28 settembre 2012

Non si può fare la "guerra" politica con la giustizia



Circola la notizia che si vorrebbe far ricorso a provvedimenti straordinari, come l'indulto e l'amnistia, per salvare dal carcere Sallusti.
Sembrerebbe che sia questa l’idea del Quirinale con l’obiettivo di servirsi del caso Sallusti anche per svuotare le carceri.
Non sarei pregiudizialmente contrario all'indulto e all'amnistia. Sarebbe da evitare che la clemenza arrivi ai rei di tutti i reati contro le persone e quelli di grave pericolosità sociale.
Il provvedimento andrebbe messo a punto da uomini civili, e intendo da persone civili, perché anche Sallusti è stato dichiarato socialmente pericoloso, ed è evidente che questa è stata una cosa incivile.
Pensare, però, di giocare sulla pelle di Sallusti, per far passare questo provvedimento sarebbe inaccettabile.
Se si ha la credibilità politica ed istituzionale per fare accettare al Paese il provvedimento di amnistia e di indulto, lo si faccia.
Le motivazioni ci sono e sono anche certo che, se spiegate bene, gli italiani saprebbero comprenderle.
Se spiegate bene!
Perché agli italiani si deve spiegare lo stato comatoso della giustizia italiana.
I tribunali, infatti, sono affogati di procedimenti che finiranno inevitabilmente in prescrizione e che assorbono risorse economiche, inutilmente e senza effetti pratici.
Ci sono magistrati che si esercitano a impiantare teoremi che finiscono inevitabilmente per diventare campagne di cronaca giudiziaria di grande effetto, con palate di fango, ma privi di assoluta consistenza giuridica.
Le carceri, inoltre, contengono quasi il 50% in più di detenuti rispetto alla loro capienza.
Tra i carcerati, ancora, ci sono tantissimi in attesa di giudizio e questa è anche una barbarie.
Sallusti, però, ha il diritto di chiedere che gli sia comminata tutt’al più una sanzione amministrativa, per un presunto omesso controllo, ma solo per la parziale veridicità della notizia, non per l’opinione espressa da Deyfrus-Farina.
La condanna penale, però, deve essere cancellata, per manifesta ingiustizia e per esagerata astiosità nei suoi confronti.
Ora come si possa arrivare a rendere giustizia a Sallusti sono fatti di chi ci ha portato in queste condizioni. Se non saranno capaci di trovare la strada, si potrebbero dimettere, come tutti coloro che fanno qualcosa di irreparabile.
Pensare che una persona innocente, onesta, civile vada in galera nell’indifferenza e nell’irresponsabilità, sarebbe un assurdo. Non si può, invece, cancellare l'offesa alla civiltà e la discriminazione politica e intellettuale con un provvedimento di riduzione della pena o di un perdono.
Scherziamo?
Sallusti non ha commesso nessun reato, eppure un Tribunale, una Corte di Appello e la Corte di Cassazione gli hanno comminato 14 mesi di carcere da scontarsi in cella, senza condizionale e senza attenuanti.
E’ pazzesco! Non esiste! Dimissioni!!! Il CSM che ci sta a fare?
Se Sallusti finisse in cella, vorrebbe dire che questa Italia sarebbe irrecuperabile alla democrazia e alla civiltà. Sarebbe molto pericoloso che accadesse. Abbiamo già avuto il fascismo, ora non ci vogliamo svegliare in un altro regime. Perché di questo passo i margini per la democrazia non ce ne sarebbero più.
Come si potrebbe, se non ci fidassimo più della giustizia?
Su queste cose non si può giocare.
Il messaggio da trasmettere al Paese deve essere chiaro. Si deve cambiare registro. La Giustizia deve essere una cosa seria e deve funzionare con serietà e rigore, ma civilmente
Non si può fare la "guerra" politica con la Giustizia.
Vito Schepisi
 

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