L'ipocrisia
della politica richiede capri espiatori ... meglio se del campo avverso!
In tutta
Italia, i casi di abusi della politica, di storie pessime di malcostume, di
fatti incresciosi e persino di comportamenti cinici e rozzi - si pensi al
ricatto sessuale in Puglia ad una giovane mamma bisognosa di lavorare -
coinvolgono tutte le formazioni politiche, nessuna esclusa.
Perché non
sono state chieste le dimissioni di Vendola in pieno scandalo sanitario in
Puglia?
Eppure i
pugliesi stanno continuando a pagare per rifondere i debiti rivenienti da
sperperi, abusi, interessi privati, acquisti ed impianti di protesi inutili,
malasanità, ramificazioni clientelari, nomine ed appalti finalizzati al
radicamento politico sul territorio di partiti e uomini.
Si
preferisce però mettere la lente d’ingrandimento su qualche rubagalline e sul
sistema della spesa laziale che è uguale in tutto lo stivale, solo perché il
governatore laziale è ... del campo avverso.
Va bene
così, però!
Ha fatto
bene la Polverini a prendere atto di ciò che è accaduto e a denunciare
l'ipocrisia di PD, IDV e SEL e di tutta la classe politica.
Ora però si
dimettano anche il Presidente della regione pugliese e il Presidente
dell'Emilia e Romagna, indagati.
Ora però si
dia uno sguardo al sistema della spesa di tutte le regioni italiane.
Ora però
s’istituiscano a livello nazionale delle regole di spesa che debbano valere per
tutti (consulenze, funzionamento dei gruppi, stipendi, vitalizi, spese
istituzionali, sponsorizzazioni, acquisti di beni e di servizi, auto di
rappresentanza, rimborsi spese, benefit, etc.etc.).
FUORI GLI
IPOCRITI!
Qualche anno
fa in Puglia per tre notti bianche, ad esempio, sono stati spesi 6 milioni di
Euro.
In Puglia si
finanziano festival che non servono a niente e si producono film che servono a
meno.
Si dice che
in Puglia alimentino il turismo, ma non è vero. Non hanno prodotto una presenza
in più e quest'anno il turismo pugliese ha avuto una preoccupante flessione.
Servono ad altro!
Magari ad elargire soldi ad amici,
questuanti e clientele.
E, dato che
stiamo in Puglia, dappertutto si è indagato sui rapporti mafia-politica che si
intrecciano sull’eolico e sul fotovoltaico, ma in Puglia, riempita di pale e di
silicio, nessuno indaga?
In Emilia e
Romagna c'è una questione che riguarda soldi pubblici dati ad una cooperativa
il cui amministratore è il fratello del Governatore Errani.
Perché il
Governatore non si dimette?
Si dovrebbe
aprire una finestra sulle troppe stranezze nei rapporti tra cooperative e
politica in quella Regione.
Perché non
lo si fa?
Perché
nessuno interviene per applicare lo stesso regime fiscale dell’impresa privata
a quelle cooperative che agiscono nel campo della produzione e del commercio in
diretta concorrenza con il sistema privato?
E’ tempo di
far piazza pulita.
Deve venir
fuori tutto e devono andare fuori tutti.
Vogliamo
sapere di Penati e della Serravalle, ad esempio. Sono 180 milioni di Euro che
sono stati spesi in più per le azioni di quella società comprate dalla
Provincia di Milano.
Centottantamilioni
di euro valgono 180 e più Fiorito.
Vogliamo
anche sapere, in tema di trasparenza, anche degli amici di Dalemax che spuntano
in ogni scandalo.
Fuori tutto,
dunque, e fuori tutti!
Vito Schepisi
1 commento:
Nel comune interesse, mi permetta di riferire che il processo di democratizzazione, già avviato in epoca monarchica con una prima introduzione delle elezioni politiche, con l'avvento della Repubblica avrebbe dovuto estendersi anche alla Funzione Pubblica. I pubblici impieghi non sono semplici posti di lavoro ma detengono sempre una certa dose di potere pubblico. Essi sono parte di quella Res Publica conquistata dal popolo divenuto sovrano. Avrebbero quindi dovuto anch'essi, come i ruoli di governo, venire periodicamente restituiti al popolo per essere riassegnati ad altri cittadini aventi i necessari requisiti.
Senonchè una politica nata marcia ha fatto sì che il pubblico impiego continuasse ad essere assegnato a vita. E' qui il vero problema della nostra società, che si dichiara democratica ma lo è ancora solo in piccola parte. Non soltanto i politici ma anche i pubblici dipendenti devono tornare alle loro case per permettere un generale rinnovo partecipativo. Le luci dei media illuminano i politici e noi ci focalizziamo su di essi. Ma è nel buio che si nasconde il vero problema, non solo nostro ma del mondo intero: un mare di inamovibili statali, 3.200.000 nella solo Italia, i quali hanno di fatto più potere degli stessi governanti.
I governi devono sempre fare i conti con loro, con gli statali.
I governi cambiano, gli statali restano, da veri tiranni quali sono.
Sono gli statali, seguendo l'antico disegno politico del re e del duce, ad impedire ai cittadini di accedere alla loro stessa Res Publica, a mantenere separato il popolo dal suo stesso potere, ad imprigionare la cultura ed ogni altro importante aspetto della vita. Sono gli statali a farci credere che la democrazia sia un fatto inerente le sole DECISIONI e non innanzitutto le onnipresenti MANSIONI PUBBLICHE. Sono gli statali ad erigere una nera muraglia intorno ai governi tale che i politici, facilmente corrotti da cricche, lobby, mafie e potentati, possono fare il peggior comodo che vogliono. Sono gli statali ad impedire la presa di coscienza che il tipo di funzione pubblica influenza fortemente l'operato dei governi.
Precisamente:
- circondati da assunti a vita o da operatori privati, i Governi tendono a divenire AUTORITARI.
- avendo attorno coinvolti cittadini che si alternano, i Governi tendono a divenire AUTOREVOLI.
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