07 giugno 2013

Emiliano tra politica e magistratura



Il sindaco di Bari Emiliano, su Facebook, chiede ai baresi quali siano gli impegni disattesi della sua amministrazione.
Il suo EGO non gli dà pace. Prova ancora a far prevalere le sue ostentazioni di trasparenza e di condivisione, anche se poi fa sempre tutto da solo.
E fa sempre male. Emiliano è come un temporale senza pioggia. Lampi e tuoni e poi … niente.
Chiede ai baresi di contestargli gli impegni non mantenuti. Sarebbe più facile iniziare dalle promesse mantenute: si eviterebbe di spulciare, tra le tante parole scritte e pronunciate, quelle che sono rimaste solo sulla carta e quelle che si sono involate tra i tanti suoni indistinti a cui la politica, da tempo, ha abitato gli italiani. Lo si dica subito, pertanto: nessuna promessa è stata mantenuta.
NESSUN IMPEGNO DI EMILIANO E' ANDATO A BUON FINE.
A Bari direbbero di lui: è un “carico a chiacchiere”.
Il Sindaco della Città levantina si è trovato ben presto a fare le stesse cose di tutti i politici: scalare la vetta del partito - fino ad arrivare prima alla Segreteria e poi alla Presidenza regionale del PD - magnificare il suo operato e raccontar balle.
Le somme del suo mandato sono scarse. A renderle poco convincenti non è stata solo la candidatura alla gara del miglior demagogo con il ricordo dei 30.000 posti di lavoro a Bari, promessi nel 2009 - una promessa che, se ha fatto colpo in campagna elettorale, non ha mai convinto i più attenti - e non è stato neanche lo squallore delle "cozze pelose", in cui la cosa più grave non è nella facile ironia, ma nel fatto che alcuni palazzinari facevano e disfacevano a Palazzo di Città come se la Casa della comunità cittadina fosse casa loro.
Nel tirare le somme, dopo quasi 10 anni delle due sindacature, si rileva che Bari ha ceduto terreno su diversi fronti: dall'igiene, alla raccolta differenziata; dalla viabilità urbana, alla qualità della vita; dal recupero ambientale, all'ordine pubblico; dai servizi resi alla cittadinanza, alla valorizzazione del patrimonio culturale. Ha perso posti di lavoro. Ha perso attività commerciali. Ha perso coraggio e speranze. Rischia di perdere il futuro dei giovani.
Bari oggi è una Città alla deriva, ad iniziare da Piazza Moro e Piazza Umberto con il tratto di via Sparano che li collega, immagine d’impatto della Città per chi ci viene in treno, immerse in uno squallore indicibile, tra degrado e spaccio e per quell’inquietudine che prende per l’avvertibile presenza della microcriminalità.
A BARI NON C'E' UN'OPERA PUBBLICA CHE SIA STATA REALIZZATA.
Il Sindaco lascerà in eredità alla prossima amministrazione: criminalità, racket, degrado, contenziosi e risarcimenti (Cittadella Giudiziaria e Punta Perotti), una città in cui i parcheggi costano 2 euro l'ora, burocrazia asfissiante e saracinesche chiuse. Lascerà i "fallimenti" del Teatro Petruzzelli e della Fiera del Levante. Il primo simbolo di una Bari colta e sensibile; la seconda simbolo di una gloria passata in cui Bari ambiva ad essere un riferimento per gli scambi commerciali e per la cultura dell'integrazione nell'Area del Mediterraneo.
L’hanno soprannominato "lo sceriffo" perché, come gli uomini di legge del vecchio far west, quelli che entravano nel saloon per dirimere le controversie e mettere in prigione l'ubriaco molesto, il Sindaco di Bari è intervenuto sui fatti di piccola cronaca della Città con la stessa ostentazione e con la stessa spavalderia, spesso a beneficio di telecamere, di giornalisti e di studi televisivi locali e nazionali. Prima di lui, senza spavalderie, Bari aveva, invece, recuperato smalto e fermento.
Dopo l’esperienza di amministratore di una grande Città, L'ex PM Emiliano, forse deluso dalla sua inconcludenza, dice di voler tornare a fare il Magistrato. Sbaglia anche in questo. La questione è controversa, ma è diffusa l’idea che sia inopportuno che un magistrato possa passare da un ruolo politico e amministrativo, schierato da una parte, all'esercizio di una funzione giudiziaria. Si è sempre detto, infatti, che un magistrato deve essere e sembrare sopra le parti.
Ha lasciato la magistratura per la politica, ora continui a farla.
Potrà sempre promettere trasparenza e condivisione e altri 30.000 posti di lavoro: vedrà che in questa Italia troverà sempre qualcuno disposti a credergli.
Vito Schepisi
 

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