19 luglio 2013

Democrazia e società civile


E' attiva una campagna di gruppi che si richiamano alla "società civile" che spingono per una candidatura a Sindaco di Bari del PM Desirèe Digeronimo, chiedendo ai grillini del M5S di unirsi a loro. 
Requisito essenziale è di non essere iscritti a partiti. 
Pur non essendo iscritto a nessun partito e pur con tantissime riserve che ho sull'attuale organizzazione partitocratica del Paese, non penso che una democrazia liberale possa prescindere dal pluralismo e dal confronto tra i partiti. 
Senza i partiti non c'è democrazia. 
E' in crisi il sistema della delega. Si vorrebbe un sistema che dia agli elettori un potere più ampio, come, ad esempio, quello di indicare un premier, un governo, un rappresentante e garante dello stato, togliendo ai partiti l'arte del compromesso e dell'accomodamento.
Quando il popolo stabilisce, fino a nuove elezioni, si devono aver chiari ruoli e programmi.
Questo sarebbe accettabile e condivisibile, ma pensare che si possa governare anche un piccolo comune con gli umori discordanti della così detta "società civile" - in cui spesso prevale chi si organizza e chi grida di più, o chi interrompe un tratto di strada, occupa una sede istituzionale o si stende sui binari della ferrovia - sarebbe impensabile. 
In questo modo non si rende un'immagine di trasparenza e di trasversalità a Desirèe Digeronimo. 
C'è un'area di opposizione al "sistema" Emiliano che è di gran lunga più largo. Io penso a questa area che è larga, larghissima. Che è maggioranza! 
Altrimenti è tutto inutile ... consegniamo la città al designato di Emiliano. 
Assisteremo ai colpi di teatro da qui alle elezioni! I professionisti della politica dell'inciucio stanno in agguato. Stanno già prendendo le misure a questo nuovo fenomeno. Repubblica che fa l'occhiolino a questa iniziativa, in verità, con l'articolo della scorsa settimana, le ha già tagliato un pezzo di gamba. 
O si crede di avere a che fare con armate leggere? 
Quando si metterà in moto l'artiglieria pesante, anche questa sarà stata solo una bella avventura. L'opportunità, invece, andrebbe utilizzata con trasparenza. Ci si può provare. Io direi che per il bene di Bari ci dobbiamo provare. 
UNITI SI PUO' VINCERE AL PRIMO TURNO. 
Agli amici di questo movimento l'ho detto in modo molto chiaro: per Bari voglio vincere. Abbiamo il dovere di liberare Bari dalle caste e dagli apparati, dai sistemi della parcellizzazione, dall'immobilismo amministrativo, dal degrado e dall'agonia lenta della nostra Città. 
In quest'area di opposizione ci sono i partiti ed i valori fondanti della democrazia che restano. Ci sono le idee, i modelli, i sentimenti, la cultura di appartenenza ed anche quella visione d'insieme di un sistema sociale che è il nucleo propulsivo del confronto tra i partiti. 
I sentimenti, le idee, i principi, le scelte di fondo restano anche se sono fuori dai partiti, ma per la coerenza del pensiero politico non si possono porre contro il sistema della democrazia rappresentativa. 
Questo modo non sarebbe rivoluzionario, ma reazionario. Avrebbe come sbocco solo un'immagine eversiva. 
Nella tradizione dei partiti c'è la democrazia, la libertà, il confronto, il pluralismo, la giustizia, le pari opportunità, il rispetto, la cultura, la legalità, i giovani, il lavoro, la qualità della vita e poi gli aspetti fondamentali di ogni comunità che si stringe attorno ai suoi simboli ed ai suoi colori per realizzare accoglienza, benessere, civiltà, aggregazione, servizi. 
Tutto questo è un patrimonio che si realizza nel tempo attraverso le aperture ai contributi di tutti, non chiudendosi nell'autoreferenzialità esclusiva di associazioni che si richiamano alla "società civile". 
Non fa poi parte della società civile anche chi è iscritto ai partiti? 
Vito Schepisi

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