Se la maggioranza pensava di aver chiuso il caso Visco-Guardia di Finanza in due mosse ha sbagliato la sua tattica. Non è una partita di scacchi dove pedoni, torri a cavalli fanno quadrato intorno al re. Non è una partita in cui lo scacco matto lo si possa dare all’alfiere e ritenere d’aver vinto la partita. Si apre invece sulla scacchiera italiana un gioco molto più ampio dove si rischia lo scacco al re della parte che ha giocato per primo e che conduce le mosse. La competizione si allarga lasciando ampi spazi scoperti e le tattiche di gioco si intrecciano con le trappole e le strategie diversive.
L’intervento di Repubblica con la tesi complottistica della nuova P2 è un boomerang per la maggioranza e per quella parte della sinistra che compete per ritagliarsi uno spazio all’interno del nuovo soggetto politico in gestazione. Quel Partito Democratico che fa discutere e preoccupare prima ancora che nasca. Il bersaglio è Romano Prodi, considerato ora il tallone d’Achille della sinistra. Lo si vuole trasformare in parafulmine di un dilagante malcontento che i portavoce dei poteri che contano (Corriere della Sera e Repubblica) hanno ora fretta di scaricare, nella convinzione che sia diventato il supporter migliore di Berlusconi.
Il Presidente del Consiglio con le sue incertezze e la sua scarsa autorevolezza è riuscito a rimettere in sella il Cavaliere. Il Leader del centrodestra, meno di un anno fa, era dato per politicamente spacciato e senza più un ulteriore rilevante ruolo da leader. I sondaggi ora lo indicano al 52% del gradimento degli elettori.
Si aprono dunque scenari nuovi dove D’Avanzo, il Torquemada di Repubblica, mette in campo ulteriori motivi di scontro, trasformando il caso Speciale in un caso specioso, allarga i confini del dubbio, dilata l’incomprensione di tanti.
Delle due l’una: o il giornalista dei misteri rivelati gioca nel campo della confusione per intorpidire il pensiero di tutti e distrarre i lettori di Repubblica dalla constatazione che la sinistra “diversa” non esiste; oppure ha elementi di seria valutazione sui servizi, sulle connivenze, sui misteri e sui ruoli. Se così fosse lo dimostri e ci faccia conoscere gli indizi e se può anche le prove.
Da questo quadro in cui è difficile capire i contorni delle figure centrali, emerge una sinistra pasticciona ed incoerente, forse anche pericolosa ed inaffidabile. Le tinte sono fosche come torbidi e bui i ruoli e le responsabilità di tanti.
L’affare Unipol si mischia a strategie di gruppi, a colpi inferti dal basso, a lotte sotterranee. Registriamo sorpresi e preoccupati, e con tanti dubbi e sospetti, quanto afferma il senatore La Torre, molto vicino a D’Alema, che riferendosi alle telefonate intercettate sulla questione Unipol ed alle inchieste del PM Clementina Forleo afferma, con inusitata sicurezza, che le telefonate sulla scalata alla Bnl di Unipol “non hanno alcuna rilevanza penale: non solo non saranno rese pubbliche ma non ci sarà motivo per conoscerle”.
Si resta sgomenti dinanzi a parole così ferme, rilasciate a spregio della necessaria prudenza e con l’amara impressione di voler persino imporre limiti agli interventi della magistratura inquirente. Ci sarebbe invece da chiedersi quali argomenti abbiano trattato le telefonate intercettate e chi, assieme a Consorte e Sacchetti, sia stato addentro ai fatti e sia stato a conoscenza delle scalate e dei modi. Oltre Fassino sarebbe interessante sapere se altri ambissero a sentirsi padroni di una banca. Sarebbe anche interessante sapere se, oltre al desiderio, ci siano state anche azioni mirate o pressioni politiche esercitate. I sospetti di tanti restano e qualora fosse proprio vero che le intercettazioni, tutte o alcune, siano risultate penalmente irrilevanti, ma qualche dubbio sorge spontaneo, sarebbe anche giusto che i cittadini elettori sappiano quali siano state le interferenze politiche nelle scelte economico-finanziarie del Paese.
La questione Speciale-Visco ha innescato una lotta a tutto campo. Ha dato avvio all’inizio della caduta di Prodi o ne sarà persino l’epilogo. Si ha la sensazione che la nuova P2 evocata da D’Avanzo esista davvero, anche se è facile pensare che sia cosa diversa da quella ipotizzata dal giornalista di Repubblica, distintosi sempre per interpretazioni molto di parte. Brilla in tutto questo l’assenza dalla scena di D’Alema, il “marinaretto” italiano si tiene lontano dal campo di questa "nobile" gara. E’ impegnato a seguire le regate per la Coppa America e purtroppo lega la sua presenza sulla scena delle strambate e delle virate alla insoddisfazione per i colori azzurri. Da quando è lì, ad assistere alle regate, Luna Rossa non vince più. Come non pensare, pertanto, che sarebbe stato meglio se fosse rimasto in Italia? Meglio vederlo navigare nelle torbide acque di questa pur sempre crisi politica, che lui stesso ha ritenuto di denunciare nel Paese, anziché nelle acque delle regate con il suo piglio di sempre, a guisa di grande stratega e provetto navigante. Sarà pure così in acqua, tra le vele, ma lo conosciamo di più come stratega e navigante nelle acque politiche spesso melmose e torbide, come questa storia di malcostume politico, che una volta chiusa lascerà uno strascico indelebile di dubbi, incertezze e di palese ingiustizia.
L’intervento di Repubblica con la tesi complottistica della nuova P2 è un boomerang per la maggioranza e per quella parte della sinistra che compete per ritagliarsi uno spazio all’interno del nuovo soggetto politico in gestazione. Quel Partito Democratico che fa discutere e preoccupare prima ancora che nasca. Il bersaglio è Romano Prodi, considerato ora il tallone d’Achille della sinistra. Lo si vuole trasformare in parafulmine di un dilagante malcontento che i portavoce dei poteri che contano (Corriere della Sera e Repubblica) hanno ora fretta di scaricare, nella convinzione che sia diventato il supporter migliore di Berlusconi.
Il Presidente del Consiglio con le sue incertezze e la sua scarsa autorevolezza è riuscito a rimettere in sella il Cavaliere. Il Leader del centrodestra, meno di un anno fa, era dato per politicamente spacciato e senza più un ulteriore rilevante ruolo da leader. I sondaggi ora lo indicano al 52% del gradimento degli elettori.
Si aprono dunque scenari nuovi dove D’Avanzo, il Torquemada di Repubblica, mette in campo ulteriori motivi di scontro, trasformando il caso Speciale in un caso specioso, allarga i confini del dubbio, dilata l’incomprensione di tanti.
Delle due l’una: o il giornalista dei misteri rivelati gioca nel campo della confusione per intorpidire il pensiero di tutti e distrarre i lettori di Repubblica dalla constatazione che la sinistra “diversa” non esiste; oppure ha elementi di seria valutazione sui servizi, sulle connivenze, sui misteri e sui ruoli. Se così fosse lo dimostri e ci faccia conoscere gli indizi e se può anche le prove.
Da questo quadro in cui è difficile capire i contorni delle figure centrali, emerge una sinistra pasticciona ed incoerente, forse anche pericolosa ed inaffidabile. Le tinte sono fosche come torbidi e bui i ruoli e le responsabilità di tanti.
L’affare Unipol si mischia a strategie di gruppi, a colpi inferti dal basso, a lotte sotterranee. Registriamo sorpresi e preoccupati, e con tanti dubbi e sospetti, quanto afferma il senatore La Torre, molto vicino a D’Alema, che riferendosi alle telefonate intercettate sulla questione Unipol ed alle inchieste del PM Clementina Forleo afferma, con inusitata sicurezza, che le telefonate sulla scalata alla Bnl di Unipol “non hanno alcuna rilevanza penale: non solo non saranno rese pubbliche ma non ci sarà motivo per conoscerle”.
Si resta sgomenti dinanzi a parole così ferme, rilasciate a spregio della necessaria prudenza e con l’amara impressione di voler persino imporre limiti agli interventi della magistratura inquirente. Ci sarebbe invece da chiedersi quali argomenti abbiano trattato le telefonate intercettate e chi, assieme a Consorte e Sacchetti, sia stato addentro ai fatti e sia stato a conoscenza delle scalate e dei modi. Oltre Fassino sarebbe interessante sapere se altri ambissero a sentirsi padroni di una banca. Sarebbe anche interessante sapere se, oltre al desiderio, ci siano state anche azioni mirate o pressioni politiche esercitate. I sospetti di tanti restano e qualora fosse proprio vero che le intercettazioni, tutte o alcune, siano risultate penalmente irrilevanti, ma qualche dubbio sorge spontaneo, sarebbe anche giusto che i cittadini elettori sappiano quali siano state le interferenze politiche nelle scelte economico-finanziarie del Paese.
La questione Speciale-Visco ha innescato una lotta a tutto campo. Ha dato avvio all’inizio della caduta di Prodi o ne sarà persino l’epilogo. Si ha la sensazione che la nuova P2 evocata da D’Avanzo esista davvero, anche se è facile pensare che sia cosa diversa da quella ipotizzata dal giornalista di Repubblica, distintosi sempre per interpretazioni molto di parte. Brilla in tutto questo l’assenza dalla scena di D’Alema, il “marinaretto” italiano si tiene lontano dal campo di questa "nobile" gara. E’ impegnato a seguire le regate per la Coppa America e purtroppo lega la sua presenza sulla scena delle strambate e delle virate alla insoddisfazione per i colori azzurri. Da quando è lì, ad assistere alle regate, Luna Rossa non vince più. Come non pensare, pertanto, che sarebbe stato meglio se fosse rimasto in Italia? Meglio vederlo navigare nelle torbide acque di questa pur sempre crisi politica, che lui stesso ha ritenuto di denunciare nel Paese, anziché nelle acque delle regate con il suo piglio di sempre, a guisa di grande stratega e provetto navigante. Sarà pure così in acqua, tra le vele, ma lo conosciamo di più come stratega e navigante nelle acque politiche spesso melmose e torbide, come questa storia di malcostume politico, che una volta chiusa lascerà uno strascico indelebile di dubbi, incertezze e di palese ingiustizia.
Vito Schepisi
http://blog.libero.it/vitoschepisi/
http://illiberopensiero.ilcannocchiale.it/ http://www.loccidentale.it/node/2706
4 commenti:
Buonasera Vito...E poi si accusava Berlusconi di utilizzare la sua forte posizione politica per fini personali !! Ma nessuno però spende due parole per i magheggi della sinistra. Al governo c'è infatti un vice ministro dell'economia ( risponde al nome di Vincenzo Visco) che, sicuramente supportato dai suoi "compagni", esercita pressioni sul comandante della GDF per trasferire gli ufficiali che indagavano sul caso Unipol-BNL, grande scandalo che ha coinvolto i cari sinistrati. Prodi e il suo governuncolo rispondono con un "ritiro temporaneo" della delega alla GDF del generale Speciale. E si scatena la bufera.Piovono accuse non sono dalla CDL ma anche da alcuni settori dell'Unione.
Il primo è il leader dell’Italia dei Valori, che venerdì era al vertice di maggioranza in cui ha preteso il passo indietro di Visco, ma non ha partecipato al successivo consiglio dei ministri che ha deciso di far fuori anche il generale. «Restiamo in attesa - avverte Di Pietro- delle motivazioni per cui è stato rimosso il comandante Speciale: un atto di ritorsione nei suoi confronti non possiamo accettarlo. Non si può insabbiare tutto». Chiede una spiegazione sulla richiesta di trasferimento degli ufficiali della Guardia di Finanza impegnati anche su Bnl-Unipol, fatta da Visco, secondo le accuse del generale. E racconta così l’accaduto: «C’è un corpo, la Guardia di Finanza, che sente di subire un torto, lo denuncia, c’è un accertamento, tutto viene sospeso e il responsabile del torto rimette le deleghe. Viene però anche trasferito il comandante di quel corpo. Non si è potuto trasferire i subalterni di Speciale quindi si è rimosso lui stesso. Ma noi vigileremo sulla vicenda». L'ex comandante generale della Guardia di Finanza Roberto Speciale ha accusato oggi il governo di averlo cacciato senza motivo proponendogli un "baratto", un posto alla Corte dei Conti, che il generale si è riservato di valutare."Mi limito a dire che il provvedimento è immotivato", ha detto Speciale in un'intervista al Corriere della Sera riferendosi all'atto con cui è stato sollevato dall'incarico."E' un atto irrazionale. Per salvare un viceministro devo pagarla io", ha aggiunto Speciale riferendosi a Vincenzo Visco, accusato di avere esercitato pressioni illecite sul generale per il trasferimento da Milano di quattro alti ufficiali delle Fiamme gialle.
Il generale ha definito "un baratto" la proposta avanzata dal governo di garantirgli un posto alla Corte dei Conti."Un baratto. Di questo si tratta. E allora prima che io accetti un baratto ci penserò mille volte", ha detto Speciale, che ha anche minacciato di fare ricorso contro il decreto con cui venerdì il Consiglio dei ministri lo ha rimosso dall'incarico di comandante generale della Guardia di Finanza, nel quale gli subentrerà Cosimo D'Arrigo. Da parte sua il viceministro all'Economia ha rimesso le deleghe sulla Guardia di Finanza."Ho già parlato con insigni giuristi, i quali mi hanno detto che se faccio ricorso non c'è partita. Qui siamo proprio fuori da ogni regola giuridica".Il caso aveva aperto una crisi nella maggioranza, e ieri ha spinto il leader dell'opposizione Silvio Berlusconi a esprimere l'intenzione di salire al Colle per investire della cosa il presidente Giorgio Napolitano. Ma il Quirinale ha sottolineato in una nota che il coinvolgimento del capo dello Stato è "improprio".
Un forte abbraccio di stima e affetto Giuseppe (da www.giuseppesagliocco.blogspot.com)
La cosa grave è che Visco è ancora un uomo di governo!
Caro Giuseppe non è ancora detto che oggi per Prodi le cose vadano per il meglio. Anche se la paura di tornare a casa compatterà la maggioranza, le preoccupazioni ci sono. Staremo a vedere! Il Governo comunque ha esaurito la sua stagione politica, non ha pià niente da dire e niente da realizzare. E' imbrigliato dalle sue contraddizioni e rischia da un momento all'altro di franare inesorabilmente. Anche Bertinotti sembra che si sfili. Come hai fatto notare è interessato a cavalcare la tigre della piazza, il clamore, la rabbia e spingersi come sempre sino all'emergere della violenza soffiando sul fuoco: una situazione che gli fa ottenere i voti di no global e violenti di ogni genere. Il Governo è alla frutta e gli spazi di manovra sono molto esigui. Se al ballottaggio l'Ulivo perdesse ulteriormente le cose diverrebbero davvero difficili per Prodi. Forse nel tuo post c'è stato un refuso: è il centrosinistra che va di solito meglio al ballottaggio. Ha un'organizzazione più capillare e riesce a blandire con promesse ed accordi spartitori le liste minori. Anche il pericolo brogli non è da sottovalutare ed occorre che il centrodestra mobiliti i suoi uomini. Fidarsi è bene ma... quando si tratta di questa gente è meglio non farlo. Abbiamo visto che sono capaci di tutto. Non hanno il senso del pudore e della dignità. Persino le alte cariche istituzionali non vedono, non sentono, non parlano. Ciao Giuseppe e buona serata. Vito
Caro Candeliere poni una questione molto sentita. Questa conclusione avrà pure una ragione! Se per svuotare la tensione non sono riusciti ad accantonare un Vice Ministro che è stato persino criticato all'interno della maggioranza e che è indicato anche da "media" amici come scorretto e arrogante, qualcosa vorrà pur dire. Verrebbero spontanee delle domande a cui non possiamo rispondere anche se le risposte le conosciamo un po' tutti. La prima sarebbe chi ha fornito a Visco il "pizzino" dei nomi degli ufficiali della Guardia di Finanza della Lombardia da rimuovere? Ma ce ne sarebbero anche altre ma questo lo stabiliranno i giudici... se ce ne sono in Italia. Non è retorica se dico che se fosse stato Tremonti a fare ciò che ha fatto Visco, le procure di mezz'Italia si sarebbero gettate a capofitto ed a quest'ora su Repubblica ed il Corriere si leggerebbero già le persone coinvolte, i motivi e persino i capi di imputazione degli inquisiti. Travaglio e D'Avanzo avrebbero brindato con la Champagne per l'aprirsi di una nuova stagione di veleni, congetture ed insinuazioni. Ma è stato Visco,uomo dei DS e l'affare è collegato alla questione Unipol della Lega delle Cooperative e l'affare BNL e scalate, riguarda Consorte spesso a colloquio telefonico con Fassino, D'Alema e La Torre, riguarda una consulenza per Consorte e Sacchetti di 50 milioni di Euro( centomiliardi delle vecchie lire) pagata da Gnutti per l'acquisizione di Telecom da parte di Colaninno con la particolarità che questi i danari per farlo non li aveva. Al Governo c'era D'Alema ed era il periodo in cui, tra i DS, Rossi affermava che Palazzo Chigi si stava trasformando in una Merchant Bank. Tutte le Istituzioni sono nella mani della sinistra ed anche la Presidenza della Repubblica si è guardata bene dal porre domande e dal profferire parola. E' più importante la spazzatura di Napoli che il declino del paese verso forme arroganti di gestione e le preoccupanti derive autoritarie. Non so se qualcuno ci penserà...ma dopo questa questione se tutto dovesse passare come se fosse una cosa normale...in Italia si dovrebbe porre la questione Presidente della Repubblica. Ho dubbi che rappresenti tutto il Paese...non vorrei che si dimostrasse peggiore di Scalfaro. Ciao! Vito
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