Come in una trama teatrale che si rispetti, anche nel caso che vedrà impegnato questa sera il Senato c’è il colpo di scena. E’ bastata una dichiarazione di Clementina Forleo il Giudice per le Indagini Preliminari di Milano a rendere ancora più intensa la souspence . Già si faceva la conta e ci si informava sulla salute dei senatori a vita, quando questa mattina si diffondeva la voce che tutto ciò che non era più sottoposto al segreto istruttorio poteva essere reso pubblico, comprese le intercettazioni di Consorte. Tutto ciò che non è espressamente vietato - ha sostenuto il GIP di Milano - è consentito. Sembra la scoperta dell’acqua calda ma non lo è. In Italia si sa, fino ad ora, poteva essere pubblicato solo ciò che riguardava una parte politica ed una persona, fossero anche calunnie e teoremi non suffragati da prove, fossero anche avvisi di garanzia che l’interessato non aveva ancora ricevuto. Eppure l’On La Torre non più tardi di due o tre giorni addietro aveva sostenuto che le intercettazioni “non hanno alcuna rilevanza penale: non solo non saranno rese pubbliche ma non ci sarà motivo per conoscerle”. Forse era una speranza per il deputato pugliese dei DS vicino a D’Alema: una speranza che a quanto sembra andrà delusa.
Tanto lavoro per niente! Se fosse vera la tesi sostenuta da “Il Giornale” e dal centrodestra che il Vice Ministro dell’Economia, con la delega alla Guardia di Finanza, aveva tentato di rimuovere 4 ufficiali delle fiamme gialle che collaboravano con la Procura del capoluogo Lombardo sulle questioni Unipol, scalata Bnl, scalata Anonceneta, Fiorani e “furbetti del quartierino”, potremmo dire che l’impegno del Vice Ministro dei DS è stato mal riposto, oltre che per il gesto, anche per il risultato ottenuto.
Sulla questione è intervenuto l’On Giovanardi, Presidente della commissione per l’autorizzazione a procedere della Camera che sostiene che, secondo l’ordinamento in vigore, tutte le intercettazioni che vedono coinvolti parlamentari o passano per la Commissione da lui presieduta oppure vanno distrutte. Giovanardi farà pure il suo mestiere ma ci sono fatti che seppur non penalmente rilevanti hanno grosso rilievo politico. Attengono i metodi e lo stile di uomini e partiti.
Ad Andreotti, ad esempio, il famoso supposto bacio dato a Riina non era penalmente rilevante ma se si fosse provata la circostanza, magari attraverso una foto, il fatto sarebbe stato politicamente molto rilevante. Non è il cittadino che decide che Tizio o Caio debbano candidarsi per essere parlamentari e neanche il medico a stabilirlo: è una libera scelta. Se è questa la scelta fatta ci si deve sottoporre alla luce dei riflettori della gente che vota. La vita sociale deve essere trasparente, un libro aperto per tutti. E’ per questo che Giovanardi avrebbe fatto meglio a rivolgere la sua attenzione più agli aspetti morali che il caso ha sollevato, compreso gli strascichi e la rimozione del Generale Speciale, che agli aspetti formali.
Il giudice Forleo ha fatto una distinzione ben chiara: “Io non rendo pubblico niente - ha detto - non è un mio problema se vengono pubblicate (le intercettazioni - ndr) oppure no. Per l'articolo 6 della Legge Boato, la 140 del 2003, il Parlamento è chiamato ad esprimersi solo sull'uso delle intercettazioni a livello probatorio". L’interpretazione della Forleo equivale a dire che i fatti che non costituiscono reato, se non sono vietati sono leciti. Per le questioni che invece attengono a fatti penalmente rilevanti la Dottoressa Forleo ha dichiarato che le intercettazioni saranno regolarmente inviate alla Camera per l’autorizzazione al loto utilizzo. Non fa una piega.
Ora non so se la legge in vigore consenta interpretazioni diverse, se è così caro Onorevole Giovanardi si preoccupi di chiederne la modifica. In questo Paese è arrivato il tempo di chieder chiarezza a tutti. Si vogliono punti fermi. Si vorrebbero allontanati dal Parlamento e dal Governo e dalla vita politica coloro che ritengono di esser più furbi. Coloro che approfittano di un ruolo assegnato dal popolo perché ne interpretino le volontà ed esercitino alla luce del sole il loro mandato e non l’esercizio della loro furbizia. Per fare questo, però, il Paese ha bisogno di sapere, di avere certezze, magari anche ascoltando cosa dice un parlamentare ad un faccendiere, gli accordi che prende e cosa dispone all’attenzione di terzi come consiglio o come ordine impartito.
"Il consistente rafforzamento della tutela apprestata alla posizione di parlamentare - sostiene ancora la dottoressa Forleo - non può infatti espandersi al di là delle prerogative espressamente previste da tale norma". Una norma che definirà esser già di “carattere eccezionale”. La tutela dei magistrati secondo il magistrato c’è stata nel momento che le intercettazioni non sono state rese disponibili e quindi non utilizzate, prima delle perizie e delle trascrizioni. Quando, però, saranno trascritte e sottoposte a perizia, e questo dovrà avvenire entro lunedì della prossima settimana, saranno o trasmesse agli avvocati delle parti o rese pubbliche.
L’auspicio è che sulla base delle responsabilità politiche che dovessero emergere se ne prenda atto e si allontanino dalla gestione della cosa pubblica tutti coloro, a destra ed a sinistra, che dovessero mostrare un interesse diverso rispetto al mandato del popolo elettore. Sono belle parole, ma solo parole, ed è vero, ma è sulla base di queste scelte dei partiti e della politica che si sviluppa la soluzione della crisi politica evocata, magari da chi non ha titolo per farlo.
Tanto lavoro per niente! Se fosse vera la tesi sostenuta da “Il Giornale” e dal centrodestra che il Vice Ministro dell’Economia, con la delega alla Guardia di Finanza, aveva tentato di rimuovere 4 ufficiali delle fiamme gialle che collaboravano con la Procura del capoluogo Lombardo sulle questioni Unipol, scalata Bnl, scalata Anonceneta, Fiorani e “furbetti del quartierino”, potremmo dire che l’impegno del Vice Ministro dei DS è stato mal riposto, oltre che per il gesto, anche per il risultato ottenuto.
Sulla questione è intervenuto l’On Giovanardi, Presidente della commissione per l’autorizzazione a procedere della Camera che sostiene che, secondo l’ordinamento in vigore, tutte le intercettazioni che vedono coinvolti parlamentari o passano per la Commissione da lui presieduta oppure vanno distrutte. Giovanardi farà pure il suo mestiere ma ci sono fatti che seppur non penalmente rilevanti hanno grosso rilievo politico. Attengono i metodi e lo stile di uomini e partiti.
Ad Andreotti, ad esempio, il famoso supposto bacio dato a Riina non era penalmente rilevante ma se si fosse provata la circostanza, magari attraverso una foto, il fatto sarebbe stato politicamente molto rilevante. Non è il cittadino che decide che Tizio o Caio debbano candidarsi per essere parlamentari e neanche il medico a stabilirlo: è una libera scelta. Se è questa la scelta fatta ci si deve sottoporre alla luce dei riflettori della gente che vota. La vita sociale deve essere trasparente, un libro aperto per tutti. E’ per questo che Giovanardi avrebbe fatto meglio a rivolgere la sua attenzione più agli aspetti morali che il caso ha sollevato, compreso gli strascichi e la rimozione del Generale Speciale, che agli aspetti formali.
Il giudice Forleo ha fatto una distinzione ben chiara: “Io non rendo pubblico niente - ha detto - non è un mio problema se vengono pubblicate (le intercettazioni - ndr) oppure no. Per l'articolo 6 della Legge Boato, la 140 del 2003, il Parlamento è chiamato ad esprimersi solo sull'uso delle intercettazioni a livello probatorio". L’interpretazione della Forleo equivale a dire che i fatti che non costituiscono reato, se non sono vietati sono leciti. Per le questioni che invece attengono a fatti penalmente rilevanti la Dottoressa Forleo ha dichiarato che le intercettazioni saranno regolarmente inviate alla Camera per l’autorizzazione al loto utilizzo. Non fa una piega.
Ora non so se la legge in vigore consenta interpretazioni diverse, se è così caro Onorevole Giovanardi si preoccupi di chiederne la modifica. In questo Paese è arrivato il tempo di chieder chiarezza a tutti. Si vogliono punti fermi. Si vorrebbero allontanati dal Parlamento e dal Governo e dalla vita politica coloro che ritengono di esser più furbi. Coloro che approfittano di un ruolo assegnato dal popolo perché ne interpretino le volontà ed esercitino alla luce del sole il loro mandato e non l’esercizio della loro furbizia. Per fare questo, però, il Paese ha bisogno di sapere, di avere certezze, magari anche ascoltando cosa dice un parlamentare ad un faccendiere, gli accordi che prende e cosa dispone all’attenzione di terzi come consiglio o come ordine impartito.
"Il consistente rafforzamento della tutela apprestata alla posizione di parlamentare - sostiene ancora la dottoressa Forleo - non può infatti espandersi al di là delle prerogative espressamente previste da tale norma". Una norma che definirà esser già di “carattere eccezionale”. La tutela dei magistrati secondo il magistrato c’è stata nel momento che le intercettazioni non sono state rese disponibili e quindi non utilizzate, prima delle perizie e delle trascrizioni. Quando, però, saranno trascritte e sottoposte a perizia, e questo dovrà avvenire entro lunedì della prossima settimana, saranno o trasmesse agli avvocati delle parti o rese pubbliche.
L’auspicio è che sulla base delle responsabilità politiche che dovessero emergere se ne prenda atto e si allontanino dalla gestione della cosa pubblica tutti coloro, a destra ed a sinistra, che dovessero mostrare un interesse diverso rispetto al mandato del popolo elettore. Sono belle parole, ma solo parole, ed è vero, ma è sulla base di queste scelte dei partiti e della politica che si sviluppa la soluzione della crisi politica evocata, magari da chi non ha titolo per farlo.
Vito Schepisi
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