01 settembre 2013

Per Berlusconi hanno già deciso


Se mi fosse consentito dare un Consiglio al Presidente Berlusconi gli direi che, dopo la nomina dei 4 senatori a vita (Napolitano ne avrebbe anche nominati 5, se non ne avesse già fatto la stessa cosa con Monti lo scorso anno), l'intenzione del Presidente Napolitano appare tanto chiara da ravvisare l’opportunità di un suo discorso agli italiani. 
Con un minimo di ragione, non può sfuggire che il modo del Presidente della Repubblica non è previsto dalla nostra Costituzione, che è un abuso di potere, che non è democratico e che è in stridente contrasto con il rispetto della sovranità popolare.
Un brutto e autoritario atto di forza. Un’azione volgare per l'esercizio arrogante di un potere che, da essere previsto come garanzia e rappresentanza dell’unità nazionale, viene, invece, usato per modificare, se non per sovvertire, le regole della democrazia.
Un atto del tutto simile, anche se visto in contesti differenti, all'impeto che il medesimo Napolitano aveva mostrato nel chiedere nel 1956 la repressione dei rivoluzionari ungheresi che reclamavano l'indipendenza e la libertà e che venivano invece massacrati dall'esercito di Nikita (ha ispirato il nome di Vendola) Kruscev, erede di Stalin.
Ma è mai credibile che un uomo autoritario e violento possa diventare un uomo democratico e tollerante?
Il Capo dello Stato ha deciso da che parte stare. L’ha deciso da tempo. Nessuna meraviglia, perché è la stessa parte che l’ha scelto per il Quirinale.
Berlusconi possiede i mezzi e la forza per denunciare la congiura a suo danno. Tanto più ora che ha le prove che di congiura si tratta. La congiura di Palazzo non è prevista da nessuna democrazia liberale: è antidemocratica a prescindere dalle idee e dalle convinzioni che ciascun italiano ha maturato sul Cavaliere, sulla sua vita privata e sui suoi rapporti con la legalità.
Berlusconi, finché gli sarà consentito di farlo, usi i suoi diritti di libertà di parola, e se la giustizia italiana non è ritenuta credibile, come è evidente, si difenda dinanzi al Paese, denunciando la congiura a suo danno e sveli a tutti ciò che sa, compresi i ricatti, le intercettazioni telefoniche sulla sua vita privata e tenute nei cassetti e pronte ad essere usate, sveli le magagne degli impuniti d'Italia, gli abusi ed i privilegi di casta, gli intrighi, le ipocrisie e le falsità. Dica tutto ciò che sa e di tutti.
Al Cavaliere non mancano i mezzi e la capacità di farlo, e avrebbe anche il diritto di farlo parlando a nome e per conto di 10 milioni di elettori e di un terzo del corpo elettorale.
Sperare che la commissione sulle immunità del Senato, presieduta da Stefàno, che ha già anticipato le sue “conclusioni”, abbia intenzione di guardare le cose in modo imparziale è un’illusione. Anche Epifani è stato chiarissimo. Aspettare è del tutto inutile. Hanno già deciso la sua sorte. Sono anni che il popolo di sinistra sta aspettando questo momento.
Dopo la conferenza di Berlusconi agli italiani, che suggerisco, i ministri del Pdl presentino le dimissioni dal Governo, motivate dall’inagibilità politica del Partito che li ha espressi, garantendo al Governo il sostegno esterno e solo per i tempi necessari per consentire l'iter parlamentare per la conversione del decreto sull'IMU, per evitare l’aumento dell’IVA e per gli eventuali provvedimenti che servano a ridurre le difficoltà delle famiglie e della povera gente.
Questa sinistra italiana non è democratica: è arrogante; è ipocrita; è immatura; è condizionata dalla storia del suo passato con cui non ha mai fatto i conti. E in Italia ci vuole un’opposizione credibile ad un sistema che diventa sempre più autoritario e illiberale.
Un’opposizione che in un Paese di caste, d’intrighi, d’affari e d’impuniti, richiami il popolo alla rivoluzione liberale. Un’opposizione che non sia quella rissosa, velleitaria e irrazionale di Beppe Grillo ma che, invece, sia visibile e credibile per quegli uomini che vogliano dare un futuro ai giovani italiani e per quegli che, fermi sull’imprescindibile valore dell’identità nazionale, non siano disponibili a svendere niente a nessuno, Europa compresa.

Vito Schepisi

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