13 ottobre 2006

Pluralismo?


Sembra che questa volta vogliano fare sul serio. Spaventati dalla vittoria elettorale del centrodestra del 2001 dopo i disastri dei tre governi di quella legislatura, la sinistra vuole chiudere la partita con l’opposizione. Nel mentre, poco prima della finanziaria, si parlava di una nuova legge sul conflitto di interessi in cui Berlusconi dovesse addirittura essere ineleggibile, ecco arrivare un disegno di legge severo nella misura e determinato nella pena.
Anche l’ex magistrato di mani pulite Di Pietro, noto per la sua rozza durezza, ci ha messo del suo: le frequenze della rete espropriata saranno gestite a metà tra l’autority e lo stato. E' da leggere come una destinazione incontrovertibile della linea editoriale delle frequenze espropriate. Come per Telecom, anche in questa circostanza l’indirizzo è chiaro: condurre nella disponibilità dell’esecutivo l’operazione.
Chi saranno i favoriti? Sicuramente i soliti noti. Ma non finiscono qui i regali agli amici, in quanto l’operazione ne ha anche per la carta stampata in gran parte amica. Il tetto del 45% delle risorse rivenienti dalle entrate pubblicitarie, previsto dal ddl, favorirà le entrate pubblicitarie dei mezzi di informazione stampati. Rcs e l’editrice l’Espresso, grosse realtà editoriali, i cui riferimenti editoriali sono ben noti, ne trarranno grossi vantaggi. Il patron del gruppo l’Espresso Carlo De Benedetti ha anche la proprietà di Rete A. Che sia destinatario prossimo di un grosso regalo?
La sensibile riduzione pubblicitaria, invece, per Mediaset che non pretende il pagamento di un canore, non potrà non ripercuotersi sui bilanci dell’azienda e di conseguenza sulla qualità dei programmi e sull’occupazione.
Anche i soggetti rilevatori dell’Auditel cambiano. Non più i partecipanti alla diffusione dei programmi, quindi i soggetti interessati a valutare i reali indici di ascolto ma una società esterna. Si immagina già come formata e come potenzialmente utilizzata.
Tutto questo, udite, nel nome del pluralismo.
Vito Schepisi

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Vito,
il pluralismo non c'era nemmeno col precedente governo (vd. caso Guzzanti, Biagi etc etc.; spero che questo ping pong di reciproche non-aperture ad una coralità di voci la finisca prima che finisca al camposanto. Siamo proprio un bel Paese, non c'è dire. Da una parte una piattola che appena gli tocchi qualche interesse, suscita il finimondo, ergendosi a vittima sacrificale; dall'altra persone che mettono Petruccioli come arbitro di contese. Se sparisse Fede dalla televisione avremo un clown in meno che tenta di fare il giornalista; dal mio punto di vista, avrei una rete in meno che trasmette film d'autore (e non è poco!). Ciao Vito, un caro saluto,
Oscar

Anonimo ha detto...

Sarebbe proprio interessante sapere a quale teoria del liberismo si rifanno, questi liberali ad intermittenza.
Un monopolista e' martire.
Pluricondannati sono vittime:
Le spie confesse sono eroi.
Chi fonda partiti solo per spillare contributi e' un grande pensatore.
Pagare dei buffoni per accapigliarsi in TV e' cultura.
Chi si fa le leggi per i cazzi suoi e' un democratico.
Chi vorrebbe stravolgere la costituzione e' un innovatore.
Chi vorrebbe convivere con la mafia e' un progmatico.
Chi vorrebbe trascinarci in medioevali guerre e' un difensore della cultura.
Chi manderebbe tranquillamente in galera chi scrive le verita' scomode e'conciliante.
Qui ce da riscrivere i vocabolari o rifare le teorie.
Gerardo Nocera

vito schepisi ha detto...

Caro Oscar, nessuno si è scandalizzato quando la sinistra si è mostrata insofferente ai giornalisti di "area" centrodestra. Ricordo che quando uscì "Il Giornale" anche comprarlo era un delitto. Montanelli fu gambizzato dalle B.R. e molti lettori picchiati per strada per la sola colpa di voler leggere un giornale fuori dal coro. Rai 3 fu ribattezzata "TeleKabul" per dar significato sia a metodi che ad idee diffuse. Tempi bui, caro Oscar, che io giovane ho vissuto con grande scetticismo. Non mi spiegavo infatti quanto una strada intrapresa (violenza ed intolleranza) fosse motivata da elaborazione di pensiero e quanta invece da iniziative fuori del controllo della ragione, inculcato, deviato, provocato. Si è saputo, come sai, in seguito che in Italia agivano centrali di disinformazione e di guerriglia importate. Avevo idea allora, prima dei riscontri oggettivi ,che quella fosse l'unica spiegazione.
Di recente anche D'Alema, per la sua abitudine d'essere l'unico che pensa, si è lasciato andare a tranciare sentenze e giudizi. Come se giudici di ogni cosa l'Italia ne abbia pochi! Tornando ai nostri eroi. Le leggi valgono per tutti! O l'obbligo del rispetto vale solo per Berlusconi? Nessuno può dimenticare gli shows di Biagi, in piena campagna elettorale, in spazio di maggiore ascolto, con la par condicio voluta dalla sinistra, su di un servizio pubblico che dovrebbe garantire imparzialità, in un programma non elettorale ma di diffusione quotidiana, servirsi quotidianamente ora di Benigni ed ora di altri personaggi per denigrare, oltraggiare, porre dubbi, deridere il leader dell'opposizione(Berlusconi era all'opposizione). Assieme a Biagi (giornalista a contratto miliardario a cui non ha mai rinunciato, anche quando si è allontanato offeso nell’animo) si distinsero Santoro coi suoi processi in tv senza contraddittori, di stampo si bulgaro ed i Guzzanti con la satira a senso unico verso il capo dell'opposizione (mai del governo che, da che mondo è mondo, è fatto oggetto di satira politica). Ricordo Luttazzi con il suo cattivo gusto e Travaglio, uomo dai tanti volti e dalle verità falsate. Caro Oscar, tutte verginelle scandalizzate, che si sono eretti a vittime di vessazioni mai esistite. Si chiedeva solo il rispetto delle regole per essere sotto contratto di un servizio pubblico e non di parte. Il tutto per un accenno di Berlusconi, in missione di Governo in Bulgaria, ai metodi discriminatori dell’informazione di sinistra. Beata ingenuità Oscar! Quanti italiani vorrebbero essere mortificati come lo sono stati questi signori! Non mi piace ergermi ad avvocato difensore di nessuno, anche perché penso che Fede faccia perdere voti alla Cdl, ma anche Fede ha la sua nicchia di telespettatori fedeli, esercita la sua professione con faziosità dichiarata, ma ha anche l’onestà intellettuale di rappresentare le opinioni diverse: cosa che tg3 spesso non fa. L’attuale consiglio di amministrazione della Rai, come sai, è stato concordato a suo tempo con Rutelli e Fassino, tanto che i cespugli se la presero non poco, e Petruccioli parlamentare dei Ds fu proposto da codesti signori. Ricorderai anche le sceneggiate precedenti, La Annunziata ed il suo protagonismo. Anche Lei ha voluto far la vittima, uscendo e sbattendo la porta, anche se il suo vittimismo è sembrato talmente peloso da non aver avuto successo. L’abbiamo vista nelle tribune politiche ed in particolare con Berlusconi nel tentativo di smuovere ancora le acque torbide della sua faziosità. Anche in qust’ultimo caso, la sua condotta è stata così plateale da non essere presa in seria considerazione da nessuno. Fare il giornalista è una splendida cosa quando si è liberi di esprimere il proprio pensiero ma farlo per il servizio pubblico richiede delle qualità che pochi hanno. Farlo per la Rai pubblica significa farsi interpreti di un sentimento diffuso che è quello di conoscere e confrontare le idee dei rappresentanti politici dei partiti che si contrappongono. Se si vogliono esprimere le proprie idee si scenda in politica, direttamente. Per la questione di Rete 4 o più in largo della riforma della TV è, se vuoi il mio parere, un falso problema. Al centro è la finanziaria e le sue difficoltà di essere approvata, almeno al Senato, ma non si illuda Prodi, problemi ce ne saranno anche alla Camera. Il “ tavolo dei volenterosi” è trasversale ed i parlamentari contrari alla finanziaria di Bertinotti, Visco ed Epifani, sono tanti anche nella maggioranza. Il Paese è a stragrande maggioranza contrario. Scettica è la Banca d’Italia, addirittura stroncante il giudizio della Corte dei Conti, anche l’Europa ha seri dubbi, la Confindustra non fa mistero della sua delusione.. Il ddl sulle tv che non andrà in discussione prima del nuovo anno. E’ servito per distogliere l’attenzione. E’ l’arma di ricatto che quel galantuomo di Prodi e della sua banda di professionisti della politica ha introdotto sulla scena della battaglia politica. Vedrai che il tentativo di ammorbidire i contenuti della riforma delle emittenze sarà proporzionale alla richiesta di morbidezza dell’opposizione sulla finanziaria. Caro Oscar questi signori sono cresciuti con questi metodi. Fai un’analisi della storia politica ed “economica” dei gruppi politici di provenienza e capirai tante cose. Questi metodi li ho sempre definiti “mafia politica”.
Buona domenica Oscar.

Anonimo ha detto...

Caro Vito, se Rai3 è Telekabul, "Il Giornale" è il "Kabulpost". Con la differenza che se i giornali dell'area di centro-destra una certa identità, per quanto uno la possa condividere o meno, l'hanno, Il Giornale è veramente ridicolo arrivando addirittura a creare grottesche pubblicità come "l'I-Prod nano". Ma del resto rappresenta un po' il personaggio che sostengono, tanto nell'arroganza quanto nel grottesco.
I fatti di qualche mese relativi alle scalate all'Antonveneta sono state documentate al Tg3 senza tanti commenti. Mentre Fede deve sempre commentare tutto inserendolo in un'ottica distorta quando questo lede gli interessi del suo padrone.
La sceneggiata nella trasmissione dell'Annunziata dimostra l'arroganza di una persona che nei luoghi in cui viene contraddetta se ne va. Fini ed Alemanno, per fare due esempi, sono ben lungi da scenate simili da prima donna isterica.
Quanto dici su D'Alema mi trova parecchio d'accordo: un'altra prima donna, arrogante e supponente.
Riguardo alla Bulgaria, era fuori contesto l'uscita sullo status delle nostre Tv e poi perché mandar via tre persone che non hanno influito sugli esiti della campagna elettorale? Un po'come Moggi che aveva potere sì ma non tale da far vincere quel sciagurato match di Perugia (parentesi calcistica: oggi gioca anche il Palermo! Forza Panormi!). Ma il paragone va preso con le pinze limitatamente a quanto accennato.
Santoro va lasciato ma se vuoi pluralità e share concedi lo stesso numero di minuti per una trasmissione affine condotta da Socci o Veneziani. Non è giusto avere una sola voce. Ma né il centro-destra né il centro-sinistra sono così avanti. Il sottoscritto, mettendosi nei panni del manager, vedrebbe di buon occhio una rai potete non politicamente ma dal punto di vista dello share. La Guzzanti che nella prima puntata di Rai8t ti ha fatto 3 milioni di spettatori domenica sera in seconda serata è stata "imbavagliata". Ma tanto fin che c'è Petruccioli Rai8t rimmarrà solo sulle sceneggiature e sugli appunti dei suoi autori. Grande Sabina!
L'ingenuità è di chi vede politica ovunque. La Rai è un'azienda, bisogna far ascolti e guadagnare. Contano i fatti e non le chiacchere.
In merito alla Confindustria, critica sempre il governo di turno ma non propone mai. Però chi si fa le ore nelle industrie, sudandosi uno stipendio da fame non ha voce. Le critiche di chi non ha mai avuto nessuno in famiglia che facesse l'operaio lasciano il tempo che trovano. Mi sto rivolgendo a molti della Milano bene e all'ottica di molti imprenditori che vanno all'estero ad investire per sfruttare l'assenza dei minimi diritti sindacali.
Scusami il post frammentario ma la linea analogica non concede molti privilegi agli iternauti. Va beh, meglio che non potersi collegare del tutto.
Un caro saluto dalla provincia di Como (sembra quasi primavera oggi), buona domenica anche a te, a risentirci e un abbraccio
Oscar

vito schepisi ha detto...

Caro Nocera, spesso ciò che distingue il metodo liberale dalle idee definite è la libertà di elaborazione in un alveo di scelte tutte pertinenti. Il liberalismo non ha regole e neanche manuali pratici. Si è liberali spesso senza saperlo e spesso anche non lo si è pur dicendo di esserlo. Se Lei, ad esempio, ritiene civile attingere al buonsenso per regolare una sua contesa, Lei in quel momento professa la sua libertà di essere come le sua coscienza richiede. Non si accorge di aver adottato un metodo liberale ma lo ha fatto. Al contrario se Lei per risolvere la sua controversia è alla ricerca di un appiglio che Le dia ragione: non ne ha adottato il metodo, anzi ha inteso percorrere la strada di un’idea definita. Il suo pensiero si è confermato ad una prassi, all’abitudine, alla ragione costruita. Non è difficile essere liberale, provi ad adottare il buonsenso, sia sereno nelle sue scelte e faccia sempre i confronti nei suoi giudizi: abbia la percezione della reciprocità per misurarsi con la generalità delle situazioni conformi. Io non sono liberale ad intermittenza, dunque, ma solo un pensatore sereno, non ho rancori verso alcuno ma solo il buon senso di misurarne le azioni e di confrontarle con situazioni simili. Non è martire un monopolista se tale non è. Esiste la libera scelta di vedere e sentire ciò che si vuole, e c’è una varietà di offerta, oltre che è abbastanza varia la stessa offerta nell’ambito del gruppo privato. Monopolista può essere telecom o la Rai quando era pensiero lottizzato. Se monopolista Lei chiama Mediaset, cosa ci sarebbe da dire della carta stampata? Ha mai provato a conteggiare le copie vendute dalle testate editoriali schierate a sinistra contro quelle schierate a destra? Prima di dire corbellerie si faccia l’esame di coscienza! Quando la Rai di Zaccaria, servizio pubblico, era monocorde non era monopolista pubblico? Non conosco pluricondannati. In via definitiva solo Previti e sappiamo anche come, tanto che la Corte di Cassazione ha dovuto confermare che non esistevano prove ma solo il fatto che Previti avesse percepito parcelle così cospicue fa presupporre. Assurdo! Questa è la giustizia italiana! Ricordiamoci che è meglio che ci siano 100 rei liberi che un innocente condannato. Io sono di questa corrente di pensiero: anche questo è liberalismo. A chi si riferisce per spie confesse a Farina? All’agente Betulla? Ebbene la sua colpa è solo quella di essere stato un giornalista e quindi diffusore di notizie e contemporaneamente aver raccolto informazioni riservate. Non si parla di eroi e di codardi ma di ruoli non compatibili. Un agente dei servizi segreti fa il suo lavoro e se raccoglie informazioni interessanti alla sicurezza lo fa anche bene. Ci sono tanti quotidiani e riviste che ricevono contributi pubblici affiliandosi a gruppi politici diversi. Per lo più giornali di gruppi formati a sinistra. Se sia bene o male può essere una opinione. La mia è che sia un male. Ma sarebbe bene, dopo aver sfoltito tanta carta straccia, che sia garantita la diffusione di organi di informazione meno commerciali e più orientati verso diffusioni culturali ed il Foglio lo è. Al momento non è un reato farlo perché esiste una legge che lo consente. Le ripeto Boato è del gruppo dei verdi e se contribuisce con la sua adesione alla diffusione del Foglio è perché lo ritiene comunque un giornale serio, e so che tale è considerato in modo trasversale sia a destra che a sinistra. Cosa vuole da me se la gente si accapiglia in TV? Mi devo sentire in colpa o deve ammirare Prodi e Di Pietro per farmi perdonare da Lei? Non lo farò mai perché il primo lo considero un viscido bugiardo ed anche imbroglione e smidollato, il secondo un uomo violento, perfido, arrogante ed anche un po’ fascista. Le leggi le fa il Parlamento. Se vuol dire che il Parlamento nella passata legislatura abbia fatto leggi “ad personam” è falso, anche questa appartiene all’uso illiberale dell’informazione, ai metodi di disinformazione ed all’odio verso il leader dell’attuale opposizione. La Legge costituzionale era e rimane una base per la discussione di un nuove assetto istituzionale dello Stato. Le ricordo che molti contenuti erano già stati dibattuti ed acquisiti da illustri costituzionalisti del centrosinistra e persino la commissione D’Alema a suo tempo ne aveva approfondito gli aspetti e condiviso le iniziative. Sappiamo che sulla riforma costituzionale il precedente governo di sinistra aveva adottato, in tema di decentramento e federalismo, provvedimenti che tuttora creano confusione e precarietà nell’adozione di provvedimenti a carattere decentrato. Le precedenti modifiche erano state approvate con 3 voti di scarto dalla maggioranza di centrosinistra. Questa formazione nella scorsa legislatura si era rifiutata a priori su “ordine” di Prodi, allora seduto a riscaldare la sedia di presidente della commissione europea ed a tramare contro l’Italia , di sedersi a discutere con la recondita intenzione di accusare la maggioranza di allora di aver adottato un provvedimento non condiviso. E’ stata tutta meschina l’attività del centrosinistra nella passata legislatura. Si è innovatori con i fatti, le riforme, le opere e non con le tasse e la distribuzione di pezzi dello stato, ed anche degli espropri a privati, ai soliti amici. Cordiali saluti.
Come vede le ho risposto punto per punto: non mi potrà dire che creo nuvole di fumo. Sono stato meno Pindarico: fatto è che Lei alla lirica greca non mi ispira. La vedo come Robespierre, leader del partito giacobino alla fine del diciottesimo secolo in Francia. Questi, come sa, iniziò la sua carriera politica come assertore di diritti, della libertà di stampa e di opinione, contro la pena di morte, contro la guerra. Con l’intendimento, però, di mantenere i valori della rivoluzione francese mandò a morte oltre 50.000 francesi della media borghesia di cui gran parte senza alcun processo.

Anonimo ha detto...

Caro Oscar, ti scrivo solo per congratularmi con te , per la tua saggezza e nascosta ironia che francamente t'invidio, tanto da supporre che non sia vero che hai solo 25 anni; se poi e' vero ancora complimenti.
Sono in ogni caso convinto che pensare di poter dialogare con chi , senza ideali, fa solo il suo dovere di militante, sia tempo perso. Che e' poi il motivo per cui non ho mai avuto una tessera di partito.
Io per parte mia mi sono rotte le palle.
Non ho un blog se avessi qualche cosa da dirmi puoi usare la mia E-mail.
gerardonocera@libero.it

vito schepisi ha detto...

Caro Oscar,
Il Giornale è un quotidiano orientato sul centrodestra e non è servizio pubblico. Su Il Giornale non s’usa travisare i fatti anche se l’ottica di visuale è orientata. Non si fa sciacallaggio e non si fa uso strumentale delle notizie per linciare l’avversario politico. Su Il Giornale chi scrive espone le sue idee e riporta nella sua reale dimensione le idee di altri. I commenti sono chiari anche se orientati. Il Giornale in edicola non ti obbligano a comprarlo. La sua diffusione, inoltre, non è popolare nel senso che, come accade per alcuni quotidiani, l’acquisto è metodico perché riporta cronache locali. Il Giornale non è neanche d’alternativa, per ventagli di notizie economiche e di andamento di mercati, da farlo preferire a quotidiani specializzati come Il sole XXIV ore o Italia Oggi o altri ancora. Ora Nocera dirà che sono anche al soldo di Maurizio Belpietro. Non so cosa sia l’”i-prod nano” non so se si riferisce all’attuale occupante la Presidenza del Consiglio. Finalmente viene anche svelato il dubbio che già avevo per i 4 milioni di voti alle primarie. Anche se il voto è stato favorito da una grossa spinta organizzativa dei Ds, timorosi di un grosso successo di Bertinotti che aveva mobilitato i militanti. Mastella ha detto che erano falsi e che se fossero stati 2 milioni la cifra sarebbe già in eccesso. Questo però è un altro discorso e si intreccia con la nascita del Partito Democratico e sulle alchimie degli interpreti di questo broglio elettorale consueto alle abitudini della sinistra. I fatti dell’Antonveneta entrano in un metodo di malcostume politico e si intrecciano con scalate e coperture finanziarie per gli affari più illeciti. Caro Oscar quello che se ne sa è che una combriccola di faccendieri si sostenevano a vicenda nelle scalate. Quello che è emerso alla fine che un filo conduttore ci portava verso la lega delle cooperative e Fassino, quindi i DS. Sappiamo come è andata a finire, Visco appena fatto vice ministro in Lombardia ha tentato di trasferire d’ufficio i vertici della G.di F. non ci è riuscito ma gli ha intimoriti. Ora tutto tace e sembra che la sabbia pian piano si accumuli su. La questione dell’Annuziata è di una protervia ed indisponenza inusitata. La sua funzione era quella di porre domande e lasciare spazio alle risposte, come ha fatto con Prodi e gli altri leader. Con Berlusconi, no. L’Annunziata doveva fare la protagonista! Anche la commissione di vigilanza Rai l’ha bacchettata, oltre a molti commentatori e giornalisti di sinistra. Fini ed Alemanno sono due politici e Berlusconi non lo è: spesso i politici si adeguano a sembrare mentre coloro che non lo sono, quasi sempre, mostrano di essere. Quella dei non politici a ben pensare è anche considerata una qualità. Guardi che per Santoro non si tratta di consentire o meno i suoi servizi giornalistici. Per Santoro non si consente il linciaggio senza contraddittorio, non si concedono le sceneggiate e le trappole meschine: il buon vivere civile oltre al buonsenso ed alla buona educazione contano più dello share. Per me è così! In campagna elettorale, per giunta, dopo aver fortemente voluta la par condicio e per essere un servizio pubblico, non possono essere consentiti metodi da processo sommario e fortemente sbilanciati e senza diritto di replica. Siamo in Italia, Oscar, non nella vecchia Romania di Ceausescu. Anche i realities fanno audience ed infatti oramai ne hanno inventati tanti e di più. Io non sono soddisfatto. La Rai è pubblica Oscar! E’ pubblica!!!! Confindustria fa il suo mestiere ma non mi dire che Montezemolo lo faccia con imparzialità. Ha incassato e tanto da questo governo e da questa finanziaria. Alla base erano state promesse altre cose, però, a quella base che è molto critica sulla attuale dirigenza il presidente deve dare soddisfazioni. Montezemolo ha l’obbligo di incalzare il Governo se non vuole problemi di conduzione dell’associazione. Solo la grande industria ha potuto fare investimenti produttivi all’estero. Oscar poniamola così. Un’azienda produttiva ha tre famiglie di spesa industriale: materie prime; personale; mezzi di produzione. Delle tre famiglie la prima e la terza sono grosso modo costanti. L’unica che è suscettibile di variazione è la seconda. Se non si interviene sulla seconda si va fuori mercato e non si vende. La concorrenza si fa giocando su questa famiglia di spesa. Se in Italia il costo del lavoro, per gli oneri annessi e per le imposizioni fiscali, è tale da rendere il prodotto troppo costoso, l’azienda chiude per mancanza di commesse, fallisce o chiude. Gli operai, quindi vengono licenziati, ed i problemi sociali crescono.
Coloro che aprono all’estero, a costi del lavoro più bassi, succursali delle proprie aziende che in alcuni casi assorbono la produzione made in italy, spesso sono condizionate da questo discorso. E’ rischioso continuare a privilegiare lo stato massimo. Prima o poi ci troveremo, troppo tardi, a dover affrontare questo problema.
Io vivo a Bari ed anche da noi sembra tornata la primavera. La nostra, al sud, è splendida. L’aria tiepida ed i profumi della campagna che ancora si diffondono ci rende più accettabile la consapevolezza di un inverno che lentamente si avvicina e ci avvolgerà di temperature più rigide.
Buona giornata e cari saluti.

Anonimo ha detto...

Oscar se ti capita chiedi a Schepisi per quale motivo montanelli si senti costretto a mandare a ffaculo Berluscono, suo fratello e tutta la giostra. Forse pw
erche' non sarebbe mai stato disponibile a fare i lavori sporchi di Belpietro, per intenderci quello che faceva da megafano ai calunniatori dell'affare Telecom Serbia. Ah1 Dimenticavo lascia perdere, mi sono ricordato che anche a Torini i giudici sono comunisti.
Gerardo Nocera

vito schepisi ha detto...

Caro Nocera,
lo può chiedere a me direttamente. Le racconto un po' di cosa che forse ha dimenticato.
Nel 1993 Mariotto Segni sostenuto da "Il Giornale" mise in piedi uno schieramento moderato per raccogliere in una formazione nuova nell'area di centro le spoglie dei partiti (DC, Psi,Psdi, Pri, Pli e destra democratica). All’epoca, ricordo, anch’io inviai il fax di adesione. L’intento dichiarato era quello di non disperdere le forze democratiche del Paese. In ordine sparso, infatti, avrebbero consentito al maggior partito fatto salvo da tangentopoli, il vecchio pci di Occhetto, divenuto pds, di conquistare la maggioranza del Paese con uno stimato 25% dei voti validi (si pensava infatti ad una grossa astensione oltre ad una massa i voti nulli. Quel 25% con il sistema maggioritario poteva significa la conquista di una stragrande maggioranza di seggi. Il timore di una vittoria comunista (il pci era stato sciolto appena nel 1991 ed i suoi dirigenti erano gli stessi) aveva spinto i moderati alla creazione di questo nuovo soggetto politico. Al momento degli accordi elettorali, però, l’iniziativa si sfaldò. Segni voleva recuperare una coalizione che vedesse ex dc e Lega insieme. In un incontro con la Lega per discutere del progetto, Segni incontrò Maroni che condivise, sembra, le basi del discorso dell’ex democristiano. Sui media fu diffuso l’avvenuto accordo. Il giorno dopo, però, si dovette registrare un violento attacco di Bossi alla DC che, in sostanza, chiudeva la porta in faccia all’accordo. Questi sono i fatti politici e lo scenario creato. Caduto l'accordo Il Giornale e la sua linea editoriale si trovavano così spiazzati. Il progetto svaniva e la consapevolezza della conquista del potere della macchina da guerra di Ochetto prendeva piede. A quel punto “scese in campo” Berlusconi. Montanelli, artefice di quel progetto politico-editoriale, vide il tutto come una sorta di sconfessione alla sua iniziativa e non condivideva la candidatura di Berlusconi. In quel momento non parlò di conflitto di interessi ma della sua autonomia di Direttore di un giornale di proprietà della famiglia Berlusconi e quindi di dover, per la prima volta nella sua vita, poter essere accusato di non essere autonomo e di avere un “padrone” che gli dettasse la linea. Col progetto di Segni, invece, presumeva d’esser lui a dettar la linea, in risposta forse al suo concorrente di Repubblica, Scalfari, che si vanta tuttora di dettar la linea allo schieramento di sinistra. In una burrascosa riunione del comitato di redazione de Il Giornale, Montanelli sbattè la porta ed il seguito è noto. Ebbe l'onestà intellettuale di riaffermare che Berlusconi era un editore liberale e che la proprietà non era mai intervenuta ad interferire nella direzione del Giornale ma ebbe anche la spocchia di "assecondare il miglior nemico del suo nemico" come direbbe Oscar, alcuni dissero che questo sia stato il massimo segnale della sua senilità. Fondò un nuovo giornale finanziato dai maggiori nemici del suo nemico che fallì per assoluto vuoto di lettori.
Il Giornale non ha fatto da megafono all’affare Telekom Serbia. L’affare ha lato oscuri che non sono stati chiariti ed il polverone sollevato dal teste, di cui non ricordo neanche il nome, è servito a far passare sotto silenzio la gravità di quello che è accaduto e le responsabilità connesse. Cordialità.

Anonimo ha detto...

Una burrascosa riunione del comitato di redazione indetta da Berlusconi in assenza del direttore Montanelli(altro che editore liberale), questo quando dell'Utri gia' d'accordo con gli autonomiosti siciliani aveva gia' organizzato come confezionarsi un partito privato, usando gli uomini e la struttura di Publitalia, dilla tutta Schepisi!
Naturalmente quando montanelli e Orlando hanno detto questo erano gia' rimbambiti, secondo la migliore logica staliniana chi non e' d'accordo o e' pazzo o criminale.
Minchia Schepisi sei andato alezione dai comunisti!
Gerardo Nocera

vito schepisi ha detto...

Caro Nocera è lei che non la racconta tutta. La riunione di Berlusconi con la redazione del Giornale era stata precedente. La riunione a cui mi riferisco era quella della redazione con il Direttore Montanelli. Dell'Utri non aveva organizzato un bel niente ancora. Cosa centrano gli autonomisti siciliani? La mancata realizzazione del partito dei moderati era venuta meno da poco. Le sue fantasticherie sono pari alle sue calunnie. Sta di fatto che Berlusconi ci ha salvati dall'occupazione dl Paese da parte dei comunisti con il 25% dei consensi elettorali e con anche meno del gradimento del Paese. Non so Orlando che si è fatto elggere nelle liste dell'ex pci ma Montanelli quello che Lei dice non l'ha mai detto. Ci sono testimoni come Cervi e Granzotto a cui si può rivolgere per avere conferme. Lei è delirante! Tra me ed i comnisti esiste un abisso incolmabile in relazione alla serenità ed alla osservazione delle cose. Le sue fantasie sono tipiche di scuola comunista.
P.S. La riunione della redazione del Giornale aveva all'ordine del giorno la decisione della redazione del giornale di sostenete la candidatura Berlusconi. Nessuno si è scandalizzato quando il Corriere della Sera, per bocca di paolo Mieli, ha dichiarato di voler sostenere la candidatura di Prodi. Mieli interpetrava la volontà dei poteri forti (di fatto le famiglie potenti) del Paese che hanno la proprietà del Corriere.
I

Anonimo ha detto...

Be? non vorra' negare anche che Montanelli(rimbambito), disse che gli Italiani solo se lo avessero fatto governare una volta, avrebbero capito la pericolosita' del prode cavaliere.
Era questo un complimento? Gia' era rimbambito data l'eta'.
Gerardo Nocera

vito schepisi ha detto...

Caro Nocera,
cosa vuole che Le risponda che Montanelli era contento di essersi trovato nelle condizioni di dover lasciare la Direzione de "Il Giornale", quotidiano anche allora di centroderstra e fondato da Montanelli su quelle posizioni? Non è possibile che Le dica questo e Lei lo sa! Montanelli era un testardo, a volte da legare per la sua testardagine, non avrebbe mai ammesso di aver sbagliato nelle sue valutazioni. A sua difesa devo dire che dopo decenni di posizioni controcorrente era spaventato dall'idea di doversi trovare sulla scia di un fiume che correva nella sua direzione. E' anche umano che sia stato così. Lei ha avvrtito pericoli? Io francamente no ed assieme a me almeno il 50% degli italiani. Alcuni avvertono invece pericoli con questa maggioranza ed io sono tra questi. E sono ora molto oltre il 50% degli italiani! Non solo pericoli di limitazione alla nostra libertà ma anche pericoli di declino economico e di inaspimento di problemi sociali. Spero solo che durino poco!
saluti.

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie