14 settembre 2007

Oriana Fallaci un anno dopo



«Vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre » .

Quale modo migliore per ricordare Oriana Fallaci se non riportare questa sua espressione tratta da La rabbia e l’orgoglio? Un aforisma che è diventato la sintesi della sua personalità. Una citazione che siamo ormai abituati a rileggere ripetutamente sui giornali e sui blog, ripetuta da commentatori e politici. Un monito lucido per affermare in una sintesi magnifica i caratteri di una personalità ben radicata e di una convinzione incisa nel tempo.
Questa era Oriana Fallaci! Una Donna! Una Donna vera.
L’aforisma, s’è detto, è la sintesi di un tormento tutt’altro che solo interiore, è l’espressione del cruccio di una donna intrepida che riusciva a parlare ai cuori ed alle menti di tantissimi cittadini del mondo libero ma che non riusciva, al contrario, a farsi comprendere dai governanti e dai poteri che dominavano gli equilibri del mondo. Alcune espressioni, come quella citata, sono la sintesi del suo pensiero, ma la Fallaci non era una scrittrice dalla prosa sintetica. La sua prosa, al contrario, è stata ricca di sensazioni, di descrizioni, di immagini che sapeva evocare con uno stile diretto, verace, provocatorio, crudo e tale da renderla tra le donne più avvincenti nella letteratura del secolo scorso. Da inviata di guerra, autrice di reportage di raro realismo, a scrittrice di passioni e di amore, con i suoi ritratti letterari che spaziavano tra la poesia e la cronaca e sempre intinti nel suo profondo e schietto realismo.
Non si può tacere perché ignorare è una colpa, sosteneva con decisione la nostra Oriana. Invitava il mondo occidentale, la politica e la cultura a reagire, a parlare in difesa delle radici della nostra civiltà. E’ stata tra le prime a segnalare lo scontro già in atto e la pericolosità di quel fondamentalismo islamico che si diffonde e predica la guerra santa per liberare l’occidente da satana.
La sua protesta si è levata contro i governanti del mondo, contro i media che si preoccupano solo di essere politicamente corretti, contro “i giullari buonisti sempre pronti a piangere per gli assassini. Mai per le loro vittime”.
Ci mancano il suo coraggio e le sue parole sempre sferzanti: “Crediamo di vivere in vere democrazie, democrazie sincere e vivaci nonché governate dalla libertà di pensiero e di opinione. Invece viviamo in democrazie deboli e pigre, quindi dominate dal dispotismo e dalla paura. Paura di non essere sufficientemente allineati, obbedienti, servili, e venire scomunicati attraverso l'esilio morale con cui le democrazie deboli e pigre ricattano il cittadino. Paura di essere liberi, insomma. Di prendere rischi, di avere coraggio”.
In un libro del 2004, La Forza della Ragione, la scrittrice esortava i lettori ad utilizzare la ragione se non la rabbia e l’orgoglio: "C’è il declino dell’intelligenza. Quella individuale e quella collettiva. Quella inconscia che guida l’istinto di sopravvivenza e quella conscia che guida la facoltà di capire, apprendere, giudicare, e quindi distinguere il Bene dal Male… Il declino dell’intelligenza è il declino della Ragione. E tutto ciò che accade oggi in Europa, in Eurabia, ma soprattutto in Italia è declino della Ragione… Per non assuefarsi, non rassegnarsi, non arrendersi ci vuole passione. Ma qui non si tratta di vivere e basta. Qui si tratta di sopravvivere. E per sopravvivere ci vuole la Ragione. Il raziocinio, il buonsenso, la Ragione…".
Mi piace ricordarla dopo un anno con le parole scritte alla notizia della sua scomparsa, il 15 settembre di un anno fa:
"E' morta una grande donna. In Italia penso la migliore del ventesimo secolo. Ci lascia soli, senza il suo riferimento, senza la forza del suo grande amore per la vita e per la verità. Ci lascia, commossi per il suo grande coraggio e per l'amore per il mondo libero che l'ha sempre ispirata. E' morta una donna intrepida, verace, forte ...una donna vera. E' morta nella sua amata Firenze che ha difeso fino all'ultimo dalle orde incolte di un pensiero alternativo e senza senso. L'Oriana Fallaci, colta, intelligente, esplicita, spesso scomoda. La giornalista e la donna di cultura che ha sempre testimoniato con impulso e con determinazione l' idea forte del suo pensiero. Il pensiero ardito che si sviluppa nella storia e nelle tradizioni dei popoli e senza ipocrisie: quel mondo che con originalità e passione, con impeto e partecipazione, crudamente ma schiettamente ci ha raccontato nei suoi articoli e nei suoi libri. Il percorso della sua vita è una linea continua, travagliata, intensa, sempre sulla strada dell'anticonformismo e della sola sua voce, a volte isolata ma forte ed impetuosa, spesso travolgente. Quella sua voce suadente ma inequivocabile che le usciva dal cuore prima che dalla mente. Addio Oriana! Nel mio intimo ti ho amata anch'io!”
E’ passato un anno ed il suo messaggio resta valido e reale… sembra scritto nel tempo.
Vito Schepisi

6 commenti:

Anonimo ha detto...

E' morta una Donna, una Grande Donna, ma come tutti i grandi ci ha lasciato un'eredità, le Sue opere.
La guerra è una lezione di storia che i popoli non impareranno mai. E' vero, è una frase senza tempo, vive nel presente ricordando il passato ed è un monito per il futuro. Mi spiace non aver risposto al suo post, solo in questi giorni l'ho letto, in quanto sono rientrata nel forum per rileggere quelli scritti l'anno scorso ed ho visto il suo. Non conosco l'autore di quella frase, è incisa sulla facciata di un palazzo qui a Genova, a suo tempo avevo cercato l'autore, ma nessuno fù un grado di rispondermi, comunque ritenterò. La ringrazio per quanto mi aveva scritto, è vero sono una donna che non si fà condizionare dalle apparenze nè dai discorsi; ascolto guardo, evidenzio le contraddizioni e cerco di ricomporre il puzzle, la verità nascosta.
Cordialmente, carolina manca.

vito schepisi ha detto...

Ho riletto anch'io il mio post ed il suo che l'ha motivato. Oggi confermo la mia impressione di allora. E' una frase toccante, apparentemente banale, ma profonda e densa. Alimenta tante riflessioni, tante da poter competere con un testo intero di pensieri filosofici. Non è il pacifismo che siamo abituati a dover sopportare e non è nenanche istigazione a conquistare con la forza la ragione di un diritto. E' riflessione per tutti nell'essere attenti, a prevenire, ad evitare che i folli prendano il sopravvento. Fa parte della filosofia della nostra compianta amica ideale. Sembra una sua frase, una frase di Oriana Fallaci.Ci starebbe tutta nel suo stile. La viltà delle democrazie molli e pigre sta proprio nella comodità di un modo inerme di essere tolleranti verso i prepotenti. Il richiamo alla fermezza, all'orgoglio, all'affermazione delle nostre radici è il deterrente migliore a spegnere l'entusiasmo dei folli, a spuntare le armi della loro "guerra santa", a respingere il dilagare dell'oscurantismo intollerante del fondamentalismo dilagante.
La ringrazio per il suo intervento e confido di leggerla ancora.
Cordiali saluti.
Vito S.

Anonimo ha detto...

Ciao.
Ho visto il tuo blog e ti ho subito linkato.
Spero che tu voglia fare la stessa cosa con me.
Il mio blog è http://pensieroliberale.ilcannocchiale.it
Complimenti per il blog!

vito schepisi ha detto...

Ho inserito il link del tuo blog tra i links. Questa sera non ho tempo di leggere i tuoi post e di rilasciare un commento...mi riprometto di farlo domani. Volevo segnalarti un altro mio blog che è il più seguito: "Il Libero Pensiero" http://blog.libero.it/vitoschepisi/
Grazie per i complimenti a presto. Vito

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie