08 ottobre 2013

Elogio dell'idiota


Chiariamolo subito. Se mi trovo qui a tratteggiare un elogio all’idiota non è per pura e occasionale avventura, ma per una meditata analisi.
Partiamo da un dato italiano: in Italia è idiota almeno un italiano su due. Sono ottimista questa mattina. Ma il meglio deve ancor esser detto: il 50% degli italiani sa di essere idiota e se ne compiace. Quello nostrano non è un fenomeno circoscritto al Paese: è comune a tutti i paesi di simile livello sociale ed economico, con simile retroterra culturale e con pari livello di civiltà.
L’idiota di cui si parla non è la persona del tutto ignorante o il cosiddetto stupido del villaggio e neanche il violento che fa il gradasso con i più deboli. Non è chi alza la voce immaginando che gridando di più si possa avere anche più ragione sugli altri. Se pensassimo a questi, uniti agli altri, di non idioti, in verità, in Italia ne resterebbero in pochi.
Stiamo parlando di persone che immaginano di rappresentare e di dire qualcosa, che si presentano come persone che ragionano, di quelli che attorno alle proprie azioni cercano di costruire delle motivazioni logiche, che chiedono il consenso a ciò che fanno. Parliamo anche degli idioti che fanno parte della classe dirigente del Paese. Degli idioti di rango insomma, anche di quelli che fanno parte della medio-alta borghesia e di quelli che si arrampicano per entrarci o per rimanerci; di quelli con i modi gentili, premurosi e corretti, ligi e legati alle forme, o volgari, autoritari e altezzosi, presuntuosi e intolleranti. 
E’ da qui che parte il primo pensiero sull’utilità dell’idiota: se non ci fossero, non ci sarebbero i non idioti e quindi verrebbero a mancare le persone positive e capaci.
Non è un primo buon motivo, seppure semplicistico, per pensare che l’idiota serva a qualcosa?
Se ci fosse un mondo di persone tutte capaci, tutte intelligenti, tutte razionali, tutte riflessive, tutte positive, il nostro mondo sarebbe banale. La società è complessa e articolata in livelli di competenze e di responsabilità e sapere di prevalere sugli altri solo per un colpo di culo ci porterebbe già alla depressione, ma sapere di dover invece soccombere solo per un colpo di iella sarebbe ancor più insopportabile.
Un mondo di uomini capaci sarebbe scialbo e senza competizione. Tutto sarebbe piatto e senza colpi di genio. Nessun gusto per la creatività, perché tutto sarebbe nella norma. Sarebbe un mondo di uguali, tutti con le stesse doti d’inventiva, con l’estro, con le idee chiare. Ma così tutto sarebbe anche monotonamente razionale e perfetto. L’unica alternativa starebbe nella tentazione d’essere un po’ idioti, per provare qualche emozione diversa. Ma essere idioti in una società di capaci potrebbe trasformarsi in un rischio molto grosso.
Un capace, infatti, sarebbe come uno che coglie l’idea del perfetto e si uniforma ad essa. E, siccome l’idea del perfetto non è sulla terra, rischieremmo di trovarci in un popolo di fanatici che ritengono blasfema ogni idea che si discosti dalla parola del Perfetto.
Cadrebbero le teste! Anche questa sarebbe una ragione per pensare che avere almeno il 50% degli idioti sia indispensabile per motivare l’articolazione della società e scongiurare il pericolo di involuzioni autoritarie.
Si dice che il buon umore faccia bene alla salute. Ma si ride, quasi sempre, quando c’è un idiota che ci fa ridere. Benigni, ad esempio, non ci fa ridere perché declama i versi della Divina Commedia o perché rimescola da anni le sue battute su Berlusconi, ci fa ridere perché nei suoi modi gli spettatori ci scorgono i modi del giullare che fa l’idiota.
I nostri comici per farci ridere dicono idiozie. L’idiota, pertanto, ci fa sorridere, alimenta il buon umore, ci distrae dai pensieri e dalle responsabilità ed è un antidoto allo stress.
Si prenda Crimi, il senatore del M5S che, membro della Commissione sulle immunità del Senato, nelle fasi della discussione sulla decadenza di Berlusconi, non ha trovato di meglio da fare se non, in odio a Berlusconi, d’essere volgarmente offensivo verso il mondo degli anziani. Crimi rappresenta benissimo una buona parte della nostra società.
Come, diversamente, poteva essere rappresentato in Parlamento il mondo degli idioti se non ci fosse stato?
Vito Schepisi

1 commento:

Antonio Gabriele Fucilone ha detto...

Il blog "Italia e Mondo" è chiuso.
Ora, c'è "The candelabra of Italy".
Sono pienamente d'accordo con quanto scritto sul tuo articolo.
Il nostro Paese è sempre più lacerato da questa politica che è diventata tifo.
Ho commentato sul mio blog, http://thecandelabra.blogspot.it/2013/10/dal-blog-di-vito-schepisi-lelogio.html.
Cordiali saluti.