Tempi difficili per il Governo. La stretta politica si fa più vicina. E’ l’ora delle scelte e Prodi si contorce tra le opzioni della sua coalizione.
A rendere più incandescente la scena, si riapre l’affare Visco. La coerenza e l’esigenza di legittimità dell’esecutivo vorrebbero che la sua rimozione fosse imprescindibile. Salvato dal rinvio a giudizio (per tentato abuso di ufficio continuato e minaccia aggravata a pubblico ufficiale) dai PM che hanno definito solo illegittima la condotta del vice ministro, anche se non illecita per mancanza di prove sui motivi del comportamento illegittimo, ora al Senato l'iniziativa della Cdl ne richiede la rimozione dalle deleghe e dal ministero.
La maggioranza, anche per ragioni di opportunità, dovrebbe evitare di andar sotto al Senato: dovrebbe sollecitare le dimissioni spontanee del signor Visco. Sulla carta la maggioranza non c’è per far quadrato intorno al parlamentare diessino. La posizione di Di Pietro e dell’Idv offre, infatti, all’opposizione l’opportunità di prevalere nella richiesta delle dimissioni del vice di Padoa Schioppa.
Prodi, se potesse, dovrebbe disinnescare l’ordigno, chiedendo al vice ministro di fare un passo indietro e farsi quindi da parte. La sfiducia a Visco, a dispetto del sostegno della maggioranza, infatti, porrebbe il Governo in grave imbarazzo. La ragionevolezza dovrebbe consigliare di evitare la deflagrazione della sfiducia parlamentare ad un rappresentante del Governo: sarebbe più dignitoso. Ma non è semplice e per questa maggioranza sembra cosa impensabile!
E’ difficile che la componente diessina abbandoni il suo uomo (agente?), anche se la saggezza e la gravità dei comportamenti vorrebbero che sia la stessa maggioranza a prendere le distanze da un uomo che ha mostrato protervia ed arroganza. Indurre Visco a rassegnare le dimissioni potrebbe essere un'occasione per ritrovare la compattezza; ed è importante, per coloro che sono chiamati ad amministrare il Paese, convergere sulle questioni che richiamano l’esigenza di comportamenti leali ed irreprensibili . La rimozione di Visco sarebbe un atto di dignità e coerenza: una buona carta da giocare dopo aver rimosso, dal suo incarico di Comandante della Gdf, ed in modo indecente, il Generale Speciale.
Le dimissioni del responsabile delle manovre fiscali della passata legge finanziaria, legge considerata da tanti inutile e dannosa per aver frenato la crescita del Paese e portato la pressione fiscale ai limiti del tollerabile, sarebbe anche un segnale di discontinuità, utile persino a frenare la caduta della popolarità di Prodi e del suo Governo. Ma è così poco stabile l’equilibrio del centrosinistra da rendere preoccupante anche un atto dovuto per mera decenza.
Presentando i contenuti della finanziaria 2008 Padoa Schioppa non ha nascosto che a fronte di 5 miliardi di tagli i ministri hanno richiesto 20 miliardi di maggiori spese. Ferrero ancor oggi dichiara in termini ultimativi che il Governo con la prossima finanziaria non possa esimersi da provvedimenti a favore dei settori più deboli. Il senatore Dini, che ha appena formato un nuovo gruppo, dopo essere stato tra i 45 saggi del PD, ed esserne uscito denunciando comportamenti egemonici in conflitto tra Ds e Margherita, ha condizionato il suo futuro sostegno a Prodi all’adozione di misure funzionali alla ripresa, ed in controtendenza con l’ultima finanziaria . Il pacchetto di parlamentari che rappresenta, tra cui due senatori, condizionano, infatti, il voto favorevole alla presentazione di una legge finanziaria che miri al recupero della produttività, al rilancio dell’economia ed all’assoluto divieto di ulteriori aumenti della pressione fiscale, ritocco della tassazione sulle rendite finanziarie comprese.
“…I governi non sono eterni, si vedrà” ha sostenuto l’ex ministro del tesoro del primo Governo Berlusconi, dopo aver ammonito che se sarà cambiato l’accordo sul welfare, i parlamentari del suo nuovo gruppo voteranno contro la finanziaria. Non sembra neanche rassicurante per la coalizione governativa la sua dichiarazione densa di significati “noi ci riteniamo liberi di votare le modifiche che riterremo necessarie” sull’iter parlamentare della legge di bilancio dello Stato.
La Tav nel frattempo è diventata un ricordo lontano e scaduti i tempi per presentare il progetto all’Unione Europea, i fondi destinati sono al momento definitivamente persi. Le possibilità di recupero negli anni futuri imporrebbero comportamenti diversi e generale condivisione che allo stato delle cose sembra una vera chimera. Se far viaggiare su rotaie merci e persone era considerato un contributo importante all’inquinamento ed al contenimento delle risorse energetiche, questo Governo smentisce del tutto questo principio. Con la complicità del suo ministro per l’ambiente Pecoraro Scanio che anche in questo caso, come sul clima, prende lucciole per lanterne, la sinistra alternativa, guidata dall’ex leader del Social Forum, Agnoletto, frena la modernizzazione del Paese ed il suo sviluppo nel contesto europeo.
Il no alla Tav impedisce all’Italia di dotarsi di una delle infrastrutture ritenute, a ragione, utili anche a risolvere i gravi problemi della congestione del traffico sulle strade del nord dell’Italia. Impedisce a merci e persone un transito diretto e veloce per lo scambio commerciale, turistico e culturale soprattutto con l’est dell’Europa. Con buona pace della coerenza, quando si impone di fatto di privilegiare il traffico su ruote e la dipendenza da fonti energetiche non rinnovabili. Per un ecologista, come si ritiene il ministro dell’ambiente, è proprio un buon risultato!
Con Prodi emergono contraddizioni politiche molto evidenti. Vengono rappresentate istanze tanto diverse e tali da far pensare che la maggioranza voglia occupare anche lo spazio dell’opposizione. Nella confusione si compromettono i presupposti della democrazia parlamentare. Si svilisce il dibattito sulle istanze delle diverse anime del Paese e si inserisce l’antipolitica che, come abbiamo visto, si accende come una miccia da un giorno all’altro.
L’agonia non giova a nessuno e logora ancora di più la credibilità del sistema: sarebbe ora che per responsabilità se ne prenda atto e si adempiano i conseguenti comportamenti.
Sarà un autunno caldo, ma anche un autunno che non riscalda il cuore del nostro magnifico e generoso Paese.
A rendere più incandescente la scena, si riapre l’affare Visco. La coerenza e l’esigenza di legittimità dell’esecutivo vorrebbero che la sua rimozione fosse imprescindibile. Salvato dal rinvio a giudizio (per tentato abuso di ufficio continuato e minaccia aggravata a pubblico ufficiale) dai PM che hanno definito solo illegittima la condotta del vice ministro, anche se non illecita per mancanza di prove sui motivi del comportamento illegittimo, ora al Senato l'iniziativa della Cdl ne richiede la rimozione dalle deleghe e dal ministero.
La maggioranza, anche per ragioni di opportunità, dovrebbe evitare di andar sotto al Senato: dovrebbe sollecitare le dimissioni spontanee del signor Visco. Sulla carta la maggioranza non c’è per far quadrato intorno al parlamentare diessino. La posizione di Di Pietro e dell’Idv offre, infatti, all’opposizione l’opportunità di prevalere nella richiesta delle dimissioni del vice di Padoa Schioppa.
Prodi, se potesse, dovrebbe disinnescare l’ordigno, chiedendo al vice ministro di fare un passo indietro e farsi quindi da parte. La sfiducia a Visco, a dispetto del sostegno della maggioranza, infatti, porrebbe il Governo in grave imbarazzo. La ragionevolezza dovrebbe consigliare di evitare la deflagrazione della sfiducia parlamentare ad un rappresentante del Governo: sarebbe più dignitoso. Ma non è semplice e per questa maggioranza sembra cosa impensabile!
E’ difficile che la componente diessina abbandoni il suo uomo (agente?), anche se la saggezza e la gravità dei comportamenti vorrebbero che sia la stessa maggioranza a prendere le distanze da un uomo che ha mostrato protervia ed arroganza. Indurre Visco a rassegnare le dimissioni potrebbe essere un'occasione per ritrovare la compattezza; ed è importante, per coloro che sono chiamati ad amministrare il Paese, convergere sulle questioni che richiamano l’esigenza di comportamenti leali ed irreprensibili . La rimozione di Visco sarebbe un atto di dignità e coerenza: una buona carta da giocare dopo aver rimosso, dal suo incarico di Comandante della Gdf, ed in modo indecente, il Generale Speciale.
Le dimissioni del responsabile delle manovre fiscali della passata legge finanziaria, legge considerata da tanti inutile e dannosa per aver frenato la crescita del Paese e portato la pressione fiscale ai limiti del tollerabile, sarebbe anche un segnale di discontinuità, utile persino a frenare la caduta della popolarità di Prodi e del suo Governo. Ma è così poco stabile l’equilibrio del centrosinistra da rendere preoccupante anche un atto dovuto per mera decenza.
Presentando i contenuti della finanziaria 2008 Padoa Schioppa non ha nascosto che a fronte di 5 miliardi di tagli i ministri hanno richiesto 20 miliardi di maggiori spese. Ferrero ancor oggi dichiara in termini ultimativi che il Governo con la prossima finanziaria non possa esimersi da provvedimenti a favore dei settori più deboli. Il senatore Dini, che ha appena formato un nuovo gruppo, dopo essere stato tra i 45 saggi del PD, ed esserne uscito denunciando comportamenti egemonici in conflitto tra Ds e Margherita, ha condizionato il suo futuro sostegno a Prodi all’adozione di misure funzionali alla ripresa, ed in controtendenza con l’ultima finanziaria . Il pacchetto di parlamentari che rappresenta, tra cui due senatori, condizionano, infatti, il voto favorevole alla presentazione di una legge finanziaria che miri al recupero della produttività, al rilancio dell’economia ed all’assoluto divieto di ulteriori aumenti della pressione fiscale, ritocco della tassazione sulle rendite finanziarie comprese.
“…I governi non sono eterni, si vedrà” ha sostenuto l’ex ministro del tesoro del primo Governo Berlusconi, dopo aver ammonito che se sarà cambiato l’accordo sul welfare, i parlamentari del suo nuovo gruppo voteranno contro la finanziaria. Non sembra neanche rassicurante per la coalizione governativa la sua dichiarazione densa di significati “noi ci riteniamo liberi di votare le modifiche che riterremo necessarie” sull’iter parlamentare della legge di bilancio dello Stato.
La Tav nel frattempo è diventata un ricordo lontano e scaduti i tempi per presentare il progetto all’Unione Europea, i fondi destinati sono al momento definitivamente persi. Le possibilità di recupero negli anni futuri imporrebbero comportamenti diversi e generale condivisione che allo stato delle cose sembra una vera chimera. Se far viaggiare su rotaie merci e persone era considerato un contributo importante all’inquinamento ed al contenimento delle risorse energetiche, questo Governo smentisce del tutto questo principio. Con la complicità del suo ministro per l’ambiente Pecoraro Scanio che anche in questo caso, come sul clima, prende lucciole per lanterne, la sinistra alternativa, guidata dall’ex leader del Social Forum, Agnoletto, frena la modernizzazione del Paese ed il suo sviluppo nel contesto europeo.
Il no alla Tav impedisce all’Italia di dotarsi di una delle infrastrutture ritenute, a ragione, utili anche a risolvere i gravi problemi della congestione del traffico sulle strade del nord dell’Italia. Impedisce a merci e persone un transito diretto e veloce per lo scambio commerciale, turistico e culturale soprattutto con l’est dell’Europa. Con buona pace della coerenza, quando si impone di fatto di privilegiare il traffico su ruote e la dipendenza da fonti energetiche non rinnovabili. Per un ecologista, come si ritiene il ministro dell’ambiente, è proprio un buon risultato!
Con Prodi emergono contraddizioni politiche molto evidenti. Vengono rappresentate istanze tanto diverse e tali da far pensare che la maggioranza voglia occupare anche lo spazio dell’opposizione. Nella confusione si compromettono i presupposti della democrazia parlamentare. Si svilisce il dibattito sulle istanze delle diverse anime del Paese e si inserisce l’antipolitica che, come abbiamo visto, si accende come una miccia da un giorno all’altro.
L’agonia non giova a nessuno e logora ancora di più la credibilità del sistema: sarebbe ora che per responsabilità se ne prenda atto e si adempiano i conseguenti comportamenti.
Sarà un autunno caldo, ma anche un autunno che non riscalda il cuore del nostro magnifico e generoso Paese.
Vito Schepisi
2 commenti:
La ringrazio per Blog intiresny
quello che stavo cercando, grazie
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