19 novembre 2008

Cosa ha detto il Capo dello Stato a Veltroni

Non so cosa possa aver detto il Presidente della Repubblica a Veltroni ed alla delegazione del PD in pellegrinaggio al Quirinale. Si sa grosso modo cosa sia andato a dire Veltroni, almeno nell’ufficialità dei comunicati e nella interpretazione dello spirito della missione da svolgere.
Veltroni sostiene che ci sia una maggioranza che mortifichi l’opposizione, escludendola dalle decisioni, e che provi costantemente a delegittimarla. Il leader del PD gli avrà ribadito la sua tesi che vi sia il Capo del Governo, cioè Berlusconi, che si rivolge in modo offensivo nei confronti del leader dell’opposizione, mancandogli persino di rispetto.
Anche l’episodio della Commissione di Vigilanza ed i voti dei componenti del Pdl su Villari saranno stati presi ad esempio per giustificare i presunti atteggiamenti prevaricatori della maggioranza. Sarà stato rispolverato il ritornello, caro soprattutto a Di Pietro, che la maggioranza voglia scegliere anche i candidati dell’opposizione nelle commissioni di garanzia. L’ex sindaco della Capitale deve avergli anche detto che il PD stava facendo pressioni su Di Pietro per un suo passo indietro, magari presentando una rosa di nomi di componenti dell’Idv nella commissione, per poter così superare l’ostacolo dell’ostinazione del Pdl a non voler votare Orlando, considerato inadeguato per un ruolo di garanzia.
Chissà se il presidente si sia soffermato sulla indisponibilità di Di Pietro a fare un passo indietro? Se l’avesse fatto avrebbe scoperto che l’altro componente della Commissione di Vigilanza in quota Idv era il senatore Francesco “Pancho” Pardi, certamente impresentabile più che Orlando, ex dirigente di Potere Operaio, lanciatore di molotov ai tempi della sua vita universitaria e già fautore della lotta armata ai tempi della sua militanza in P.O.: “Noi pensiamo che la caratterizzazione della figura generale dell’organizzazione oggi, compagni, sia l’organizzazione armata”.
Com’era possibile che Di Pietro potesse fare un passo indietro presentando una rosa di nomi del suo gruppo se l’unica alternativa era il “Pancho”? Non aveva una rosa l’ex PM, ma una pianta di ortiche!
Penso che il Presidente, dopo un primo momento di accoglienza con un piglio un po’ paternalista, ma con lo stile irreprensibile, quasi anglosassone, di benevola comprensione per un team di “sfigati” per scelta, abbia dovuto per necessità cacciare le unghie per segnalare ai convenuti che con i loro comportamenti aggiungevano solo un errore ad un altro.
Il vecchio militante “migliorista” del pci deve aver spiegato quanto fosse tutto da rivedere il loro modo di rappresentare l’alternativa a questa maggioranza. Deve aver ricordato che per poter “comandare” dovevano prima vincere le elezioni e che, all’uopo, era necessario ottenere i voti. Walter caro - deve aver detto Napolitano - il clima è cambiato, così si è soliti fare in democrazia.
Non può essere sfuggito al Presidente che c’è oggi un’opposizione pregiudiziale e rancorosa, isterica e priva di proposte, poco costruttiva, un po’ demagogica, catastrofista e pesantemente offensiva, soprattutto nel suo continuo evocare disegni e volontà autoritarie altrui.
Il Capo dello Stato deve aver ricordato ai convenuti che il Paese ha votato una maggioranza che ora ha il diritto di realizzare il suo programma, senza che si debba assistere alle stucchevoli sceneggiate di Veltroni e compagni, e senza l’istigazione a cavalcare la piazza con proteste irrazionali.
A Veltroni deve essersi persino bloccato il respiro quando il Presidente deve avergli anche detto che c’è un clima di scontro che non approva, e che sono i comportamenti dell’opposizione che motivano quegli atteggiamenti della maggioranza che la delegazione del PD ora denunciava.
Il Presidente della Repubblica deve aver ricordato ai vertici del PD che il momento è difficile, che prende corpo il pericolo della recessione in un contesto di crisi mondiale dei paesi produttori e che, in casi come questi, le forze politiche di maggioranza e di opposizione devono trovare convergenze su provvedimenti che aiutino a superare senza eccessivi danni le difficoltà.
Il Presidente Napolitano avrà detto loro che le Istituzioni ed i partiti rappresentati in Parlamento hanno il dovere di tranquillizzare gli italiani perchè dalla crisi si esce solo se c’è comprensione, consapevolezza e rigore, avvertendo che è necessario un clima positivo in Parlamento, fra le organizzazioni sociali, sui media e tra le realtà produttive del Paese.
Vito Schepisi

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Vito.

Martedì ho visto Ballarò e ho sentito la telefonata del presidente Berlusconi!
Devo dire che mi quella telefonata mi è piaciuta!
Finalmente, Di Pietro dovrà abbassare le ali!
Cordiali saluti.

vito schepisi ha detto...

Di Pietro ha la casta dei suoi amici giudici che lo potegge. Ma si è rivelato anche in questa occasione solo ..un pericoloso reazionario. Vito

Anonimo ha detto...

chi deve abbassare le ali, imbecille?
Forse credi che siano tutti schiavi come te?
Ti è piaciuta la telefonata? oh cocco, che schianto!
W Di Pietro, al "rogo" i corrotti e i loro servi sciocchi!

vito schepisi ha detto...

Povero illuso! Anche questa follia d'andar dietro ad un demagogo furbo e rozzo misura la statura di un povero illuso. L'ulteriore ed inopinato mestatore, come la storia insegna, verrà schiacciato dal peso delle sue contraddizioni. resterà la sua viltà d'aver giocato sulla pelle del Paese in un momento difficile. La civiltà, bene o male, va avanti, anche se ci sono alcuni uomini meschini, mossi da ambizione e da malanimo, che pongono ostacoli e che provano a frenarne il passo.

Anonimo ha detto...

Caro Vito.

Meglio evitare di rispondere a certi tipi!
Già il fatto che certe persone non mostrino il loro nome dimostra solo la loro pochezza!
Cordiali saluti.

Anonimo ha detto...

Meglio un "demagogo" che un fascista/mafioso.