29 gennaio 2008

Al Voto per scegliere

E se invece di soffermarsi sui soliti aspetti negativi della politica, quella fatta di chiacchiere e di polemiche si pensasse a ricondurre l’interesse generale sulle scelte per il Paese? Non è bene che si chiuda la stagione della politica frivola?
Basta con la fiera delle parole vuote e dei pettegolezzi in cui ciascuno guarda in casa dell’altro e rileva motivi di superficialità, disinteresse e insufficiente coerenza. Si dovrebbe operare perché si riconduca finalmente il confronto politico alla semplicità del suo funzionamento, alle economie delle risorse, soprattutto alla loro razionalizzazione con i dovuti tagli nei settori non funzionali. E’ urgente provvedere ai tagli allo spreco e soprattutto ai tagli all’uso di risorse economiche utilizzate per soddisfare gli appetiti di casta. Basta anche con il grande fratello che passa tra i fili del telefono e nelle storie private dei singoli. Basta al ricatto come strumento di lotta politica.
Le scelte, finalmente le scelte, tra un’Italia che semplifichi i rapporti con i cittadini, snellendo burocrazia ed oneri, riducendo le tasse ed i privilegi, ed un’altra che arranca tra le contraddizioni e le tasse, sommersa da spese, da oneri, da costi, dalla politica invasiva e vorace. Non si possono tollerare i salari falcidiati dall’aumento costante del costo della vita, ben oltre quello registrato dagli indici di inflazione, ed una casta politica pletorica e diffusa, ben servita, ben pagata, spesso impunita.
Che si voti per le scelte allora! Il confronto politico non consiste nella contabilità dei provvedimenti giudiziari e nella ricerca fisionomica dell’ombrosità dei personaggi, ma nella capacità di presentare progetti di governo e di proporre idee di realizzazione. Con Prodi è questo soprattutto che è mancato
Si parla tanto di trasparenza, ed i media ricordano puntualmente quanto sia difficile per il cittadino comprendere il valore costruttivo di un battibecco, per indulgere ancora a mantenere comportamenti di scontro e di volgari recriminazioni sull’operato degli altri, con i consueti corollari del rinfaccio reciproco di episodi di rilevanza giudiziaria.
Per essere credibili non basta urlare nelle orecchie degli altri e dare del ladro e del farabutto a destra ed a manca, o mettere alla berlina il personaggio politico ed utilizzare le doti di comico per esser simpatico. Insomma non è facendo il Grillo di turno che si propongono soluzioni per il Paese o che si possa pretendere di riscuoterne la fiducia. Basta con i forcaioli senza idee. I comportamenti delittuosi devono essere sanzionati, e con severità, soprattutto se sono di provenienza politica, ma se diventano fumo per la strumentalizzazione politica finisce, invece, che nessuno paga. I canali d’informazione potrebbero persino essere il valore aggiunto della comprensione e della puntualizzazione sistematica della verità di fatti, esigenze e circostanze, senza lasciarsi coinvolgere nella partigianeria politica. Ma sappiamo che non sempre è così!
Si indulge spesso sui luoghi comuni o sulle parole d’ordine coniate per sintesi di suggestioni non sempre attendibili. C’è molta responsabilità di quei settori mediatici che per comodità, servilismo e persino protagonismo fanno da cassa di risonanza alle ipotesi più suggestive. Su questo ha persino ragione Fassino quando accusa i giornali di costruire i titoli, di evocare conflitti e furbizie, di ricercare complotti da raccontare ad ogni riproporsi di una pur giusta e corretta dialettica fra i partiti o all’interno degli stessi. Non è sempre vero che dietro l’angolo ci sia sempre qualcosa, come è pur facile verificare nella vita d’ogni giorno quando svoltando l’angolo spesso si osservano le stesse cose che si son viste prima di svoltarlo. La fiction ha preso il largo nell’immaginario collettivo dove ognuno diventa regista del film della propria fantasia.
E’ ora di finirla con le cagnare senza senso e con l’esercizio delle delegittimazioni. Non si può consentire che una parola d’ordine della politica, grazie alla compiacenza dei media, possa diventare la sintesi di un programma politico per chiedere al Paese di schierarsi contro. Deve essere sufficiente il consenso elettorale perché un governo svolga il suo compito. In caso contrario qualsiasi governo resterebbe al palo dell’immobilismo. Il timore della impopolarità non può, ancora, impedire ai governi di essere spinta di rinnovamento ed intercettore della domanda di democrazia e di evoluzione di leggi e di opportunità.
Cos’è un governo se non l’interprete di una fascia, la più larga possibile, di esigenze popolari? E cos’è un esecutivo se non l’anima amministrativa del Paese che debba saper mediare le richieste delle diverse fasce sociali?
E’ attraverso il rapporto con le forze produttive del Paese che immancabilmente e per motivi diversi, spesso anche conflittuali, si rivolgono allo Stato per ottenere gli strumenti per rendere al meglio i propri servizi e ricavarne i mezzi necessari per vivere, per crescere, per rinnovarsi, per occupare manodopera, che si sviluppa la coscienza democratica delle popolazioni. Attraverso l’opera di equilibrio tra le esigenze delle famiglie, le politiche dell’impresa e le diverse esigenze dello stato che si mette in moto il meccanismo virtuoso che fa muovere le risorse economiche. Il rapporto costruttivo tra politica, famiglia ed impresa fa girare l’economia e contribuisce al rilascio di quelle risorse plurime ed eterogenee con cui lo Stato sviluppa i sistemi delle garanzie, della sicurezza e dei servizi.
Le elezioni oggi sono l’unica via d’uscita dalla crisi delle scelte che ha afflitto l’esecutivo di Prodi. E’ persino ora inutile ricercare le causa di questa crisi. Ma è opportuno ricordare cosa chiedere alla politica per non ripetere gli errori. E’ sulla proposta politica, quindi sui programmi e sulla credibilità dei partiti a portarli a compimento, che si registri, finalmente, la volontà degli elettori italiani.

Vito Schepisi

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ONE WAY: STURZO

Casini qua,casini là, casini a porta a porta,casini mi è piaciuto,casini ieri non mi è dispiaciuto.....
Casini è un politico in CAMPAGNA ELETTORALE.
Possibile che vi facciate abbindolare pure voi?
Se ha detto cose condivisibili non è detto che le pensi davvero. Possibile che si dimentichino in un baleno le storture operate,i soprusi?
Certo,la facile obiezione già la sento: "eh,si.ora giochiamo allo sfascio.proprio ora che casini....".
Ma no, no. Il punto è che SPESSO le persone non cambiano da un giorno all'altro: è un percorso lungo ed accidentato e, salvo eccezioni, richiede un lungo tempo.
E soprattutto la capacità e l'umiltà di mettersi in discussione. Se ciò non avviene nel cuore di un uomo allora c'è ben poco da attendersi.
Non si può separare la sfera del privato,delle concrete scelte di vita, dall'operato pubblico. Tanto più son da prendere con le molle le dichiarazioni in campagna elettorale.
Da tempo ha capito che l'ambizioso (forse più di lui) uomo di confindustria mira a governare il Paese. E ci riuscirebbe DAVVERO se ancora una volta il PROVVIDENZIALE uomo di arcore,Silvio Berlusconi, non ci salvasse dall'ennesima bizzarria tutta italiana.
Ripeto:ancora una volta Berlusconi ci salverà. Ma, santo Cielo, aiutiamolo! O almeno non lo ostacoliamo.
E, una preghiera all'Onorevole Ferdinando Adornato: si RI-allei con Silvio Berlusconi, non lo molli, le sue (di Berlusconi) straordinarie capacità e la di lei competenza ed autorevolezza nel dialogo autentico fra il cattolicesimo(lei parla di cristianesimo,ma non conta ORA questo distinguo) e i veri,autentici liberali, può portarvi molto lontano per l'autentico Bene dell'Italia. Gianfranco Morra, Gaetano Quagliariello, Giovanni Palladino, Lucetta Scaraffia, Angelo Crespi, Marcello Pera, Giuliano Ferrara: l'Italia ha bisogno di voi.


COSIMO DE MATTEIS

Anonimo ha detto...

Caro De Matteis...certo l'Italia ha bisogno di recuperare tutti i valori liberali e democratici del Paese. Purtroppo c' è anche l'Udc che non si può lasciare a beneficio di Veltroni. Ora la "rosa bianca" di Baccini e Tabacci fa comprendere cosa realmente bolliva in pentola. E' bene così perchè è bene che emergano prima le intenzioni...a differenza di Follini che fino al giorno prima spergiurava di non voler passare a sinistra. Sono certo che l'elettorato dell'Udc sia prevalentemente difforme e contrario alla sinistra e che l'uscita non ridurrà più di tanto l'intero centrodestra. Per i liberali...non ho dubbi che saranno compatti contro una vecchia maggioranza che si è mostrata illiberale. Me lo auguro. vs

Unknown ha detto...

Ciao Vito...Grazie per il commento lasciato sulla mia pagina, io ho letto come sempre con piacere il tuo ultimo post e mi pregio riportarti alcune considerazioni....
Quando leggo il "pensiero" (!!!) di buona fetta del popolo di sinistra, quello che si abbevera alle tinozze di BALLARO' e della REPUBBLICA ogni volta penso che non se ne puo' più delle loro querimonie...
Detta in parole povere, hanno rotto!!!
Si può passar sopra alle cretinate che scrivono in proposito di quel papocchio sgangherato che fu il governo Prodi...E si può passar sopra anche alle scemenze sulle quinte colonne e alle amene e spesso ineducate battute sul mio stato servile...Il sacco dà la farina che ha...cari sinistri, ma FICCATEVI BENE NELLA ZUCCA che UN VOTO DATO ALLA SINISTRA NON è PIU' INFLUENTE, PIU' GIUSTO, PIU' DEMOCRATICO DI UN VOTO DATO ALLA DESTRA!!! Che "democratico" non è soltanto cio' che fa, dice e pensa la sinistra...Ed infine, che la sinistra non è ne sarà mai sinonimo di maggioranza (del popolo) come voi scioccamente ritenete....Perchè, vedete, voi potete continuare a rigirare la frittata come volete, , ma l'utensile della democrazia si chiama PALLOTTOLIERE...I voti si calcolano, non si pesano come voi pretendereste che fosse...Capisco che per quelli come voi sono cose difficili da mandar giù ma lo dico per il vostro bene: FATEVENE UNA RAGIONE!!! Avete bisogno di una lezione, e noi ve la impartiremo, alle urne...Così la finite finalmente di scocciare!! Oltretutto qualche giorno fa i girotondini hanno deciso di ritornare in piazza a ballare il saltarello per dire no alle elezioni...Pertanto con una sola fava prenderemo altri piccioni e anche quei vispi e vispe Terese la smetteranno di scocciare...E' il bello della DEMOCRAZIA , cari anonimi democratici: zittire i seccatori (come voi)... Saluti azzurri Vito, e come sempre un forte abbraccio
Giuseppe Sagliocco