01 febbraio 2010

Un voto utile e intelligente



Tra meno di due mesi si vota. Si vota per il rinnovo dei presidenti e dei consigli regionali. Si vota su tutto il territorio nazionale, eccetto le regioni autonome. Eccetto anche l’Abruzzo dove, come si ricorderà, si è votato di recente per sostituire il dimissionario Ottaviano Del Turco, l’ex sindacalista e segretario socialista, impallinato da una magistratura troppo frettolosa e, forse, troppo presuntuosa ed arrogante, e lasciato solo, come capro espiatorio, dal suo stesso partito.
Il voto in Italia, che sia per il Parlamento, per i comuni, per le province o per le regioni, si colora sempre dei grandi temi della politica. L’impronta della competizione partitica si spande su ogni cosa, come una macchia d’olio, anche per eleggere il presidente del circolo amici del tre sette.
Dai risultati delle diverse elezioni, tra una scadenza e l’altra della legislatura parlamentare, si misurano sia il gradimento dei governi, sia l’equilibrio delle coalizioni ed il loro rapporto di forze, sia le strategie programmatiche. Il voto locale finisce così sempre per essere influenzato dalla passione ideologica, dalle complessive scelte economiche e sociali del Paese e dalla popolarità dei grandi protagonisti della politica. Non è sempre un bene, al contrario è un male se poi vengono accantonate le motivazioni locali, se poi non si analizza la gestione passata, se poi l’analisi dei risultati non è utile per promuovere i protagonisti virtuosi o per rispedire all’opposizione, o a casa, i più inefficienti e spreconi, ed i più furbastri.
Occorrerebbe soffermarsi su alcune amministrazioni regionali, come quelle della Puglia, della Calabria, del Lazio o della Campania, per comprendere quanto, invece, debbano essere sanzionati dal giudizio degli elettori i fallimenti rilevati, e nondimeno quanto falsi e strumentali siano stati alcuni osannati progetti politici. Analizzando i risultati e gli esiti della decantata etica amministrativa di alcuni protagonisti si può, persino, comprendere quanto siano stati falsi e pretestuosi i tentativi di ostentare una presunta superiorità morale, da far valere come maggior motivazione nelle scelte, ovvero quanto siano stati illusori e privi di effettivo riscontro i richiami all’erogazione dei servizi sociali, quali caratteristiche peculiari e qualificanti del progetto politico di quella sinistra che si propone per la guida del Paese.
Mai come in questi ultimi anni, dall’epoca di tangentopoli in poi, la questione morale è stata sollevata, soprattutto verso le amministrazioni di sinistra, con tanta ripetitiva periodicità e con tanta diffusa collocazione geografica, motivando moti di disappunto e di giustificata inquietudine nei cittadini. Mai, infatti, il bisogno sociale, le questioni igieniche delle città e dei territori, la pietà verso chi soffre, gli sprechi ed i privilegi degli amministratori e delle loro collegate clientele, gli abusi ed il cinismo di alcuni, persino il degrado manifestato con le richieste di prestazioni sessuali, come contropartita per un andazzo in cui si mercificavano anche i diritti, hanno rappresentato un così rilevante ventaglio di criticità morale. Mai ci si è trovati dinanzi ad un andazzo amministrativo di così riprovevole ed arrogante mortificazione sociale
Tra poco meno di due mesi si vota. Si dovrebbe chiedere al corpo elettorale un voto utile ed intelligente. Per utilità ed intelligenza si intende, da una parte, rivolgersi ad indicazioni che abbiano effettiva possibilità di modificare il quadro politico di una regione, per respingere la cattiva politica, e, dall’altra, esercitare il proprio diritto di voto, senza farsi obnubilare dal pregiudizio politico.
Occorrerebbe un voto selettivo, un voto che serva per promuovere, ovvero per bocciare il bilancio consuntivo dei risultati ottenuti, regione per regione. Un capitolo a parte richiederebbe la Puglia, dove Casini si è messo di mezzo. In Puglia, più che altrove, si presenta la necessità del voto utile per contrastare l’azione dell’Udc che ostacola il successo del centrodestra, e che può agevolare Vendola, al cui fallimento morale e politico mancano solo i libri in tribunale.
Vito Schepisi

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