14 ottobre 2014

Tra Città Metropolitane e Province ecco cosa (non) cambia.


Molti lo ignorano, ma domenica scorsa, 28 settembre, in alcune parti d’Italia sono stati rinnovati i consigli provinciali di alcune città ed entro domenica 12 ottobre si completerà il rinnovo di 64 consigli provinciali e di 8 consigli metropolitani (tra cui Bari).
Alcuni pensano che le province siano state abolite, ma non è così. Sono ancora in piedi e per dieci di esse c’è stata la trasformazione in città metropolitane.
Finché non sarà approvata una legge costituzionale che modifichi il Titolo V, in cui sono tuttora previste come “enti autonomi” con propri poteri e funzioni, le province non potranno essere abolite.
Per il loro rinnovo la Legge Delrio stabilisce elezioni di secondo livello, come sarà per il Senato, se passerà la legge costituzionale che in Italia ha già fatto tanto discutere.
Le elezioni di secondo livello sono quelle in cui il corpo elettorale è costituito da un numero ristretto di soggetti già eletti in altri consessi. Non saranno più i cittadini ad eleggere i nuovi consigli provinciali, ma saranno i consiglieri eletti nei comuni delle ex province, ovvero nei territori metropolitani.
Anche per l’abolizione delle province, si cambia tutto per non cambiare niente: solo una metamorfosi delle cose. In Italia le cose che si trasformano sono come le masse gelatinose in cui, se si spinge da una parte, ciò che si sposta emerge dall’altra: la spinta populista per la soppressione delle province le ha fatte riemergere in altro modo.
Una pessima legge la 56/14. Una legge che è dissonante con la volontà di razionalizzare la geografia degli enti locali e di rendere socio-economicamente efficienti i territori.
Tra le novazioni di rilievo resta solo quella di un sistema elettorale in cui i cittadini dovranno restarsene a casa perché c’è chi provvede per loro. A ben pensare, però, è una novità solo formale per quanto è già apparso difficile che gli eletti rappresentino le istanze ed i bisogni dei cittadini, piuttosto che i loro e quelli dei partiti che rappresentano.
Le novità della legge non finiscono qua. In alcune città - dieci in tutta Italia - il presidente della provincia è già noto. E’ così per le città metropolitane, Bari è tra queste, ed il presidente della città metropolitana di Bari sarà Decaro, già sindaco della città capoluogo. Per le altre, oltre ad eleggere il consiglio provinciale, i sindaci ed i consiglieri comunali in carica eleggeranno anche il presidente della provincia. Unica nota positiva è che, almeno per ora, gli eletti non percepiranno alcun compenso. Sempre che non ci sia chi sta già studiando come aggirare l’ostacolo.
Gli elettori, come detto, saranno solo i consiglieri comunali in carica, ma “peseranno” in modo diverso. Non sarà “una testa un voto”, come accade per le elezioni di primo livello. Ogni consigliere avrà un peso specifico diverso (che non dipenderà dalle proprie abitudini alimentari). Ogni consigliere sarà, infatti, portatore di un voto ponderato, rapportato alla dimensione del proprio comune. I voti dei consiglieri del comune di Bari, ad esempio, saranno diversi da quelli del comune di Alberobello e conteranno di più perché Bari è un comune più grande. Per facilitare i calcoli, e ciò renderà più variopinta la cosa, ad ogni consigliere sarà data una scheda di colore diverso.
Solo qualche giorno ancora e il “pallottoliere” colorato delle nuove province fornirà il suo completo responso. Il suggerimento per non restare delusi è che nessuno si aspetti niente di utile.

Vito Schepisi
Su EPolis Bari del 3 ottobre 2014

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