01 luglio 2006

da "Controvento" di Mario Volpati - Affari Italiani

Non tutti i muri sono uguali. E nemmeno le vittime
Sabato 01.07.2006 10:57

Colpisce la sostanziale indifferenza che ha accolto in Italia la notizia della "esecuzione" di Eliahu Asheri, il ragazzo ucciso con un colpo alla nuca dai terroristi palestinesi che lo avevano rapito mentre faceva l'autostop. Non è vittima casuale di un attentato, o di una sparatoria: eliminato perché ebreo. Eppure per i grandi quotidiani di casa nostra la notizia non merita neppure un richiamo in prima pagina. Che sia vera l'accusa che lancia Il Foglio (stampa che collabora con il Centrosinistra nel mettere la sordina al Medio Oriente, per non aggiungere motivi di rottura tra Prodi, Fassino e Rutelli e la sinistra radicale già schierata contro la presenza degli italiani in Afghanistan)?

Fa meditare anche la polemica sul Muro di Cisgiordania. Magdi Allam, che almeno è andato a vederlo, testimonia che ha evitato molti lutti, tra gli israeliani e anche tra i palestinesi. Ha ridotto; cioè, le incursioni kamikaze. Quello che però fa strabiliare è il confronto che si fa con il Muro di Berlino. Molti "riformisti" di oggi non pare - se la memoria non ci inganna - che lo abbiano deprecato mai nei quasi 30 anni della sua lugubre carriera. Le cronache politiche non serbano memoria di dichiarazioni sdegnate, per dire, di D'Alema, Fassino, Veltroni o Macaluso "a muro in piedi". Una volta caduto, certo, la musica è cambiata: tutti a far legna.

La differenza vera, infine, è un'altra: quello di Berlino serviva a tener prigionieri i tedeschi dell'Est (tanto che centinaia di sfortunati fuggiaschi caddero vittime dei vopos, i "poliziotti del popolo"). Quello di Cisgiordania non chiude nessuno dentro. Cerca solo - e ci riesce in parte - di chiudere "fuori" i kamikaze. Se proprio si vuol cercare un paragone storico, è parente semmai del Vallo di Adriano o della Muraglia Cinese. Ma forse la vera colpa non sta in "che cosa" è, ma in "chi" l'ha fatto. Tant'è vero che persino il ritiro da Gaza, deciso da Israele e voluto da Sharon, per molti democratici presunti è un atto contro la pace.

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