Non c’è voglia di giustizialismo quando si parla della presenza di una questione morale. Non c’è voglia di sostenere pagliuzze o travi che siano negli occhi dei personaggi della politica. Queste cose le sostengano Franceschini o la Finocchiaro, affetti da smania di giustificazionismo e presuntuosi possessori del giusto metro per il giudizio sugli altri. Si vorrebbe invece una seria riforma della giustizia che riporti fiducia nell’azione della magistratura e che la sottragga, finalmente, al condizionamento della politica: perché non ci siano né blindature giudiziarie per alcuni, né un colpevolismo inossidabile per altri.
Sin dai tempi di Enrico Berlinguer, aver sostenuto la diversità sulla questione morale della sinistra è stato un falso storico ed un espediente propagandistico. Ed è stato così anche con tangentopoli, quando la sinistra ha beneficiato della benevolenza della magistratura. D’Alema, lo scorso anno, per nascondere la crisi propositiva e morale della sinistra, sosteneva la presenza di una crisi della politica, mentre c’era invece un Paese che giudicava severamente l’Unione che, oltre a non essere affatto diversa sulla questione morale, si mostrava arrogante, incoerente e persino incapace.
Il garantismo dovrebbe prevalere sempre e comunque, soprattutto se esista qualche ragionevole dubbio che le leggi siano state utilizzate per finalità diverse da quelle di rendere giustizia. Il ragionevole dubbio, soprattutto dinanzi a indubitabili posizione ideologiche, lo si dovrebbe ritenere sufficiente a richiedere la presunzione di innocenza dell’imputato. Ci sono stati troppi orribili errori giudiziari, e tante azioni devastanti della magistratura requirente, da poter ritenere infallibile l’esito delle vicende giudiziarie. C’è una gestione della Giustizia in Italia che lede in maniera inaccettabile l’immagine della valenza positiva del diritto.
Siano lasciate a Di Pietro ed ai suoi emuli e sostenitori l’intolleranza e la presunzione di infallibilità della magistratura. E’deplorevole la ferocia del sentimento forcaiolo che mortifica il valore dell’umanità. C’è da battersi per la salvaguardia della dignità dell’uomo, sempre e comunque, e contrastare, per scelta di civiltà, l’utilizzo dei metodi inquisitori assimilabili alle pratiche di tortura medioevali. La cultura dell’uso della cattività come strumento di pressione psicologica, ancora cara alla formazione di alcuni, è orribile e squallida. L’Italia civile deve avere, invece, la dignità morale di ricordare con orrore la sorte di coloro che, umiliati come uomini, si sono tolti la vita, e meditare altresì sull’affronto alla dignità umana di chi chiamato in causa, con superficialità e forse malanimo, dopo aver subito la tortura mediatica e l’alterazione della vita privata, è risultato innocente.
E’ esecrabile usare i toni della ferocia giudiziaria per istigare, per meri fini politici, la sommarietà di giudizio del popolo: una forma di viltà che è forse il reato morale più grave per un uomo, benché non ci sia legge penale che in tempo di pace ed in ambito civile ne sancisca una pena.
Non si vuole far moralismo, e non si vuole stabilire la contabilità dell’abuso e dell’illecito di uno schieramento o dell’altro, interessa, invece, il fenomeno per stabilire, per giustizia, che non ci sia una diversa forma partito per contenere i comportamenti degli uomini. Non esiste una questione morale che interessi la sinistra o la destra per definizione, ma esiste un sistema insostituibile, quello democratico e pluralista, che per funzionare bene avrebbe bisogno di regolamentare un modo diverso di agire, fatto di trasparenza concreta, di controlli e ricambi.
La politica non è un mestiere. L’affermazione non deve apparire come la solita retorica antipolitica. Anche l’antipolitica, infatti, è diventata un mestiere. Non è neanche una questione di generazioni o di genere, benché le donne abbiano spesso mostrato un senso pratico dimostratosi più trasparente ed efficace. Non è vero che tra i giovani e gli anziani esista una diversa tensione morale. Bando perciò ai luoghi comuni. L’onestà e la buona amministrazione trovano ostacoli nella smania del potere, nella rincorsa agli agi personali e nella ricerca del consenso elettorale. Più che le generazioni, prevalgono le occasioni. Ed è su queste che occorre intervenire. C’è anche tanta ipocrisia in coloro che sostengono, ad esempio, che la cura sia il ripristino delle preferenze elettorali. Sono solo fantocci polemici di chi non vuole risolvere niente. Le preferenze sono state in passato, e sarebbero ancora in futuro, fonte di maggiore corruzione e stimolo al rafforzamento del clientelismo politico. Sarebbe persino opportuno abolirle anche a livello amministrativo locale.
Vito Schepisi
Sin dai tempi di Enrico Berlinguer, aver sostenuto la diversità sulla questione morale della sinistra è stato un falso storico ed un espediente propagandistico. Ed è stato così anche con tangentopoli, quando la sinistra ha beneficiato della benevolenza della magistratura. D’Alema, lo scorso anno, per nascondere la crisi propositiva e morale della sinistra, sosteneva la presenza di una crisi della politica, mentre c’era invece un Paese che giudicava severamente l’Unione che, oltre a non essere affatto diversa sulla questione morale, si mostrava arrogante, incoerente e persino incapace.
Il garantismo dovrebbe prevalere sempre e comunque, soprattutto se esista qualche ragionevole dubbio che le leggi siano state utilizzate per finalità diverse da quelle di rendere giustizia. Il ragionevole dubbio, soprattutto dinanzi a indubitabili posizione ideologiche, lo si dovrebbe ritenere sufficiente a richiedere la presunzione di innocenza dell’imputato. Ci sono stati troppi orribili errori giudiziari, e tante azioni devastanti della magistratura requirente, da poter ritenere infallibile l’esito delle vicende giudiziarie. C’è una gestione della Giustizia in Italia che lede in maniera inaccettabile l’immagine della valenza positiva del diritto.
Siano lasciate a Di Pietro ed ai suoi emuli e sostenitori l’intolleranza e la presunzione di infallibilità della magistratura. E’deplorevole la ferocia del sentimento forcaiolo che mortifica il valore dell’umanità. C’è da battersi per la salvaguardia della dignità dell’uomo, sempre e comunque, e contrastare, per scelta di civiltà, l’utilizzo dei metodi inquisitori assimilabili alle pratiche di tortura medioevali. La cultura dell’uso della cattività come strumento di pressione psicologica, ancora cara alla formazione di alcuni, è orribile e squallida. L’Italia civile deve avere, invece, la dignità morale di ricordare con orrore la sorte di coloro che, umiliati come uomini, si sono tolti la vita, e meditare altresì sull’affronto alla dignità umana di chi chiamato in causa, con superficialità e forse malanimo, dopo aver subito la tortura mediatica e l’alterazione della vita privata, è risultato innocente.
E’ esecrabile usare i toni della ferocia giudiziaria per istigare, per meri fini politici, la sommarietà di giudizio del popolo: una forma di viltà che è forse il reato morale più grave per un uomo, benché non ci sia legge penale che in tempo di pace ed in ambito civile ne sancisca una pena.
Non si vuole far moralismo, e non si vuole stabilire la contabilità dell’abuso e dell’illecito di uno schieramento o dell’altro, interessa, invece, il fenomeno per stabilire, per giustizia, che non ci sia una diversa forma partito per contenere i comportamenti degli uomini. Non esiste una questione morale che interessi la sinistra o la destra per definizione, ma esiste un sistema insostituibile, quello democratico e pluralista, che per funzionare bene avrebbe bisogno di regolamentare un modo diverso di agire, fatto di trasparenza concreta, di controlli e ricambi.
La politica non è un mestiere. L’affermazione non deve apparire come la solita retorica antipolitica. Anche l’antipolitica, infatti, è diventata un mestiere. Non è neanche una questione di generazioni o di genere, benché le donne abbiano spesso mostrato un senso pratico dimostratosi più trasparente ed efficace. Non è vero che tra i giovani e gli anziani esista una diversa tensione morale. Bando perciò ai luoghi comuni. L’onestà e la buona amministrazione trovano ostacoli nella smania del potere, nella rincorsa agli agi personali e nella ricerca del consenso elettorale. Più che le generazioni, prevalgono le occasioni. Ed è su queste che occorre intervenire. C’è anche tanta ipocrisia in coloro che sostengono, ad esempio, che la cura sia il ripristino delle preferenze elettorali. Sono solo fantocci polemici di chi non vuole risolvere niente. Le preferenze sono state in passato, e sarebbero ancora in futuro, fonte di maggiore corruzione e stimolo al rafforzamento del clientelismo politico. Sarebbe persino opportuno abolirle anche a livello amministrativo locale.
Vito Schepisi
8 commenti:
Caro Vito.
Vorrei sottoporti un quesito "morale".
Io abito a Roncoferraro, Comune della provincia di Mantova che è amministrato dal centrosinistra.
Può un esponente politico essere contemporaneamente sindaco, consigliere provinciale ed impiegato in un Comune limitrofo?
Infatti, il signor Candido Roveda (Partito Democratico) è sindaco di Roncoferraro, consigliere della Provincia di Mantova ed impiegato del Comune di Mantova!
Se si dovesse fare qualcosa che farebbe bene al Comune di Roncoferraro ma in constrasto con qualche interesse di quello di Mantova...io credo che il signor Roveda non sarebbe in grado di portare avanti un progetto simile, dato che contrasterebbe con gli interessi del suo datore di lavoro!
Vorrei un tuo parere.
Cordiali saluti.
Caro Antonio...in termini di legittimità non ci sarebbero incompatibilità. L'essere dipendente di un ente locale limita il diritto a concorrere per la carica di consigliere del solo consesso elettivo dell'ente. Anche la doppia carica elettiva non è incompatibile perchè un consigliere provinciale generalemente rappresenta le istanze di un Comune della Provincia... e chi meglio del Sindaco? Il Sindaco del tuo paese è solo un dipendente del terzo ente (il comune limitrofo) e gode dei diritti politici sia attivi che passivi. Questo in termini di diritto. Se discutessimo invece sulla opportunità di un doppio incarico e sulla possibilità di assolvere con attenzione e dedizione l'uno e l'altro, rispettando così la volontà degli elettori, è già divrso ma anche questa deve essere una questione che deve riguardare la persona interessata. L'opposizione può avere la facoltà di incalzarlo e richiedere di occuparsi di una sola aministrazione, niente di più. Si suppone poi che come dipendente, invece, sia in aspettativa per assolvere al mandato politico. Buona giornata. Vito
Caro Vito.
E' questo il problema!
Il sindaco Roveda non fa il proprio dovere!
E' spesso assente.
Nessuno vuole che egli stia inchiodato alla poltrona ma credo che sia giusto che ascolti le istanze del popolo, cosa che non fa.
Cordiali saluti.
Caro Vito.
Ti ho inviato un articolo scritto su "Italia chiama Italia", spero che tu lo legga.
Cordiali saluti.
Ciao Antonio ...l'ho letto. Vedo che ti stai caricando di validi motivi per batterti alle prossime elezioni amministrative. Vedrai che ce la farete a scalzarlo questo sindaco troppo interessato ad occupare poltrone. Ciao! Vito
Caro Vito.
La bocciatura dell'iniziativa di cui ti ho parlato nell'articolo scritto su "Italia chiama Italia" è stata "la goccia che ha fatto traboccare il vaso"!
Se un giorno tu dovessi venire nel Mantovano, ti consiglierei di farti un giro qui a Roncoferraro, per farti vedere il disastro di questa amministrazione di centrosinistra.
C'è un'incuria allucinante!
Ad esempio, la strada che porta alla frazione di Nosedole e a Villimpenta è per un buon tratto costeggiata ad ambo i lati da due canali di grossa portata.
Uno dei due, detto anche canale " Molinello" è più largo della strada stessa ed è protetto solo da un guard-rail e, addirittura, l'altro non ha nessuna protezione.
Tra l'altro, in questi giorni questi due corsi d'acqua sono anche belli pieni!
Tieni conto del fatto che nella mia zona si sono diffuse le nutrie e i gamberi rossi della Louisiana, animali che scavano tane nelle rive dei canali e dei fiumi.
Quindi, c'è il pericolo che la sede stradale possa essere anche instabile!
Infatti, avendo questi canali ad ambo i lati, l'acqua si infiltra in queste tane, andando sotto la stessa sede stradale e rendendola instabile.
Inoltre, il manto stradale è costellato di buche!
Io dico che finché non ci scappa il morto, l'amministrazione comunale non farà niente!
Essa fa scarica barile con la Provincia.
Infatti la strada è provinciale.
Il problema è che il Comune non fa nessuna pressione e intanto la strada peggiora di giorno in giorno!
Ti dicio questo, per farti darti un'idea di che razza di amministrazione abbiamo.
Cordiali saluti.
Come si è visto in questi giorni....c'è anche di peggio. Ciao! Vito
Caro Vito.
A proposito di acqua, ti do la notizia che il Mincio è esondato!
Ti riporto la notizia apparsa sulla "Gazzetta di Mantova" che dice che il Mincio è esondato allagando alcune zone golenali!
Molto probabilmente, ciò è dovuto al fatto che si sia voluto riportare a livelli normali il Lago di Garda, ingrossato a causa del maltempo.
Sono state aperte le chiaviche a Peschiera ed è sucesso quel che è successo!
Anche il Po si è ingrossato molto.
La situazione è sotto controllo.
Parlando di politica, voglio farti una proposta.
Come tu ben sai, io cerco di portare avanti la mia iniziativa tra Roncoferraro e Tacuarembò.
Sai, tra l'altro, che il Comune di Roncoferraro me l'ha bocciata.
Io la porterò comunque avanti, crecando di farla entrare nel centrodestra.
Se riuscissi a fare ciò, tu (se vuoi) potresti fare in modo che essa sia conosciuta e spiegata, attraverso questo blog.
Se vuoi, puoi farlo anche in collaborazione con Sagliocco.
Cordiali saluti.
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