Se Veltroni sperava di sgonfiare la bolla Di Pietro non c’è riuscito. Osservando i sondaggi, pubblicati da Affari Italiani il 7 ottobre, il tentativo di corrergli dietro ha sortito ben tre effetti opposti a quelli che il segretario del PD voleva ottenere: ha ridotto nelle intenzioni di voto degli italiani il consenso verso il PD, sceso al 28% dell’elettorato; ha favorito notevolmente la crescita dell’Italia dei Valori di Di Pietro, che ha raggiunto l’8%; ha incrementato il consenso al Pdl che si conferma stabilmente come primo partito italiano, raggiungendo il 41% delle intenzioni di voto.
Se poi la Lega resta stabile al 9%, il Movimento delle Autonomie di Lombardo, anch’esso stabile sull’1% e la destra di Storace mantiene il suo 2%, è la sinistra nel suo insieme che perde voti a favore del centrodestra.
Tra il Pdl e il PD ci sono ora due interi partiti di differenza: l’Idv + l’Udc che insieme fanno 13 di percentuale. Il solo partito di Berlusconi supera tutta insieme l’intera sinistra (quella che somma a Veltroni, Di Pietro, e la sinistra arcobaleno, attestatasi sul 4%).
Un autunno da dimenticare per il PD. In così breve tempo sta inanellando un’onda lunga di sonore sconfitte. Per sgonfiare un’azione politica inconsistente, quanto una bolla di sapone, per lo spessore molto contenuto di Di Pietro, Veltroni ha perso il fiato e non regge alla distanza.
Ha più di una ragione, quindi, il Sindaco di Venezia, Cacciari, a definire il segretario PD “ridicolo” e “inadeguato”. Ridicolo perché sforna il solito piatto dell’emergenza democratica. Se “Berlusconi è un'anomalia del sistema democratico”, come sostiene Veltroni, Cacciari osserva: “Ma se è dal 1994 che è in politica! E' una cattiva battuta, una cosa che fa ridere".
Il leader del PD è inadeguato perché alle iniziative della maggioranza, ritenute dallo stesso Cacciari semplici “spot”, non riesce a contrapporre niente e, soprattutto, blocca il confronto sulle riforme per cui il Paese corre il rischio di perdere ancora una legislatura. “Il governo sta facendo spot e l'opposizione manifestazioni. Chi ha più torto? Non lo so. Ma - conclude il sindaco di Venezia – nessuno dei due è adeguato al problema e alla crisi che stiamo attraversando”.
Alla politica prima dell’Ulivo, poi dell’Unione, costruita sulla delegittimazione di Berlusconi e dei suoi alleati (l’ultimo Governo di Prodi pervicacemente, invece di cavalcare la ripresa della congiuntura internazionale, disponeva prevalentemente controriforme che annullassero i provvedimenti del governo precedente), l’elettorato moderato e popolare ha risposto premiando il Pdl. Ha così legittimato la maggioranza che si è formata sui valori della moderazione e del riformismo. Anche se molti elettori hanno creduto alla svolta di Veltroni ed hanno sperato che anche in Italia prevalesse la normalità nel confronto politico, a prevalere nel PD è stato lo zoccolo duro dei post comunisti. C’è una consistente fascia di elettorato di sinistra che esaurisce il suo messaggio politico con la sola idea dell’eliminazione dell’odiato Berlusconi.
Perché Veltroni corre dietro allo zoccolo duro e rinuncia alla sfida al Pdl sul centro e sul riformismo? L’unica risposta è che sia confuso. Ma Di Pietro si sgonfia con la buona politica e non inseguendolo con la trebbiatrice.
Cacciari è certamente tra coloro che speravano “che potesse essere la volta buona per una certa intesa per fare riforme serie, condivise e bipartisan”. Ma se le parole di Cacciari possono starci in un confronto teso, ma legittimo, con la maggioranza; se sono osservazioni critiche e costruttive, come dovrebbero essere nel linguaggio di una opposizione democratica, le sue osservazioni devono, invece, essere considerate dei veri macigni scagliati contro il leader del suo partito.
Si ha l’impressione che all’interno del PD si va formando una fronda di aperta rottura con il segretario. Se il PD trovasse al suo interno una classe dirigente di estrazione democratica, liberale e riformista, si potrebbe anche sperare di rendere anche il nostro un Paese normale.
Vito Schepisi su l'Occidentale
Se poi la Lega resta stabile al 9%, il Movimento delle Autonomie di Lombardo, anch’esso stabile sull’1% e la destra di Storace mantiene il suo 2%, è la sinistra nel suo insieme che perde voti a favore del centrodestra.
Tra il Pdl e il PD ci sono ora due interi partiti di differenza: l’Idv + l’Udc che insieme fanno 13 di percentuale. Il solo partito di Berlusconi supera tutta insieme l’intera sinistra (quella che somma a Veltroni, Di Pietro, e la sinistra arcobaleno, attestatasi sul 4%).
Un autunno da dimenticare per il PD. In così breve tempo sta inanellando un’onda lunga di sonore sconfitte. Per sgonfiare un’azione politica inconsistente, quanto una bolla di sapone, per lo spessore molto contenuto di Di Pietro, Veltroni ha perso il fiato e non regge alla distanza.
Ha più di una ragione, quindi, il Sindaco di Venezia, Cacciari, a definire il segretario PD “ridicolo” e “inadeguato”. Ridicolo perché sforna il solito piatto dell’emergenza democratica. Se “Berlusconi è un'anomalia del sistema democratico”, come sostiene Veltroni, Cacciari osserva: “Ma se è dal 1994 che è in politica! E' una cattiva battuta, una cosa che fa ridere".
Il leader del PD è inadeguato perché alle iniziative della maggioranza, ritenute dallo stesso Cacciari semplici “spot”, non riesce a contrapporre niente e, soprattutto, blocca il confronto sulle riforme per cui il Paese corre il rischio di perdere ancora una legislatura. “Il governo sta facendo spot e l'opposizione manifestazioni. Chi ha più torto? Non lo so. Ma - conclude il sindaco di Venezia – nessuno dei due è adeguato al problema e alla crisi che stiamo attraversando”.
Alla politica prima dell’Ulivo, poi dell’Unione, costruita sulla delegittimazione di Berlusconi e dei suoi alleati (l’ultimo Governo di Prodi pervicacemente, invece di cavalcare la ripresa della congiuntura internazionale, disponeva prevalentemente controriforme che annullassero i provvedimenti del governo precedente), l’elettorato moderato e popolare ha risposto premiando il Pdl. Ha così legittimato la maggioranza che si è formata sui valori della moderazione e del riformismo. Anche se molti elettori hanno creduto alla svolta di Veltroni ed hanno sperato che anche in Italia prevalesse la normalità nel confronto politico, a prevalere nel PD è stato lo zoccolo duro dei post comunisti. C’è una consistente fascia di elettorato di sinistra che esaurisce il suo messaggio politico con la sola idea dell’eliminazione dell’odiato Berlusconi.
Perché Veltroni corre dietro allo zoccolo duro e rinuncia alla sfida al Pdl sul centro e sul riformismo? L’unica risposta è che sia confuso. Ma Di Pietro si sgonfia con la buona politica e non inseguendolo con la trebbiatrice.
Cacciari è certamente tra coloro che speravano “che potesse essere la volta buona per una certa intesa per fare riforme serie, condivise e bipartisan”. Ma se le parole di Cacciari possono starci in un confronto teso, ma legittimo, con la maggioranza; se sono osservazioni critiche e costruttive, come dovrebbero essere nel linguaggio di una opposizione democratica, le sue osservazioni devono, invece, essere considerate dei veri macigni scagliati contro il leader del suo partito.
Si ha l’impressione che all’interno del PD si va formando una fronda di aperta rottura con il segretario. Se il PD trovasse al suo interno una classe dirigente di estrazione democratica, liberale e riformista, si potrebbe anche sperare di rendere anche il nostro un Paese normale.
Vito Schepisi su l'Occidentale
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