07 luglio 2009

Il dito, la luna e l'orrore


Sembra che l’abbia imparata a memoria e che la usi in ogni circostanza. La locuzione del guardare il dito che indica la luna, anziché la luna indicata dal dito, è una costante nell’oratoria sgangherata dell’ex pm più ignorante d’Italia. L’ha usata anche questa volta, benché rivolta contro Franceschini, suo alleato di fatto nelle astiose scorribande verbali contro tutti i provvedimenti della maggioranza.
Di Pietro appare come l’immagine stucchevole nella ridondante ripetitività di una contrapposizione politica pregiudiziale. Ed appare in tutta la sua banale e rozza evidenza il modo della ricerca dell’insensato scontro polemico di un ex PM piombato sulla scena politica per mettere a frutto quella popolarità ricavata dalla sua interpretazione giustizialista, sommaria, autoritaria e sbrigativa della moralizzazione della politica e della repressione del malcostume.
Di Pietro vive di effetti speciali, di urla, di sentimenti dirompenti, di minacce. Vive nello stesso modo di quando era poliziotto-magistrato e faceva tintinnare le manette. Ha bisogno di un nemico contro cui battersi, come un don Chisciotte coi mulini a vento. Ma i suoi nemici di sempre sono la ragione, il buon senso e la lingua italiana, che poi si accompagnano a quelli congeniti: l’umanità e la lealtà.
“Come al solito, Franceschini guarda al dito e non alla luna, criticando chi denuncia lo scandalo e non chi lo commette. Ce lo ricorderemo alle prossime regionali". Caldarola sul Giornale sostiene che sia la solita sceneggiata, un modo di sostenere le parti e che in definitiva i due, Franceschini e Di Pietro, siano speculari tra loro. Sarà anche così! Ma il PD dovrebbe avere uno spessore diverso, nasce dalla fusione di partiti che hanno cavalcato per anni la retorica antifascista e che, benché tra molte contraddizioni, rivengono da storie ben distinte da quella della rinascita fascista e del qualunquismo forcaiolo di un incolto come Di Pietro.
Un’intimidazione quella del leader dell’Idv che meriterebbe risposte ben più dignitose delle timidi prese di posizione di Franceschini e del PD. Il terribile poliziotto-magistrato, già raffigurato come il terribile saladino, barbaro senza morale, violento come un rapace, mette a segno un’ulteriore freccia del suo arco, scagliata contro la democrazia, contro le sue regole, contro i suoi principi, contro la sua etica istituzionale. Di Pietro è un uomo proteso ad occupare la scena dell’opposizione per farne una clava contro la democrazia e contro la civiltà del confronto. Un uomo che si dimena ogni qualvolta che sulla scena politica si affaccia la possibilità di convergenze, di dialogo politico nel Paese, di obiettivi comuni da raggiungere. Un uomo contro la democrazia, un uomo che spinge all’odio ed alla guerra civile.
Il suo voleva essere un aforisma che ponesse l’attenzione sull’incapacità degli altri di guardare alla sostanza, limitandosi ad osservare solo le forme. Ma è stato invece l’esatto contrario. E’ uno stereotipo del suo metodo di fare opposizione: molto attento agli effetti e poco invece ai contenuti. Più rumore che sostanza! Come i petardi dei fuochi di artificio!
Attaccare il Presidente della Repubblica, impegnato a ricercare il confronto civile tra maggioranza ed opposizione, attento osservatore delle regolarità formali, costituzionali e sostanziali delle leggi, è solo un rozzo tentativo di esasperare la polemica. Anche la difesa di Franceschini delle prerogative del Presidente Napolitano appaiono inadeguate, deboli e confuse. I modi di Di Pietro richiederebbero, più attenzione e richiami più rigorosi contro la deriva eversiva. Richiede un dito puntato contro l’orrore.
Osservare che il Presidente della Repubblica chieda interventi alla legge sulle intercettazioni telefoniche, perché non costituiscano ostacolo al cammino della giustizia, è azione degna di rispetto, perché attinente al ruolo del Capo dello Stato, garante della Costituzione, del rispetto delle leggi, della dignità dei cittadini, della loro privacy, della civiltà giuridica e della libertà d’informazione. Quest’ultima è, infatti, cosa ben diversa dalla spettacolarizzazione sui giornali della vita privata dei cittadini, è diversa dalla diffamazione e dall’uso di scorci di conversazioni ed istantanee di immagini, usate per la denigrazione dell’avversario politico.
Di Pietro si è montato la testa, aspira ad emergere dalle rovine di un’Italia demolita da una guerra civile, che istiga senza vergogna. Spinge per un’Italia immobile, senza riforme, ricca di gossip, inutile, rozza, incivile e violenta. Un’Italia dove anche un vincitore di concorso in magistratura, per somma di orrore, conti più della sovranità del popolo.

Vito Schepisi su l'Occidentale

7 commenti:

Anonimo ha detto...

.....dormi schepisi....dormi piccino...fai la ninna.....fai la nanna...

la_scarpa_che_respira ha detto...

vabbè...ma bari è emersa dalla sue acque oggi ?

DARIO ha detto...

Se si critica aspramente berlusconi, si è violenti, ideologicamente prevenuti, si tende a demonizzare l'avversario, si è antidemocratici e bla bla bla.....
Se si scrivono le stesse durissime parole contro un avversario politico (come hai fatto tu) si ha ragione e non si demonizza l'avversario o si è perfino rispettosi della dialettica politica.
La tua solita, disarmante, incoerenza. Due pesi e due misure.
Ma dimenticavo! Sei militante, quindi hai OGGETTIVAMENTE ragione e se si dicono queste cose su di pietro " è la verità, che ci vuoi fare?", se si dicono su berlusconi.....Lasciamo perdere. QUESTO SIGNIFICA ESSERE MODERATI?????????????????????????

Anonimo ha detto...

Di Pietro ora è un politico, avrà il diritto di fare la sua opposizione ?
Lei si sbudella quando parla di Di Pietro e noi ci divertiamo un mondo...
Forza Di Pietro li vogliamo vedere tutti dietro le sbarre.. morte politica alla mafia, alla corruzione e alla prostituzione di alto bordo!
W IDV

dario ha detto...

Nell'idv una puttana non sarebbe mai stata candidata.
La daddario invece E' STATA CANDIDATA nelle liste della destra. Come me lo spieghi? Che ci faceva una puttana nelle liste del tuo partito? Oppure non è niente vero e questa daddario non esiste o non è mai stata candidata e forse nemmeno conosceva berlusconi? Chissà, forse è stata creata dai media di sinistra, da qualche giudice o da qualche attentatore della democrazia. Avete la capacità, voi militanti, di rimuovere inconsciamente quei dati incontrovertibili che danneggiano il vostro partito. Ti sei affannato a dire che a villa certosa non è successo niente, ma hai (sono sicuro, inconsciamente) rimosso l'elemento più compromettente e politicamente grave: la daddario è stata effettivamente candidata. Voi militanti, arrivate a votare anche le puttane pur di veder vincere il vostro partito. Secondo me, è anche una questione di dignità criticare ogni tanto il proprio partito. Chi è acritico è un automa, non un uomo.
Caro vito, una delusione.
Saluti.

Anonimo ha detto...

prenda esempio:
http://www.youtube.com/watch?v=7WEoRkt1QL0

Anonimo ha detto...

Dario a te non risponde, si è scocciato, lo contrasti troppo.
a talità si, perchè è daccordo.
Ora la sig o il sig. attacca sulla grammatica.