21 novembre 2007

Ognuno ora si assuma le sue responsabilità

Il più delle volte i percorsi più difficili si dimostrano i più facili e viceversa. Quante volte tra gli elettori del centrodestra si è diffusa rabbia e delusione nel vedere annacquare la forza d’urto dell’opposizione per la corsa verso la visibilità di leader molto ambiziosi ma confusionari, incoerenti e senza il necessario consenso popolare?
Dalla scorsa legislatura c’è ancora chi si chiede cosa avesse voluto dire Follini, ad esempio, quando parlava di “soluzione di continuità” ogni qualvolta il Presidente del Consiglio di allora, Silvio Berlusconi, lanciava una nuova iniziativa politica. La forza di coesione del centrodestra aveva rappresentato uno dei pilastri su cui si era radicato il consenso politico del 2001. Ed è bastato un Follini che si fregiava del riparo di un Presidente della Camera, collocato in quel posto per grazia ricevuta, per disperdere credibilità e coesione e diradare altresì un patrimonio di voti che ha poi consentito al centro sinistra di vincere le elezioni politiche del 2006.
Sono bastati solo 24mila voti all’armata politica di Prodi, la più sgangherata dal dopoguerra ad oggi, per occupare ogni spazio del Paese. Ed è bastata una possibile difficoltà di Prodi al Senato per vedere Follini, senza indugio, saltare dall’altra parte della barricata.
I percorsi più difficili si mostrano invece i più facili quando si ha la percezione d’esser dalla parte del popolo e di interpretarne gli umori. E’ così che Berlusconi, frenato dai suoi alleati nel condurre un’opposizione decisa al Governo del declino, si è smarcato da coloro che spesso si sono dimostrati più palle al piede, o politicanti di un sacco ed una sporta anziché coerenti alleati. L’ha fatto alla sua maniera, dimostrando che il suo rapporto con pezzi della maggioranza non può che essere privilegiato, rispetto ai goffi tentativi dei “furbetti” di turno di scavalcare la sua leadership.
Anche Fini, sdoganato assieme al suo vecchio partito, il vecchio movimento sociale italiano, ritenuto più a ragione che a torto erede dei principi e delle simpatie del ventennio fascista, si è lasciato prendere da eccessi di ambizioni. Ha ritenuto di dover rilasciare interviste in cui si discostava dalle iniziative dell’opposizione, rilanciando persino la disponibilità a dialoghi separati con la maggioranza su riforma elettorale, sconfessando di fatto la richiesta di nuove elezioni su cui Berlusconi aveva investito impegni organizzativi e credibilità politica e per la quale milioni di italiani avevano appena posto la firma.
Cosa crede Fini che senza il sostegno e la copertura politica delle componenti liberali e democratiche del Paese il suo passato non gli sarebbe stato rinfacciato ad ogni piè sospinto? I voti alla destra missina erano considerati una volta “voti a perdere”, senza peso politico. Per espressa volontà di una consistente parte di quello che si definiva “arco costituzionale” il Msi era stato espressamente estromesso dal gioco del governo e delle maggioranze. Fini questo non dovrebbe dimenticarlo.
Alleanza Nazionale, dopo la caduta dei partiti tradizionali, nella cosiddetta seconda repubblica, ha potuto realizzare la sua evoluzione democratica tanto che ad oggi Fini ed AN si sono spinti fino a voler ricercare spazi in famiglie di più vasto respiro europeo, come il PPE. I novi tragitti sono il frutto del lavoro e del sostegno di forze politiche che si sono impegnate a far girare le pagine della storia sviluppando nuove strategie politiche che, nonostante le canee retoriche, chiudevano le pagine ed i capitoli della vecchia politica. Si è sviluppato un contesto in cui le vecchie ideologie totalitarie, in un’accezione larga e condivisa, venivano definitivamente condannate come crimini contro l’umanità, liberando così alle regole della democrazie espressioni più conservatrici che reazionarie
Le vecchie chiusure venivano così superate dalle fasi nuove dei rapporti tra i popoli dove i principi della democrazia e del pluralismo si costituivano come basi irrinunciabili di un lavoro e di un impegno comune. Su questa nuova prospettiva i componenti della vecchia Cdl hanno lavorato gomito a gomito, come sinceri alleati, per aprire nuove pagine e scrivere nuovi capitoli della storia d’Italia. Sono stati così dischiusi nuovi orizzonti e realtà diverse si sono affacciate ai nuovi contenuti e, slegate dai vecchi principi limitativi, si sono potute rivolgere ai concetti ed alle strategie delle forze politiche moderne.
Di chi è stato il merito di questa evoluzione, se non di una strategia di alleanze che toglieva ad ogni forza politica pezzi di passato stantio per unificare valori, come è emerso, negli spazi comuni di principi di libertà in cui il cittadino potesse sviluppare il suo ruolo di individuo responsabile?
Se questa strategia subisce una frenata perché sulle idee e sulla spinta propulsiva qualcuno si sfila, per ricercare collocazioni diverse, non si può poi pretendere che gli altri aspettino immobili che si facciano esperimenti, o si prendano iniziative divergenti, senza che di contro vengano percorse strade alternative, ritenute persino cautelative rispetto alle iniziative di altri.
Vito Schepisi

http://blog.libero.it/vitoschepisi/
http://illiberopensiero.ilcannocchiale.it/

http://www.loccidentale.it/node/9579

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Con questa sua, lei approva e giustifica il colpo di teatro berlusconiano?
E' così che si formano i partiti?
E' così che da un giorno all'altro, senza nemmeno avvisare quei poveretti(?)che tutti i giorni difendono spudoratamente tutte le sue uscite e le sue "pazzie", si esce su una piazza a bordo di una macchina e si annuncia il cambiamento, in barba a tutte le norme partecipative e democratiche?
Ovviamente, lei approva in toto,è così che si fa, infatti i despota questi sono i metodi che usano:qui comando io,questa è casa mia(come recitava una nota canzone). Ognuno è libero di credere alla propria democrazia.
Fini stavolta non l'ha seguito, ne andava di mezzo la sua dignità di uomo politico e forse ha pensato che era stato varcato ogni limite, forse non si vuole assumere la responsabilità di portare l'Italia verso il baratro con la pseudopolitica di colui che non ha nè ideali e nè ideologie se non quelle degli interessi personali e del culto esagerato della sua persona. Ultimo es. l'atto di servilismo informativo cui ha "costretto" con i soliti mezzi d'acquisto suppongo una parte della Rai durante il suo governo e di cui ancora oggi ne esiste l'infiltrazione, questo può anche spiegare il recupero di voti nell'ultima competizione.
Solo quando questo teatrante sarà fatto fuori dalla politica italiana si potrà ricominciare un serio confronto su programmi, temi e finalità tra destra e sinistra, moderati, liberali,riformisti e conservatori o qualsivoglia, perchè berlusconi non appartine a nessuna di queste categorie.
M.N. da Roma

vito schepisi ha detto...

Egregio signore lei vaneggia...e tanto. Il suo è solo odio senza nessuna analisi politica. La sua è solo viscerale azione di controinformazione...giusto quella di Repubblica, emblema e portavoce dei poteri forti del paese che controllano finanza ed economia, dove sono cresciuti i Prodi's men ed ora si coltivano i Veltroni's men. Questa mattina mi lamentavo con un'amica sulla malafede e la disinformazione delle persone e così ho commentato: " Come sai i vagoni ferroviari sono pesanti e vengono trascinati sulle rotaie dalla trazione delle locomotive. Nel nostro caso quest'ultime sono un nugolo di informatori di regime che battono il "la" e poi i pesi inermi si muovono. Tutti sono ora a dire che non si forma un partito dalla sera alla mattina. Chiariamo una cosa a me sembra che un partito ci fosse ed era Forza Italia. A me sembra anche che dal periodo successivo alle europee del 2004 ci sia stata una proposta di fondersi in un partito unico allora genericamente chiamato delle libertà. A me sembra anche che nessuno abbia spinto ed obbligato altri ad aderire a questo partito del "popolo delle libertà". In Italia dalle Alpi alla Sicilia sono state raccolte milioni di firme per chiedere di mandare a casa Prodi ed il suo governo e qualcuno deve pure rappresentarle queste richieste del popolo. Nessuno può ignorare che nella Cdl da qualche giorno si stesse diffondendo un'azione di progressivo scollamento e che ognuno sembrava volersi sfilare e percorrere strade differenti...per lo più inciuciste...e che queste fratture suscitavano persino il favore di taluni ambienti del centrosinistra...ovvero di quella che dovrebbe essere la controparte politica dell'opposizione. Finalmente Berlusconi si è reso conto di questa realtà, persino misera di alcuni suoi alleati. Questa mossa l’auspicavo da quasi un anno e mezzo fa. Ti riporto uno stralcio di un mio articolo del 4 luglio del 2006 ( circa 17 mesi fa) questo di seguito è il link dell’articolo: http://vitoschepisi.blogspot.com/2006/07/rilanciare-il-partito-delle-libert.html - Ecco lo stralcio: “Forza Italia ed il suo leader, dunque, devono prendere in fretta l'iniziativa di unificare con una formula propulsiva e dinamica il centrodestra. Devono denunciare le schematizzazioni ed i ghetti ideologici ed affermare che il progresso richiede politiche libere e che il benessere ha bisogno di sviluppo. La politica sociale non si ottiene con lo stato sociale ma con la consapevolezza dei doveri di ciascuno. Affermati questi principi rilanciare il partito unico delle libertà, affrontando anche distinguo e defezioni. Meglio chiarire tutto e subito anziché farlo nel tempo e... lasciarsi lentamente demolire.”
Penso che riportare il mio pensiero di un anno e mezzo fa in tempi davvero non sospetti le serva per capire che non c'è nessuna sera e mattina in cui si decide al nascosto di fondare un partito. Quello del popolo delle libertà è un vero movimento che parte dal popolo libero...al contrario dell'operazione di vertice del PD. Per buona pace della sua malafede. Buona giornata.