Oggi m’è capitato di ascoltare la frase tipica di molti italiani: “cos’ha costui più di me?”. Gli italiani che lavorano per 40 anni con le giornate tutte uguali, d’estate e d’inverno, e che spulciano continuamente il calendario per sognare e programmare qualche giorno di ferie; quelli che spesso su internet o presso le agenzie di viaggio ricercano offerte e fanno i conti per programmare uno stacco con l’alienante quotidianità, si domandano oggi cos’abbia Veltroni di più per avere una vita più facile e agiata, pur non avendo mai esercitato un mestiere.
Già beccato da affittopoli quando, nonostante beneficiasse della confortevole indennità da deputato, occupava una casa dell’ente dei dirigenti pubblici a canone irrisorio, a beffa delle famiglie meno abbienti; poi beccato da svendopoli quando nel 2005, già sindaco di Roma, acquistava, sempre dall’ente dei dirigenti pubblici, un appartamento a ridosso di via Veneto a Roma, di 190 metri quadri, per 373 mila euro, somma con la quale in quell’anno sarebbe stato difficile comprarsi appena 100 mq in periferia della città, ora è ancora al centro della cronaca perché è un padre generoso e premuroso.
E giù con i luoghi comuni del mio occasionale interlocutore: “Chissà come mai le fortune toccano sempre ad alcuni!?”; “è proprio vero che piove sempre sul bagnato!”; “ capita che, se sei onesto, New York, ad esempio, la vedi solo in fotografia nella vita tua!”. Ma poi sono davvero luoghi comuni o è anche saggezza popolare?
Non sono un esercito in Italia coloro che mandano i figli all’estero per motivi di studio e quelli che lo fanno, con qualche più o meno grande sacrificio, è improbabile che lo facciano per far studiare loro cinema. Sono studenti per lo più di discipline scientifiche perché all’estero ci sono laboratori più attrezzati.
Per il cinema e lo spettacolo ci sono, invece, quelli che l’America la trovano in Italia. Ma questa è un’altra storia!
Niente di strano, però, se ci sono i soldi. E se c’è questo talento da incoraggiare è anche bene che sia così.
Veltroni è sempre lo stesso leader del PD che l’altro giorno abbiamo sentito tuonare contro il governo per le difficoltà economiche degli italiani. L’abbiamo sentito in un consesso di giovani riuniti in una quattro giorni di studi per la formazione delle nuove leve del PD, mica “bao-bao micio-micio”, come direbbe Iachetti. Non sappiamo se tra i giovani studiosi ci fosse anche la figlia del capo, anche se supponiamo di no, supponiamo sia già stanca ed annoiata di ascoltare sempre le solite litanie sulla democrazia e l’integrazione del suo papà, e poi i soliti bla, bla su Kennedy, Martin Luther King, Clinton ed Obama, e poi sentire puntualmente riversare sugli altri le responsabilità delle proprie incapacità. A sinistra non c’è mai una connessione diretta tra fatti e parole, tra propositi e realizzazioni: sembra sempre un luogo di mera fantasia.
A proposito dei citati miti americani del nostro cinefilo all’amatriciana: che porti sfiga !?
I primi due sono vittime di morte violenta; l’altro è caduto in disgrazia per manovre oscure sotto il tavolo ovale del suo studio; e l’ultimo che, dopo la trasferta di Veltroni alla Convention di Denver, rischia di perdere la Casa Bianca verso cui già stava preparando il trasloco. Si sospetta che sia il motivo per cui, malgrado le insistenti pressioni esercitate, la delegazione del PD italiano non sia stata neanche ricevuta da Barack Obama. Anche questa, però, è un’altra storia!
L’abbiamo dunque sentito tuonare sulle difficoltà degli italiani nel far fronte alle necessità delle loro famiglie. Sembrava contrariato e deluso perché milioni di lavoratori, alcuni con decine e decine di anni di lavoro duro sulle spalle, non riuscissero ad offrire in modo dignitoso ai loro congiunti persino il vitto e l’alloggio.
Cosa dovrebbero dire allora questi milioni di lavoratori dinanzi alla notizia che, per studiare cinema a New York, la figlia di Veltroni non s’è limitata a cercare una stanza in affitto, come tutti, ma ha fatto acquistare da papà, leader del PD, un appartamento a Manhattan?. Dovrebbero imprecare contro la razza padrona?
Mi sono sentito dire: “Si a New York, nella City, nel quartiere dei grattacieli, mica bao-bao micio-micio, sa!”. In una strada tranquilla, però, ed un appartamento di appena 60 metri quadri, come viene precisato. E noi lo precisiamo.
Se avesse mai lavorato Veltroni in vita sua si potrebbe anche comprendere. Magari acquistava l’immobile con i risparmi di una vita di lavoro e l’acquisto poteva pure costituire un investimento.
Ma il mio interlocutore continua a dire “cos’ha più di me?”. E’ stata fortuna? Ingegno? Ha vinto al superenalotto? Buoni investimenti?
Quest’ultima potrebbe essere la risposta giusta: un buon investimento nella politica.
Quando era sindaco di Roma prendeva contemporaneamente, oltre alla ricca indennità di primo cittadino, anche poco meno di 6.000 euro al mese di pensione da deputato. Sa - azzardo rivolto al mio interlocutore - mica bau-bau micio-micio!
La replica è stata di dimensione poetica: “sto impunito!”. Altro non è possibile riportare ….c’è il rischio della querela.
Vito Schepisi
Già beccato da affittopoli quando, nonostante beneficiasse della confortevole indennità da deputato, occupava una casa dell’ente dei dirigenti pubblici a canone irrisorio, a beffa delle famiglie meno abbienti; poi beccato da svendopoli quando nel 2005, già sindaco di Roma, acquistava, sempre dall’ente dei dirigenti pubblici, un appartamento a ridosso di via Veneto a Roma, di 190 metri quadri, per 373 mila euro, somma con la quale in quell’anno sarebbe stato difficile comprarsi appena 100 mq in periferia della città, ora è ancora al centro della cronaca perché è un padre generoso e premuroso.
E giù con i luoghi comuni del mio occasionale interlocutore: “Chissà come mai le fortune toccano sempre ad alcuni!?”; “è proprio vero che piove sempre sul bagnato!”; “ capita che, se sei onesto, New York, ad esempio, la vedi solo in fotografia nella vita tua!”. Ma poi sono davvero luoghi comuni o è anche saggezza popolare?
Non sono un esercito in Italia coloro che mandano i figli all’estero per motivi di studio e quelli che lo fanno, con qualche più o meno grande sacrificio, è improbabile che lo facciano per far studiare loro cinema. Sono studenti per lo più di discipline scientifiche perché all’estero ci sono laboratori più attrezzati.
Per il cinema e lo spettacolo ci sono, invece, quelli che l’America la trovano in Italia. Ma questa è un’altra storia!
Niente di strano, però, se ci sono i soldi. E se c’è questo talento da incoraggiare è anche bene che sia così.
Veltroni è sempre lo stesso leader del PD che l’altro giorno abbiamo sentito tuonare contro il governo per le difficoltà economiche degli italiani. L’abbiamo sentito in un consesso di giovani riuniti in una quattro giorni di studi per la formazione delle nuove leve del PD, mica “bao-bao micio-micio”, come direbbe Iachetti. Non sappiamo se tra i giovani studiosi ci fosse anche la figlia del capo, anche se supponiamo di no, supponiamo sia già stanca ed annoiata di ascoltare sempre le solite litanie sulla democrazia e l’integrazione del suo papà, e poi i soliti bla, bla su Kennedy, Martin Luther King, Clinton ed Obama, e poi sentire puntualmente riversare sugli altri le responsabilità delle proprie incapacità. A sinistra non c’è mai una connessione diretta tra fatti e parole, tra propositi e realizzazioni: sembra sempre un luogo di mera fantasia.
A proposito dei citati miti americani del nostro cinefilo all’amatriciana: che porti sfiga !?
I primi due sono vittime di morte violenta; l’altro è caduto in disgrazia per manovre oscure sotto il tavolo ovale del suo studio; e l’ultimo che, dopo la trasferta di Veltroni alla Convention di Denver, rischia di perdere la Casa Bianca verso cui già stava preparando il trasloco. Si sospetta che sia il motivo per cui, malgrado le insistenti pressioni esercitate, la delegazione del PD italiano non sia stata neanche ricevuta da Barack Obama. Anche questa, però, è un’altra storia!
L’abbiamo dunque sentito tuonare sulle difficoltà degli italiani nel far fronte alle necessità delle loro famiglie. Sembrava contrariato e deluso perché milioni di lavoratori, alcuni con decine e decine di anni di lavoro duro sulle spalle, non riuscissero ad offrire in modo dignitoso ai loro congiunti persino il vitto e l’alloggio.
Cosa dovrebbero dire allora questi milioni di lavoratori dinanzi alla notizia che, per studiare cinema a New York, la figlia di Veltroni non s’è limitata a cercare una stanza in affitto, come tutti, ma ha fatto acquistare da papà, leader del PD, un appartamento a Manhattan?. Dovrebbero imprecare contro la razza padrona?
Mi sono sentito dire: “Si a New York, nella City, nel quartiere dei grattacieli, mica bao-bao micio-micio, sa!”. In una strada tranquilla, però, ed un appartamento di appena 60 metri quadri, come viene precisato. E noi lo precisiamo.
Se avesse mai lavorato Veltroni in vita sua si potrebbe anche comprendere. Magari acquistava l’immobile con i risparmi di una vita di lavoro e l’acquisto poteva pure costituire un investimento.
Ma il mio interlocutore continua a dire “cos’ha più di me?”. E’ stata fortuna? Ingegno? Ha vinto al superenalotto? Buoni investimenti?
Quest’ultima potrebbe essere la risposta giusta: un buon investimento nella politica.
Quando era sindaco di Roma prendeva contemporaneamente, oltre alla ricca indennità di primo cittadino, anche poco meno di 6.000 euro al mese di pensione da deputato. Sa - azzardo rivolto al mio interlocutore - mica bau-bau micio-micio!
La replica è stata di dimensione poetica: “sto impunito!”. Altro non è possibile riportare ….c’è il rischio della querela.
Vito Schepisi
Nessun commento:
Posta un commento