La sinistra sta attuando il programma che gli riesce meglio. Sta imbrigliando l’iniziativa politica con l’idea di rendere grigia l’iniziativa del governo.
Il ragionamento è molto semplice. Se ci sono due coalizioni politiche di cui una è capace di essere sufficientemente coesa e di poter portare avanti un programma di riforme, mentre l’altra mostra attitudine solo a scontrarsi al suo interno; se una maggioranza non di sinistra riesce a risolvere alcune tra le ataviche emergenze del Paese, mentre l’altra è capace solo di rendere acuti i problemi e di creare nuove emergenze, l’unica cosa da fare per la sinistra è impedire che la coalizione avversa riesca a portare avanti il suo programma. Impedirle di governare, anche aizzandole contro la piazza.
E’ ciò che succede dal 1994 in Italia. E’ ciò che succede da quando la macchina da guerra di Occhetto ha perso a sorpresa le elezioni che riteneva d’aver già vinto.
E se non è stata la piazza ad essere usata, è stata la magistratura.
Quando si parla di lotta senza quartiere in nome di una presunta superiorità etica e di una maggiore sensibilità democratica, e si parla di difesa con tutti i mezzi della pretesa centralità della sinistra nella gestione del Paese, introducendo persino allarmi di pericoli, derive, emergenze, si ha idea di cosa la sinistra abbia fatto e continua a fare per osteggiare tutte le iniziative della maggioranza indicata dagli elettori italiani.
La sua azione è rivolta a contrastare anche le soluzioni che possano recare beneficio al Paese o essere apprezzate dai cittadini come scelte di buonsenso e di responsabilità.
Gli esempi non mancano e tra tutti si potrebbero citare le questioni della spazzatura di Napoli, la lotta alla criminalità ed il dramma dell’immigrazione clandestina. Sono emergenze che non avrebbero colore politico, non di destra o di sinistra, perché solo attinenti la qualità della vita.
Le regole di convivenza sono presenti, infatti, nei paesi con governi di destra e di sinistra e sono patrimonio più delle complessive conquiste civili che dei contenuti politici di un solo partito.
E’ un po’ come il liberalismo per Croce che sosteneva che la dottrina della libertà dovesse essere patrimonio più largo e diffuso tra gli intellettuali, da cui l’ipotesi di un liberalismo pre-partito.
La volontà dei cittadini di richiedere all’amministrazione del Paese di poter vivere con le loro famiglie in sicurezza, in un ambiente decoroso ed igienicamente sicuro, cautelando i simboli delle loro tradizioni e preservando le fondamenta della loro educazione, rappresentano le basi naturali di una ragione costitutiva della propria comunità.
Anche il multilateralismo e la società multietnica di cui si fa un gran parlare, soprattutto in questi giorni per la vittoria di Obama negli USA, hanno bisogno di criteri di guida imprescindibili, perché la cultura non può definirsi tale se demolisce le fondamenta delle tradizioni dei popoli.
Le origini, i costumi, gli usi non sono solo patrimonio materiale e reperti storici da esibire nelle mostre o epigoni culturali da discutere nei convegni, sono invece parte integrante della cultura e del sentimento degli uomini.
Gli individui e le società libere, pertanto, rifuggono il materialismo storico retaggio del marxismo rivoluzionario che annulla le coscienze individuali e si rifugia nella lotta di classe quale superamento dell’individuo e della sua storia.
Ciò che è più strano è che la nuova cultura della destra neo liberale, anche per l’espandersi della globalizzazione, incomincia ad apprezzare sempre più l’introduzione delle regole, anche in antitesi al liberismo economico, e quindi a rivalutare l’intervento dello stato quale soggetto economico che dirime i contrasti, attenua le tensioni e ammortizza i disagi sociali.
L’abbiamo visto con la questione Alitalia in cui è prevalso il senso della opportunità per il Paese, dinanzi persino alle regole di una Europa fondata sui principi della finanza e delle banche.
E’ strano perché la sinistra in sbandata ideale riesce persino a contestare alla destra questa scelta di coscienza solidale, di responsabilità sociale e di maturità democratica del governo.
Questa questione ricorda un po’ Agnelli che sosteneva che siano i governi di sinistra a realizzare i programmi della destra e, viceversa, quelli di destra a condurre le politiche sociali.
Vito Schepisi
Il ragionamento è molto semplice. Se ci sono due coalizioni politiche di cui una è capace di essere sufficientemente coesa e di poter portare avanti un programma di riforme, mentre l’altra mostra attitudine solo a scontrarsi al suo interno; se una maggioranza non di sinistra riesce a risolvere alcune tra le ataviche emergenze del Paese, mentre l’altra è capace solo di rendere acuti i problemi e di creare nuove emergenze, l’unica cosa da fare per la sinistra è impedire che la coalizione avversa riesca a portare avanti il suo programma. Impedirle di governare, anche aizzandole contro la piazza.
E’ ciò che succede dal 1994 in Italia. E’ ciò che succede da quando la macchina da guerra di Occhetto ha perso a sorpresa le elezioni che riteneva d’aver già vinto.
E se non è stata la piazza ad essere usata, è stata la magistratura.
Quando si parla di lotta senza quartiere in nome di una presunta superiorità etica e di una maggiore sensibilità democratica, e si parla di difesa con tutti i mezzi della pretesa centralità della sinistra nella gestione del Paese, introducendo persino allarmi di pericoli, derive, emergenze, si ha idea di cosa la sinistra abbia fatto e continua a fare per osteggiare tutte le iniziative della maggioranza indicata dagli elettori italiani.
La sua azione è rivolta a contrastare anche le soluzioni che possano recare beneficio al Paese o essere apprezzate dai cittadini come scelte di buonsenso e di responsabilità.
Gli esempi non mancano e tra tutti si potrebbero citare le questioni della spazzatura di Napoli, la lotta alla criminalità ed il dramma dell’immigrazione clandestina. Sono emergenze che non avrebbero colore politico, non di destra o di sinistra, perché solo attinenti la qualità della vita.
Le regole di convivenza sono presenti, infatti, nei paesi con governi di destra e di sinistra e sono patrimonio più delle complessive conquiste civili che dei contenuti politici di un solo partito.
E’ un po’ come il liberalismo per Croce che sosteneva che la dottrina della libertà dovesse essere patrimonio più largo e diffuso tra gli intellettuali, da cui l’ipotesi di un liberalismo pre-partito.
La volontà dei cittadini di richiedere all’amministrazione del Paese di poter vivere con le loro famiglie in sicurezza, in un ambiente decoroso ed igienicamente sicuro, cautelando i simboli delle loro tradizioni e preservando le fondamenta della loro educazione, rappresentano le basi naturali di una ragione costitutiva della propria comunità.
Anche il multilateralismo e la società multietnica di cui si fa un gran parlare, soprattutto in questi giorni per la vittoria di Obama negli USA, hanno bisogno di criteri di guida imprescindibili, perché la cultura non può definirsi tale se demolisce le fondamenta delle tradizioni dei popoli.
Le origini, i costumi, gli usi non sono solo patrimonio materiale e reperti storici da esibire nelle mostre o epigoni culturali da discutere nei convegni, sono invece parte integrante della cultura e del sentimento degli uomini.
Gli individui e le società libere, pertanto, rifuggono il materialismo storico retaggio del marxismo rivoluzionario che annulla le coscienze individuali e si rifugia nella lotta di classe quale superamento dell’individuo e della sua storia.
Ciò che è più strano è che la nuova cultura della destra neo liberale, anche per l’espandersi della globalizzazione, incomincia ad apprezzare sempre più l’introduzione delle regole, anche in antitesi al liberismo economico, e quindi a rivalutare l’intervento dello stato quale soggetto economico che dirime i contrasti, attenua le tensioni e ammortizza i disagi sociali.
L’abbiamo visto con la questione Alitalia in cui è prevalso il senso della opportunità per il Paese, dinanzi persino alle regole di una Europa fondata sui principi della finanza e delle banche.
E’ strano perché la sinistra in sbandata ideale riesce persino a contestare alla destra questa scelta di coscienza solidale, di responsabilità sociale e di maturità democratica del governo.
Questa questione ricorda un po’ Agnelli che sosteneva che siano i governi di sinistra a realizzare i programmi della destra e, viceversa, quelli di destra a condurre le politiche sociali.
5 commenti:
Caro Vito.
Vorrei cogliere l'occasione per ricordare quelle diciannove persone morte a Nassiriya.
Chi crede (come me) preghi per loro!
Chi non crede rifletta sul vero senso dell'abnegazione verso il prossimo.
Quelle diciannove persone sono un vero senso di eroismo ed amore per la patria.
Non dimentichiamolo!
Cordiali saluti.
Antonio Gabriele Fucilone
Caro Antonio oggi ho rilasciato un commento sul blog dell'amica June su Libero ad un post in memoria delle vittime di Nassyria, Ecco quanto ho scritto: "il sacrificio dei nostri soldati impegnati in missione di pace e di sostegno alle popolazioni civili, colpiti prima dalla viltà di un terrorismo spietato e irrazionale, e poi dalla viltà dei commazionali che nelle piazze delle nostre città hanno inneggiato alla reiterazione di quel brutale crimine, resterà alla storia come un episodio emblematico della follia e della spietata e cinica stupidità della sinistra, purtroppo per tanti versi ancora comunista. L'Italia ed il popolo italiano non dimenticheranno. E chi proverà a manipolare la storia, come è stato per altre vicende, come ad esempio le foibe e le infamie della resistenza, troverà sempre un'Italia di uomini liberi che si batterà senza freni per ricordare i nostri eroi e testimoniare l'infamia di coloro che ne hanno offeso la memoria". Ciao! Ed a presto. Vito
Caro Vito.
Da parte di Sagliocco mi è arrivata una segnalazione di un bambino 17 mesi che sta morendo di leucemia fulminante!
Per maggiori informazioni rivolgiti a Cinzia Scotti tramite il numero telefonico 02 26433006 o il fax 02 26432384 oppure tramite l'e-mail scotti.cinzia@hsr.it.
L'indirizzo è Fondazione San Raffaele, Via Olgettina n°60 20123 Milano.
Si cerca un donatore B+.
Cordiali saluti.
Antonio Gabriele Fucilone
Ciao Antonio...l'ho ricevuta anch'io da Giuseppe questa mattina e l'ho fatta girare sulle caselle mail del mio archivio. Un saluto. Vito
Caro Vito.
Io ho fatto girare l'appello alla diocesi di Mantova e ad alcuni membri del Pdl e dell'Udc di Roncoferraro.
Inoltre, l'ho fatto girare anche in un forum di "Affari Italiani", quello che parla della parola "clandestino" espunta dai vocabolari.
Qualche minuto fa, ho mandato l'appello anche all'Ospedale "Carlo Poma" di Mantova.
Tramite e-mail, ho anche suggerito alla signora Scotti di contattare il portale "Italia chiama Italia".
Speriamo che si aiuti quel bambino.
Cordiali saluti.
Antonio Gabriele Fucilone
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