Per quanto sia impensabile che possa essere una preoccupazione di chi non è di sinistra, ma è necessario che ci si debba preoccupare di poter avere in Italia una sinistra democratica e riformista. Ogni forza politica di ispirazione liberale ha bisogno di interlocutori coerenti e credibili, per poter instaurare il metodo del pluralismo di pensiero e della democrazia della scelta.
Nelle diverse forme istituzionali in cui si sviluppano i modelli di democrazia compiuta, il confronto politico ha bisogno di contendenti attendibili per evitare il rischio della sclerotizzazione della classe dirigente e la conseguente loro trasformazione in casta di potere.
Si era già detto ai tempi del suo sorgere che il Partito Democratico, nato su un progetto politico più di vertice che di popolo, non avesse la spinta per poter colmare un vuoto avvertito nella sinistra democratica della politica italiana.
Resta viva, infatti, la sensazione che a sinistra non vi siano interlocutori responsabili e soprattutto che da parte dei protagonisti non vi sia una scelta ferma di adesione ai metodi del libero confronto caratteristici di una scelta liberale. La democrazia asserita non si può esaurire nei riti formali delle primarie, organizzate per di più dagli apparati e con la preventiva indicazione del vincitore, come è accaduto prima con Prodi e poi con Veltroni. L’opzione della scelta democratica non si esaurisce neanche con la navigazione a vento, come fa Veltroni, che finisce sempre col disporsi a trovare il suo Eolo in Di Pietro. E se invece di Veltroni, il PD dovesse scegliere il marinaretto più aduso allo spirar dei venti, questi oserebbe persino affermare d’essere in grado di deviarne il corso, per quanta spocchia elitaria e presunzione possiede.
Il Pd lo scorso anno nasceva dall’integrazione dei due corpi della sinistra consumati dalla storia ed esauritisi per gli errori passati.
La sinistra post comunista, trasformata nel nome, era rimasta integra nella sua classe dirigente, anzi si era attrezzata a far emergere, nella nomenclatura, tra i cavalli di razza, le personalità più caratterialmente formatesi nella vecchia idea leninista: quella del regime che si insinua nei meccanismi della democrazia per ridurli alla dipendenza, come una sostanza stupefacente.
La sinistra popolare non marxista ma integralista, centralista e soprattutto illiberale, invece, aveva aggiunto alla sua contrarietà al sistema della libera impresa, l’onta d’aver perso la centralità della guida della Nazione. I colpi di tangentopoli e le scissioni di quella che era stata la vecchia dc avevano reso più duri i toni della contrapposizione alla svolta neo liberale che, proveniente dall’Europa, si affacciava anche in Italia, introducendo la cultura dello stato minimo e le regole di mercato.
Ai post democristiani di sinistra, in verità, già prima della fusione nel PD venivano meno i principi della tradizione cattolica italiana, sia nella scelta delle alleanze che nella collocazione tra le grandi famiglie europee, disperdendo l’abitudine a quelle ampie sintesi, in cui si riconoscevano tutti i sinonimi ed i contrari della vecchia “balena bianca” della politica italiana, per ritrovarsi così uniti nell’ispirazione comune di governare il Paese sotto il simbolo dello Scudo Crociato e dell’identità etica del cattolicesimo.
Il Partito Democratico era stato pensato da un uomo, politicamente apolide, pur se in passato aveva militato a fianco di De Mita e Andreatta nella DC, quando si era fatto nominare ministro con Craxi, e Presidente dell’IRI due volte. Era stato pensato da Prodi per poterne assumere la guida, fuori dai condizionamenti dei DS e della Margherita. L’ambizione dell’uomo era di diventare statista senza averne le qualità per quanto pavido, introverso e per niente carismatico.
Prodi aveva bisogno di una sinistra senza memoria e senza riferimenti, aveva bisogno di una componente parlamentare da poter dirigere e manovrare a suo piacimento, ma è caduto in disgrazia prima di poterla veder nascere. Voleva una sinistra senz’anima, ed è riuscito ad averla. Il suo posto, però, l’ha preso Veltroni che ha provato a cambiar tragitto, ma ha imboccato un percorso tortuoso che lo porterà solo ad un nuovo fallimento e forse al ritorno al passato con una nuova probabile scissione.
Vito SchepisiNelle diverse forme istituzionali in cui si sviluppano i modelli di democrazia compiuta, il confronto politico ha bisogno di contendenti attendibili per evitare il rischio della sclerotizzazione della classe dirigente e la conseguente loro trasformazione in casta di potere.
Si era già detto ai tempi del suo sorgere che il Partito Democratico, nato su un progetto politico più di vertice che di popolo, non avesse la spinta per poter colmare un vuoto avvertito nella sinistra democratica della politica italiana.
Resta viva, infatti, la sensazione che a sinistra non vi siano interlocutori responsabili e soprattutto che da parte dei protagonisti non vi sia una scelta ferma di adesione ai metodi del libero confronto caratteristici di una scelta liberale. La democrazia asserita non si può esaurire nei riti formali delle primarie, organizzate per di più dagli apparati e con la preventiva indicazione del vincitore, come è accaduto prima con Prodi e poi con Veltroni. L’opzione della scelta democratica non si esaurisce neanche con la navigazione a vento, come fa Veltroni, che finisce sempre col disporsi a trovare il suo Eolo in Di Pietro. E se invece di Veltroni, il PD dovesse scegliere il marinaretto più aduso allo spirar dei venti, questi oserebbe persino affermare d’essere in grado di deviarne il corso, per quanta spocchia elitaria e presunzione possiede.
Il Pd lo scorso anno nasceva dall’integrazione dei due corpi della sinistra consumati dalla storia ed esauritisi per gli errori passati.
La sinistra post comunista, trasformata nel nome, era rimasta integra nella sua classe dirigente, anzi si era attrezzata a far emergere, nella nomenclatura, tra i cavalli di razza, le personalità più caratterialmente formatesi nella vecchia idea leninista: quella del regime che si insinua nei meccanismi della democrazia per ridurli alla dipendenza, come una sostanza stupefacente.
La sinistra popolare non marxista ma integralista, centralista e soprattutto illiberale, invece, aveva aggiunto alla sua contrarietà al sistema della libera impresa, l’onta d’aver perso la centralità della guida della Nazione. I colpi di tangentopoli e le scissioni di quella che era stata la vecchia dc avevano reso più duri i toni della contrapposizione alla svolta neo liberale che, proveniente dall’Europa, si affacciava anche in Italia, introducendo la cultura dello stato minimo e le regole di mercato.
Ai post democristiani di sinistra, in verità, già prima della fusione nel PD venivano meno i principi della tradizione cattolica italiana, sia nella scelta delle alleanze che nella collocazione tra le grandi famiglie europee, disperdendo l’abitudine a quelle ampie sintesi, in cui si riconoscevano tutti i sinonimi ed i contrari della vecchia “balena bianca” della politica italiana, per ritrovarsi così uniti nell’ispirazione comune di governare il Paese sotto il simbolo dello Scudo Crociato e dell’identità etica del cattolicesimo.
Il Partito Democratico era stato pensato da un uomo, politicamente apolide, pur se in passato aveva militato a fianco di De Mita e Andreatta nella DC, quando si era fatto nominare ministro con Craxi, e Presidente dell’IRI due volte. Era stato pensato da Prodi per poterne assumere la guida, fuori dai condizionamenti dei DS e della Margherita. L’ambizione dell’uomo era di diventare statista senza averne le qualità per quanto pavido, introverso e per niente carismatico.
Prodi aveva bisogno di una sinistra senza memoria e senza riferimenti, aveva bisogno di una componente parlamentare da poter dirigere e manovrare a suo piacimento, ma è caduto in disgrazia prima di poterla veder nascere. Voleva una sinistra senz’anima, ed è riuscito ad averla. Il suo posto, però, l’ha preso Veltroni che ha provato a cambiar tragitto, ma ha imboccato un percorso tortuoso che lo porterà solo ad un nuovo fallimento e forse al ritorno al passato con una nuova probabile scissione.
29 commenti:
imbecille!
Lei,invece, è intelligente e coraggioso...e si vede!
Lei invece è solo un servo, per questo è un imbecille!
Mi dispiace contraddirla...e le faccio notare che è anche razzista. Quello di servire a volte è un impegno di lavoro e se lei considera imbecilli coloro che lavorano mostra di avere un'idea sbagliata della libertà e della democrazia.
Nel caso, però, è del tutto fuori strada. Nel mio post ho parlato di politica e di scelte della sinistra. C'è l'auspicio di ritrovare a sinistra lo spirito del confronto e scacciare il pregiudizio, classico sintomo di autoritarismo. Il voto degli elettori non è sempre gradito ma quando c'è ed è inequivocabile va rispettato. Adrebbe rispettato anche da lei, benchè penso che non abbia l'equilibrio per farlo. Questa è la democraia vera: non quella alla Di Pietro. Nel PD c'è una base vetero comunista più sensibile ai toni dell'ex PM forcaiolo che a quelli della democrazia liberale. Questa realtà è deprecabile e fa ritenre ch la maturazione democratica del PD non ci sia. Di Di Pietro ho già parlato abbastanza, ed il suo livello è così infimo da non essere opportuno parlarne ancora. Abbiamo già avuto il fascismo, sia quello del regime che quello della retorica antifascista e gli italiani si sono forniti già degli opportuni anticorpi. Torni nella fogna, pertanto!
Caro Vito.
Scusami se ora mi rivolgo direttamente a quel signor "Anonimo".
Signor "Anonimo, Vito Schepisi è una persona intelligente che esprime liberamente il proprio pensiero!
Quelli come lei si riempiono tanto la bocca della parola "democrazia" ma poi quando c'è qualcuno che, come Vito, esprime un parere diverso, voi, che siete beceri e sciocchi, lo apostrofate con parole come "imbecille" , "servo" ed altri termini poco carini e lo delegittimate, in perfetto "stile Lenin"!
Signor "Anonimo", anzi "Anonimo" perché di "signore" non ha nulla, la democrazia si fonda sul principio di TOLLERANZA!
La tolleranza è anche il rispetto di opinioni diverse!
Lei un intollerante e non c'è nulla di più intollerabile dell'intolleranza!
Si vergogni!
Caro Vito, tu sei una persona intelligente che esprime il proprio pensiero.
Continua così e non badare a certe "macchiette"!
Hai il mio sostegno!
Cordiali saluti.
Caro Vito.
A quell'interlocutore "Anonimo" dico anche che il vero schiavo è lui!
Il comunismo non è l'idea della libertà ma della schiavitù e del disvalore.
Cordiali saluti.
Caro Vito.
Effettivamente, nel Partito Democratico c'è una corrente vetero-comunista che tende a seguire l'onda demagogica di Di Pietro!
Il PD non ha ancora un'identità disancorata dal vecchio PCI.
Di Pietro incarna il peggio della politica italiana.
Egli ha giustizialismo della destra estrema e la demagogia, l'invidia sociale ed il populismo della sinistra estrema!
Cordiali saluti.
Caro Vito.
Complimenti per il profilo su Facebook.
Cordiali saluti.
Caro Antonio...certi interventi di così basso profilo sono controproducenti per la sinistra. In quest'aria vantano una supremazia culturale per autoproclamazione ed al confronto non reggono, rifugiandosi puntualmente nell'ingiuria e nell'intolleranza. Si dicono democratici e sono così pieni di pregiudizi da esserne diventati tanto schiavi da diventare supporter delle caste, dei baroni, dele categorie corporative, di strumentalizzatori interessati e furbi come Di Pietro, Grillo e Travaglio che alle loro spalle fanno soldi a palate.
Anche il loro antifascismo è falso, perchè non si è contro il fascismo usando gli stessi metodi e nutrendo gli stessi sentimenti. Il mito presuntuoso della loro antropologica superiorità etica è naufragato assieme alla scoperta della pochezza di idee ed alla incapacità di definire una società giusta. La giustizia non è odio e vendetta ma equilibrio e sapienza. Qualità che un personaggio come Di Pietro non potrà mai avere per ignoranza e malafede. Ciao Antonio e grazie per il tuo intervento e la tua solidarietà. Vito
Caro Vito.
Ti ho inviato il mio articolo scritto su "Italia chiama Italia".
Questo articolo parla dell'autostrada A3 Napoli-Reggio Calabria.
Che ne pensi?
Cordiali saluti.
Caro Antonio ho letto l'articolo ed ho percorso più volte quella autostrada. Un tormento! Le iniziative sono tutte buone, soprattutto se servono a togliere dall'isolamento il sud del Paese. Confido che questa maggioranza saprà trarre quelle giuste, sia per rilanciare l'economia delle zone che per offrire opportunità di occupazione. Tecnicamente non ho le competenze per indicare un orientamento sui tratti dismessi. E' ovvio che non andrebbero lasciati all'incuria ma sfruttati diversamente. L'alta velocità ferroviaria andrebbe bene, ad esempio, per accorciare i tempi di percorrenza per merci e persone. Un saluto. Vito
Caro Vito.
Questa maggioranza saprà sicuramente fare buone cose.
Già nel quinquiennio 2001-2006 fu fatta la Legge Obiettivo che agevolò i lavori di ammodernamento dell'autostrada A3.
Adesso si sta provvedendo ad ammodernare varie tratte.
Ad esempio è già stata cantierizzata la tratta Sicignano degli Alburni-Lagonegro Nord.
I lavori qui consisteranno in un ampliamento della sede autostradale, nella realizzazione di nuove gallerie (di queste ricordo la Tempa Ospedale) l'ampliamento di due esistenti, Scargilelle e Tempa Pertusata.
Cordiali saluti.
L'Italia ha bisogno di una rete viaria su ferro e su gomma che avvicini il nord al sud. Anche gli investimenti nel mezzogiorno, come abbiamo visto nel passato, non sortiscono effetti se non ci sono le infrastrutture capaci di supportare il trasporto delle merci. Il divario tra nord e sud è stato moltiplicato dalla mancanza dei collegamenti di massa. Il progetto del ponte sullo stertto e gli interventi sulla rete stradale del mezzogiorno penso che riusciranno a far uscire il sud dall'isolamento. A Quel punto persino il federalismo fiscale sarà richiesto più dal sud che ha da offrire turismo, prodotti della terra di alta genuinità, capacità di manodopera, territori idonei ad interventi industriali, clima più mite. Ciao Antonio. Vito
Non faccia ridere, in fogna lei c'è già stato, anzi non è mai riemerso.
Chieda a qualche altro scoppiato di farle compagnia!
Ne troverà in abbondanza in questo periodo di illusione fascista.
Anche se constato che un compagno di viaggio fognario l'ha già trovato nel suo unico interlocutore.
Inutile confrontarsi con lei, ha la spocchia del fascista.
Odia Di Pietro perchè non è un corrotto e non ha peli sulla lingua.
Non ha paura del suo "datore di lavoro"!
Buon viaggio nel torbido e lurido marasma fognario berlusconiano.
Certo che ci vuole un bel coraggio...ed una faccia di culo!!!! Io ci metto il mio nome e la mia faccia e non mi nascondo. Non faccio apologoia di niente e di nessuno. Affermo che nessuno possa scagliare la pietra della moralità contro gli altri. Parlo della sinistra come un'opera incompiuta del Paese. Mi preoccupo della violenza, della buona educazione, dei pericoli di un fascismo diverso fatto di provocazione, intolleranza e pregiudizio e poi io ...sarei un fascista. A proposito di moralità leggo oggi da Filippo Facci in "Su Tonino, dì qualcosa" al riguardo di episodi corruttivi di Napoli, legati ai traffici della spazztura ed altri episodi di appalti, particolari che richiederebbero soprattutto questa volta una dichiarazione "senza peli sulla lingua" come lei dice di Di Pietro. Ecco il passo tratto da Facci: "L’inchiesta oltretutto ha come epicentro Mauro Mautone, uomo di fiducia dell’ex ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, da lui fortemente voluto alla direzione dell’edilizia statale: una carica che fu rinnovata proprio il giorno prima che cadesse il governo Prodi. Mautone era già saltato fuori per presunte raccomandazioni che gli avrebbe sottoposto Cristiano Di Pietro, figlio di Antonio, ma ai magistrati interessa che da provveditore delle opere di Campania e Molise gestiva il denaro che alimentava gli appalti dell’amministrazione della Iervolino: si tratta di capire quanto fosse all’oscuro di colossali e accertate malagestioni. Sollecitato, Di Pietro non ha ancora aperto bocca. È persona nota per misura e riservatezza." Anche in questo caso il commento sarebbe del tutto superfluo. Io sono un garantista ed equilibrato osservatore, spero che tutto si risolva con chiarezza (non con i metodi De Magistris e Forleo, cioè con la rimozione dei PM non certo di destra) e che la verità emerga chiara e definitiva al terzo grado di giudizio, ma l'episodio resta inquietante ed i retroscena si annunciano dirompenti. Anch'io non ho peli sulla lingua...ma neanche sullo stomaco, signor anonimo dipietrista. Sa che le dico ...se continuiamo di questo passo a fare il gioco dei corrotti saremo tutti quanti insieme a prendercela in saccoccia. Sull'etica non ci sono le idee ma gli uomini, ed in politica i veri giudici sono sempre gli elettori. Sa cosa le suggerisco? Quest'ultima frase se la scriva e la tenga sempre a portata di mano....vedrà che prima o poi le potrà servire per sentirsi una persona un po' civile. Buona giornata.
Caro Vito.
Sono d'accordo con te e ti dico che su Di Pietro c'è anche un simpatico dossier realizzato dall'onorevole Daniele Capezzone!
Saluti Azzurri.
Lei è un bel soggetto, forse scrive senza poi leggersi?
Tutte le sue preoccupazioni?
Dimostrare(senza riuscirci , e come potrebbe?) che berlusca e company sono i migliori e gli altri tutti difettati.
Io invece penso che in politica tutto deve essere lindo e trasparente e se ci fosse qualcuno a sinistra o da Di Pietro che avesse commesso illeciti accertati o altre magagne andrebbe messo da parte. A destra non pensano così perchè è il capo che è corrotto dalla testa ai piedi, lui comanda insieme a pochi, gli altri obbediscono, per questo vanno d'amore e d'accordo.
Al suo interlocutore suggerirei di andarsi a leggere qualcosa su quel venduto di Capezzone di spiegare magari perchè poco più di un anno fà diceva che Berlusconi era come Vanna Marchi e isuoi scagnozzi erano tanti maghi Do Nascimiento.
Vergogna!!!!
Scusi ma lo sa che nell'Idv sono tutti fuoriusciti dagli altri partiti? E non certo per scelta ideale ma per lo più perchè emarginati e ...alcuni compromessi? Lo sa che dal partito di Di Pietro sono dovuti uscire personaggi che non si sono mostrati disposti ad essere manovrati come marionette da un uomo che è già di per se tale?
Per la vergogna poi si faccia un esame di coscienza....
Caro Vito.
Concordo con te!
In Italia dei Valori sono entrate anche molte figure che prima erano nell'Udeur, il cui leader Clemente Mastella fu più volte attaccato da Di Piatro.
L'anonimo spieghi questo...se ha le capacità e il coraggio!
Cordiali saluti.
Ma l'anonimo è solo per ....credere, ubbidire e combattere....un altro idiota che si fa strumentalizzare da chi è più idiota di lui.
Ciao! Vito
Lei crede,ubbidisce e combatte SERVENDO, lei e quell'imbecille del suo interlocutore che gli da sempre ragione su tutto.
A dire il vero è dal 94 che vi fate strumentalizzare da un idiota che vi prende per il c.... per fare i suoi interessi. A meno che non lavoriate per il convento, ma visto la frequenza di commenti,se così fosse, il vostro datore di lavoro dovrebbe mettervi a minima paga.
Di tanto in tanto vengo a leggere le solite stupidità solo per puro divertimento.
Fate sempre buoni servigi, peccato vi legga quasi nessuno.
L'idiota fucilone ha evirato la domanda su capezzone il venduto perchè non sa rispondere poichè avrebbe dovuto dire che l'ex radicale è solo uno spoco trasformista che ha trovato rifugio al partito dei ladri, poichè già fatto fuori da Pannella e Bonino.
In quanto ai deputati di IDV hanno tutti la fedina penale pulita perchè Di Pietro non accetta candidati corrotti e se qualcuno è fuoriuscito da qualche altro partito è perchè si era reso conto che era circndato da marciume.
Il pdl ha più della metà tra condannati e indagati, un vero e proprio vespaio di corruzione.
Avete una bella faccia tosta a criticare Di Pietro che, ancora più del PD, ha fatto della legalità il suo primo fine.
Ma tanto è inutileparlare con chi è allergico alla legge e alla morale.
Nel torbido ci sguzzate amabilmente.
Dovreste solo nascondervi nella rete fognaria di vostra pertinenza e provenienza.
E con questo ho finito,ora insulti pure, tanto da uno che sta dalla parte dei corrotti e dell'illegalità non vale neanche la pena arrabbiarsi minimamente.
Guardi signor anonimo che in Italia io ed il mio amico Fucilone siamo in buona compagnia. Abbiamo la prevalenza degli elettori a sostenere la nostra fiducia per questa maggioranza. E non potrà dire che il suo idolo “fascista” sia oscurato dalla sovraesposizione mediatica del suo “diavolo nero”, perché è in tv ogni giorno ed ogni giorno si parla prevalentemente di Di Pietro, e questi appare con la sua grammatica approssimativa ed il suo disgustoso ricorso ai detti popolari, anche mal interpretati. Mi ricorda per certi versi quel Pasquale, interprete di un reality televisivo che parla per proverbi popolari. Bisogna anche dire, però, che Pasquale è persino più credibile e sagace. Di Pietro si accontenta di apparire in quanto consapevole che far parlare di se è un buon veicolo pubblicitario e se accende polemiche è ancora meglio perché facilita l’abitudine degli italiani a schierarsi. E poi diciamolo Di Pietro, come ogni aspirante dittatore, non ha dignità da perdere….! Non è neanche vero che non abbia candidati già inquisiti nel suo partito. Ad iniziare da lui e da Orlando. La giustizia democratica impone la presunzione di innocenza fino a condanna definitiva. Nel Pdl ci sono uomini sottoposti a vessazione giudiziaria per le loro scelte politiche. Sono gli amici di Di Pietro che interpretano l’obbligatorietà dell’azione penale in questi termini. Non mi piace parlare di giustizia ed indicare persone indiziate come bersagli ma le ricodro che il partito di Di Pietro esiste in parlamento per benevolenza del PD che aveva tra le sue fila fior di indagati. Di Pietro, se me lo consente, è un’ipocrita ed un furbetto. Ha trovato nel filone giustizialista uno spazio in cui inserirsi. E’ uno spazio di infamia e quindi quello più immorale e riprovevole. La sua legalità si ferma alle soglie del suo interesse personale e…quello dei suoi vicini. Sul finanziamento pubblico ai partiti, ad esempio, grazie alla legge un po’ permissiva, ha costruito il suo partito personale, senza democrazia e senza controllo. Ha definito “magnaccia” il Presidente del Consiglio per l’invito a Saccà di sottoporre a provini alcune soubrette segnalategli ed omette di trovare una definizione per le segnalazioni del figlio al signor Mautone , provveditore delle opere pubbliche per Molise e Campania, ad esempio. Parla di corruzione politica di Berlusconi ed omette di ricordare nel suo libro autobiografico ed autocelebrativo i favori ricevuti dai suoi indagati da PM a Milano per i quali aveva ricevuto un pesante monito morale dai giudici del processo di Brescia. Della legalità del PD mi sembra persino comico parlarne in questi giorni in cui la questione morale a sinistra è sottoposta a prove di vero inganno sociale. Caro anonimo…forse non ci siamo capiti. Sulla questione morale non c’è nessuno in Italia che possa ergersi a paladino. Apprezzo lo sforzo del centrodestra di voler cambiare sia l’ordinamento giudiziario per renderlo più efficace sulla legalità a 360° sia nel voler cambiare l’ordinamento dello Stato per la maggior trasparenza, l’attribuzione di responsabilità certe in capo a chi ha la responsabilità di governare ed il maggior controllo sul territorio attraverso un sistema decentrato, a mio avviso erroneamente chiamato federalismo, che riconduca al danno degli elettori la responsabilità politica. Vorrei vedere che fine farebbero i demagoghi e gli affabulatori di popolo. Altro che le preferenze volute da Casini, che servirebbero a reintrodurre le clientele, se i politici fossero responsabili del carico fiscale dei cittadini! Ma questo confronto richiederebbe persone serie e preparate che mi riesce difficile individuare nella sua persona.
Per gli insulti, come al solito accade con i personaggi della sua specie, non sono abituato come lei a distribuirne di gratuiti. Io ho almeno il buon senso di motivarli quando ci sono tirato.
Per Capezzone vorrei ricordarle che nella passata legislatura si era messo di traverso, di sua iniziativa, e per dissenso politico al duo Pannella e Bonino, accomodatisi invece sulle poltrone di Prodi. Aveva fondato un tavolo trasversale “dei volenterosi” in evidente disaccordo con le politiche fiscali vessatorie di Prodi. Vorrei ricordarle che il Gruppo Pannella e Bonino più che una scelta politica verso l’Unione operò una scelta tattica e di opportunità ottenendo all’interno più di un dissenso. Ho scritto personalmente più volte a Pannella esternandogli il mio dissenso, da liberale, per la deriva populista ed illiberale dei radicali convertitisi prima a Prodi ed ora a Veltroni. Molti ex radicali si erano già dissociati ed entrati in FI come gruppo riformatore liberale. Prima di tranciare giudizi, si informi. Non esiste spazio liberale a sinistra in quanto fortemente inquinata dal pregiudizio e dall’intolleranza. Provi ad immaginare un liberale che si confronti con la sua ottusità, ad esempio! Come vede non mi sono affatto arrabbiato …cerchi di essere altrettanto sereno.
Mi scusi anonimo...un'ultima annotazione. Io scrivo per quotidiani "on line". I miei articoli vengono aggregati da network italiani e stranieri, stralci delle mie posizioni sono riportate su agenzie di stampa. I miei blog non sono invece seguiti? Non penso di aver mai sollecitato questa forma di adesione! Non sono Grillo che fa uso commerciale del suo blog. Non sollecito raccolte di firme, nè petizioni pro o contro qualcosa. Vengo letto, però e questo glielo posso assicurare. Da pochi? Fosse anche uno solo sarei ugualmente soddisfatto. Se pensa di trovare da me le catene, come in alcuni blog, in cui ci si sbraca in monosillabi ed in parole d'ordine, faccia pure a meno di leggermi. Sa quanti ne trova di cori plaudenti al nonsenso?
Caro Vito.
Faccio notare a quel signore "anonimo" che, ogni tanto, anch'io scrivo si portali on line.
A questo "signore dal linguaggio tanto forbito" consiglio di andare su www.google.it, di digitare il mio nome e di fare un click su "cerca".
Sull'onorevole Capezzone, confermo quanto da te detto.
Egli avrebbe voluto fare un "tavolo dei volenterosi" dialogando con il centro-destra.
Per questo, venne fatto fuori da Pannella e Bonino.
E poi, se l'onorevole Capezzone è uno "sporco trasformista" (come ha affermato quel vigliacco che scrive anonimamente), il senatore Marco Follini che cos'è, visto che ha salvato un governo Prodi che sarebbe dovuto andare a casa alla prima crisi?
Cordiali saluti.
Quello che non vi entra in testa è che gli elettori o ex elettori a questo punto,condannano chi si macchia di corruzione e che, pur salvaguardando la preunzione di innocenza,se indagati devono dimostrare a loro estraneità, quindi si devono dimettere dalle cariche istituzionali, che siano di destra o d sinistra o di centro. Questo chiede la gente di sinistra, per questo soprattutto si astiene dal voto,come è successo negli abruzzi.
Mentre per le pecore di destra o presunta tale non importa se a ricoprire cariche istituzionali siano dei condannati o degli indagati, er noi di sinistra,mi riferisco alla gente comune, questo è di vitale importanza.
CAPITO!!!
Che lei scriva sulle agenzie di stampa(????, non ho mai letto niente) mi importa assai poco, che la leggano o meno non mi interessa minimamente.
Di quello sciroccato el suo amico che ripete le sue idee come un pappagallo .... figuriamoci.
Io insulto solo quando vengo insultato e lei in quanto ad insulti è maestro , direttamente ed indirettamente.
Potrebbe obiettare che si tratta di un suo spazio virtuale, ma se è aperto tutti allora decade la nozione di proprietà...cmq credo che non la leggerò più così sarà contento che nessuno le si metta di traverso, d'altronde è la tpica abitudine delle persone berlusconiane e degli ex fascisti.
PS:Su Di Pietro dice solo falsità e fa proprio ridere su quanta rabbia le procura l'ex PM... emeno male che c'è Tonino a soppiantare quell'oramai insulso di Volter.
Buon servilismo.
Dato che questa sarà l'ultima visita mi firmo, così la finite con la storia dell'anonimato...
Giò Rocco.
Caro Vito.
All'anonimo dico che la Sinistra non è moralmente migliore di noi!
Questa è la verità...lo accetti!
Cordiali saluti.
Signor Rocco...lei insiste. Non è come la racconta perchè non può essere la magistratura a stabilire chi debba fare politica (come nel 1994 con la comunicazione di garanzia a Berlusconi notificata a mezzo Corriere della Sera poi rivelatasi infondata). Anzi la magistratura deve sottostare alle regole della democrazia e per l'azione giudiziaria avere le priorità da perseguire. Con la favola dell'obbligatorietà dell'azione penale si commette un'ingiustizia inammissibile. Ci sono magistrati che seguono le pruderie del gossip e si disintressano della camorra di Napoli ad esempio. E' successo con le interecettazioni di Berlusconi e Saccà (dimostratesi prive di rilevanza penale). Anche l'azione del magistrato deve essere contenute nei limiti di quanto stabilito dalle leggi. L'uso della carcerazione preventiva come forma di presione psicologica non è ammissibile in un Paese civile. Le intercettazioni telefoniche che riportano episodi della privacy di uomini in vista è incivile. Il PM è un magistrato che deve accertare la verità dei fatti giudiziari e nella verità c'è anche l'accertamento delle prove a discarico degli imputati. Nasconderle è reato. Nessun magistrato ha pagato per l'uso superficiale ed inappropriato di un potere conferitogli per fini di giustizia e non per l'affermazione delle proprie idee. Mi fermo qui perchè di motivi per rcercare una riforma della giustizia ce ne darebbero tanti. Ora affidare ad un vincitore di concorso in magistratura il potere di stabilire chi abbia titolo a far politica mi sembra eccessivo ed insostenibile per chi ha a cuore le sorti della democrazia. Può andar bene al fascismo che usa metodi diversi per ricondurtre anche la magistratura a servire il regime a non alle istituzioni democratiche che invece si servono delle leggi per regolare gli equilibri, le priorità e le garanzie. Io ho insultato? Lei è falso. Non ho mai insultato nessuno. Ho solo espresso apprezzamenti politici poco lusinghieri per il suo Di Pietro che ritengo un fascista. Forse lei dimentica come si è presentato e come si è espresso nei miei confronti e nei confronti dele mie idee. La verità è che ho idea che lei sia intollerante come il suo capobanda. Cordialità. vs
caro Antonio...vuoi che l'amico non lo sappia????!!!
Caro Vito.
Al "signor anonimo" faccio notare che di norma l'astensionismo ha sempre premiato la Sinistra.
Infatti, in tutte le elezioni locali (comunali, provinciali e regionali), quando vi è stata un'affluenza bassa, la Sinistra ha vinto le elezioni.
Infatti, a livello locale, la Sinistra ha sempre avuto una forte capacità di mobilitare i propri elettori.
Quindi, dire che la vittoria di Gianni Chiodi in Abruzzo sia dovuta all'astensionismo è una bufala.
Chiodi ha vinto perché ha dimostrato di essere quello che vuole lavorare per la sua regione, senza becerume.
Cordiali saluti.
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