14 dicembre 2009

Uomini e modi disgustosi


A margine della notizia c’è il disgusto. Naturalmente sto parlando della vile aggressione al Presidente del Consiglio. C’è il disgusto per una politica che è uscita dall’alveo della lotta per le scelte, ed è uscita dalle ispirazioni ideali degli elettori che si cimentano con le immagini di una società, non priva di carenze e di difetti, ma impegnata a rincorrere gli obiettivi della crescita.
Nella vita politica italiana, dalla caduta del fascismo in poi, nell’era repubblicana, ci sono stati due macigni che hanno ostruito la strada alla normalità del confronto politico. Due grossi ostacoli che hanno impedito l’accesso sereno alla normale agibilità politica di un Paese libero. Il primo ostacolo è arrivato dal pericolo del possibile avvento di una nuova dittatura, quella comunista, del tutto simile a quella realizzata sulla base dell’intolleranza reazionaria e del nazionalismo autarchico fascista. L’Italia ha dovuto lottare e fare le sue scelte, a volte obbligatoriamente intorno al simbolo religioso che richiamava la comune tradizione popolare, per sventare il pericolo del reiterarsi dell’oppressione contro il libero pensiero, la libera iniziativa e la libera autodeterminazione del popolo. Questo pericolo diretto, su cui il PCUS di Mosca aveva investito rubli ed impegno strategico, è durato sino al 9 novembre del 1989, fino al crollo del Muro di Berlino. Un evento quello di 20 anni fa che ha liberato popoli e speranze, e che ha liberato anche l’Italia dall’obbligo irreversibile di una scelta elettorale, qualche volta con la mano sul naso per alleviare la puzza.
L’Italia però è il Paese di Depretis. Il trasformismo è nel dna della sinistra. Lo si è visto anche con la conversione all’antifascismo dell’ultima ora, o alla riconversione a regime abbattuto, di politici e di uomini di cultura. In Italia ci si può anche definire liberaldemocratici da sempre, solo per un auto referente atto di fede, anche avendo assunto in passato incarichi importanti nel Pci. Nel nostro Paese, Veltroni, ad esempio, ha potuto dire, senza far ridere tutti, di non essere mai stato comunista.
Il secondo macigno che ostacola la normalità è l’antiberlusconismo. E’ questa un’altra artefatta corrente di pensiero che raccoglie per strada coloro che per motivi di contrapposizione politica, ovvero di lotta di potere, di antiliberalismo, di dirigismo, di interessi economici, di opportunismo, di difesa corporativa e di casta, ovvero per rancori ed ambizioni personali, vedono in Berlusconi un ostacolo alle loro scelte ed ai loro interessi. L’antiberlusconismo è visto, anche e spesso, come uno strumento per conservare i privilegi acquisiti: si guardi alla magistratura, alla finanza, alle banche ed alla grande industria.
Campione dell’antiberlusconismo più becero e sbracato è l’ex PM di Mani Pulite, Antonio Di Pietro. Mai poté il suo cervello quanto la sua ferocia, mai poté la sua lingua quanto il suo cinismo, mai la sua capacità politica quanto la stupidità di quelli che l’hanno buttato nella mischia per usarlo, finendone usati. Ci sono uomini che non hanno il senso della misura, reazionari, ignoranti, violenti, furfanti che si rifugiano dietro la democrazia per farsene scudo. Si trovano tutti tra i fautori dell’antiberlusconismo.
Ciò che è capitato a Milano al Capo del Governo dà la misura del pericolo dell’antiberlusconismo: un ulteriore ed ingombrante macigno che ostacola e svilisce il confronto democratico. Non esiste, infatti, un berlusconismo come corrente di pensiero politico, ma esiste solo una parte moderata del Paese che prevale elettoralmente sui temi della sicurezza, dell’efficienza, del controllo dell’immigrazione, dell’occupazione, delle riforme e dello sviluppo degli investimenti in una prospettiva di garanzie sociali coerenti con la tradizione europea e con i diritti relazionati ai doveri. C’è un Paese di cittadini e non di caste che vorrebbe vedere aumentare i servizi e la loro efficienza e vedere ridotto e ben utilizzato il prelievo fiscale. Non c’è un sistema Berlusconi, ma un sistema liberale che si contrappone al sistema della conservazione, dei privilegi, degli abusi, dell’arroganza, della mortificazione, dell’ingiustizia, della burocrazia, della cooptazione politica e della demeritocrazia.
Ci sono responsabilità per il linguaggio improprio usato oggi nel Paese, per le parole d’ordine che circolano su internet, per le manifestazioni politiche di piazza organizzate sul concetto dell’antiberlusconismo. C’è una responsabilità per i processi sceneggiati in televisione, con lo stravolgimento di verità giudiziarie, con monologhi di accuse estratte dalle tesi accusatorie, senza dar spazio alla difesa. Sono responsabilità che appartengono a uomini e modi disgustosi. I democratici veri dovrebbero respingere questa barbarie!
Vito Schepisi

7 commenti:

Anonimo ha detto...

La tua analisi sarebbe più completa se ricordasse che Berlusconi è entrato in politica demonizzando i comunisti.

Se i due macigni sono la dittatura comunista e l'antiberlusconismo, è un gioco da bambini ribattere che altrettanti macigni sono la dittatura di Berlusconi e l'anticomunismo.

Secondo me la Costituzione ci protegge dalle dittature, comuniste o berlusconiste che siano (finchè non viene modificata), e l'anticomunismo di Berlusconi è sulla stessa linea dell'antiberlusconismo: è sempre un "essere contro qualcuno".

Antonio Gabriele Fucilone ha detto...

Mondorux, quello che dice non meriterebbe alcuna risposta!
Quelli che parlano come lei sono le stesse persone che hanno portato a questo tristissimo episodio.
Io ho fatto un'analisi sul mio blog http://italiaemondo.blogspot.com.
Se vuole leggerla, vada sul mio blog e legga il post "Da Cavani a Berlusconi...dove stiamo andando?".
Forse, così capirà che gente come lei non ha fatto altro che alimentare odio e tensioni.
Volete portare ad una guerra civile?
Avete seminato un odio socio-politico che potrebbe anche degenerare!
Vi rendete conto di cio?
Cordiali saluti.

vito schepisi ha detto...

Ma quale dittatura di Berlusconi? Quale gioco da bambini? Mi sa dire in cosa consista la dittatura di Berlusconi? Berlusconi vince le elezioni …. e avrebbe vinto anche nel 2006 se non fosse stato per chi gli ha remato contro in casa, e per i brogli alla Camera e nei seggi esteri. Vince perché ha un programma più credibile e perché parla al cuore, alla mente ed alla pancia degli italiani. Prodi nel 2006 ha vinto (?) perché è passato per vero il fallimento dell’esperienza della legislatura 2001/2006 con i presunti conti fuori controllo. Ma già nel 2006 con la finanziaria di Tremonti ha fatto registrare nel 2006 il rientro nei parametri ed un tesoretto per il boom delle entrate fiscali. Una politica economica quella di Tremonti che, con la spesa soprattutto, aveva favorito il rilancio dell’impresa, l’apertura di decina di migliaia di partite iva e quindi risorse ed occupazione …. Risorse miseramente sprecate da Prodi. Berlusconi ha vinto nel 2008 sulla scia del furore del popolo sulla macelleria sociale di Prodi. Mi spieghi quale dittatura o taccia! Taccia perché se non è in grado di comprendere i fenomeni politici rinunci ad accusare di cose folli i suoi avversari. I suoi modi sono gli stessi di coloro che armano la mano della barbarie e dell’ignoranza. Impari ad essere democratico. Essere contro le dittature ed il pregiudizio delle ideologie ingabbiate non è la stessa cosa di essere contro qualcuno. La politica non è ideologia ma contiene ideali. Se non ci fosse una tensione morale allo sfondo sarebbero tutti come Rutelli e Casini: professionisti della politica. Sono un liberale e la mia politica è di essere contro ogni dittatura. Non si diventa liberali dalla sera alla mattina dopo esser stati comunisti, alcuni orgogliosi di esserlo stato. Se si è contro le dittature non si può non dire di vedere il comunismo ed il fascismo come pericoli involutivi possibili. E’ lecito farlo. E’ diverso dire ad un ex comunista d’essere ancora comunista nei modi e nei pensieri. Molti lo sono ancora. Non è lecito invece definire mafioso chi non lo è, o dittatore chi invece ha mostrato sempre di privilegiare la tolleranza e la libertà. Si legga le costituzioni degli altri paesi democratici in cui l’esecutivo svolge il suo ruolo senza che da centinaia di anni siano posti problemi di pericolo per la democrazia. La Costituzione italiana ha sofferto di un particolare momento storico. L’impegno di tutti era stato quello di impedire all’altro di poter governare il paese senza il consenso dell’opposizione. Il prezzo di questa follia l’abbiamo pagato con la cosiddetta prima repubblica, con il consociativismo e l’império delle caste. Ora basta!

dario ha detto...

vito,
chi vince le elezioni ha sopra di sè la corte costituzionale e di fronte il presidente della repubblica e la magistratura. Chi tenta di abbattere gli organi di garanzia, tenta di abbattere la democrazia sostanziale. E su questa linea si colloca anche l'ennesima fiducia richiesta oggi dal governo: neghi alle minoranze di partecipare al dibattito politico, neghi al parlamento di svolgere il suo ruolo di garanzia.
Berlusconi ha lanciato un attacco frontale alle istituzioni: anche questo ha generato odio, al pari dell'odio espressione dell'antiberlusconismo estremo.
Siamo in clima folle, tutti contro tutti, e la colpa è di TUTTI: di berlusconi, di di pietro, del pd, della lega. E riguardo a quest'ultima, voglio ricordare la violenza che ha generato: negli ultimi mesi le aggressioni agli extracomunitari hanno conosciuto un'impennata vertiginosa. Se esse non sono dipese dagli slogan xenofobi della lega, allora nemmeno l'aggressione di tartaglia non è dipesa dal clima di odio verso berlusconi. Io invece, credo che l'una e l'altro siano diretttamente riconducibili al clima di odio che la politica italiana, TUTTA, sta generando, preparandoci, forse, ad una triste stagione. La politica italiana è a un livello bassissimo: il populismo la fa ormai da padrone.
Quando ho saputo di belrusconi sono rimasto profondamente scosso, queste cose in una democrazia non devono accadere, è accaduta una cosa orribile, della quale TUTTE LE FORZE POLITICHE devono sentirsi responsabili. E' ora di dire basta all'antiberlusconismo, all'antidipetrismo, all'antiextracomunitari, all'antimagistratura ecc...Confronto infuocato sì, ma no alla demonizzazione. E questo rimprovero va anche alla prima vittima di questo squallido teatrino populista: silvio berlusconi.
P.S.:se in un tribunale i familiari della vittima aggredissero il giudice, al grido di "comunista! Buonista!" cosa diresti? Giò immagino: "l'episodio non è collegato con la politica di belrusconi". Cosa già ripetuta riguardo alle aggressioni agli extracomunitari. Purtroppo la coerenza non appartiene ai militanti. BASTA: questi politici non mi rappresentano.

dario ha detto...

per fucilone ormai,
chi critica la politica di questo governo è ascrivibile alla categoria dei violenti. Diviene automaticamente "colpevole" dell'aggressione al premier.
Ci avrei scommesso, il poco sale nella zucca non poteva portarlo a conclusioni diverse.
Fucilone, che ne dici di proibire per legge le critiche al governo? Che ne dici di condannare chi dice che berlusconi violenta la democrazia di questo paese? Sono libero di pensarlo e di scriverlo o no??? Oppure divento automaticamente il mandante di tartaglia?

vito schepisi ha detto...

Berlusconi ha un'idea dell'azione di Governo che non coincide con quanto è previsto dagli attuali ordinamenti. E’ eversivo pensarlo e dirlo? Non c'entra la democrazia, troppo spesso abusata, e neanche il concetto di violenza nel pensare che, al pari degli altri paesi liberi, l'esecutivo debba avere maggiori poteri e debba essere indicato dal popolo come responsabile nel rappresentarlo. Gli inciuci della prima repubblica hanno causato malversazione, debito ed inefficienza. E' forse proibito avere un'idea diversa? E' forse proibito pensare ad un sistema parlamentare e di governo più pronto sulle risoluzioni da adottare? La retorica serve a ben poco, come a ben poco il 99% degli emendamenti che si presentano sulle leggi in commissione ed in Parlamento. Alcuni sono clientelari (di maggioranza ed opposizione), altri ostacolativi (di opposizione), altri ancora di forma (di maggioranza e di opposizione)e buona parte di stravolgimento della linea del governo (di opposizione). E' legittimo farlo. Non si contesta che ci siano. Ma è legittimo per un governo richiedere la fiducia. Dinanzi al pericolo di ritardare o mettere in forse l'approvazione della legge finanziaria (da approvare necessariamente entro il 31 dicembre, pena la gestione provvisoria)e per non stravolgere la manovra su cui il governo ha impostato la sua politica, la fiducia ci sta...eccome! L'hanno d'altra parte messa tutti i governi negli ultimi 20 anni almeno. Va anche bene le vesti stracciate dell'opposizione che fa il suo mestiere, va anche bene Fini che fa lo stesso, ma che uno, come il nostro amico Dario, che dice di essere al di fuori ed al di sopra ...che non se ne renda conto mi sembra davvero troppo. Chi vince le elezioni ha sopra di se il popolo. La Corte Costituzionale ha una funzione di controllo costituzionale delle leggi approvate non di officina di riparazione della opposizione. E' una figura impropria e come nel caso recente del Lodo Alfano un inquietante potere di interdizione della volontà popolare se si pensa che le motivazioni di una sentenza della Corte hanno validità definitiva e che in base alle motivazioni si possa approvare leggi in cui si danno per acquisite le motivazioni già addotte. Dire che la Corte Costituzionale sia formata da persone chiamate in base alla loro provenienza politica non mi sembra ch sia offensivo. Se lo è rinunciassero a farsi cooptare. Anche il presidente della Repubblica in carica è stato nominato da una sola parte politica. Dire che a questa parte politica conformano i loro atteggiamenti è nelle cose. Dire ancora che c'è un sentimento diverso del Paese di cui non si tiene conto anzi che viene calpestato ed offeso è una realtà pure incontrovertibile. Ma è offendere dire ciò che si pensa e si vede? E' offendere chiedere di cambiare le cose perché si vuole una democrazia effettiva e non un paravento come quello che oggi c'è in Italia dove ad imprimere sulle scelte o sugli ostacoli alle scelte siano le caste?
Discorso a parte la magistratura. Il caso Spatuzza ha scoperchiato la pentola delle pozioni disgustose di una magistratura impegnata a cucinare pietanze tossiche. Il Consigliere del CSM Anedda ha lanciato un allarme che non può essere liquidato. cont...>>>

vito schepisi ha detto...

<<< Penso che Dell'Utri debba essere lasciato in pace perché con il concorso esterno alla mafia, da ciò che risulta nel processo di appello, non c'entra un fico secco. Berlusconi deve esser lasciato in pace perché con la mafia da ciò che appare, da ciò che si vorrebbe far apparire, senza riuscirci, non c'entra niente e né centrerebbe per logica, per tempi, per modi e per indole del Presidente Berlusconi. Il solo fatto che alcuni magistrati l'abbiano voluto coinvolgere è un episodio gravissimo per la nostra democrazia. C'è qualcosa che non gira, ci sono responsabilità gravi se si pensa che a Torino c'era il mondo intero a guardare un'Italia che sembrava dominata dalla mafia. Io da italiano mi sono stancato dei cialtroni. Anche il processo Mills con una sentenza che stabilisce che l'avvocato inglese sia stato corrotto dopo aver reso la sua testimonianza fa ridere. Come è credibile un tribunale che l'ha emessa?
Ora basta! L'odio è generato da persone come Dario che con protervia irrazionale devono e vogliono trovare anche ciò che non c'è. Vorrei ricordare che con Berlusconi c'è l'Italia libera, quello che ha ostacolato il ritorno di una dittatura in Italia, c'è l'Italia della gente che lavora onestamente, piccoli imprenditori, commercianti, donne e uomini che incontriamo ogni giorno per strada. persone con i loro problemi, i problemi di tutti. Sarà difficile trovare dalla parte di berlusconi la grossa impresa abituata ad essere assistita, il popolo dei furbi e fannulloni, quelli che si infiltrano dappertutto per trovare vantaggi, i sindacalisti che fanno carriera sulle spalle di chi lavora e quelli che col sindacato, sulla pelle dei lavoratori, perseguono loro linee politiche, gli ordini professionali fatti di caste che si legano ai loro privilegi, artisti ed intellettuali a cottimo che guadagnano in una anno quanto in una vita di lavoro di un operaio, giornalisti della FNSI, sindacato unico e potente dei giornalisti italiani, le grandi banche, la grande finanza, i magistrati impegnati a portare innanzi la loro missione politica in piena autonomia, spesso concentrandosi solo sugli imputati sotto i riflettori e che ignorano situazioni di disagio dei cittadini comuni a cui la giustizia non arriva mai.