19 giugno 2013

Desirèe chi ama la Giustizia è con te


Le motivazioni della prima commissione del CSM per l'avvio della procedura per incompatibilità ambientale a carico della PM Desirèe Digeronimo lasciano allibiti. 
Com’è noto, tutto è iniziato con una lettera riservata dei PM Digeronimo e Bretone ai Capi della Procura e al Presidente del Tribunale di Bari. 
Nella lettera, finita "misteriosamente" sulla stampa, i due PM segnalavano circostanze che, a loro avviso, avrebbero dovuto indurre il magistrato che aveva assolto Vendola ad astenersi dal Giudizio. 
La pubblicazione della lettera ha mosso 26 magistrati di “Area”, corrente della sinistra ideologica della magistratura, a censurare e chiedere il trasferimento della sola Digeronimo per incompatibilità ambientale. 
Nell’istruttoria aperta, la prima commissione del CSM ha formulato alcune ipotesi di responsabilità. Tra queste, imputa alla Dr. Digeronimo conflittualità con esponenti del Foro barese. 
Come se le dispute tra accusa e difesa siano sempre state serene discussioni tra amici.
Avendo in memoria la lettera aperta di Vendola dell'estate del 2009: «La sua indagine sta diventando lo strumento di una campagna che mira a colpire la mia persona», sarebbe interessante conoscere i nomi degli assistiti dei legali che hanno lamentato questa conflittualità. 
Ma sarebbe ancora più interessante sapere, magari dal CSM, cosa debba fare un magistrato onesto che non ci sta ad usare la giustizia facendosi dominare dalle passioni e dai pregiudizi.
La prima commissione del CSM rileva, inoltre, che la PM Digeronimo ha per amica il medico Dr. Paola D’Aprile che a sua volta è amica del Direttore Generale delle Asl pugliesi Lea Cosentino, ma gli Ordinamenti democratici della nostra Repubblica non vietano ad un magistrato il diritto di vivere la normale vita sociale della propria città. 
Avere un'amica è tutt'altro che un fatto disciplinarmente rilevante. Sarebbe, invece, più rilevante avere rapporti di amicizia con un imputato o con un suo parente stretto, e poi giudicarlo. 
Nel caso specifico, non si può sostenere che l'amicizia con una persona possa aver messo in pericolo l'imparzialità del PM, quando la persona in questione non ha nessun conto da chiarire con la giustizia. E non risulta, infine, che il PM Digeronimo abbia avuto occhi di riguardo per il Direttore delle Asl pugliesi Lea Cosentino, quando, come appare dagli atti giudiziari compiuti, l'ha indagata e trascinata in giudizio per rispondere di ipotesi di reato. 
Vito Schepisi

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