21 dicembre 2009

Le riforme


Da qualche anno, la parola magica della politica è “riforme”. E’ come per il Barbiere di Siviglia … tutti le vogliono, tutti le cercano … purché siano di qualità. E’ dal 1983, con la Commissione Bicamerale di Aldo Bozzi, che provano in Italia a farle queste benedette riforme costituzionali e legislative dello Stato. Fino ad ora è stato un inutile processo di ipocrisia politica, un tentativo reiterato e dispendioso, nebuloso, dispersivo e senza senso. Tutti, a parole, le riforme le vogliono, ma tutti purché non siano un qualcosa. E ciascuno fa un elenco di ciò che non devono essere. Nella perizia di fare elenchi di ciò che non devono essere, va sempre a finire che non lo sono affatto: cioè che non si facciano. Non devono servire a questo, non devono favorire quello, così stranamente sfugge la percezione di ciò che invece dovrebbero essere.
La verità è ben diversa. Appare un gioco ostruzionistico, una melina politica. Sembra, infatti, che sia come se ben si sapesse che le riforme servano a chi ha un modello sociale da proporre, ma che, allo stesso tempo, sia anche consapevole di non avere nell’area di riferimento una larga coesione su una strategia politica, costruita questa su un nuovo modello di società da rilanciare. Va a finire che ci si preoccupi solo che non siano altri a prendere l’iniziativa, ed in questo caso a stroncarla.
Sembra la politica degli interessi conservatori degli strati più retrivi e corporativi del Paese. Uomini che spacciano la distruzione dei valori tradizionali di un popolo per nuovo progresso. Soggetti che fomentano lo scontro etico ed i dubbi sui valori della nostra civiltà e che si attrezzano a porre steccati di incomprensione, per trascinare alla reazione contro uno sviluppo ordinato del Paese. Una classe conservatrice e reazionaria dove il dividere serve per imprimere una precisa ragione di casta e di controllo. Parrucconi e sepolcri imbiancati che si nascondono dietro le contrapposizioni pregiudiziali, che fomentano odio, che diffondono le parole d’ordine del disfattismo, per nascondere i successi, come è capitato nel periodo più nero dei mercati mondiali dal 1929, quando si è usato anche il gossip per celare i successi del Paese. E’ emersa persino la volontà di infangare l’Italia. Un rancore che sembra il frutto non solo dell’invidia, ma del calcolo. C’è una commistione tra poteri e partiti preoccupata ad impedire che l’azione dell’esecutivo riesca efficacemente ad incidere, perché ciò li metterebbe definitivamente fuori gioco per “impotentia generandi”o addirittura “coeundi”.
Non si capisce, però, come si faccia a fare le riforme senza cambiare qualcosa. Tutti le vorrebbero purché non favoriscano qualcuno. Ma le riforme in democrazia favoriscono tutti. Bisognerebbe che sia ben chiaro ai competitori della politica che prima di essere premier, in democrazia, si compete per esserlo. Se volessimo trovare una riforma democratica che impedisca per legge che il governo del Paese sia presieduto da chi vince le elezioni, bisognerebbe rivolgersi ad un altro sistema. Di Pietro ed i suoi modi, pertanto, non sono un esempio di democrazia, ma di reazione squadrista. Il neo fascismo violento è reazione. E tra le riforme non rientra.
Bisogna aumentare i poteri dell’esecutivo, ma senza con questo favorire Berlusconi. Bisogna riequilibrare i poteri costituzionali ma senza favorire Berlusconi. Bisogna riformare la Giustizia ma senza favorire Berlusconi. Bisogna riformare la funzione del Parlamento ma senza favorire Berlusconi. In questo modo, però, non si può che vedere una vita dura per le riforme. In definitiva alcuni, forse troppi, vorrebbero solo mettere in un angolo Berlusconi, non fare le riforme.
La verità è che in Italia ci sono larghi strati di burocrati e di detentori di poteri di casta che le riforme invece non le vogliono affatto e che si servono dei politici compiacenti per affossare ogni tentativo. E lo fanno ponendosi strumentalmente sempre dietro l’ipotetico paravento del “cui prodest?” Naturalmente tutti dicono che sia sempre e solo Berlusconi.
Vito Schepisi

6 commenti:

Antonio Gabriele Fucilone ha detto...

Vito ti hanno bannato su Facebook?
Non vedo più il tuo profilo nella mia lista amici.
Le riforme vanno fatte perché cosi com'è il Paese non regge più!
Bastano una seria riforma della giustizia, il federalismo ed il superamento del bicameralismo perfetto per avere già un cambiamento.
Cordiali saluti.

vito schepisi ha detto...

C'è chi si offende quando si dice che nella sinistra ci siano ancora sentimenti e metodi comunisti, caro Antonio. Questa mattina è stato cancellato senza preavviso il mio account. Quando ho provato ad aprire mi hanno scritto che il mio account è stato disabilitato per aver disatteso le regole. In verità non ho litigato con nessuno, non ho offeso nessuno, non ho usato turpiloquio, la violenza è lontana da me come un milone di volte il percoso terra-uranio e ritorno...mah! Allora ho capito che per alcuni neo fascisti è già violenza non essere di sinistra...una cosa che per me equivale a dire che si vorrebbe che nella vita non si possa essere uuomini liberi, ma solo automi...gregge di pecore che plaudono coloro che ci usano e she si fanno beffe di noi...non consentendoci nenanche quando siamo maggioranza di esprimerci liberamente. Il regime di Prodi dal 2006 al 2008 era solo un assaggio... sarà ancora più dura se la sinistra arriva al potere. Buon natale a te ed alla tua famiglia caro Antonio.

Enzo Greco ha detto...

Caro Vito, mi dispiace molto che ti abbiano chiuso l'account FB. Spero non sia per sempre. Torna!
Auguri di Buone Feste
Enzo Greco

vito schepisi ha detto...

Ciao Enzo, sono già tornato con il nome del mio blog storico "Il Libero Pensiero". Sono un migliaio gli accounts cancellati...tutti di orientamento moderato. Molti amici dai modi cortesi, moderati, senza eccessi. Sono invece in essere gruppi e persone che inneggiano alla violenza e contraddicono le regole del social network d'essere contro gruppi e persone, ma! ...
Un gruppo di noi ha fatto ricorso, altri si sono rivolti alla polizia postale, se sarà aopportuno partiranno le denunce. In Italia si è fatta una manifestazione per la libertà di espressione. Un reazionario ignorante e neo fascista ha promosso una mozione nel Parlamento europeo e pagine di stampa comprate su giornali esteri per denunciare un clima repressivo sulla libertà di stampa in Italia. Sono gli stessi che vorrebbero ... sopprimere ... chi si fa voce della maggioranza del Paese. Pancho Pardo, ad esempio, due giorni fa in Tv ad Omnibus, fuorionda, ha detto chiaramente di auspicare la soppressione di Berlusconi. Questo è fascismo e della peggior specie. Tornando alla questione mia personale, ma anche di molti amici coinvolti in questo ....rastrellamento neofascista... se pensano di poterci zittire si sbagliano. La libertà ha il grande vantaggio di non essere un oggetto che si possa sottrarre per sempre, il suo grido riappare, emerge quando proviene dalla bocca di chi si batte contro la barbarie e l'intolleranza. Non mi faccio, non ci faremo intimidire. Contro certi personaggi e certi partiti se sarà il caso faremo ricorso contro la ricostruzione del disciolto partito fascista. Faremo ricorso all'art 1 della Legge Scelba del 1952 che individua in alcuni atteggiamenti i sintomi della ricostituzione di un movimento violento ed intollerante. Ciao Enzo...ed auguri di Buone Feste. Vito

Anonimo ha detto...

Ciao Caro Vito..volevo farti l'Auguri di Buon Natale e un Felicissimo Anno Nuovo..ma su FB non ti ho trovato ...e vero quando si dice volere e potere :-)...Un abbraccione a te e la tua Famigla..torna presto!!
Lea da Israele!

vito schepisi ha detto...

Ciao Lea...io sono sempre tra i miei amici e tra questi con te. Con i miei amici israleiani, con quelli italiani e con quelli di tutto il mondo che ama l'amicizia e la tolleranza. Penso che senza sentimenti di comprensione e di valori forti come la vita, l'indipendenza, la lealtà, l'amore, non sia possibile avere un percorso di vita sereno. Sono sentimenti che anche oggi, nel terzo millennio, trovano difficoltà a diffondersi in modo compiuto, ma non per questo rinunceremo a batterci contro chi odia. Un sincero abbraccio a tutti gli amici israeliani, alle corggiose famiglie che trepidano per i loro cari, che hanno subito viltà, che sono tenute sotto tensione e minacce. Un abbraccio a te Lea ed a presto...anche sul mio nuovo profilo in FB Il Libero Pensiero. Il mio profilo personale è stato anch'esso aggredito dalla brutalità di chi odia e pensa di stroncare così la voce degli uomini liberi.A presto! Vito