19 maggio 2013

Il Forteto: la comunità degli abusi


Viviamo in un Paese in cui è sufficiente dirsi di sinistra e tutto, proprio tutto, è possibile. 
Poi che a sinistra si accapiglino e litighino tra di loro è scontato. 
Tutti i malfattori lo fanno. 
Ed è così che mentre si celebra un processo infamante contro il leader del centrodestra su ipotesi di reato che, nonostante l'impegno di un esercito fra magistrati e polizia giudiziaria, non emergono, l'Italia dei media tace, con un colpevole e riprovevole silenzio, porcherie inaudite di maltrattamenti e di abusi sessuali su minori. 
Non cadono teste. 
Non si fanno crociate. 
I giornali tacciono. 
E già, se a sinistra si abusa e qualcuno lo dice, poco ci manca che si debba anche chiedere scusa. 
Le cose in Italia vanno così! 
E' un modo idiota? 
E' un'idiozia dividere i reati a seconda del colore politico di chi lo commette? 
Si è un'idiozia e mi chiedo: quelli che riescono a capirlo come fanno a sopportarlo? 
Se penso a Moretti che sollecitava D’Alema a dir qualcosa di sinistra, mi verrebbe da chiedergli … Moretti, ma ti sei fatto mai le domande tu? 
O ti senti troppo intellettuale per fartele? 
Non può essere che la gente si vergogni a fare o dire qualcosa di sinistra? 
Un amico mi dice: vedi Vito quelli che fanno finta di non vedere non sono ciechi, sono porci nel cervello. E mi sa che ha ragione! 
Ma passiamo ai fatti. Naturalmente brutti fatti. Fatti di sinistra. 
In una delle Comunità che passava come un fiore all'occhiello delle politiche sociali della sinistra, nel Mugello, terra rossa non per il colore del terreno, invero piuttosto giallo, ma per scelta politica, avvenivano cose da "lager nazista". 
Molti sapevano. Molti uomini di primo piano della sinistra, del PD e della stessa magistratura sapevano. Tutti, però, tacevano! 
Tutti guardavano da un'altra parte. Ad esempio, guardavano ad Arcore, alla villa di Berlusconi, alle sue residenze, ed ai suoi ospiti che le frequentavano per libera scelta. 
Nella Comunità Il Forteto da 35 anni, come ha certificato una commissione d’inchiesta bipartisan, contro i minori si praticava la pedofilia, si imponeva l’omosessualità, si sfruttava il lavoro minorile. 
I maltrattamenti psicologici oltre che quelli fisici erano all’ordine del giorno. 
Il “profeta”: lo chiamavano così il predicatore di una comune in cui i minori erano educati (evidente eufemismo) a spossessarsi della loro natura umana fatta di affetti e di riferimenti.
Dovevano obbedire e sottostare. Sottostare anche agli abusi sessuali. 
La terapia imposta, per superare i traumi che questi bambini disagiati si portavano appresso, era l’omosessualità. 
Aberrante! 
Era quella la cultura della sinistra, come mi ricorda la riflessione di Vendola del 1985 sui minori che dovevano essere liberi di avere rapporti sessuali con gli adulti. 
Ciò che accadeva a Il Forteto veniva spacciato come modello di assistenza sociale. 
Era il tribunale che affidava i minori alla comunità. 
Era il tribunale che affidava poveri ed innocenti adolescenti, coinvolti loro malgrado nel disagio sociale dei genitori, ad un uomo, Rodolfo Fiesoli, uscito di galera, condannato negli anni '80 a 2 anni per atti di libidine e maltrattamenti.
Sul sito di una parlamentare del PD in riferimento al Forteto si legge: «Una scelta sgombra di pretese teoriche e ideologiche le cui parole chiave erano: vita comune, condivisione della cassa, della casa, delle automobili, dei mezzi di produzione, delle responsabilità». 
Retorica stupida? 
No colpevole! 
Ora tutti prendono le distanze. 
La Bindi, ad esempio, come appare su “Il Giornale” prima sostiene di non sapere dove sia la comunità Il Forteto, poi ritratta: «Non so come mai il mio nome compare della relazione finale della Commissione d'inchiesta della Regione Toscana, ma sono intenzionata a capirlo per evitare strumentalizzazioni sulla mia persona». Ma alcuni testimoni, come sostiene sempre il Giornale, la smentiscono, ed anche gli articoli sui giornali che ne parlano. 
Sono in tanti a prendere le distanze. 
Il sindaco di Milano, Pisapia, sostiene che “l'inserimento nel comitato scientifico della Fondazione Il Forteto è avvenuto a sua insaputa”. 
Un altro caso Scajola! 
Naturalmente in Toscana niente cresce senza l’ala protettiva della Lega delle Cooperative. E la Comunità Il Forteto aderiva alla Lega. Tutto secondo le regole. Ma anche la Lega delle coop ora prende le distanze. 
Vuoi vedere che i responsabili dell'orrore sono le olgettine e Berlusconi? 
Vito Schepisi

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