12 novembre 2010

Feltri e le sue colpe

In un Paese normale la notizia avrebbe dell'incredibile, ma in Italia, invece, sembra che tutto sia possibile. Vittorio Feltri è stato sospeso dall'Ordine nazionale dei giornalisti per tre mesi. La sua colpa sarebbe stata quella di aver pubblicato, assieme alla notizia di una condanna vera per molestie, una velina allegata, ed erroneamente attribuita all'attività investigativa, in cui Dino Boffo, ex direttore di Avvenire, giornale della Conferenza Episcopale Italiana, risultava “attenzionato” dalle forze di pubblica sicurezza per molestie legate alla sua omosessualità. La colpa del Direttore del Giornale sarebbe stata, pertanto, quella di non aver controllato la fonte dell'informativa, risultata poi non ufficiale, quindi farlocca, e di averla ugualmente pubblicata.

Certamente è stato un errore di valutazione, ma non si può neanche lontanamente pensare che ci sia stata una volontà dolosa. E' un episodio su cui persino qualche dubbio è rimasto. La verità non è mai emersa fino in fondo, tanto più che il fascicolo del procedimento penale a carico del giornalista, per espressa richiesta dei suoi legali, non è mai stato reso pubblico. Per questa leggerezza giornalistica - quella di non aver controllato la fonte di una velina che nulla toglieva e nulla aggiungeva ai fatti - Feltri ha chiesto pubblicamente scusa a Boffo e, come previsto dalle leggi e dal codice deontologico, ha pubblicato spontaneamente sullo stesso quotidiano la rettifica della notizia, mostrando non soltanto buona fede, ma soprattutto lealtà e professionalità. Nella notizia diffusa dal Giornale non c'era nessuna motivazione personale, né di altro tipo, se non, ancora una volta, la volontà di dimostrare quanta ipocrisia ci fosse in giro, soprattutto da parte di coloro che si ergevano a difensori della moralità e che pontificavano sulle presunte debolezze degli altri.

Così tanto? Ma la notizia qual'era? L'informativa che aggiungeva solo un aspetto di colore, me che era priva di significato pratico, o la condanna per molestie legate a faccende un po' particolari di natura sentimentale che coinvolgevano l'ex Direttore del giornale dei vescovi italiani? Il medesimo Boffo che, invece, entrava nella vita privata del Premier e ne traeva motivazioni per esprimere una serie di giudizi morali; il medesimo direttore del giornale della Cei, organizzazione cattolica presieduta da Monsignor Bagnasco, distintosi fino a quel momento in dichiarazioni - giuste o meno, ma non sta a noi trarre giudizi sul pensiero e sullo spessore morale della Chiesa e delle sue espressioni più autorevoli - di dissenso alle unioni gay ed alle pubbliche manifestazioni dell'orgoglio omosessuale come i “gay pride”.

Per Feltri la notizia giornalistica consisteva solo nelle contraddizioni rilevate, ma senza trarne a sua volta alcun giudizio morale. Il direttore del Giornale si poneva, invece, una domanda, rimasta anch'essa senza risposta, sulle ragione per le quali una notizia di molestie sessuali, con motivazioni non certo nobili, come nei fatti specifici apparsi, fosse stata mantenuta riservata e senza che i media ne avessero fatto cenno, come invece sarebbe accaduto per altri personaggi pubblici, se non anche per altri meno noti. Un fatto di cronaca provinciale, per certi aspetti anche così morboso, è sempre un episodio che alimenta l'attenzione della cronaca.

Ma se l'intenzione di Feltri era stata quella di dimostrare quanto fosse facile fare moralismo sugli altri, ed assolvere invece sempre se stessi, per l'ordine dei Giornalisti la valutazione sembra, invece, che sia stata diversa, e lo si evince dal giudizio: colpevole!

La nuova santa inquisizione ha emanato la sua sentenza: Feltri è un diavolo.

Se nella parabola di Giovanni, nel Vangelo, Gesù, al cui cospetto avevano portato una fanciulla accusata di tradimento, alla richiesta per la sua lapidazione, prevista dalle leggi di Mosè, disse: “chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra” ed i farisei, messi dinanzi alle loro contraddizioni, si defilarono, l'Ordine invece non si è defilato affatto: ha scagliato 66 pietre.

I moralisti, i farisei contemporanei, non non si defilano, piuttosto scelgono di scagliare le pietre più affilate e taglienti. E l'Ordine dei Giornalisti si è adeguato. E vai così a scagliar pietre contro il pluralismo. E poi parlano di libertà di stampa. E poi lo fanno anche senza vergogna!

Che valore ha un ordine professionale, se invece che un organismo di tutela, e di regole uguali per tutti, si trasforma in uno strumento di vendetta e di intimidazione?

Ma va che forse di colpe Feltri debba espiarne altre di diverso tipo!?

Vito Schepisi

3 commenti:

G.A.di M. ha detto...

Purtroppo in questa Italia si respira un'aria avvelenata. Il giornalismo vero( di Montanelli, di Biaggi)non esiste più, oggi non si sa dove è andata a finire la dignità di un giornalista, l'etica professionale, quel senso di dare una giusta informazione di fatti che potevano interessare l'opinione pubblica e non andare oltre; non c'è più nulla di tutto questo, oggi si pensa agli scoup scandalistici e basta, non per informare il pubblico ma per infangare gli scomodi. L'Ordine dei giornalisti che fa, invece di cancellare dall'albo un mucchio di scribacchini, ti sospende un direttore del giornale per avere portato sul " Giornale" una notizia trasmessa da una falsa velina, quindi unica colpa, la mancata verifica della fonte. Gli scribacchini, quelli che poi gridano alla libertà di stampa, continuano, a imbrattare carta, con della spazzatura che Testate confacenti considerano giornalismo. Siamo messi proprio Bene.....

M.L. ha detto...

Perchè Feltri sarebbe un giornalista?
Uno che colleziona scandali e dossier verso chiunque osi criticare il suo datore di lavoro.
Ben fatto. Tre mesi sono pure pochi.
Così impara a diffamare chi non si allinea al pensiero unico ed onnipotente.
Tanto il suo padrone lo paga ugualmente e forse pure di più, adesso che deve rivestire il ruolo della vittima.
Mi spiace, ma un giornalista vero deve sapere che non si possono scrivere notizie false.
E' ora che in questo Paese di calunniatori si inizi a far rispettare qualche regola.
Feltri ha distrutto una carriera a Boffo solo perchè si era permesso di avanzare qualche critica al basso impero.Che bisognava santificarlo?
Ma ci faccia il piacere!

vito schepisi ha detto...

M.L....ma mi faccia il piacere lei!
Lei non sa neanche di cosa parla ... e ragiona più con le voscere che con il cervello. Feltri non sarà il plus ultra del giornalismo...ma almeno è un uomo libero...non come certio protagonisti della stampa di regime, per altro profumatamente pagti.
Ha commesso un errore, ma ha chiesto scusa e rettificato. L'erore? Non quello di aver dato una notizia o di averla data falsa ...ma aver pubblicato assieme alla notizia una nota attribuenola ad un'informativa dela polizia. La nota informativa è stata smentita dalla procura, ma mai si è conosciuta la relazione investigativa perchè i legali di Boffo si sno opposti a rendere pubblico l'incartamento. In questo caso la Procura è riuscita a tenere riservata ogni cosa.
Resta il fatto che Boffo è stato condannato per molestie...che la procura non ha creduto alla sua tesi difensiva, e l'ha infatti condannato, che la parte offesa ha rimesso la querela. L'azione penale, però, noin si è estinta tant'è che lo stesso Boffo ha patteggiato la condanna con un'ammenda.
Prima di dire corbellerie, pertanto, almeno si informi.
Non si è accorto che il regime in Italia ha altri protagonisti?
Si vergogni per le sue parole e per la violenza che traspare da ciò che scrive.