02 dicembre 2009

La commedia è durata già troppo



Qualsiasi uomo di buon senso, senza spirito partigiano o impedito dal pregiudizio, non può non avere buoni motivi per pensare che questa commedia sia durata sin troppo.
Berlusconi non è il leader di un partito, inteso come gli amanti della partitocrazia pretendono che debba essere. E se gli italiani dovessero scegliere tra un partito movimento, interprete delle scelte degli elettori, ed altro che invece pensi ad orientarli, non ci sarebbero dubbi sulla prevalenza della prima opzione.
Il tutto tra Berlusconi e Fini è cominciato prima. Molto prima! La questione tra i due non la si può far riferire solo alle scelte della maggioranza sulle questioni giudiziarie o sulle politiche verso l’immigrazione, ovvero sul voto dopo 5 anni agli extracomunitari o sulle posizioni assunte con il testamento biologico.
Sono tutte sciocchezze! O meglio sono cose che fanno parte dello sciocchezzaio di Fini. Un po’ come nelle favole di Esopo o di Fedro, che sanno di saggezza popolare, in cui la sciocchezza è alla base di un pretesto.
Una posizione precisa di Fini, ma solo per parlare di episodi recenti, la si deve far risalire già ai contrasti sulla strategia di opposizione al precedente governo di Prodi. Quello era un governo antipopolare, problematico, disastroso, incoerente, schizofrenico. Un governo che scivolava verso la rassegnazione al definitivo declino del Paese. Un governo, quello di Prodi, che sembrava avere due unici finalità: quella di punire le fasce degli elettori che avevano sostenuto il centrodestra e quella di mortificare l’opposizione. E per farlo Prodi e la sua maggioranza stavano attuando una politica di macelleria sociale senza precedenti.
Ma a Berlusconi che sollecitava e parlava di prossima caduta di quel governo, spaccato al suo interno e sgradito all’opinione pubblica, tanto da inanellare costanti minimi storici nel gradimento degli italiani, Fini arrivò a porre l’ultimatum: se non cade Prodi si cambia.
Il discorso del predellino a Piazza San Babila a Milano da cui prese corpo la spinta bipolare che dette origine al Pdl, fu apostrofato improvvidamente da un Fini nervoso, sin troppo per un leader che deve aver più prudenza, con un “siamo alla frutta”. Fini in definitiva, indiscusso protagonista della politica italiana, anella da tempo una sciocchezza politica dopo l’altra. Lo fa perché in sostanza è il leader conservatore di una idea di partito che è una “caserma” com’era AN sotto la sua guida.
La sua concezione di Partito è legata a quella dei comitati centrali controllati dagli uomini scelti nei congressi, dopo il controllo delle sezioni e degli iscritti. Un metodo che faceva partire le risoluzioni dal vertice, per poi farle transitare dai comitati allargati, per poi, a gradini, farle ritornare agli organi sempre più ristretti, ed alla fine da dove erano partiti, cioè al vertice stesso. I partiti della prima repubblica erano così schizofrenici! Nel metodo differiva la DC che parlava con voci diverse, ma riusciva ad unire tutti con la linfa vitale della partitocrazia: la lottizzazione. Quest’ultima avveniva tra le correnti in modo proporzionale alla forza congressuale. Sarà per questo che c’è qualcuno tra gli amici di Fini che rievoca oggi il metodo DC.
Gli italiani hanno, però, imparato a distinguere tra la democrazia della sovranità popolare a quella da scena, ed a capire che quest’ultima sia solo una finzione di democrazia: una vera caserma al comando dei gerarchi. Quella che va bene a chi muta le proprie idee a seconda delle opportunità di leadership nel proprio partito e che è cresciuto nel mito del partito burocratico su cui si regge tutta l’organizzazione di un’idea di regime.
Ma chi vota centrodestra e vota Berlusconi pensa, invece, che il male del Paese, i cui riflessi sono nel debito pubblico e nelle inefficienze strutturali, stia proprio nella partitocrazia. Ha in odio l“inciucio” tra i leader dei partiti, che si risolve quasi sempre nell’interpretazione della democrazia rappresentativa come di un sistema in cui le difficoltà si sistemano allargando la spesa, e concertando così la soddisfazione delle parti a spese di tutti. Chi vota Berlusconi, invece, è convinto che se fosse per il premier sarebbero ridotti, anche da domani, i numeri ed i costi della politica e si passerebbe subito a rinnovare il Paese.
Berlusconi dal predellino si appellò al popolo dei “gazebo” perché dalla gente comune arrivassero i segnali e le scelte e, vinte le elezioni, continua oggi a sostenere che la politica di governo riviene dal patto stipulato con gli elettori, prima che con Fini o con Bossi.
Nessuno però è obbligato a condividere la legittimità che viene direttamente dal popolo ed è libero di fare scelte diverse, ma abbia il coraggio di dirlo con chiarezza e di farle. La commedia è durata già troppo.
Vito Schepisi

17 commenti:

dario ha detto...

non una parola sull'appiattimento del pdl sulle posizioni leghiste Non è che è questo che a fini non va? noooooooooo.E poi ci mancavano solo le parole in bielorussia: berlusconi è un animale.

dario ha detto...

Comune di napoli:
saranno assunti 450 dipendenti pubblici di livello superiore. Già si parla della tariffa: 40 mila euro a posto di lavoro. E per accedere a questo squallido mercato già si sa che devi essere super raccomandato. QUindi devi essere raccondato e devi pagare.
Io sono laureato in giurispuredenza, sto frequentando un corso post-laurea, ho un diploma in pianoforte: ebbene non parteciperò al concorso perchè non sono raccomandato, non ho alcuna speranza, ho ZERO possibilità di vincere il concorso, anche se andassi super preparato.
E' questa la vostra italia, è questa l'italia che non mi appartiene e che mi fa DISPREZZARE tutti quelli che siedono in parlamento e che dicono balle dalla mattina alla sera. E bada bene che il fatto che sia il pd a comandare a napoli non significa nulla! Se ci fosse stato il pdl sarebbe stata la medesima cosa! E lo stesso sarà se continuano a candidare (dall'alto per la miseria!) personaggi alla cosetino.
Eppure tu di che parli? Dei battibecchi tra fini e berlusconi, del cambiamento (ma quale??? per chi???), delle puttanate che più puttanante non
si può! Voi vivete in un paese virtuale, in problemi virtuali! Ecco qual è la dura vita reale: un giovane meridionale lureato è COSTRETTO ad emigrare! Vai al diavolo tu, il pd, il pdl e tutti i politici corrotti tipo quel maiale di cosentino. A proposito di cosentino: avevo letto su un gionrale di destra che l'unica cosa che emergeva dalle intercettazioni era soltanto un modus operandi clientelare, ma nulla di più. MA COME SOLO QUESTO!!?!?!?!?E' questo il male del sud, insieme a quello della camorra! E il pdl FA PARTE DEL SISTEMA A PIENO TITOLO. Per il sud non cambierà mia niente se questi vecchi schifosi, con una ideologia vecchia, con idee vecchie, non andranno a quel paese. Tu vivi nel paese delle meraviglie, io alice, purtroppo, qui a napoli, non l'ho mai conosciuta. VERGOGNATEVI: sostenete una politica scellerata. Berlusconi è un maiale come e peggio degli altri. E ora ci mancava solo cosentino.....

dario ha detto...

volevo scrivere 450 dipendenti comunali.

Antonio Gabriele Fucilone ha detto...

Dario vergognati tu.
Il Comune di Napoli non è amministrato dal PdL!
Guarda che anche il tuo amico Di Pietro fa esattamente le cose che dici tu, se non peggio!
Cordiali saluti.

dario ha detto...

fucilone,
se il comune di napoli fosse amministrato dal pdl sarebbe tutto uguale. Non a caso non c'è regione del sud nella quale non la faccia da padrone la corruzione e il clientelismo, a presindere dai partiti. Insomma, il solito militante che non si ferma nemmeno di fronte all'evidenza. Ora ci manca solo che dici che il pdl è immune dal virus mafioso, a differenza di tutti gli altri partiti. Clientelismo, corruzione e mafia: i mali del sud che non hanno colori politici!
Ma tu sei di mantova, che ne sai...

Antonio Gabriele Fucilone ha detto...

Dario, certi mali (come il clientelismo) ci sono anche nel Nord.
Finiscila, sei patetico!
Cordiali saluti.

dario ha detto...

Fucilone,
dire che al sud funziona come al nord significa non conoscere la realtà socio-politica dell'italia del sud. Non a caso io non farò mai un concorso al sud, visto che non ho alcuna tessera politica e anzi i politici locali mi fanno letterlamente ribrezzo. Se invece già so che parteciperò a concorsi che si svlogeranno al nord, un motivo ci sarà. Al nord infatti il clinetelismo è una realtà quasi insignificante: voglio dire che se a milano, ad esempio, debbono essere assunti 100 impiegati, 20 sono raccomnadati ma 80 no. Al sud inceve sono tutti e 100 scelti dalla politica. E per favore, invece di chiamarmi patetico, abbi il rispetto per chi è nato in una zona vittima del clienteslismo politico e a causa del quale sono destinato a lasciare famiglia, amici e fidanzata. RIpeto, abbi rispetto, proprio tu che sei nato in una zona straricca come mantova. Abbi rispetto, capito? Ma tu sei di mantova, che ne sai....

dario ha detto...

Mi hai chiamato patetico perchè contesto il perfido sistema meridionale del quale sono vittima come centinaia di migliaia di altri giovani del sud. Ho un sogno: vedere emigrare anche voi, valigia in mano fin da bambini. Vorrei vedere la tua faccia, poi, a sentirti chiamare patetico. Sei un vigliacco indottrinato.

dario ha detto...

Ma con uno che nega anche le cose più evidenti, che senso ha dialogare?

dario ha detto...

Fucilone,
se partecipo ad un concorso per operatore ecologico HO ZERO POSSIBILITA' di vincere il concorso pur essendo laureato. Capisci in che situazione drammatica sono i giovani del sud? E hai il coraggio di chiamarmi patetico? GIuro che ti gonfierei di botte per quello che hai detto. Sei il tipico settentrionale del c...o che non capisce nulla della realtà meridionale e che si atteggia a professore. Sei un vigliacco indottrinato. C'è un limite alla stupidità politica, tu in questo caso l'hai superato.

dario ha detto...

Io sono costretto a lasciare la mia terra, tu no. Non azzardarti mai più a chiamarmi pateticio quando parlo di queste cose che giuro su cristo vengo a mantova e ti meno. VIziato di quattro soldi. Sei un militante ignobile.

dario ha detto...

Non perdo mai la pazienza, tranne che su questo aspetto. Non azzardarti MAI PIU'.

Antonio Gabriele Fucilone ha detto...

Viziato io? Come ti permetti?
Ma se nemmeno mi conosci!
Guarda che io non sono mica un milionario!
Guarda che anche qui da me ci sono le stesse situazioni di Napoli!
Non credere che qui nel Mantovano sia tutto rose e fiori!
Anche da qui, i giovani se ne vanno, all'estero o nelle grosse metropoli, come Torino, Milano o Bologna!
Prima di parlare, rifletti!
Forse, avrò esagerato con i termini e mi dispiace di ciò ma tu, quando dici certe cose, me li cavi fuori.
Cordiali saluti.

vito schepisi ha detto...

Antonio, lascia perdere. Non sempre la coerenza e l'equilibrio sovrastano il confronto politico. Il fanatismo dell'antipolitica finisce col trasformarsi nella partigianeria più banale. C'è, per fortuna, un'Italia che ha voglia di cambiare. Questo non vuol dire che sia tutto rose e fiori. Penso, infatti, che in democrazia ci siano dei prezzi da pagare, ma rispetto ai regimi repressivi etici o di sedicente tensione morale, sono senz'altro da preferire. Altrimenti si sarebbe come tanti esaltati che vedono nero dove c'è un po' di fumo, aenza accorgesri che il più delle volte è solo "fumus persecutionis". E' un fenomeno importante quello che viviamo. L'Italia, si voglia o meno, s'è accorta, ad esempio, che la mafia non è solo quella che ha il basco e la lupara, ma anche certa politica che utilizza il voto dei cittadini per perseguire scopi di potere o per servire una mafia ancor più pericolosa: quella che controlla la finanza, l'industra, l'editoria e che ha cercato di imporre una cultura in cui si voglia far passare per responsabilità di altri un ordito di potere soffocante che ha consentito di saccheggiare il Paese. Una mafia che è all'interno dello Stato, dei suoi poteri, del suo scheletro portante, per volontà di un filone ideologico che ha inteso avvicinarsi alla conquista del potere minando la sua credibilità e sottraendo spazio al buon senso ed alla laboriosità dei cittadini. Una mafia i cui strumenti spesso inconsapevoli si annidono in caste di intoccabili, automi regolati su un disegno inquietante, una trama infida quanto pericolsa e perversa.
L'Italia è dvisa in tre fasce di largo riferimento socio-economico. Il nord industrializzato, evoluto, influenzato dal pragmatismo produttivo europeo, ma anche, attraverso casa Savoia "conquistatore" del territorio italiano. Il centro variamente assistito, terra di grandi nobili famiglie, evoluto nell'arte, nei commerci, nelle realtà agricole ed urbane, influenzato dal potere e dagli interessi della Chiesa che fino al 1870 esercitava un potere temporale senza soluzione di continuità. Il mezzogiorno, terra di conquista, serbatoio di clientele, pozzo senza fondo dell'affarismo economico-politico. Fortunato, Dorso, Salvemini, ma per arrivare ai tempi più recenti Sciascia scrivevano di questione meridionale senza evitare di puntare il dito contro le strumentalizzazioni e l'abitudine di piangersi addosso.
....continua>>>>

vito schepisi ha detto...

>>>> Per tornare ai giorni nostri, in Campania abbiamo avuto Bassolino, in Puglia Vendola, solo per parlarti di realtà che più sono state alla ribalta della cronaca di cattiva gestione. Ci sarebbe da scrivere libri sui fenomeni che in queste regioni investono anche i comportamenti della magistratura. In Campania in 14 anni sono stati spesi l'equivalente di 12/13 miliardi di Euro per l'emergenza rifiuti, per ritrovarci poi con la spazzautura sulle strade di Napoli. Sta emergendo ora il business-truffa delle pale eoliche. Bassolino era entrato a Napoli come un eroe...per cambiare l'andamento amministrativo di Napoli e della Campania...a tutto il mondo il suo ruolo effettivo è invece apparso molto, molto diverso. In Puglia Vendola era l'uomo di una romantica e poetica new deal, l'uomo dei sentimenti, l'uomo delle grandi spinte ideali di solidarietà, uguaglianza...l'uomo con l'occhio ai giovani, all'occupazione, alla cultura, alla soddisfazione dei bisogni. In Puglia si diceva che dovessero diventare i pilastri di un nuovo modello di società post comunista. Balle! Balle finite tra le protesi di Tarantini ed i primari che le utlizzavano sui pazienti sani. Balle che si sono concretizzate negli aumenti al limite di quanto imposto dalla legge su addizionali, ticket, aumento del carburante, mentre il "poeta" si concedeva viaggi faranoici, compensi faraonici, staff faraonici, mentre in Puglia cresceva il bisogno, cresceva la disoccupazione. I servizi da terzo mondo e gli assessori che tra i questuanti che bussavano alle porte del potere si sceglievano le belle donne per i loro meschni e stomachevoli ricatti sessuali. E che dire di un assessore alla sanità che era proprietario (quote trasferite ai figli) di società di forniture sanitarie? In così evidente conflitto di interessi da poter pensare quanto invece fosse vergognoso solo pensare ai presunti conflitti di altri.
Caro Antonio voglio sperare che alla prossime regionali sia in Puglia, dove dovrebbe scendere in campo Stefano Dambruoso, magistrato barese emigrato al nord, dove si è interessato di terrorismo internazionale con grandi successi apprezzati anche fuori del territorio nazionale. In Campania forse sarà Cosentino, nonostante la preoccupante ingerenza della magistratura nella scelta. E' inquietante pensare che la magistratura sia arrivata a tale livello di incredibilità e di arroganza. Non si chiede l'arresto per un indagato dopo un anno di mormorii, accusato da pentiti e senza mai aver ascoltato il presunto colpevole. Una procedura che lascia perplessi e che fa pensare ad ingerenze e segnali più politici che giudiziari. A maggior ragione, se si tiene conto di quante responsabilità politiche ci siano in Campania senza che negli atti giudiziari se ne trovi conto. Basterebbe pensare che anche Bertolaso, al contrario, sia rimasto vittima di quelle procure. Basterebbe ricordare la vicende del Procuratore Cordova ....magistrato inflessibile... allontanato dal CSM da Napoli dove intendeva far pulizia in procura e spezzare legami e omertà. Ma anche di recente il Procuratore Capo di Napoli ha avuto modo di esprimere la sua inquietudine su quella Procura. Come si fa a non pensare a male?

dario ha detto...

1-Fucilone: emigrare nelle grandi metropoli? E perchè perchè emigrazione questa? E' la cosa più normale che avviene in tutto il mondo! E' ovvio che chi abita in piccoli centri va a lavorare nelle città, MA DELLA SUA REGIONE! E' fin troppo ovvio che non ci sarebbe nulla di scandaloso se un beneventano o un casertano trovano lavoro a napoli, al contrario invece di chi trova lavoro a miglaiia di km di distanza! Ma che cacchio dici?
2-VITO: 1-non mi piango addosso, visto che sto studiando qui a napoli ma con la valigia pronta da quando sono nato. E non si piangono addosso nemmeno i 700mila ragazzi meridionali che solo quest'anno sono emigrati ALL'ESTERO.
2-al sud non è un problema di partiti ma di politica IN TOTO. Infatti è da 60 anni che la storia è la stessa e anche in sicilia, dove da anni domina incontrastata la destra, le cose sono TALI E QUALI. Quindi smettila di fare il partigiano: sei ridicolo se dici che nel meridione il pdl fa politica meglio delle sinistre!
3-cosentino è imparentato con una nota famiglia camorristica: questo basta e avanza epr non candidarlo in campania, terra DEVASTATA dalla mafia, o meglio dai suoi legami con la politica. Ma che stai a dì??? Sei un militante, affermi di conseguenze cose assurde e improponibili. Tra l'altro cosetino ha gestito la società di rifiuti con criteri clientelari: anche questo basta e avanza per non candidarlo. Ma in italia ciò è normale: per voi, ma non per me, naturalmente.

dario ha detto...

E quanto al caso cosetnino e alla procura di napoli, sii chiaro: il pm lepore, sotto scorta da anni e uomo integerrimo, è un delinquente o una persona per bene? E' lui che ha chiesto l'arresto di cosentino, è lui che sta conducendo il processo spartacus: o è un delinquente o un uomo fidato delle istituzioni. Non puoi essere così ambiguo a seconda delle convenienze! Esprimi una opinione chiara!