03 luglio 2009

Congresso PD verso la “cosa 10”: la noia

Ma dove va il PD? Alcuni dicono al Congresso, ma altri già pensano sulla via dello sfascio. Sono in ordine sparso come capita di vedere quando c’è un vuoto di idee e si ritiene che tutto si risolva sostituendo i nomi e le cordate. “E’ tutto da rifare” come sosteneva il grande Bartali.
Ma chi frena il tentativo del PD di dotarsi di una linea, di aprirsi al confronto, di indicare una strategia di governo che possa con pazienza nei prossimi 4 anni diventare una vera alternativa politica?
C’è più di un responsabile, e ci sono tanti suggeritori di parole magiche, tante ricette e pozioni miracolose. L’ultima è quella di Bersani col ritorno al partito delle tessere ed alla partitocrazia, preceduta dall’astro calante, la Serracchiani, con il partito dei “simpatici”. Andiamo a capire, però, chi siano stati e chi sono i responsabili di questo ambiguo serraglio.
Il primo responsabile è stato Prodi che ha voluto un partito su misura per rafforzare la sua egemonia, nella gestione di un area di diversi, col collante della distribuzione capillare dei centri di sottopotere. I suoi motti sono stati:”la serietà al governo” e “tutti uniti si vince”. Di serietà se ne è vista poca, a meno che non si intendesse grigiore. Tutti uniti, senza una scelta per il Paese, ha solo fatto emergere la rabbia di chi chiedeva che si dessero risposte ad almeno tre esigenze: sicurezza, servizi efficienti e presenza dello Stato. Invece è stato il caos, e tutti insieme per niente è risultata per Prodi una strategia perdente.
Il PD che doveva diventare il fulcro dell’Unione, con il Professore al vertice a mediarne i conflitti, è stato trasformato da forza di spinta di tutta la sinistra, nel partito leggero di Veltroni.
Il secondo responsabile, dunque, è stato proprio Veltroni che, candidato senza veri concorrenti alle primarie, acclamato salvatore della nuova sinistra di stampo europeo e riformista, si è prima sbracciato nello sfidare Berlusconi a gareggiare senza i cespugli, e poi si è rimangiato il proposito e si è abbracciato con l’unico cespuglio di ortiche, quello del giustizialista Di Pietro. Il basta con l’antiberlusconismo e la disponibilità all’avvio del confronto sulle grandi riforme, già in campagna elettorale si è sfibrato, facendo riemergere la contrapposizione dura. E’ apparsa incomprensibile persino quella somma di stucchevole superbia nell’evitare di pronunciare il nome del suo concorrente. Crollato il no all’antiberlusconismo, è crollato subito dopo anche la disponibilità al confronto.
Il terzo responsabile è Franceschini che, invece di prendere atto che la strategia della contrapposizione pregiudiziale fosse un metodo sbagliato (su quella linea era caduto Veltroni incapace di comprendere il ruolo di un’opposizione costruttiva in un Paese che passava attraverso una crisi recessiva globale ), andava giù anche lui in modo pesante, sino a raggiungere volgarità sul Presidente del Consiglio, inedite per i vertici di un partito riveniente dalle tradizioni dei confronti serrati ma dignitosi del post comunismo e dei post popolari. Ed è sempre Franceschini, segretario a scadenza, che mentre sosteneva l’impraticabilità dell’alleanza con Di Pietro ne imitava la ferocia negli affondi contro il Governo. Un linguaggio da trivio ed un’opposizione intollerante su tutto, meno che sulle nomine, con toni da grande preoccupazione etico-sociale, benché la maggioranza confermasse in Parlamento i provvedimenti richiamati nel programma elettorale della coalizione Pdl-Lega su cui si era espresso il corpo elettorale.
Il quarto responsabile è sempre Franceschini che invece di stare al di sopra della parti, com’era nei propositi della sua segreteria a tempo, e di consentire una tregua di riflessione nel PD, per aprire il partito al dibattito precongressuale, perché lo si utilizzasse per esplorare il percorso di una vera competizione sulle idee e sulle strategie per i prossimi anni, ora gioca in proprio, e compete per conto di una fazione che reclama vendetta e che si contrappone all’altra che reclama altrettanta vendetta, fazione a sua volta sostenuta da Prodi che di vendetta ne reclama anche lui. E’il caos!
Il quinto responsabile (last but not least) è il gruppo editoriale che si è sostituito alla segreteria politica, riducendo il Partito Democratico alla stregua di un disabile a cui necessita una badante, con la sovvenzione (editoriale) a titolo di contributo all’accompagnamento.
E’ una nuova fase pirandelliana quella del PD da cui ancora una volta non emergerà un vero partito, ma ancora una “cosa”. Sarà l’ennesimo strumento sulla cui riedizione si è perso il conto. Sarà la cosa 10, la noia!
Vito Schepisi

4 commenti:

Anonimo ha detto...

siamo alle solite, sempre sensazioni e mai argomentazioni documentare, ma non si è accorto che scrive solo per il suo piacere? molto problabilmente è più seguito un blog pro talebani che il suo di blog! che tristezza!
le do alcune dritte:
- scriva dopo aver investigato il caso da lei scelto, non vada a sensazioni.
- scriva anche le fonti, naturalmente le fonti devono essere imparziali.
- onestà intellettuale, provi a esercitarla, è strano macredo che anche lei un pizzico ne abbia
- non usare 2 pesi e 2 misure.
- fare critiche e analisi costruttive.
-scegliere in modo alternato chi criticare
- scegliere i temi "caldi" che al popolo interessano,esempio in questo momento interessa più la crisi economica e cosa il governo materialmente fa in abruzzo.

ps: ho letto su un giornale locale, epolis del 03/07/09 una frase bellissima, recitava:
"non è necessario essere comunisti per opporsi a berlusconi, è sufficiente essere onesti".
era firmata: pasquino
-

Anonimo ha detto...

mi può smentire quello che dice il giornalista?
è diviso in 19 parti!
buona visione!
http://www.youtube.com/watch?v=AOdIXR6wWCA&feature=related

La voce ha detto...

X anonimo
Ora chiede troppo a chi si autoproclama e si pavoneggia buttando solo fango di sua sensazione sulla parte che odia profondamente, e mai vede il lurido marciume che appoggia!
Questo blog è così, se lo conosci lo eviti!
Oppure ci vieni per farti quattro risate!

Anonimo ha detto...

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