16 luglio 2014

Gli uomini del Bunga-Bunga di Angela Merkel


La barzelletta di Berlusconi che ha dato il titolo ad una fantasia boccaccesca della Procura di Milano, ben si adatta ai due personaggi: il lussemburghese Jean-Claude Juncker ed il tedesco Martin Sculz. 
Ecco la barzelletta che è passata alla storia: “Due ministri del governo Prodi vanno in Africa, ma il loro aereo si schianta su un’isola selvaggia, dove vengono catturati da una tribù di indigeni. II capo tribù interpella il primo ostaggio e gli propone: Vuoi morire o bunga bunga? II ministro sceglie: bunga-bunga. E viene violentato. II secondo prigioniero, davanti alla scelta, non indugia: Voglio morire! E il capo tribù: va bene, prima bunga bunga, poi morire".
Juncker e Schulz sono i due uomini che la Merkel ha messo ai vertici dell'Europa. Sono i suoi prigionieri ideali. Dicono e fanno ciò che la Germania stabilisce. La loro scelta è tra il "bunga bunga" e la morte. 
L'Europa sta dividendosi tra paesi ricchi e paesi poveri, tra sfruttatori e sfruttati, tra chi deve decidere e chi deve ubbidire, tra chi impone e chi subisce. I nostri eurodeputati, centro, destra e sinistra, però, hanno votato sia l'uno che l'altro. (quelli che non li hanno votati li hanno quasi messi alla porta). Dicono che solo così si riesce ad incidere. 
Ma ci credete davvero? 
Un'Europa che chiede rigore, partecipazione e sostegno. Poi se si va in fondo emerge che tutte queste belle richieste convergono verso gli interessi dei paesi più forti, Germania in testa, che difendono le loro finanze ed i loro mercati. Niente è stato concesso ai paesi più poveri se non prestiti (la Grecia) che pagano a caro prezzo, neanche gli Eurobond che avrebbero calmierato le scorribande degli speculatori finanziari a cui la Germania è molto sensibile. Non dimentichiamo che nel 2011 le banche tedesche hanno venduto in massa i BTP italiani facendone schizzare i rendimenti al 7% annuo mentre i loro bond viaggiavano all'1% . Ed i rendimenti sui titolo pubblici li paga lo stato, cioè noi attraverso le tasse. 
E che fa il nostro Governo? Niente solo le chiacchiere di "Renzie" e poi si accoda alla Merkel. E' un po' come Decaro che candidato sindaco a Bari chiedeva voti perché dava del tu a Renzi (e glieli hanno dati!), così fa Renzi: dal del tu alla Merkel e l'Italia applaude. 
Che imbecilli che siamo! 
Senza, però, una politica che consenta di avviare un programma serio di riforme l'Italia dalla crisi non ne uscirà mai. 
Questo non ve lo dicono dal Governo. 
Se si fa la riforma del fisco, certamente per certi versi la più importante, si dovrebbe poter mettere in conto una temporanea riduzione delle entrate fiscali. Le risorse liberate, infatti, devono avere il tempo di trasformarsi, attraverso gli investimenti e i consumi, in nuova ricchezza. 
E se non ora quando era il momento di battere i pugni sul tavolo in Europa? 
Invece!? 
Vito Schepisi

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