Fino ad ora il Governo ha
messo i contribuenti con le spalle al muro e ha fatto pagare, ancora, ai soliti
noti, il conto salato di uno Stato in cui c’è una nutrita parte di Ordinamenti,
Istituti, burocrati e funzionari che vivono al di sopra delle possibilità del
Paese.
Questo esercito di piccoli
e grandi “fortunati”, furbi per avventura o per proprio ingegno, spesso adepti
di caste e di cordate, gode di privilegi insopportabili, soprattutto se messi
in confronto coi i disagi di tantissimi altri cittadini che ogni mese hanno
difficoltà nel far quadrare il bilancio familiare. Chi ha più di ciò che
sarebbe sufficiente per vivere bene, stride con il senso comune della giustizia
sociale e diventa motivo di sfiducia per gli altri, soprattutto se commisurato
alle inquietudini di tantissimi giovani in cerca di occupazione e d’intere
famiglie che si disperano nel ritrovarseli in casa, senza uno sbocco lavorativo
e senza intravedere speranze di trovarlo, nonostante i sacrifici fatti per
mantenerli agli studi.
Col Presidente del
Consiglio bisognerebbe poterci guardarci negli occhi e capire qualcosa di più.
I suoi ministri sembrano un glossario del semplicismo ottimistico. Alcuni si
rivelano persino beffardi verso chi ha seri problemi di vita, verso chi
vorrebbe integrarsi nella società lavorando e producendo e verso chi vorrebbe
metter su famiglia.
Ci sarebbe, ora, da essere
contenti. Nell’agenda di Governo, finalmente, è entrata la parola ‘tagli’. A
nostro avviso questo Governo avrebbe dovuto metterli al primo posto dell’agenda
di lavoro, ma meglio tardi che mai! Abbiamo capito che si tratta di tagli,
anche se, da ottimi tecnocrati, al Governo la chiamano “spending review”. Se la
locuzione anglofonica, però, è la stessa cosa che molti semplicioni, come noi,
intendono, sarebbe già un buon passo avanti!
Ogni cosa, però, senza
entrare nello specifico del suo contenuto, può essere tanto o niente. Ci
accontenteremmo che fosse abbastanza! Si diceva, pertanto, di guardarci negli
occhi col Prof. Monti, per capire se la sua logica sia la stessa nostra.
Tagliare i soldi della
benzina o delle riparazioni, ad esempio, per le auto delle forze dell’ordine,
ovvero il salario a un precario, non è la stessa cosa che tagliare una lauta doppia
o tripla pensione a chi non ha pagato in modo adeguato, anno per anno, tutti i
contributi per averla. Chi
percepisce pensioni per contributi figurativi, ad esempio, sta rubando soldi ai
lavoratori italiani che i contributi li hanno pagati invece tutti, mese per
mese, e sino all’ultimo centesimo.
C’é modo e modo di fare i
tagli. Quelli necessari sono quelli che gridano vendetta perché sottraggono
risorse al Paese e incidono, così, nella parte bassa della scala sociale
tagliando redditi e posti di lavoro.
Si dice che il pesce puzza
dalla testa. Allora si prendano ad esempio i Presidenti della Corte
Costituzionale che con il meccanismo furbesco delle nomine a rotazione a fine
mandato strappano vitalizi e privilegi, e mantengono auto blu, autista, ufficio
e personale a vita. Ma a cosa serve, ad esempio, agli ex presidenti di Camera e
Senato un ufficio lussuoso e ben attrezzato con tanto di personale nel Palazzi
del Parlamento?
Il Senatore a vita Monti è
un tecnico. Ci hanno detto che i tecnici possono essere impopolari perché non
hanno l’occhio alle clientele e non tengono a mantenere buoni rapporti con la
base elettorale, e quindi non dovrebbero essere restii a scontentare i
possibili ‘grandi’ elettori. Ci hanno anche detto che la loro principale
caratteristica sia quella di non guardare in faccia nessuno.
E’ arrivata l’ora di
dimostrarlo! Non si tratta neppure di scontentare qualcuno, ci mancherebbe! Con
tutto ciò che hanno accumulato in vantaggi ed abusi, dovrebbero restituire
persino il maltolto. Si tratta, invece, di rendere giustizia ai cittadini
onesti.
Se il Presidente Monti lo
volesse gli potremmo anche fornire tutte le situazioni di abusi, di privilegi e
di cose stomachevoli che il popolo italiano è stato costretto a subire. Ci sono
anche tanti libri che sono andati a ruba sugli scaffali delle librerie che
hanno descritto per filo e per segno metodi e cifre del saccheggio sistematico
del Paese.
Tra tutto il personale di
palazzo Chigi, Monti ne scelga uno che gli faccia un riassunto.
L’unico imbarazzo sarebbe
solo quello di scegliere da dove partire.
Vito Schepisi
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