Ho visto alcuni passi della replica, naturalmente non ho
visto il Benigni della tribuna politica più furba del mondo. Ho pensato che per
fare politica i partiti accaparrano finanziamenti, a volte rubano, truffano, e
saccheggiano. Questa volta hanno trovato il modo di far pagare ai contribuenti
italiani uno spot televisivo, uno spottone di parte, grosso come un macigno, a
poche settimane dal voto e senza limiti di tempo e di spesa.
Un costo di 5,8 milioni di Euro, in tempi di “spending review” e di motivato disgusto
per i costi della politica, non sarebbe passato inosservato, se non ci fosse
stato quel coro di omertà “politicamente corretta”, ad iniziare da quella del
Presidente della Repubblica, per coprire l’ulteriore scempio al pluralismo,
ammantato di retorica culturale, in uno spazio di tutti.
Chiamano cultura ora anche la promozione politica! Arriverà che chiameranno
libertà la censura, liberazione il carcere ed a spacciare la tortura per metodo
educativo.
Non so quanti milioni d’italiani si siano messi dinanzi alla tv a ridere di
questo guitto furioso. Io non c’ero. Non avevo tempo e voglia di sentir dire
cose ovvie frammiste a idiozie, non per sentire le solite benignate partigiane
che, per il reiterato e obliquo conformismo della sinistra italiana, seguono le
trasformazioni nel tempo della falce e il martello.
Non avevo tempo e voglia per ascoltare comizi camuffati da satira. Mi
restituissero, piuttosto, quella parte del canone che io a Benigni non darei
mai.
Il guitto toscano come comico non mi dispiace, meno come predicatore e come
strumento politico. Sulla Costituzione ha detto cose ovvie infarcite da quella
retorica di regime che una costituzione liberale non dovrebbe mai far
suscitare. L’enfasi non è uno strumento di ragione e di riflessione, non lo è
mai stato, piuttosto è uno strumento di confusione. Nuoce, piuttosto che
favorire comprensione e buoni propositi.
Nessuna forza politica ha mai chiesto una rivisitazione dei principi
fondamentali della Costituzione. Tutto ciò che s’ispira ai principi
fondamentali di libertà, di fratellanza e di democrazia regge contro il tempo, perché
si basa su sentimenti intramontabili per tutti gli uomini che nascono liberi. La
Costituzione, però, risente degli anni nella sua parte seconda: quella che
tratta dell’Ordinamento della Repubblica.
L’inadeguatezza è nota ed è discussa da molto tempo. Basti ricordare che nel
1983 le camere promossero una Commissione Bicamerale con il compito di
"formulare proposte di riforme costituzionali e legislative, nel rispetto
delle competenze istituzionali delle due Camere, senza interferire nella loro
attività legislativa su oggetti maturi ed urgenti, quali la riforma delle
autonomie locali, l'ordinamento della Presidenza del Consiglio, la nuova
procedura dei procedimenti d'accusa".
La Bicamerale, presieduta dal liberale Aldo Bozzi, si sperse, però, come tutte
le cose italiane.
La Costituzione italiana sull’Ordinamento della Repubblica è farraginosa e
obsoleta. C’è poco da essere “la più bella del mondo”. Non siamo a un concorso
di bellezza. La Costituzione può essere d’aiuto, invece, ad un Paese che non
riesce ancora ad esprimersi con coerenza democratica.
In una Nazione libera deve poter garantire la stabilità e le forme di governo più
compatte, nel rispetto della sovranità popolare. L’articolo 1 sul potere
esercitato dal popolo nei limiti e nelle forme stabilite dalla Costituzione
non può restare solo un inutile
orpello, né si può pensare che, a differenza di quanto si sancisce nei principi
fondamentali, la Costituzione voglia privilegiare la partitocrazia e gli
interessi particolari delle caste.
La più bella del mondo? Ma se in paragone con le carte fondamentali degli altri
paesi liberi del mondo, per l’ordinamento dello Stato e per le forme di
rappresentanza politica, la nostra Costituzione ci penalizza non poco?
Oooh! Che si spacci per cultura ciò che è ignoranza?
Vito Schepisi
4 commenti:
top [url=http://www.c-online-casino.co.uk/]uk online casinos[/url] hinder the latest [url=http://www.realcazinoz.com/]online casino[/url] unshackled no deposit hand-out at the foremost [url=http://www.baywatchcasino.com/]baywatchcasino.com
[/url].
concordo su alcune cose, però credo che parlare della costituzione (soprattutto dei suoi principi fondamentali) sia sempre una buona cosa perché non tutti conoscono l'importanza dei suoi principi fondamentali.
Sai, c'è chi come i comunisti estremisti che crede di poter fare tranquillamente a meno della libertà di espressione.
E c'è chi come i cattolici conservatori ed estremisti che pensano ancora ad una religione di stato che mortifichi gli altri credo.
Saluti.
La Costituzione è nei fatti. Uno Stato vive la sua Carta dei diritti e dei doveri e vive la sua Organizzazione nella vita quotidiana sociale, civile, politica e giudiziaria. Non penso che "i fatti" italiani siano i più belli del mondo. Già l'assunto, pertanto, mi consigliava di evitare di partecipare ad una "festa" di esaltazione che non ritenevo appropriata. Il seguito mi ha solo dato ragione. Un pretesto per far politica, spacciandola questa volta per cultura. Mi dispiace per Benigni, che stimo come attore e mi diverte come comico, ma chiunque, anche Verne con "Il giro del mondo in 80 giorni", può essere letto in forma strumentale per trarre indicazioni e per fare formazione politica. La cultura è ben altra cosa. La cultura è quella conoscenza che resta come estratto critico tra tesi ed antitesi. In altre parole la cultura è pluralismo, non faziosità.
La laicità della Costituzione italiana è fuori di discussione. Solo in questo passo ho apprezzato quanto detto da Benigni citando Cavour "libera chiesa in libero stato".
Sulla libertà di espressione non ho avvertito nessuna inquietudine di Benigni, piuttosto i più comodi luoghi comuni - falsi - su Berlusconi.
Direi deludente nell'insieme, quanto brillante nella sua verve comunicativa. Peccato che sia un uomo di regime!
ma guarda che io non l'ho visto tranne i primi 5 minuti...ma avevo appena chiuso libri di diritto e allora ho pensato che non fosse il caso!
Io quindi ho solo detto che parlare di principi cardine delle democrazie moderne (quali quelli espressi dalla cost.) non può che far bene, e ciò a prescindere dalle prevedibili strumentalizzazioni. Ma benigni si conosce ed era quindi prevedibile il soggetto delle sue battute.
Ma vanno sicuramente bene benigni e la cost. in questa cloaca che è diventata la tv.
saluti.
PS libertà e religione di stato erano solo due esempi, non erano collegati alle parole di benigni.
Riguardo alla mancata applicazione della cost lui però l'ha detto: staremmo bene se l'applicassero!
Posta un commento