La notizia ha dell’incredibile! Ma nella scuola italiana ci sono ancora sacche di nostalgia di regime? C’è ancora chi ritiene che sia necessario essere tutti della stessa idea e che la ragione di partito o di casta o di fazione, o della più bieca e codina stupidità umana, debbano avere sempre ragione?
E’ tollerabile che se si sia “a sinistra per Veltroni” e se si sia dirigente scolastico, anche la scuola si debba uniformare in modo totalitario al pensiero unico della Preside?
Ma chi vince un concorso a dirigente scolastico ha forse diritto di condurre un’armata politica?
Ha dell’incredibile quanto è capitato a Roma ad una ragazzina di 15 anni, diligente ed autonoma, ma con la colpa di non essersi fatta trascinare dall’onda quando, senza neanche sapere per cosa, migliaia di ragazzi disertavano le lezioni e scendevano in piazza a manifestare contro il decreto Gelmini, dai più neanche conosciuto. E’ un episodio di intolleranza che non può rimanere sottaciuto e senza conseguenze perché è diseducativo, perché è un grave precedente, è illiberale, autoritario e … diciamolo pure, è un comportamento reazionario e “fascista”. La magistratura, il ministero hanno il dovere di intervenire.
La ragazzina ha avuto un bel “sei” in condotta senza aver mai avuto una sanzione disciplinare, senza essere stata mai scortese con i suoi professori e senza aver mai assunto atteggiamenti dissociati dai suoi compagni, se non nel ritenere strumentale la protesta contro il ministro Gelmini ed essersi sfilata sia dagli scioperi che dall’autogestione nella sua scuola.
La ragazzina, finita la contestazione al decreto, con la scuola tornata alla calma e con le onde già acquietate, è stata convocata dalla Preside del suo Istituto per sentir ancora parlar male del decreto Gelmini e di ciò che, secondo la dirigente scolastica, non andasse in quella legge e per sentirsi contestare una presunta sua responsabilità per aver mancato nel non dar credito alla contestazione dei professori e degli studenti.
La difesa della ragazzina, minorenne, nel sostenere invece di voler ragionare col proprio cervello e di non volersi far strumentalizzare è risultata inutile e forse anche irritante agli occhi di chi è “a sinistra per Veltroni”, per essersi la Preside candidata in una lista vergata con quello slogan, all’assemblea regionale del PD.
Se questo non è un messaggio diseducativo?
Se non è dirompente il messaggio di un Dirigente Scolastico che convoca degli adolescenti che non hanno scioperato per contestare le loro scelte di pensiero?
Se non è diseducativo l’atteggiamento di una Preside che si lascia andare, quasi fosse impegnata in un comizio politico, a dissentire dal governo e dal ministro della P.I., e disprezzare la ferma e coraggiosa rivendicazione di una giovane per la sua autonomia di pensiero e di scelta?
Ma può una preside censurare il pensiero, moderato, ma fermo e coerente, di un suo studente?
Ma quale educazione di vita viene impartita oggi nella scuola ai nostri giovani?.
Alla mamma della ragazzina che chiedeva spiegazioni, la stessa Preside ha voluto ancora una volta e con caparbia ostinazione, far valere le sue ragioni politiche di contrarietà al decreto, ed al reiterare della rivendicazione della genitrice, preposta in prima persona ad impartire l’educazione di vita ai propri figli, del diritto di non essere d’accordo e della legittimità dei giovani nel voler ragionare con la propria testa, la mamma s’è sentita strillare addosso che non le poteva insegnare il mestiere.
Questa preside, se sta nella scuola, e per il tempo che sta, dovrebbe avere il buon senso di sdoppiarsi dalla sua collocazione “a sinistra con Veltroni”….o c’è bisogno che qualcuno le ricordi che quella è un’altra assemblea?
Vito Schepisi su l'Occidentale
E’ tollerabile che se si sia “a sinistra per Veltroni” e se si sia dirigente scolastico, anche la scuola si debba uniformare in modo totalitario al pensiero unico della Preside?
Ma chi vince un concorso a dirigente scolastico ha forse diritto di condurre un’armata politica?
Ha dell’incredibile quanto è capitato a Roma ad una ragazzina di 15 anni, diligente ed autonoma, ma con la colpa di non essersi fatta trascinare dall’onda quando, senza neanche sapere per cosa, migliaia di ragazzi disertavano le lezioni e scendevano in piazza a manifestare contro il decreto Gelmini, dai più neanche conosciuto. E’ un episodio di intolleranza che non può rimanere sottaciuto e senza conseguenze perché è diseducativo, perché è un grave precedente, è illiberale, autoritario e … diciamolo pure, è un comportamento reazionario e “fascista”. La magistratura, il ministero hanno il dovere di intervenire.
La ragazzina ha avuto un bel “sei” in condotta senza aver mai avuto una sanzione disciplinare, senza essere stata mai scortese con i suoi professori e senza aver mai assunto atteggiamenti dissociati dai suoi compagni, se non nel ritenere strumentale la protesta contro il ministro Gelmini ed essersi sfilata sia dagli scioperi che dall’autogestione nella sua scuola.
La ragazzina, finita la contestazione al decreto, con la scuola tornata alla calma e con le onde già acquietate, è stata convocata dalla Preside del suo Istituto per sentir ancora parlar male del decreto Gelmini e di ciò che, secondo la dirigente scolastica, non andasse in quella legge e per sentirsi contestare una presunta sua responsabilità per aver mancato nel non dar credito alla contestazione dei professori e degli studenti.
La difesa della ragazzina, minorenne, nel sostenere invece di voler ragionare col proprio cervello e di non volersi far strumentalizzare è risultata inutile e forse anche irritante agli occhi di chi è “a sinistra per Veltroni”, per essersi la Preside candidata in una lista vergata con quello slogan, all’assemblea regionale del PD.
Se questo non è un messaggio diseducativo?
Se non è dirompente il messaggio di un Dirigente Scolastico che convoca degli adolescenti che non hanno scioperato per contestare le loro scelte di pensiero?
Se non è diseducativo l’atteggiamento di una Preside che si lascia andare, quasi fosse impegnata in un comizio politico, a dissentire dal governo e dal ministro della P.I., e disprezzare la ferma e coraggiosa rivendicazione di una giovane per la sua autonomia di pensiero e di scelta?
Ma può una preside censurare il pensiero, moderato, ma fermo e coerente, di un suo studente?
Ma quale educazione di vita viene impartita oggi nella scuola ai nostri giovani?.
Alla mamma della ragazzina che chiedeva spiegazioni, la stessa Preside ha voluto ancora una volta e con caparbia ostinazione, far valere le sue ragioni politiche di contrarietà al decreto, ed al reiterare della rivendicazione della genitrice, preposta in prima persona ad impartire l’educazione di vita ai propri figli, del diritto di non essere d’accordo e della legittimità dei giovani nel voler ragionare con la propria testa, la mamma s’è sentita strillare addosso che non le poteva insegnare il mestiere.
Questa preside, se sta nella scuola, e per il tempo che sta, dovrebbe avere il buon senso di sdoppiarsi dalla sua collocazione “a sinistra con Veltroni”….o c’è bisogno che qualcuno le ricordi che quella è un’altra assemblea?
Vito Schepisi su l'Occidentale
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