Sulla questione, dice D'alema, c’è stato persino il consenso e la collaborazione degli USA (un falso indecente clamorosamente smentito).
Qualcuno azzarda l’ipotesi che ora i talebani siano politicamente più forti.
Si paventa persino la convinzione che i rapimenti si ripeteranno, e quello dell’Italia non potrà che costituire un pericoloso precedente.
Anche Karzai ed il governo afgano ne escono indeboliti nei confronti dell’opinione pubblica.
In Afghanistan la gente si pone domande sulla fine dei due afgani rapiti con Mastrogiacomo: l’autista e l’interprete.
Uno sgozzato ed uno scomparso nel nulla.
E’ umano che sia così!
E' normale che il popolo reagisca!
In qualsiasi paese la sorte dei propri connazionali ha maggiore presa ed attenzione degli altri.
Perchè in Afghanistan non dovrebbe essere così?
Per far cantare vittoria a Strada?
Come è antipatico dover trarre le conclusioni da tutto questo discorso!
Una cosa è, però, certa:
cantare vittoria, gloriarsi ed assumersi meriti, per come stanno le cose, a me sembra sia il metodo più vile e incivile per esprimere la soddisfazione per la liberazione del nostro connazionale.
Vito Schepisi
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