Ci sono due modi per far politica e non è importante se si sia al governo o all’opposizione. Uno dei modi è fare come fa Di Pietro in modo pregiudiziale, strumentale e sguaiato.
Un’opposizione allarmistica da ultima spiaggia, in cui si catalizza l’odio di provenienza diversa. Una scelta di lotta politica intollerante, populista e sommaria. Un modo pericoloso che può farci ritrovare, prima o poi, con le piazze in tumulto e con bande di esaltati che si cimentano a lanciare biglie di ferro e bottiglie molotov, se non di peggio ancora. E’ il modo, appunto, scelto da Di Pietro che, in mancanza di altre capacità per far valere le ragioni di un pensiero, e del tutto carente nella elaborazione di precise scelte programmatiche, si limita a far da collettore della ferocia giustizialista e forcaiola.
L’Altro modo è quello di accettare la democrazia e le sue regole.
Non ci sono altre alternative nell’ interpretare i modi e le azioni della lotta politica. Se non è, infatti, confronto, è molto semplicisticamente scontro.
Quello che ora interessa sapere non è da quale delle due parti stia l’ex magistrato di mani pulite ed il suo partito che ha voluto con molta presunzione chiamare “Italia dei Valori”. Da che parte stia Di Pietro si è capito abbastanza bene. Interessa sapere da che parte invece stia Veltroni ed il PD.
Se si dovesse forzare l’interpretazione su ciò che ha saputo fare in 4 mesi di opposizione dovremmo collocarlo più o meno dalla parte di coloro che non sanno accettare i principi della democrazia e le sue regole. Più o meno dalle stesse parti di Di Pietro.
Il Partito Democratico col suo leader ha la stessa fisionomia figurativa della repubblica democratica tedesca ai tempi del muro, dove di democratico c’era solo l’aggettivo nel nome.
Dalla questione Alitalia in poi le cose non possono ancora restare nell’equivoco. E’, infatti, doveroso sapere se gli interessi della Nazione, e nel caso in questione di ben 20.000 famiglie italiane, vengano prima o dopo gli interessi di Veltroni e del PD. Questi, al pari del suo antagonista interno di sempre, D’Alema, si spertica solo nel darsi merito di cose di cui invece dovrebbe fare ammenda. D’Alema è arrivato addirittura ad attribuire al governo Prodi, di cui era ministro, il merito della soluzione dell’immondizia di Napoli, Veltroni di far volare Alitalia, benché non sia sfuggito a nessuno il suo tentativo di far fallire l’impresa pur di far dispetto al Governo.
L’intervento di Epifani nella trattativa è stato goffo, impacciato ed indisponente. E’ apparso del tutto chiaro che aveva l’imprimatur di un Partito Democratico che soffiava sul fuoco della rottura. E solo dinanzi alla sensazione che il gioco fosse stato smascherato e che gli italiani avessero acquisito il sospetto del malanimo dei due, sia l’uno che l’altro, Veltroni ed Epifani, hanno dovuto cambiare il loro atteggiamento, ed ancora una volta servendosi di mistificazione e goffa furbizia.
Si va incontro a tempi difficili per l’economia. Si teme una stagione di sacrifici per tutti. C’è la debolezza delle aziende per la crisi della domanda. Si paventano possibili contrazioni nel mercato del lavoro. In questa ottica sarebbe auspicabile un’ampia convergenza sulle scelte e sugli interventi da operare. Nei tempi difficili i paesi civili e democratici fanno così!
L’Italia è di tutti gli italiani a prescindere dalle maggioranze e dalle opposizioni che si alternano, ed è giusto che dinanzi alle situazioni di emergenza ci sia il massimo della consapevolezza e della lealtà da parte di tutti.
Ma ciò che si è visto per Alitalia preoccupa, sa di parossistico, di taffaziano, di cattiveria oltre che di molta stupidità.
Il leader del PD era a New York tra gli appartamenti di Manhattan ed una libreria nella stessa zona a presentare “La scoperta dell’alba”, il suo libro tra l’autobiografico ed il romanzo. “Sogno ad occhi aperti - ha sostenuto il lombrico di Forattini - come dovrebbe fare ogni carica pubblica. Il mio lavoro è interpretare le aspirazioni dei cittadini che rappresento". Accipicchia! A Roma, da sindaco, ha lasciato degrado e poco meno di 10 miliardi di debiti. Se queste sono le aspirazioni dei cittadini!
Era a New York e tra un brindisi e l’altro inviava i suoi strali contro il governo per la questione Alitalia. Tanto che quando tutto sembrava definito, nella notte di domenica 14 settembre, con gli accordi sul piano di tutte le sigle sindacali, Cgil compresa, doveva intervenire direttamente Epifani per far saltare il banco e rimettere tutto in discussione e poter far dire a Veltroni che per Alitalia c’era stata una gestione dilettantesca del Presidente del Consiglio.
Non contento l’uomo del “ma anche”, appena rimesso piede in Italia, si scagliava contro il Governo per la strage di camorra nel casertano e per la sospetta partecipazione di un detenuto agli arresti domiciliari, chiedendosi come sia possibile che un detenuto per camorra possa ottenere i domiciliari. Ancora una volta, come per il caso delle violenze dei tifosi napoletani di qualche settimana fa, attribuisce al governo responsabilità per decisioni di competenza della magistratura.
Dulcis in fundo, la letterina buonista al Signor Presidente del Consiglio che è stata ribattezzata “la scoperta dell’acqua fresca” e la sua trionfale dichiarazione di aver sbloccato la trattativa tra Cai e Cgil. Tutto merito suo! Che faccia!
Sembra un automa replicante Veltroni e diventa persino patetico, come ci è sembrato ieri da Vespa a “Porta a Porta”.
Diviene un’esigenza, quindi, sapere se nel Paese ci sia un’opposizione democratica o solo un gruppo di uomini rancorosi e vendicativi pronti all’imboscata anche a danno del Paese.
Già al tempo del precedente governo Berlusconi l’aria di intolleranza si avvertiva a fiuto. Ma allora il Parlamento era più variegato. C’era una sinistra dura e pura ed orgogliosa della sua intolleranza, e tra le due coalizioni in confronto non c’era mai stata una dichiarazione di riconoscimento reciproco di legittimità. A quei tempi, dalle file più oltranziste si arrivava persino a teorizzare la sospensione della democrazia per abbattere Berlusconi considerato il male assoluto.
Ma ora che cosa è cambiato? Dove sono andati a finire gli inviti al dialogo ed al confronto? Dove sono finiti il rispetto della democrazia a la legittimazione dell’avversario? Dove i buoni propositi di Veltroni di voler favorire il dialogo sulle regole comuni? Dove le prediche sulla necessità di guardare all’avversario politico non più come ad un nemico ma come ad un competitore? Dove le belle parole nel considerare chi sostiene l’altra parte non più come un pericolo per le istituzioni e per la libertà ma solo come un portatore legittimo di idee diverse?
Stiamo tornando ad un modo in cui solo affermare di essere moderati può rappresentare un pericolo, come negli anni di piombo, come ai tempi in cui le BR ed altri gruppi della criminalità politica spargevano sangue per il Paese. E questo modo, per molti di coloro che ancora oggi siedono in Parlamento tra le fila del PD, non è mai stato condannato come concezione criminale del confronto politico, ma solo come una sinistra che sbagliava.
Ma questa sinistra non ha già commesso molti sbagli in questo Paese?
Vito Schepisi su l'Occidentale
Un’opposizione allarmistica da ultima spiaggia, in cui si catalizza l’odio di provenienza diversa. Una scelta di lotta politica intollerante, populista e sommaria. Un modo pericoloso che può farci ritrovare, prima o poi, con le piazze in tumulto e con bande di esaltati che si cimentano a lanciare biglie di ferro e bottiglie molotov, se non di peggio ancora. E’ il modo, appunto, scelto da Di Pietro che, in mancanza di altre capacità per far valere le ragioni di un pensiero, e del tutto carente nella elaborazione di precise scelte programmatiche, si limita a far da collettore della ferocia giustizialista e forcaiola.
L’Altro modo è quello di accettare la democrazia e le sue regole.
Non ci sono altre alternative nell’ interpretare i modi e le azioni della lotta politica. Se non è, infatti, confronto, è molto semplicisticamente scontro.
Quello che ora interessa sapere non è da quale delle due parti stia l’ex magistrato di mani pulite ed il suo partito che ha voluto con molta presunzione chiamare “Italia dei Valori”. Da che parte stia Di Pietro si è capito abbastanza bene. Interessa sapere da che parte invece stia Veltroni ed il PD.
Se si dovesse forzare l’interpretazione su ciò che ha saputo fare in 4 mesi di opposizione dovremmo collocarlo più o meno dalla parte di coloro che non sanno accettare i principi della democrazia e le sue regole. Più o meno dalle stesse parti di Di Pietro.
Il Partito Democratico col suo leader ha la stessa fisionomia figurativa della repubblica democratica tedesca ai tempi del muro, dove di democratico c’era solo l’aggettivo nel nome.
Dalla questione Alitalia in poi le cose non possono ancora restare nell’equivoco. E’, infatti, doveroso sapere se gli interessi della Nazione, e nel caso in questione di ben 20.000 famiglie italiane, vengano prima o dopo gli interessi di Veltroni e del PD. Questi, al pari del suo antagonista interno di sempre, D’Alema, si spertica solo nel darsi merito di cose di cui invece dovrebbe fare ammenda. D’Alema è arrivato addirittura ad attribuire al governo Prodi, di cui era ministro, il merito della soluzione dell’immondizia di Napoli, Veltroni di far volare Alitalia, benché non sia sfuggito a nessuno il suo tentativo di far fallire l’impresa pur di far dispetto al Governo.
L’intervento di Epifani nella trattativa è stato goffo, impacciato ed indisponente. E’ apparso del tutto chiaro che aveva l’imprimatur di un Partito Democratico che soffiava sul fuoco della rottura. E solo dinanzi alla sensazione che il gioco fosse stato smascherato e che gli italiani avessero acquisito il sospetto del malanimo dei due, sia l’uno che l’altro, Veltroni ed Epifani, hanno dovuto cambiare il loro atteggiamento, ed ancora una volta servendosi di mistificazione e goffa furbizia.
Si va incontro a tempi difficili per l’economia. Si teme una stagione di sacrifici per tutti. C’è la debolezza delle aziende per la crisi della domanda. Si paventano possibili contrazioni nel mercato del lavoro. In questa ottica sarebbe auspicabile un’ampia convergenza sulle scelte e sugli interventi da operare. Nei tempi difficili i paesi civili e democratici fanno così!
L’Italia è di tutti gli italiani a prescindere dalle maggioranze e dalle opposizioni che si alternano, ed è giusto che dinanzi alle situazioni di emergenza ci sia il massimo della consapevolezza e della lealtà da parte di tutti.
Ma ciò che si è visto per Alitalia preoccupa, sa di parossistico, di taffaziano, di cattiveria oltre che di molta stupidità.
Il leader del PD era a New York tra gli appartamenti di Manhattan ed una libreria nella stessa zona a presentare “La scoperta dell’alba”, il suo libro tra l’autobiografico ed il romanzo. “Sogno ad occhi aperti - ha sostenuto il lombrico di Forattini - come dovrebbe fare ogni carica pubblica. Il mio lavoro è interpretare le aspirazioni dei cittadini che rappresento". Accipicchia! A Roma, da sindaco, ha lasciato degrado e poco meno di 10 miliardi di debiti. Se queste sono le aspirazioni dei cittadini!
Era a New York e tra un brindisi e l’altro inviava i suoi strali contro il governo per la questione Alitalia. Tanto che quando tutto sembrava definito, nella notte di domenica 14 settembre, con gli accordi sul piano di tutte le sigle sindacali, Cgil compresa, doveva intervenire direttamente Epifani per far saltare il banco e rimettere tutto in discussione e poter far dire a Veltroni che per Alitalia c’era stata una gestione dilettantesca del Presidente del Consiglio.
Non contento l’uomo del “ma anche”, appena rimesso piede in Italia, si scagliava contro il Governo per la strage di camorra nel casertano e per la sospetta partecipazione di un detenuto agli arresti domiciliari, chiedendosi come sia possibile che un detenuto per camorra possa ottenere i domiciliari. Ancora una volta, come per il caso delle violenze dei tifosi napoletani di qualche settimana fa, attribuisce al governo responsabilità per decisioni di competenza della magistratura.
Dulcis in fundo, la letterina buonista al Signor Presidente del Consiglio che è stata ribattezzata “la scoperta dell’acqua fresca” e la sua trionfale dichiarazione di aver sbloccato la trattativa tra Cai e Cgil. Tutto merito suo! Che faccia!
Sembra un automa replicante Veltroni e diventa persino patetico, come ci è sembrato ieri da Vespa a “Porta a Porta”.
Diviene un’esigenza, quindi, sapere se nel Paese ci sia un’opposizione democratica o solo un gruppo di uomini rancorosi e vendicativi pronti all’imboscata anche a danno del Paese.
Già al tempo del precedente governo Berlusconi l’aria di intolleranza si avvertiva a fiuto. Ma allora il Parlamento era più variegato. C’era una sinistra dura e pura ed orgogliosa della sua intolleranza, e tra le due coalizioni in confronto non c’era mai stata una dichiarazione di riconoscimento reciproco di legittimità. A quei tempi, dalle file più oltranziste si arrivava persino a teorizzare la sospensione della democrazia per abbattere Berlusconi considerato il male assoluto.
Ma ora che cosa è cambiato? Dove sono andati a finire gli inviti al dialogo ed al confronto? Dove sono finiti il rispetto della democrazia a la legittimazione dell’avversario? Dove i buoni propositi di Veltroni di voler favorire il dialogo sulle regole comuni? Dove le prediche sulla necessità di guardare all’avversario politico non più come ad un nemico ma come ad un competitore? Dove le belle parole nel considerare chi sostiene l’altra parte non più come un pericolo per le istituzioni e per la libertà ma solo come un portatore legittimo di idee diverse?
Stiamo tornando ad un modo in cui solo affermare di essere moderati può rappresentare un pericolo, come negli anni di piombo, come ai tempi in cui le BR ed altri gruppi della criminalità politica spargevano sangue per il Paese. E questo modo, per molti di coloro che ancora oggi siedono in Parlamento tra le fila del PD, non è mai stato condannato come concezione criminale del confronto politico, ma solo come una sinistra che sbagliava.
Ma questa sinistra non ha già commesso molti sbagli in questo Paese?
Vito Schepisi su l'Occidentale
5 commenti:
Caro Schepisi.
Il tuo è un bel post.
Io credo che oggi non ci sia ancora un'opposizione che sappia stare nel gioco della democrazia!
L' attuale PD mi sembra la continuazione di quella che era la vecchia Unione di Prodi, uno schieramento che ha occupato tutti i poteri.
E' in bilico tra il terzomandismo ed il movimentismo della Sinistra radicale, l' anticlericalismo dei Radicali di Pannella, il cattocomunismo dei democristiani di sinistra ed il giustizialismo di Di Pietro.
Il tutto è cementato dall' antiberlusconismo.
Cordiali saluti.
Ciao Fucilone, come avrai letto, il mio post trova anche chi nel merito lo ritiene "ridicolo". Anche qusto fa parte della libertà di ciascuno e non mi infastidice la manifestazione del dissenso, anzi mi stimola a continuare ad impegnarmi per una politica più costruttiva. Veltroni è un pessimo attore anche se a qualcuno piace. "Veltroni rompe gli schemi, è il più sfuggente.Di Veltroni ce n'è più d'uno, quello dal sorriso ampio e dalla commozione facile, ma anche quello che misura le parole, pesa gli amici e li abbandona, il Veltroni benefattore e il Veltrone vorace, il Veltroni profeta e il Veltroni stratega". E se lo dice l'ex direttore dell'Unità ed ex deputato dei DS Peppino Caldarola! Proprio oggi su "il Giornale". Se lo dice Caldarola! Allora posso anch'io dire che è un pessimo interprete e le sue recite sanno sempre di finto. Ora passo nel merito del commento di gamberovivo. Ciao! Vito
Caro gamberovivo, sarebbe facile fare ironia e volare sui distinguo e ridicolizzare l'interlocutore. Credo di averne le capacità. Ma io dal confronto cerco sempre di ricavare qualcosa di positivo. Incominciamo col dire che io Berlusconi l'ho votato, ma non ho alcun vincolo di appartenenza con lui e con il suo movimento politico. Se mi chiedessi la sede di F.I. nella mia città non saprei neanche indicartela. Sono tanti in Italia che lo hanno votato scegliedolo tra gli altri. La scelta suppongo che sia libera! E credimi non mi ritengo più stupido degli altri. Se io assieme a tanti italiani abbiamo votato Berlusconi, nonostante Mieli, Mauro, La Rai, la finanza, l'industria, i sindacati e la casta, una ragione ci sarà! E' migliore degli altri? Forse! Ma certamente gli altri, a giudizio degli elettori italiani, erano considerati peggio di lui. Sulla democraticità del PD e sulla questione delle primarie...sembra che sia tra i pochi a crederci ancora. In verità Veltroni è stato cooptato dai maggiorenti della margherita e dei DS. Si sono spartiti di tutto, come avveniva con i dorotei della vecchia DC. Il Pdl celebrerà il suo congresso nella primavera del 2009. Quello ch ti sfugge è che FI, di fatto, non esiste come partito. E' un movimento di consenso intorno ad idee che ruotano intorno al suo leader Berlusconi. E' la società civile, non quella delle sezioni di partito in cui si mettono in coda i questuanti con i loro pacchetti di voti. Fai tesoro di ciò che ti dico perchè anche a me piacerebbe un partito democratico di uomini e non di politicanti assetati di nicchie di potere. Combatti con le tue idee perchè ciò avvenga anche a sinistra. Ho visto Porta a Porta e mi è sembrato davvero patetico il tono ossequioso sia del Direttore del Corriere che di quello del Messaggero. Anche se quest'ultimo, con molta prudenza qualche serenata l'ha fatta. L'ha fatta sia sul partner straniero per Alitalia, presente dal primo momento dal piano Cai, che sulla lodevole attività del governo anche sulle questioni economiche. A Veltroni è mancato un contraddittore e mannheimr si è guardato bene da presentare ul sondaggio su cosa pensno gli italiani sul comportamento del PDe della Cgil sulla questione Alitalia.
Ma ti sembra che un leader di governo possa tacere dinanzi ad un sindacato che prima aderisce e poi, dopo che Veltroni da New York ha tuonato contro il piano fenice, mette i bastoni tra le ruote e poi fa marcia indietro sulla firma all'accordo? Poteva ignorare il ridicolo di una letterina di Veltroni, finalizzata alla presa mediatica, con cui con cinismo il leader del PD scopre l'acqua fresca, per speculare dopo aver causato il rischio di una rottura insanabile? Mio caro amico se fosse capitato il contrario, e ricordiamo tutte le strumentalizzazioni di cui il capo dell'opposizione di una volta è stato vittima, sarebbe venuto giù il mondo.
il Lodo Alfano è stato considerato una buona iniziativa anche da Veltroni...ma a partire dalla prossima legislatura. Questa si che è ipocrisia! Del resto di quest'arte Veltroni è maestro. nel merito sono 15 anni che Berlusconi è sottoposto ad un controllo analitico di ogni sua attività. A me qualche dubbio sorge. Il potere è nelle mani del popolo e non di alcuni magistrati che ne vorrebbero deviare il responso. E' arrivato il momento di finirla anche perchè nel merito il processo Mills è il più insulso di tutti gli altri. Un'accusa che non esiste e per la quale i PM non hanno voluto acquisire per rogatoria documentazioni favorevoli alla difesa che avrebbero tolto ogni dubbio. Cosa centra invece Olmert, accusato d'essersi fatto corrompere...Berlusconi non è mai stato accusato di aver preso danaro, semmai è accusato d'averlo dato.
Anh'io potrei motivare tante altre ragioni per le quali l'Italia libera e democratica, quella della gente modesta e laboriosa, ha votato per Berlusconi. Per ora accontentati di meditare su ciò che le ho detto. Poi si vedrà se hai davvero voglia di ragionare di politica e non di fare come tanti a sinistra che si schierano per fede e con poca ragione. Buona serata. Vito
Caro Alessandro non sono snob e non sono ovvimente di sinistra, come non sono di destra. Riengo stupida e superata sia l'una che l'altra cosa. Quella che viene definita destra, in Italia, ha propositi di riforme così rivoluzionarie da spiazzare qualsiasi movimento progressista. Lo schieramento definito di sinistra, invece, ha con se espressioni di fascismo autoritario e violento, come Di Pietro, e posizioni generalmente conservatrici orientate al mantenimento di uno status quo ante che li vede, attraverso una rete corporativa (di sostanza anch'essa social-fascista) ed una furba politica di penetrazione, attuata nel passato (teoria leninista), occupare le posizioni di comando effettivo del Paese (stampa, sindacati, previdenza, rai, scuola, università, magistratura, dirigenza pubblica).
Tra i casi Olmert e Berlusconi c'è una differenza enorme. Il primo è accusato di aver tratto profitto illecito, il secondo di rientrare in un progetto di demolizione di un avversario politico da parte della magistratura militante. Una condanna in primo grado di Berlusconi preannunciata (e sarebbe arrivata benchè senza una minima prova) avrebbe concorso alla delegittimazione del premier indicato dagli elettori. Penso che non ti sfugga il fine di questo processo!? In mancanza di valide ragioni per il rinvio a giudizio del premier, doveva terminare per dcorrenza dei termini già un anno fa, ma venne, invece, rimesso in careggiata per un'assurda interpretazione. Il reato si concretizza con la dazione della somma corruttiva o con l'uso della somma? Se tu mi corrompi e mi bonifichi una somma su un conto che rientra nelle mie disponibilità non è forse reato? Il giochetto è servito a posticipare di due anni la prescrizione con la chiara volontà di arrivare a far esprimere al giudice di primo grado il verdetto di condanna.
Se la politica e la magistratura percorrono strade tortuose ed astuti giochetti, lascia almeno a chi non è abituato a soffermarsi sulle apparenze il beneficio de dubbio e l'intelligenza di interpretare. Sta di fatto che ad aprile il corpo elettorale ha votato e, tra gli argomenti della campagna elettorale, anche la questione dei processi a Berlusconi è stata ampiamente discussa. Tutti sanno che una parte (minoritaria ma molto rumorosa) del Paese lo ritiene colpevole quasi di tutto (è stato sempre assolto), ma le chiacchiere contano davvero poco. E' stato, dicevo, accusato di tutto: dai reati di mafia, alle bombe di Firenze; dalla corruzione, alla raccomandazione di attricette; dagli interessi privati, all'abusivismo edilizio; dai complotti allo stragismo. Gli mancano il furto con scasso, la pedoflia e lo scippo della vecchietta all'uscita dell'ufficio postale, ma credo che ci sarà già qualche magistrato che ci sta pensando. La verità è solo che fa stragi di voto perchè i suoi avversari non sanno contrapporre scelte di programmi alle sue iniziative (sembra sia stato detto anche da Arturo Parisi, recentemente alla festa del PD).
La differenza tra Berlusconi e Veltroni a "Porta a Porta" è stata che mentre per Berlusconi si è trattato di un passaggio generico su buona parte delle questioni politiche, Veltroni si è trovato al centro di un caso nazionale molto avvertito, e reso dai media di grande visibilità. Veltroni è stato solo timidamente incalzato dai suoi interlocutori ed ha potuto vantare meriti che assolutamente non aveva, come una qualsiasi persona dotata di una normale intelligenza poteva osservare. Le sue bugie e la sua spocchiosa arroganza hanno rasentato davvero il patetico. La richiesta di non avere interlocutori che lo incalzasero non è sta di Vespa ma imposto da Veltroni(il democratico!)
Sulla questione Rai, invece, ti invito a seguire meglio la questione. C'è un braccio di ferro su Orlando alla vigilanza. Il Pdl dopo una estenuante mediazione portata avanti da Gianni Letta con Goffredo Bettini, si è dichiarato disposto ad accettare quella candidatura(speriamo di no - ed il ridicolo è che in verità non la vorrebero neanche tra i PD), pretendendo che la presidenza del CdA sia disponibile per un candidato al di fuori della politica, era stato indicato Pietro Calabrese, ritenuto gradito a Veltroni (l'aveva nominato alla Fondazione Cinema di Roma). Era stato indicato per la direzione generale un altro uomo di provata serietà come Stefano Parisi. Tutto è saltato perchè al PD si vogliono invece uomini schierati o il congelamento dell'attuale Presidente Petrucioli. Ora mi vieni a dire il contrario! L'occupazione delle poltrone è l'unico collante della sinistra e supera persino l'antiberlusconismo. Il leader del Pdl impedisce solo il dilagare della loro famelicità.
Non sono riuscito a spiegare lo spirito della mia asserzione su Forza Italia come partito che non esiste. E' colpa mia. Ma chiedo allora, perchè ti fosse chiaro, se valga più un partito delle tessere o un movimento sostenuto dal popolo? Io ho votato il Pdl ma non ho tessere e non voglio averne. Voto per il Pdl anche perchè c'è Berlusconi che sostiene contenuti politici in cui, oggi, mi ci ritrovo per larghe fasce. Sono stato tra quelli che con la mia produzione mediale ho indicato percorsi politici che si sono concretizzati. Se vai a ritroso tra i miei post ed i miei articoli puoi verificarlo.
Le televisioni? Su questo argomento chiedo serietà, perchè chiunque può verificare quando sia inondante la produzione mediatica della sinistra, anche sulle televisioni di Berlusconi. E' un argomento che non regge. Berlusconi non vince perchè ha la stampa e le televisioni a favore, perchè è vero il contrario, ma vince perchè ha il popolo a favore. La verità è che c'è un popolo che non si fida di questa sinistra. Mi consentirai di dire che è pasticciona, contraddittoria, inaffidabile, falsa, piagnona ed inconcludente. Io propongo invece il rilancio del liberalismo come sintesi tra le libertà, i bisogni, i diritti ed i doveri. A prescindere dal parsonaggio Berlusconi il futuro potrà consegnarci un paese diverso in cui l'impegno liberale possa essere di grande utilità. Non penso che Veltroni e questo PD, sorto su grossi equivoci di fondo, possa contribuire a fornire le risposte necessarie. Ciao e buona domenica! Vito
Caro Schepisi.
Sul sistema informativo in Italia vorrei dire a Alessandro che esso è già pluralista ed europeo.
In Rai c'è una preponderanza di Sinistra e così è anche nel Tg5 di Mediaset.
A livello della carta stampata, la Sinistra è molto presente.
Quindi, non vedo il problema.
In merito al mio nome, puoi chiamarmi Antonio.
Cordiali saluti.
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