Sul referendum elettorale è bene fare un po’ di chiarezza, perché si ha l’impressione che si stia sviluppando il solito metodo della cortina di fumo sollevata per confondere le idee. E’ partito il gioco delle strumentalizzazioni di parte. Tutti aspettano le mosse e le decisioni degli avversari. Si è anche convinti che a mestare ci proverà anche Annozero.
Questa è l’Italia della faziosità e della disinformazione. E’ l’Italia dei viaggi di cinismo, col tassametro pagato dai contribuenti. Gli sciacalli da noi prendono lo stipendio a fine mese, in alcuni casi molto alti, pari a più di due anni interi di quello della gran parte dei lavoratori che invece in silenzio e commossi effettuano bonifici, fanno sottoscrizioni ed inviano sms da un euro per contribuire ad aiutare gli sfollati aquilani.
C’è da rilevare che il quesito referendario è ignoto a gran parte dei cittadini. Nessuno si preoccupa di fare chiarezza. E’ vero che è difficile spiegare i diversi passi delle norme da abrogare, ma in compenso è facile chiarire gli effetti pratici che ne conseguirebbero.
Fatta eccezione per i referendum attivati per le modifiche costituzionali, con le modalità previste dalla Costituzione, il referendum in Italia è solo abrogativo. Quello da svolgere è stato richiesto per rispondere a tre quesiti. I primi due analoghi, uno per la Camera e l’altro per il Senato, con cui, attraverso articolati richiami alle leggi elettorali in vigore, si chiede di abrogare la previsione degli accorpamenti elettorali tra i partiti. Le modifiche avrebbero per conseguenza l’attribuzione del previsto premio di maggioranza al solo partito più votato. Il terzo quesito, meno importante per gli esiti politici, ma altrettanto importante, invece, per il rispetto della volontà degli elettori, vorrebbe impedire la presentazione degli stessi candidati in più collegi elettorali, in modo tale che per conoscere gli eletti non si devono aspettare le opzioni dei capilista.
Per sgombrare il campo dalla strumentalizzazione più facile, c’è un solo partito a cui questo referendum converrebbe in assoluto ed è il Pdl. Con le modifiche previste dal referendum, con una stima di forza elettorale attuale del 40% degli elettori, sarebbe il partito di gran lunga più votato ed arriverebbe a conquistare alla Camera, per effetto del premio di maggioranza, ben 340 seggi pari a circa il 55% del totale. Più difficile sarebbe, invece, ipotizzare il numero dei seggi al Senato, in quanto il premio di maggioranza è calcolato regione per regione, ma anche a palazzo Madama la maggioranza complessiva dei seggi per il Pdl sarebbe fuori discussione.
Dinanzi a questa realtà inconfutabile tutti i partiti, al di fuori di quello di Berlusconi, dovrebbero essere contrari a questo referendum. In caso contrario si dovrebbe pensare che tutti siano stati fulminati sulla via di Damasco e si siano convertiti ad un sistema bipolare e bipartitico. Se così fosse tutti dovrebbero pensare di dover confluire o nel Pdl o nel PD. Ma non sembra che siano queste le intenzioni!
Al tempo Veltroni ha avuto difficoltà nel sostenere la raccolta delle firme, non si conosce oggi come la pensa Franceschini. Il referendum piace, però, a Di Pietro e francamente non se ne capisce il perché. Forse bluffa anche lui, come tutti, come sempre!
Assieme a Franceschini, Di Pietro insiste per l’Election Day, pur sapendo che l’accorpamento con le elezioni europee ed amministrative di giugno agevolerebbe il raggiungimento del quorum rendendo così effettive le modifiche. Sembra, infatti, scontato l’esito positivo del referendum. E Di Pietro bluffa ancora, bluffa sempre!
L’esito favorevole renderebbe persino difficile, se non impossibile, l’approvazione bipartisan di una nuova legge elettorale. Nella scorsa legislatura, prima che Prodi cadesse, lo spauracchio del referendum aveva favorito l’apertura di un ampio dibattito e di un accenno di un tavolo di confronto. Perché non riprenderlo rinviando la consultazione?
Si parla di voler risparmiare il costo delle consultazioni e sarebbe saggio per le tante ragioni che si conoscono. C’è un modo, però, per risparmiare ancora di più, ed è proprio quello di rinviare il referendum, con lo scopo di superarlo del tutto, modificando nel frattempo l’attuale legge elettorale.
Vito Schepisi
Questa è l’Italia della faziosità e della disinformazione. E’ l’Italia dei viaggi di cinismo, col tassametro pagato dai contribuenti. Gli sciacalli da noi prendono lo stipendio a fine mese, in alcuni casi molto alti, pari a più di due anni interi di quello della gran parte dei lavoratori che invece in silenzio e commossi effettuano bonifici, fanno sottoscrizioni ed inviano sms da un euro per contribuire ad aiutare gli sfollati aquilani.
C’è da rilevare che il quesito referendario è ignoto a gran parte dei cittadini. Nessuno si preoccupa di fare chiarezza. E’ vero che è difficile spiegare i diversi passi delle norme da abrogare, ma in compenso è facile chiarire gli effetti pratici che ne conseguirebbero.
Fatta eccezione per i referendum attivati per le modifiche costituzionali, con le modalità previste dalla Costituzione, il referendum in Italia è solo abrogativo. Quello da svolgere è stato richiesto per rispondere a tre quesiti. I primi due analoghi, uno per la Camera e l’altro per il Senato, con cui, attraverso articolati richiami alle leggi elettorali in vigore, si chiede di abrogare la previsione degli accorpamenti elettorali tra i partiti. Le modifiche avrebbero per conseguenza l’attribuzione del previsto premio di maggioranza al solo partito più votato. Il terzo quesito, meno importante per gli esiti politici, ma altrettanto importante, invece, per il rispetto della volontà degli elettori, vorrebbe impedire la presentazione degli stessi candidati in più collegi elettorali, in modo tale che per conoscere gli eletti non si devono aspettare le opzioni dei capilista.
Per sgombrare il campo dalla strumentalizzazione più facile, c’è un solo partito a cui questo referendum converrebbe in assoluto ed è il Pdl. Con le modifiche previste dal referendum, con una stima di forza elettorale attuale del 40% degli elettori, sarebbe il partito di gran lunga più votato ed arriverebbe a conquistare alla Camera, per effetto del premio di maggioranza, ben 340 seggi pari a circa il 55% del totale. Più difficile sarebbe, invece, ipotizzare il numero dei seggi al Senato, in quanto il premio di maggioranza è calcolato regione per regione, ma anche a palazzo Madama la maggioranza complessiva dei seggi per il Pdl sarebbe fuori discussione.
Dinanzi a questa realtà inconfutabile tutti i partiti, al di fuori di quello di Berlusconi, dovrebbero essere contrari a questo referendum. In caso contrario si dovrebbe pensare che tutti siano stati fulminati sulla via di Damasco e si siano convertiti ad un sistema bipolare e bipartitico. Se così fosse tutti dovrebbero pensare di dover confluire o nel Pdl o nel PD. Ma non sembra che siano queste le intenzioni!
Al tempo Veltroni ha avuto difficoltà nel sostenere la raccolta delle firme, non si conosce oggi come la pensa Franceschini. Il referendum piace, però, a Di Pietro e francamente non se ne capisce il perché. Forse bluffa anche lui, come tutti, come sempre!
Assieme a Franceschini, Di Pietro insiste per l’Election Day, pur sapendo che l’accorpamento con le elezioni europee ed amministrative di giugno agevolerebbe il raggiungimento del quorum rendendo così effettive le modifiche. Sembra, infatti, scontato l’esito positivo del referendum. E Di Pietro bluffa ancora, bluffa sempre!
L’esito favorevole renderebbe persino difficile, se non impossibile, l’approvazione bipartisan di una nuova legge elettorale. Nella scorsa legislatura, prima che Prodi cadesse, lo spauracchio del referendum aveva favorito l’apertura di un ampio dibattito e di un accenno di un tavolo di confronto. Perché non riprenderlo rinviando la consultazione?
Si parla di voler risparmiare il costo delle consultazioni e sarebbe saggio per le tante ragioni che si conoscono. C’è un modo, però, per risparmiare ancora di più, ed è proprio quello di rinviare il referendum, con lo scopo di superarlo del tutto, modificando nel frattempo l’attuale legge elettorale.
6 commenti:
Caro vito,
una domanda: perchè la lega non vuol far raggiungere il quorum? Forse perchè il raggiungimento del pdl del 51% la metterebbe fuori dal gioco? Se è così io voterò sì: tra un pdl con la maggioranza assoluta e un pdl costretto alleato della lega preferisco di gran lunga la prima ipotesi. Io infatti considero la lega un partito estraneo all'ideologia dello stato di diritto. Insomma, sono gli eredi dei fascisti, solo che hanno la camicia verde in luogo di quella nera.
Ciao, spero in una tua risposta.
Ogni partito gioca la sua partita. In questo caso penso sia stata molto più leale la Lega, apertamente contro l'election day, che l'atteggiamento di Di Pietro e Franceschini che hanno giocato a provocare la Lega per farla uscire allo scoperto sulla questione che stava a cuore anche a loro, mostrando di stigmatizzarne la soluzione. Certi giochi sono troppo meschini per non mostrarsi per quello che sono.
A me piacerebbe invece un sistema bipolare e non bipartitico. Un sistema con sbarramenti abbastanza ampi da evitare gli aggiramenti coi giochetti tipo socialisti- Vendola-verdi etc. o rifondazione e comunisti italiani...ovvero quelli di una volta Occhetto-Di Pietro. La Lega è passata dalla secessione quando sembrava uscire dalle costole di D'Alema alla moderazione di oggi anche se non mancano eccessi. Mi piace più pensare un partito integrato nella dalettica delle alleanze e delle strategie politiche che una Lega ghetizzata a reclamare la secessione, anche se il PD non fa mai mancare i tentativi di aggancio per portarla sull'altro fronte. Caro Dario la politica, se si è fessi, è meglio lasciarla perdere, bisogna saper ingoiare anche i bocconi indigesti...specialmente se fuori ci sono gli squali che ingoiano di tutto...anche i veri fascisti come Di Pietro.
caro vito,
ti rinnovo la domanda: ma la lega vuole far fallire questo referendum perchè uscirebbe dai giochi?
E quanto al mio giudizio su di esso purtroppo resta fermo: la lega ha un'ideologia estranea allo stato di diritto. Basti pensare al reato di calndestinità (viola il principio di offensività del diritto penale), alla proposta di negare le cure ai clandestini (viola i diritti umani), alla proposta di sparare sui barconi (non solo sugli scafisti), all'invito a non comprare prodotti dagli extracomunitari (regolari!) ecc...Insomma: pdl, pd, idv, udc, rc ecc...possono essere non condivisibili ma si muovono cmq all'interno dello stato di diritto. E quanto alla secessione quella è forse la proposta meno grave. Io spero in un pdl senza lega e quanto all'atteggiamento degli altri partiti non sono così fesso da non capire la loro demagogia. Ma tra i nostri politici poi, chi è che non è uno squalo???
Saluti.
P.S.:e quanto all'ignoranza circa il referendum, perchè non fai un bell'articolo su quella maledetta categoria che formano i giornalisti italiani? Sono tutti o quasi camerieri della politica e i risultati sono ben visibili: il popolo è asfissiato dall'ignoranza dei FATTI.
Mi sembra ovvio che la lega non voglia un referendum col quale il suo peso sia annullato. E' la stessa ragione per la quale non lo vorrebbero altri partiti minori....anche Di Pietro che invece ipocritamente fa finta di volerlo. Questi è un uomo senza ritegno tanto che io voterò si soprattutto pensando a Di Pietro ed alla beffa di vederlo soccombere anche a causa della sua ipocrisia. L'unico cruccio è che sarebbe comunque sempre troppo tardi per essersi nel frattempo arricchito a beffa dei suoi ingenui sostenitori.
La Lega, però, interpreta il malessere degli italiani del nord che hanno più cura delle loro città, delle piazze, della qualità della vita nelle loro realtà. Sono profonde le differenze dalle tradizioni di sempre...io vado spesso al nord ed i centri urbani mi sembrano molto più spenti di una volta. Aleggiano preoccupazioni e timori che prima non apparivano...che civiltà è quella che non garantisce ai cittadini la serenità del tempo libero e della socializzazione? vent'anni fa per una ragazza era possibile camminare per strada di notte....oggi non è più possibile. E' pericolosi anche per i ragazzi ...senza il pericolo d'essere aggrediti per pochi spiccioli o per un telefonino se non per un capo d'abbigliamento. Dinanzi a questa realtà ci si deve interrogare senza schierarsi per semplice solidarietà per chi soffre per altri problemi...perchè questo non giustifica il sacrificio di vita di tutti. Ho sempre detto che i popoli meno fortunati devono essere aiitati da rutta la comunità internazionale nei loro paesi. E' facile per l'Europa lasciarsi istigare da interessati politici italiani contro una presunta xenofobia ma cosa fa l'Europa se noin scaricare sull'italia il problema? La Spagna spara....ma l' c'è Zapatero che è "politicamente corretto", Malta dirotta il problema sull'italia...in Grecia, Turchia e gli altri paesi del Mediterraneo non trovano pane per i loro denti e vengono... gettati in mare senza pietà. L'unico approdo è l'Italia.
Per i ...giornalisti ho scritto ...i manipolatori dell'informazione! Ciao!
caro vito,
1-il diritto alla sicurezza non deve andare a scapito della sicurezza dei diritti (in primis quelli umani). Piaccia o non piaccia questo lo impone lo stato di diritto: o si è dento o si è fuori. Essere civili è molto più difficile che essere incivili! E la lega sta interpretando a meraviglie le (giuste) paure del nord italia ma non per questo deve essere giustificata: anche hitler interpretò perfettamente le ansie del popolo tedesco. Quindi l'ideologia leghista va respinta senza se e senza ma.
Caro vito, il nord è reputato più civile del sud e per molti motivi ciò è vero. Però per altri motivi si può sostenere anche il contrario: un comizio alla gentilini qui a napoli (città piena di problemi) sarebbe semplicemente inconcepibile. Ti ammetto che sono rimasto sconvolto quando l'ho ascoltato su youtue. Ma siamo in italia o in iran? Era un discorso intriso di razzismo, indegno per una città civile.
2-il diritto alla sicurezza si garantisce con pene certe e immediate: purtroppo il nostro governo sta continuando con la demagogia infatti sta facendo la cosa più semplice e meno efficace ossia sta aumentando a ripetizione le pene dei reati. Si sa però che senza un processo celere esse non saranno MAI applicate. E basti pensare anche all'ennesimo reato previsto, quello di clandestinità che oltre ad essere illegittimo è doppiamente irrazionale: come pena è prevista una multa (quanti clandestini hanno un conto in banca? Pena incerta!) e ingolfa ulteriormente la giustizia con lo svolgimento di inutili processi (a vantaggio dei VERI delinquenti sotto processo.Pena incerta!). Ancora una volta pena incerta e giustizia lenta. Ma il governo non aveva promesso altro? Tu mi dirai che il processo si riformerà, ma converrai con me che queste misure vanno nella direzione opposta. Esse non possono che avere un solo obiettivo: la demagogia.
2-quanto a di pietro, mi sa che hai detto un'inesattezza: di pietro non si è arricchito alle spalle dei suoi votanti infatti c'è stato un documentata diatriba tra il giornale di feltri e di pietro. Feltri ha chiesto a di pietro da dove uscissero tutti quei soldi e di pietro ha risposto con documenti alla mano. Alla fine feltri ha riconosciuto la plausibilità delle motivazioni di di pietro. Ma anche se di pietro si fosse arricchito alle spalle dei suoi elettori, saresti comunque contestabile per aver utilizzato due pesi e due misure. Belrusconi infatti da quando è in politica ha quasi raddoppiato il suo patrimonio.
Di pietro è ossessionato da berlusconi e questo è vero, però mi sembra che pure voi del pdl lo siate di di pietro....
Saluti.
caro vito,
e dell'ultima splendida proposta leghista che ne pensi? Ma come fai a non inorridire di fronte all'alleanza del tuo partito con quello legista?
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