02 agosto 2012

L'asse Vendola-Bersani



Se Bersani e Vendola scelgono: 
- di procedere con l'aumento della pressione fiscale e con quello della spesa pubblica, come se in Italia e nel mondo non fosse successo niente, e come se l'Italia non rischi di trovarsi al collasso; - se scelgono di mantenere rigido il mercato del lavoro e di concentrarsi su immigrazione ed omosessuali, come se tutto questo garantisca lavoro e sicurezza agli italiani; - se scelgono la demagogia, la fumosità, e persino di sostenere la spesa per omosessuali e immigrati, invece che per i bisogni delle donne, degli anziani, dei malati, dei bambini, delle famiglie (basterebbe farsi un giro in Puglia per capire);
- se scelgono la follia di ricominciare come prima e peggio di prima, ribaltando i valori del merito, dell'efficienza, dell'economicità, delle compatibilità;
- se scelgono il declino del Paese, seguirli sarebbe una follia.
E' necessario, invece, lavorare perché si riaffacci l'idea liberale di affrancare gli italiani dall'invadenza della partitocrazia e dell'ipocrisia.
L'Italia ha bisogno di un movimento che ricomponga sulla scena politica le scelte per le riforme, per la rivoluzione liberale contro le caste ed i poteri della burocrazia, per la trasparenza e la semplificazione della Pubblica Amministrazione, per la Legalità e la Giustizia di tutti, per rilanciare gli investimenti e lo sviluppo, per il lavoro e per i giovani, per l'integrazione del suo territorio.
L'Italia ha, infatti, bisogno d’investimenti, di sviluppo e lavoro, non di fumosità e di tasse per finanziare i costi degli abusi, degli sprechi, delle furbizie, dei fannulloni e della partitocrazia.
L'Italia non ha, invece, bisogno di immergersi in un confronto di generi, né di modificare il concetto di famiglia, né di distribuire privilegi economici, né di incoraggiare l'ostentazione di vizi e volgarità, né di diventare una Nazione senza una sua identità e senza una sua cultura e senza il patrimonio delle sue tradizioni millenarie.
L'Italia è si Terra di accoglienza, ma non Terra di conquiste e di mutazioni etnico-politiche della sua origine.

Vito Schepisi


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