21 ottobre 2014

Matera Capitale Europea della Cultura 2019


Con Matera ha vinto il Sud.
Esultiamo tutti, lucani e pugliesi, calabresi e campani, molisani e siciliani perché è la prima volta che un riconoscimento così importante arriva in una città del Mezzogiorno.
La nostra terra, tutta quella del Sud – dal Salento alle Murge, dai paesi dell’Aspromonte al Gargano, dallo stretto di Messina agli Appennini molisani, dai tesori del tardo barocco della Sicilia orientale al barocco leccese, dai Sassi di Matera alla Costiera Amalfitana, dai trulli della Valle d’Itria ai dammusi siciliani, dalle case in pietra alle preziose coste del sud, dai castelli federiciani alla Valle dei Templi di Agrigento - è una testimonianza unica di bellezza, di storia, di tradizioni, di arte ed anche di gusto, se si uniscono i sapori della nostra enogastronomia.
Grazie a Matera, con i suoi sassi e con il suo paesaggio ricco di civiltà contadina, si allarga a tutto il Sud la scommessa di un primato internazionale da conquistare, se solo riuscisse a far prevalere la sua maestosa originalità.
La scelta caduta sulla Città lucana sia dunque il fulcro su cui far muovere le leve dell’ingegno e dell’originalità che, visibili nella storia delle antiche tradizioni, sono già nel dna delle popolazioni meridionali. Basterebbe che tutti facessero la loro parte.
Sia così il riconoscimento della Città dei Sassi il trampolino da cui far partire la domanda di crescita delle terre del Sud.
Sia Matera, Capitale della cultura europea, con il sostegno della classe dirigente meridionale e con l’entusiasmo della sua popolazione a richiamare l’Europa e il mondo perché s’immergano, oltre che nel fascino della cultura rurale e mediterranea, anche nelle ataviche problematiche sociali legate ai bisogni della popolazione ed al dramma della fuga dei giovani alla ricerca di opportunità di lavoro.
C’è un patrimonio inestimabile che vale più di ogni tesoro conservato nelle fredde casseforti delle banche europee, c’è un insieme di valori culturali, materiali e storici, alimentati nei secoli dai contributi delle diverse civiltà insediatesi nelle terre del Sud che hanno permeato di scienza e conoscenza tutto il mondo occidentale. Questo patrimonio di storia e di cultura è il nostro credito più grande e può essere più forte e scotente dei toni delle lamentele e delle richieste di assistenzialismo che nel passato sono servite ad arricchire alcuni privilegiati, ad alimentare le clientele politiche e ad impoverire la gente più umile.
Il popolo meridionale, tutto intero, con la scelta di Matera a rappresentarla come Capitale della Cultura Europa per il 2019, ora incassa un tributo di grande valore.
Il meridionalismo ha ora uno strumento in più per far valere la sua richiesta di riscatto. Si sono rotte le catene dell’indifferenza ed è stato vinto il cinismo di quanti hanno sempre visto il meridione come una terra di conquista, se non addirittura come un peso di cui liberarsi.
Ora cambia persino la prospettiva delle cose: è l’Italia che senza o contro il Sud perde una parte consistente del suo primato mondiale per arte, bellezza e cultura.
E’ il tempo, finalmente, di uscire dalla stupidità della contrapposizione tra nord e sud e di sentire tutti insieme l’orgoglio d’essere italiani. Sia recuperata la nostra storia e, dopo 153 anni, sia recuperata davvero quell’Unità Nazionale che nel 1861 vide il nostro mezzogiorno conquistato e aggiunto all’Italia, senza lasciare alla gente del Sud la libertà di condividere e d’essere coprotagonista della conquista dell’unità nazionale.

Vito Schepisi
Su Epolis del 21 ottobre 2014

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