Era dal 30 aprile del 2007 che la Corte Costituzionale, per le dimissioni del Professor Romano Vaccarella, era rimasta priva del suo plenum. E solo poche settimane fa a completare la Consulta è stato eletto l’Avvocato Giuseppe Frigo. Il Professor Vaccarella aveva rassegnato le dimissioni, che ha reso poi irrevocabili dinanzi all’inerzia di Prodi e delle Istituzioni, per la pressione di membri del Governo sulla Consulta perchè respingesse la richiesta di referendum abrogativo di alcune norme della legge elettorale. La designazione del nuovo componente, come per prassi, nella circostanza era su indicazione della componente di centrodestra. Ci sono però voluti 20 mesi, e c’è voluta la sostituzione da parte del centrodestra dell’iniziale indicazione dell’Avvocato Gaetano Pecorella con quella dell’Avvocato Giuseppe Frigo, per consentire alla Corte Costituzionale di rientrare nel pieno della sua collegialità.
La sinistra lamenta ora la indisponibilità dichiarata dal centrodestra a votare l’onorevole Leoluda Orlando alla Presidenza della Commissione Interparlamentare di Vigilanza della Rai, e considera un affronto l’elezione con i voti della maggioranza del senatore Riccardo Villari del PD. Ma Orlando non era persona gradita al centrodestra, come non era gradita alla sinistra la persona di Gaetano Pecorella. Erano mesi oramai che la maggioranza chiedeva all’opposizione di cambiare nome perché sul candidato da loro designato persistevano più ragioni di perplessità.
La Vigilanza è un organismo di controllo e garanzia e richiede serenità di giudizio e capacità di comprendere le ragioni di tutti. Ma quali giudizi sereni ed interpretazioni di equilibrio possono venire da chi fino a qualche giorno prima, senza motivo che non fosse il normale confronto politico, definiva il Presidente del Consiglio ed il Governo italiano una banda di dittatori sudamericani?
Se la commissione è preposta a garantire il pluralismo della informazione, prerogativa indifferibile in una democrazia parlamentare, quale garanzia di imparzialità può venire da coloro che nonostante il responso del corpo elettorale non ritengono legittima questa maggioranza ed il loro leader, come accade di sentire da Di Pietro, leader del partito in cui milita Orlando?
Se per prassi l’incarico di presiedere la Commissione di Vigilanza Rai spetta all’opposizione è solo per garantire il pluralismo ed eventualmente far da contrappeso all’assetto del Consiglio di Amministrazione (attualmente presieduto da Claudio Petruccioli, già deputato dei democratici di sinistra). Ma il candidato a questa funzione non può essere interprete di un pensiero pregiudizialmente ostile e risultare persino privo della fiducia dei parlamentari. La ricerca di una personalità che abbia il gradimento e la stima di una larga parte dei parlamentari non deve essere considerata una necessità irrituale, ma al contrario un’opportunità utile al corretto svolgimento dei lavori della stessa commissione.
Non si vuole avere il sospetto che la nomina di Orlando dovesse servire a rendere ingovernabile la Rai ed alimentare il clima di rissa in cui la sinistra sta conducendo il Paese.
Personaggi come Di Pietro che soffiano sul fuoco del pregiudizio per ricercare consenso e spazio politico nell’area della protesta e della lotta al sistema sono solo epigoni di già trascorse follie reazionarie che non è opportuno incoraggiare e sostenere.
Sarebbe stato persino difficile consentire sulla nomina di Orlando alla Presidenza della Vigilanza anche per l’uso che l’ex sindaco di Palermo, già acerrimo nemico di Giovanni Falcone, ha fatto della tv pubblica quando nel 1995 in una delle trasmissioni di Santoro accusò il maresciallo dei CC Antonino Lombardo, artefice dell’arresto di Totò Riina, d’essere colluso con la mafia, causandone il suicidio qualche giorno dopo. E’ triste ed inquietante ma anche utile ricordare che Santoro in quella occasione impedì l’intervento in diretta del Generale di Corpo d’Armata dei Carabinieri che, resosi conto della gravità delle accuse, aveva chiesto alla Rai di poter intervenire. E’ anche bene ricordare, infine, che la presunta collusione del Maresciallo Lombardo con la mafia non è mai emersa in nessuna delle indagini successive.
Non ci resta che augurare buon lavoro al senatore Villari.
La sinistra lamenta ora la indisponibilità dichiarata dal centrodestra a votare l’onorevole Leoluda Orlando alla Presidenza della Commissione Interparlamentare di Vigilanza della Rai, e considera un affronto l’elezione con i voti della maggioranza del senatore Riccardo Villari del PD. Ma Orlando non era persona gradita al centrodestra, come non era gradita alla sinistra la persona di Gaetano Pecorella. Erano mesi oramai che la maggioranza chiedeva all’opposizione di cambiare nome perché sul candidato da loro designato persistevano più ragioni di perplessità.
La Vigilanza è un organismo di controllo e garanzia e richiede serenità di giudizio e capacità di comprendere le ragioni di tutti. Ma quali giudizi sereni ed interpretazioni di equilibrio possono venire da chi fino a qualche giorno prima, senza motivo che non fosse il normale confronto politico, definiva il Presidente del Consiglio ed il Governo italiano una banda di dittatori sudamericani?
Se la commissione è preposta a garantire il pluralismo della informazione, prerogativa indifferibile in una democrazia parlamentare, quale garanzia di imparzialità può venire da coloro che nonostante il responso del corpo elettorale non ritengono legittima questa maggioranza ed il loro leader, come accade di sentire da Di Pietro, leader del partito in cui milita Orlando?
Se per prassi l’incarico di presiedere la Commissione di Vigilanza Rai spetta all’opposizione è solo per garantire il pluralismo ed eventualmente far da contrappeso all’assetto del Consiglio di Amministrazione (attualmente presieduto da Claudio Petruccioli, già deputato dei democratici di sinistra). Ma il candidato a questa funzione non può essere interprete di un pensiero pregiudizialmente ostile e risultare persino privo della fiducia dei parlamentari. La ricerca di una personalità che abbia il gradimento e la stima di una larga parte dei parlamentari non deve essere considerata una necessità irrituale, ma al contrario un’opportunità utile al corretto svolgimento dei lavori della stessa commissione.
Non si vuole avere il sospetto che la nomina di Orlando dovesse servire a rendere ingovernabile la Rai ed alimentare il clima di rissa in cui la sinistra sta conducendo il Paese.
Personaggi come Di Pietro che soffiano sul fuoco del pregiudizio per ricercare consenso e spazio politico nell’area della protesta e della lotta al sistema sono solo epigoni di già trascorse follie reazionarie che non è opportuno incoraggiare e sostenere.
Sarebbe stato persino difficile consentire sulla nomina di Orlando alla Presidenza della Vigilanza anche per l’uso che l’ex sindaco di Palermo, già acerrimo nemico di Giovanni Falcone, ha fatto della tv pubblica quando nel 1995 in una delle trasmissioni di Santoro accusò il maresciallo dei CC Antonino Lombardo, artefice dell’arresto di Totò Riina, d’essere colluso con la mafia, causandone il suicidio qualche giorno dopo. E’ triste ed inquietante ma anche utile ricordare che Santoro in quella occasione impedì l’intervento in diretta del Generale di Corpo d’Armata dei Carabinieri che, resosi conto della gravità delle accuse, aveva chiesto alla Rai di poter intervenire. E’ anche bene ricordare, infine, che la presunta collusione del Maresciallo Lombardo con la mafia non è mai emersa in nessuna delle indagini successive.
Non ci resta che augurare buon lavoro al senatore Villari.
Vito Schepisi
6 commenti:
I pettegolezzi a volte sono solo tali e non è mai conveniente prestarci eccessiva attenzione. Ma qualche volta hanno la dignità della notizia. Non sappiamo se sia il nostro caso ma circola voce che Villari non abbia intenzione di dimettersi dalla Presidenza della Vigilanza Rai, come chiede invece Veltroni a nome del PD al cui gruppo Villari è iscritto. Prima di arrivare alla votazione di ieri Veltroni e Casini sembra che abbiano chiesto a Di Pietro di indicare un nome diverso da quello di Orlando per la Vigilanza Rai. In risposta hanno ricevuto l'ostinazione di Di Pietro su Orlando. I giochi, pertanto, ora si stanno chiarendo. Di Pietro sapeva bene che Orlando non l'avrebbe spuntata e su Veltroni e Casini ora spunterà la pretesa dell'Idv di avere un consigliere per l'mministrazione della Rai. Il PD con la Presidenza della Vigilanza ad un PD ne dovrà, invece, rinunciare ad uno. Ma Veltroni ha almeno due partiti interni al PD a cui dovrà garantire spazio nel Cda della Rai. E' per questo motivo che voleva prima sopire le pretese di Di Pietro. Veltroni minaccia ora a Villari l'espulsione dal PD? Sembra che siano anche volate minacce di questo tipo. I miei commenti? Ma c'è bisogno di farli? Penso solo che si sta per assistere ad un nuovo episodio delle comiche veltroniane... è stato davvero folle affidare la segretria del PD ad un illusionista come Veltroni. Ho l'impressione che non ne abbia fatta una giusta! Quanto durerà?
Caro Vito.
Quandò si trattò del membro della Consulta, il centrodestra cambiò il nome del candidato e scelse uno che non fu Niccolò Ghedini, inviso al centrosinistra.
Ora il centrosinistra non vuole contraccambiare il gesto mettendo un candidato diverso da Leoluca Orlando!
E loro sarebbero democratici?
Ma mi facciano il piacere!
Auguro buon lavoro al senatore Villari.
Cordiali saluti.
Errata corrige.
Ora il centrosinistra non vuole contraccambiare il gesto NON mettendo un candidato diverso da Leoluca Lorlando.
Chiedo scusa.
Caro Vito.
Ti sembra che questa opposizione si stia comportando in modo democratico?
A me non sembra!
Quando si trattò di eleggere il nuovo membro della Corte costituzionale, il Pdl mise un candidato diverso dall'onorevole Gaetano Pecorella, sgradito a Veltroni & C!
Queste stesse persone non hanno fatto lo stesso con l'onorevole Leoluca Orlando!
Adesso gridano allo scandalo ed accusano la maggioranza di attentare alla democrazia!
Inoltre, fanno delle ignominiose pressioni sul senatore Riccardo Villari (Pd) che era stato legittimamente eletto a presidente della Commissione di Vigilanza RAI!
Il Partito Democratico ha minacciato di espellere Villari se non si dimette da tale carica!
Meno male che è un partito "democratico"!
Non so se ridere o piangere!
Qualcuno dovrebbe riflettere.
Cordiali saluti.
Villari ha dato tutta l'impressione che sia stato contattato dai colonnelli fascisti, per cui se non si dimette è giusto che venga espulso.
Noi di sinistra non ci stiamo a giocare sporco,altrime saremmo uguali alla destra berlusconiana che vive di ricatti e compromessi, quindi Villari faccia il suo dovere o esca dal partito.
Magari, vista anche la sua storia di "zimbello politico" potrà fare sempre come il venduto De Gregorio.
Caro Vito.
A quell'anonimo vorrei ricordare quanto accadde per l'elezione del nuovo membro della Corte Costituzionale!
Al centrosinistra non piacque l'onorevole Gaetano Pecorella ed il centrodestra cambiò candidato!
Però, il centrosinistra non ha fatto la stessa cosa con l'onorevole Leoluca Orlando!
Quindi, all'anonimo dico che farebbe bene a non dare lezioni!
E poi, se parliamo di "venduti" mi viene in mente un certo senatore Marco Follini.
Cordiali saluti.
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