07 maggio 2009

Il Segretario del PD fa l'estremista

Non si capisce dove sia la strumentalizzazione della paura che Franceschini stigmatizza nel valutare la volontà della maggioranza di varare attraverso la fiducia il decreto sicurezza. Sono eccessive le parole del segretario del PD: ''non e' moralmente giusto strumentalizzare la paura e tornare alle leggi razziali 60 anni dopo''. Vanno ben oltre la durezza di una rigida opposizione.
Tutta la campagna elettorale dello scorso anno è stata condotta da PD e Pdl + Lega avendo fra i temi centrali del confronto la sicurezza. Ora è un dovere della parte politica scelta dall’elettorato mantener fede al patto con gli elettori. L’attività parlamentare benché prevista dalla Costituzione senza vincoli di mandato, è sempre legata al dovere morale di corrispondere alla volontà degli elettori che col voto hanno conferito l’incarico.
La fiducia parlamentare chiesta dal Governo è una scelta di prudenza, ma anche di coerenza. Il venir meno di una parte importante del programma del centrodestra motiverebbe la presunzione della dissociazione della maggioranza dall’esecutivo e dovrebbe richiamare una doverosa presa d’atto del Consiglio dei Ministri. Esiste pertanto la volontà del Governo di evitare che con il voto segreto emergano alcune forme di risentimento, più metodico che politico, tra settori del Pdl e la Lega, frizioni che riguardano questioni del tutto differenti dal contenuto del decreto sicurezza. Il governo se ne deve far carico per senso di responsabilità verso il Paese, e lo fa nel porre la fiducia su di un capitolo importante e centrale del suo programma elettorale. E’ persino ineccepibile che lo faccia perché mette sul tavolo la sua legittimità a governare
L’immigrazione clandestina è una piaga per tutto il Paese ed è un tema su cui le preoccupazioni dei cittadini sono trasversali rispetto al sentire politico. Esasperare i toni non serve se non a far sorgere davvero il pericolo di pericolose derive. E’ del tutto fuori luogo ed immotivato il riferimento del segretario del PD alle leggi razziali. Solo una persona irresponsabile può richiamarsi a simili e così vergognosi episodi della storia del Paese. Franceschini di queste responsabilità storiche avrebbe dovuto chieder conto ai molti uomini della sinistra che le leggi razziali le hanno approvate ed esaltate durante il ventennio, e non ad un Governo che assolve con correttezza il compito di tener fede ai suoi impegni e si adegua a garantire il massimo della comprensione e della tolleranza.
Le accuse su queste questioni sono come boomerang che rischiano di ritorcersi contro la civiltà di un paese che deve garantire ai suoi ospiti tutti gli strumenti disponibili del suo sistema di sicurezza sociale, economica, sanitaria e politica. Gli extracomunitari regolari potranno e dovranno essere parte dei cittadini italiani di domani e comunque genitori di bambini con tutti i diritti civili della popolazione nata in Italia. Lanciare al Governo l’accusa di varare provvedimenti propedeutici alle leggi razziali è assolutamente da irresponsabili.
Bisognerebbe parlare di integrazione e parlare di diritti, ma tutti sanno che la chiave per iniziare a discutere del futuro degli immigrati in Italia è riposta nel rispetto delle nostre leggi e soprattutto nella sicurezza che i flussi di ingresso nel Paese siano regolari e controllati. L’abusivismo è sempre un reato. Lo è per i nostri connazionali, quando violano le leggi, e diverrebbe difficile non comprenderlo per coloro che entrano clandestinamente nel territorio nazionale.L’Italia, come tutti i paesi industrializzati, attraversa una pesante crisi che si riflette sull’occupazione. Anche le attività che una volta i nostri connazionali stentavano a prendere in considerazione, creando ampi spazi di lavoro per gli immigrati, in mancanza di lavoro, vengono adempiute dai nostri connazionali. In agricoltura e nelle imprese stanno perdendo il posto immigrati regolarizzati perché la produzione è ferma per mancanza della domanda. Si vende sempre meno, o non si vende per nulla. Anche il piano casa attende stancamente i tempi burocratici e qualche ostruzionismo delle regioni, e ritarda il rilancio delle attività produttive e la circolazione del danaro, dei salari e dei consumi. Sospendere i flussi dell’immigrazione clandestina diviene un’esigenza che va oltre le questioni della sicurezza. Un’opposizione seria che si vanta di rappresentare i ceti meno garantiti dovrebbe prenderne atto. Franceschini, invece, fa l’estremista in un gioco immorale contro il Paese, ed in sbracciata concorrenza all’estremismo di Di Pietro.
Vito Schepisi su Il Legno Storto

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