27 gennaio 2013

27 gennaio 2013 Giorno della Memoria


Nei codici non è scritta e non so se si debba pensare che una siffatta “legge” in effetti ci sia, ma a volte si ha l’impressione che tutto sia inutile, come se tutto ciò che è accaduto faccia parte solo del tempo passato, e come se ogni giorno si ricominciasse sempre da capo.
Questa “legge” contro la memoria non c’è, ma è come se ci fosse. 
Sono aumentate le possibilità dell’informazione, c’è internet e le fonti sono disponibili a beneficio della conoscenza e della verità, ma sembra che tutto sia inutile. Ogni anno siamo qui a ripetere le stesse cose ed a gridare lanciando l’allarme. 
Stiamo parlando della Shoah e della follia di annientare le coscienze e le radici di un popolo attraverso il suo sterminio. 
L’odio riemerge perché fa parte della bestialità e dell’egoismo dell’uomo, perché fa parte della sua ignoranza e della sua stupidità. L’inquietudine diventa così una certezza: tutto ciò che è già accaduto, benché assurdo e crudele, non è detto che non possa accadere di nuovo. 
Nel 1933 il popolo ebraico fu emarginato dalla società tedesca. Sono passati 80 anni. Nel 1941 per la popolazione ebraica si pensò e si dette avvio a un piano di sterminio totale: “la soluzione finale”. 
Milioni di uomini, donne e bambini sono stati ridotti in fumo e cenere nei forni crematori, ma, nonostante l’orrore di ciò che è accaduto, l’antisemitismo trasuda ancora dalla politica e nell’informazione. 
Oggi è il 27 gennaio del 2013. Nella stessa data del 1945 l’avanzata russa in Polonia liberava il campo di deportazione di Aushwitz dove nelle camere a gas i nazisti tedeschi avevano sterminato decine di migliaia di ebrei deportati. Per non dimenticare, con Legge 20 luglio 2000, n. 211, “La Repubblica Italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”. 
Se ricordare è un dovere, prevenire dovrebbe essere una necessità. 
Si dovrebbe allontanare la violenza, ridicolizzare l’odio, biasimare l’intolleranza, respingere la furbizia, abbattere l’arroganza. 
Ma c’è chi ancora oggi dice che odiare sia legittimo. 
E non è solo! 
Nessuno lo isola e lo respinge. 
Ogni nazione dovrebbe poter recuperare il suo spirito e le ragioni delle sue origini, perché nessuno possa intervenire e imporre. 
I popoli dovrebbero essere rispettati e garantiti nei propri confini, senza che si dia corda lunga e ragione a chi ha idee di prevalenza e di dominio, ma oggi non è così: si pensi all’arroganza tedesca sui popoli del mediterraneo europeo. 
Il sacrificio e le sofferenze di milioni di uomini innocenti dovrebbe rappresentare un esempio da cui trarre la dignità umana per respingere la barbarie e per chiedere la libertà e l’indipendenza dei popoli. 
Ma oggi, purtroppo, non è così. 
Vito Schepisi

1 commento:

Anonimo ha detto...

top [url=http://www.c-online-casino.co.uk/]free casino[/url] check the latest [url=http://www.casinolasvegass.com/]casino[/url] manumitted no store bonus at the best [url=http://www.baywatchcasino.com/]casino online
[/url].