Una guerra è orribile sempre e comunque. L’opzione armata dovrebbe essere l’ultima, in un ventaglio molto articolato di azioni diplomatiche e di ricorsi agli organismi internazionali, per la difesa dei diritti dei popoli e per reagire ai soprusi ed agli atti ostili. Ma la guerra è l’azione indifferibile per costringere chi è sordo, prepotente e aggressivo a rinunciare alle ostilità ed alle reiterate azioni di terrore tra le popolazioni civili. La guerra diventa persino indispensabile contro la viltà ed il fanatismo.
Il pacifismo unilaterale prepara solo una guerra da perdere. Non esiste poi una proporzione in guerra. E’ cinico, ma una guerra si combatte per vincerla da tutte le parti in causa.
Ciò che accade da anni in Israele sa di incredibile. Israele è nei suoi territori per decisione degli organismi internazionali che hanno stabilito che la “Terra promessa” del popolo ebraico fosse in quei territori, una volta in gran parte desertici, assegnati nel 1947 con la risoluzione n. 181.
La modifica dei confini è successivamente avvenuta in conseguenza del consolidamento delle azioni di difesa di Israele, attaccata più volte dagli stati arabi confinanti. Questi confini sono stati ripristinati laddove con i Paesi confinanti si sono siglati trattati di pace e di reciproco riconoscimento, come è capitato con Giordania ed Egitto, ad esempio.
La stampa internazionale e la sensibilità dei governi mondiali si risveglia solo quando Israele, unico paese democratico nell’area mediorientale, decide che sia ora di rispondere alle azioni di provocazione e di terrorismo che partono dai territori rilasciati, come la Striscia di Gaza, o confinanti, come il Libano.
Israele ha chiesto ad Hamas di fermare il lancio di razzi che partono dalla Striscia di Gaza e sono diretti nelle città di confine israeliano (Sderot), indiscriminatamente lanciati sulle popolazioni civili, senza obiettivi militari o altri obiettivi tattici se non quelli di provocare terrore tra le popolazioni inermi. Il gruppo terroristico di Hamas (quello che D’Alema vorrebbe riconoscere come interlocutore politico) ha continuato ad armarsi nella Striscia di Gaza e si è reso responsabile della rottura di una tregua negoziata dall’Egitto e che, sebbene molto tenue, durava da almeno sei mesi.
Questo stillicidio di razzi sul territorio israeliano, partito dall’iniziativa esclusiva di Hamas, non può che avere un fine ed un collegamento inquietante perché, per essere irrazionale, e controproducente per la popolazione palestinese di Gaza, non può non avere finalità diverse.
Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, infatti, riceve l’appoggio non solo verbale di Hezbollah, come ha lui stesso dichiarato: “Hassan Nasrallah (leader di Hezbollah) ha chiesto ai libanesi di sostenere il popolo palestinese a Gaza per porre fine all’assedio”. Lo si constata con l’aggiornamento delle notizie del lancio di missili dal sud del Libano sulle città israeliane. Il conflitto si allarga, com’era nelle intenzioni degli attaccanti. Le seguenti, infatti, sono parole di chi scrive, pubblicate due giorni fa in un commento:
“Una provocazione politica, forse mirata ad aprire il fronte di Siria ed Iran in Libano, per mezzo di Hezbollah. Ciò che l'opinione pubblica occidentale stenta a capire è che ad Hamas, ad Hezbollah non fa impressione il numero dei morti e le vittime civili, come non fanno impressione all'Iran di Adhaminejad, a loro interessa imbrigliare Israele...magari con l’invio a Gaza di altre forze di interposizione dell'ONU che consentano ai terroristi di fare ciò che vogliono, come nel sud del Libano, magari protetti proprio dai militari dell'ONU, di cui persino si servono. Il fine è l'atomica iraniana che appena pronta avrà un motivo politico, patriottico, morale ed etico (per il fondamentalismo islamico) per essere sganciata su Tel Aviv".
Accade così che chi afferma che l’azione di difesa israeliana sia una reazione eccessiva - come abbiamo sentito dall’ex ministro degli esteri D’Alema anche in occasione dell’attacco di Hezbollah nel sud del Libano di due anni fa, mentre d’eccessivo c’è solo la malafede di chi vorrebbe ascrivere alle responsabilità d’Israele questo nuovo focolaio di conflitto - si prepara vilmente a poter giustificare la distruzione dello Stato d’Israele.
E’ orribile solo a pensarlo, ma c’è chi si sta preparando a dire che “se la sono voluta”!
Il pacifismo unilaterale prepara solo una guerra da perdere. Non esiste poi una proporzione in guerra. E’ cinico, ma una guerra si combatte per vincerla da tutte le parti in causa.
Ciò che accade da anni in Israele sa di incredibile. Israele è nei suoi territori per decisione degli organismi internazionali che hanno stabilito che la “Terra promessa” del popolo ebraico fosse in quei territori, una volta in gran parte desertici, assegnati nel 1947 con la risoluzione n. 181.
La modifica dei confini è successivamente avvenuta in conseguenza del consolidamento delle azioni di difesa di Israele, attaccata più volte dagli stati arabi confinanti. Questi confini sono stati ripristinati laddove con i Paesi confinanti si sono siglati trattati di pace e di reciproco riconoscimento, come è capitato con Giordania ed Egitto, ad esempio.
La stampa internazionale e la sensibilità dei governi mondiali si risveglia solo quando Israele, unico paese democratico nell’area mediorientale, decide che sia ora di rispondere alle azioni di provocazione e di terrorismo che partono dai territori rilasciati, come la Striscia di Gaza, o confinanti, come il Libano.
Israele ha chiesto ad Hamas di fermare il lancio di razzi che partono dalla Striscia di Gaza e sono diretti nelle città di confine israeliano (Sderot), indiscriminatamente lanciati sulle popolazioni civili, senza obiettivi militari o altri obiettivi tattici se non quelli di provocare terrore tra le popolazioni inermi. Il gruppo terroristico di Hamas (quello che D’Alema vorrebbe riconoscere come interlocutore politico) ha continuato ad armarsi nella Striscia di Gaza e si è reso responsabile della rottura di una tregua negoziata dall’Egitto e che, sebbene molto tenue, durava da almeno sei mesi.
Questo stillicidio di razzi sul territorio israeliano, partito dall’iniziativa esclusiva di Hamas, non può che avere un fine ed un collegamento inquietante perché, per essere irrazionale, e controproducente per la popolazione palestinese di Gaza, non può non avere finalità diverse.
Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, infatti, riceve l’appoggio non solo verbale di Hezbollah, come ha lui stesso dichiarato: “Hassan Nasrallah (leader di Hezbollah) ha chiesto ai libanesi di sostenere il popolo palestinese a Gaza per porre fine all’assedio”. Lo si constata con l’aggiornamento delle notizie del lancio di missili dal sud del Libano sulle città israeliane. Il conflitto si allarga, com’era nelle intenzioni degli attaccanti. Le seguenti, infatti, sono parole di chi scrive, pubblicate due giorni fa in un commento:
“Una provocazione politica, forse mirata ad aprire il fronte di Siria ed Iran in Libano, per mezzo di Hezbollah. Ciò che l'opinione pubblica occidentale stenta a capire è che ad Hamas, ad Hezbollah non fa impressione il numero dei morti e le vittime civili, come non fanno impressione all'Iran di Adhaminejad, a loro interessa imbrigliare Israele...magari con l’invio a Gaza di altre forze di interposizione dell'ONU che consentano ai terroristi di fare ciò che vogliono, come nel sud del Libano, magari protetti proprio dai militari dell'ONU, di cui persino si servono. Il fine è l'atomica iraniana che appena pronta avrà un motivo politico, patriottico, morale ed etico (per il fondamentalismo islamico) per essere sganciata su Tel Aviv".
Accade così che chi afferma che l’azione di difesa israeliana sia una reazione eccessiva - come abbiamo sentito dall’ex ministro degli esteri D’Alema anche in occasione dell’attacco di Hezbollah nel sud del Libano di due anni fa, mentre d’eccessivo c’è solo la malafede di chi vorrebbe ascrivere alle responsabilità d’Israele questo nuovo focolaio di conflitto - si prepara vilmente a poter giustificare la distruzione dello Stato d’Israele.
E’ orribile solo a pensarlo, ma c’è chi si sta preparando a dire che “se la sono voluta”!
Vito Schepisi
23 commenti:
Caro Vito.
Hai letto l'articolo da me scritto su "Italia chiama Italia" e che parla della vicenda di Gaza?
Secondo me, la reazione Israeliana è giusta!
Certo, la guerra non è mai una bella cosa ma Israele si sta difendendo ed è nei suoi diritti!
Cordiali saluti.
Caro vito,
concordo in alcuni punti il tuo articolo. Non c'è dubbio che hamas sia un movimento politico raccapricciante, troglodita, che strumentalizza il suo stesso popolo infischiandosene dei morti che conseguono alle sue intollerabili iniziative. Non c'è dubbio che nessuno, (nemmeno d'alema), sia dalla parte di hamas; chi vede nelle critiche ad israele un appoggio ad hamas non può che essere in malafede o in errore. E io rientro tra quelli che pur guardando con "affetto" ad israele (è una delle poche democrazie in medioriente, ma non l'unica) non esita a criticarla quando se lo merita. Non dimentichiamo che la questione palestinese è un pagina tragica della storia mediterranea e soprattutto ingarbugliatissima ed oggi francamente vedo torti e ragioni da entrambe le parti. Ciò che condanno senza mezzi termini è l'ideologia integralista di hamas e il cieco (non so se eccessivo) uso della forza da parte di israele.
Dato per scontato che hamas non merita rispetto, bisogna domandarsi se l'uso della forza da parte di israle (che comporta la morte di migliaia di civili, questo è punto FONDAMENTALE) sia efficace per la sua stessa causa, la sicurezza. Infatti l'uso della forza è la strategia di israele da 60 anni e se all'inizio ha dato i suoi frutti (si è garantita l'esistenza e ha perfino siglato accordi con tanti paesi arabi) oggi è praticamente FALLIMENTARE. A me sembra che più israele impieghi la forza e più si faccia del male. Già negli ultimi anni ha consegnato il popolo palestinese nelle mani del fondamentalismo, rifiutandosi di smantellare le colonie (illegali), non giungendo ad un accordo (la colpa è pure dei palestinesi naturalmente) e indebolendo la fazione moderata palestinese. Ed oggi non si rende conto che sta facendo un favore al movimento di hamas: metà della popolazione di gaza è costituita da ragazzini al di sotto dei 14 anni, e ogni missile sganciato spingerà questi ultimi a riconoscersi nel movimento verde. Vorresti dire che non è così? In effetti israele è per alcuni aspetti costretta a reagire militarmente ma...siamo sicuri che questa sia l'opzione giusta (dal punto di vista dell'efficacia)? Siamo sicuri che nel lungo termine tutto ciò non peggiorerà la sitauzione e si rivelerà un terribile boomerang? La storia sembra non insegnare nulla! Da arafat si è passati ad hamas e abu mazen perde ogni giorno consensi...ecco quali sono state le conseguenza delle guerre! E sarà sempre peggio, sempre...Io credo che israele la guerra l'ha persa, potrà vincere le battaglie ma la guerra l'ha persa...inesorabilmente. Non serve più a nulla reagire militarmente, come detto ciò non farà altro che rafforzare il nemico: per ogni uomo di hamas ucciso, cento ragazzini ingrosseranno il movimento islamico. Senza contare gli effetti collaterali che si hanno negli altri paesi arabi moderati e laici: egitto, tunisia, marocco...gli estremisti ottengono sempre più consensi. Lo stesso vale neaturalmente anche per i palestinesi, anche loro hanno perso la guerra: il loro sogno di vedere israele scomparire è destinato a rimanere un sogno. Israele oggi esiste ed è un fatto incontrovertibile.
Non resta allora che rafforzare abu mazen e trovare con lui un accordo: ritirarsi entro i confini del 1967, smantellare le colonie e dividere possibilmente gerusalemme in due (motivo che spinse arafat a non firmare l'accordo all'epoca clinton). In tal modo i moderati palestinesi acquisteranno sempre più consensi e se nell'immediato hamas continuerà ad esistere, a lungo termine credo che sarà spacciata.
Penso che l'attuale guerra sia controproducente in primis per israele (oltre che condannabile per ovvie ragioni umanitarie). E' folle condurre la stessa fallimentare strategia da 60 anni!
E non bisogna dimenticare poi che tutti siamo per "due popoli-due stati". Il fatto però è che quelli che non hanno mai avuto uno stato sono i palestinesi ed è ora di darglielo. Una volta fatto ciò tutti e davvero tutti potranno dire: "israele ha ragione al 100%". Oggi purtroppo non è così.
Non dimnetichiamo poi la scellerata scelta di bush che volle a tutti i costi "esportare" (che stupidaggine!) la democrazia in palestina: elezioni subito! Tutti sapevano che avrebbe vinto hamas ma bush volle lo stesso le elezioni salvo poi...non riconoscerne lo scontatissimo risultato! Bell'esempio che diede in meodioriente!
"Nulla è perso con la pace, tutto può esserlo con la guerra". Parole queste che si adattano perfettamente alla crisi mediorientale.
Dio ci salvi dai politici!
Oggi 500 milioni di arabi guardano nuovamente con odio ad israele e i movimenti integralisti gongolano come non mai. Siamo sicuri che volevamo questo???
Ciao.
Caro Vito.
A Di Manto dico che sta sbagliando.
Israele ha il diritto di esistere e di conseguenza di difendersi!
Vorrei sentire quello che direbbe Di Manto se attaccassero l'Italia.
Cordiali saluti.
Caro vito,
naturlamente fucilone non ha tenuto minimamente conto di quello che ho scritto: ho forse negato il diritto a difendersi di israele? Io parlavo di tutt'altro e cioè dell'effetto controproducente di una pur legittima difesa militare. Faccio finta di ignorarlo, a volte dubito che capisca l'italiano...E' un uomo-slogan che mortifica qualsiasi ragionamento.
Saluti
Saluti.
caro vito
ti ho lasciato un messaggio nella sezione "diritti umani".
saluti
Israele sta facendo una carneficina, molti bambini stanno morendo, mi chiedo come possiate giustificare tutto questo, in nome di quale Dio, vergognatevi.
Caro Vito.
Nessuno nega il fatto che i Palestinesi siano esseri umani ma Israele ha il diritto di difendersi.
I suoi attacchi sono iniziati dopo il lancio di razzi Qassam da parte di Hamas.
E' stata Hamas che ha iniziato ed Israele si è solo difeso!
Cordiali saluti.
Fucilone,
continua ad ignorare l'italiano.
Non sa la differenza tra "legittimità" ed "efficacia" (in riferimento ad un'azione politico-militare)
Caro Vito.
Israele si sta LEGITTIMAMENTE difendendo!
Cordiali saluti.
Caro Vito.
Le azioni di Israele saranno effecaci solo se ci sarà il sostegno dell'Occidente!
L'Occidente non deve lasciare solo Israele!
Cordiali saluti.
Caro Vito.
Le azioni di Israele saranno effecaci solo se ci sarà il sostegno dell'Occidente!
L'Occidente non deve lasciare solo Israele!
Cordiali saluti.
Fucilone,
l'ennesimo slogan!
Mi speghi in che modo l'azione di israele sarà efficace col sostegno dell'occidente?
Sii CONCRETO per favore, perchè quello che hai scritto può significare tutto e niente.
Con me sei cascato male, io odio gli slogan privi di motivazione.
Su, vediamo se riesci a pensare a qualcosa di concreto e degno di considerazione.
Saluti.
Caro Vito.
A Di Manto dico che farebbe bene a cambiarsi gli occhiali, se li porta, e a metterseli, se non li porta!
Se l'Occidente lascia solo Israele è logico che l'islamismo feroce riesca ad avere campo libero e ciò renderebbe vano ogni tentativo di difesa.
E' così' difficile da capire?
Cribbio!
Cordiali saluti.
Caro Vito.
Non mi pare di avere lanciato uno slogan!
Cordiali saluti.
Fucilone,
la concretezza per te è una chimera. Speigami in CONCRETO come l'occidente dovrebbe aiutare israele: a parole, con le armi? In che modo? E in che modo ciò dovrebbe far capitolare hamas e aprire la strada alla pace? Lanciare uno slogan significa dire una cosa o senza motivazioni o troppo in generale. QUello che hai detto può significare tutto e niente, te lo ripeto. Io sono stato concreto: basta con le armi, ritirarsi dai territori occupati, smantellare le colonie e avviare un negoziato per liberare la cisgiordania dove vi sono i moderati. Questo rafforazerebbe abu mazen e a lungo andare indebolirebbe hamas. Ecco cosa significa essere concreti: potrà essere un'analisi sbagliata ma è un'analisi CONCRETA. Tu non dici mai nulla, ti limiti agli slogan. Ti prego, falla finita che mi esasperi..anzi fa' una cosa: non rispodnermi proprio che tanto con te è inutile.
Caro Vito.
A Di Manto dico che per sostenere Israele basterebbero già degli aiuti economici ed il pieno appoggio politico, oltre ad un aiuto nella mediazione con i Palestinesi!
Cordiali saluti.
fucilone,
aiuti economici ne riceve a iosa dalgi usa.
Appoggio politico non significa nulla: ancora una volta sei stato troppo generale. Intendi dargli ragione o che?
Hai parlato di mediazione: di che mediazione parli? Consigliarle di ritirarsi dai territori occupati? DI smantellare le colonie? DI ritirarsi per ora da gaza? Che intendi? Ancora il solito fucilone...dici tutto e niente!
Caro dario, a parte le polemiche e le forzature delle posizioni la tua tesi iniziale è interessante ma andrebbe analizzata meglio. Ti premetto però che non le condivido perchè la tua posizione ricalca sostanzialmente quella di D'Alema che ritengo pericolosa. Il mio pensiero è che con il mondo arabo non ci si possa permettere alcun cedimento e non ci si possa fidare neanche un poco. La doppiezza, il cinismo e l'inaffidabilità di quel mondo è proverbiale, come la viltà e l'arroganza. Quello arabo è un mondo che va contenuto con fermezza e con il quale non si può sbagliare strategia perchè ha per obiettivo quello di abbattere l'occidente nemico storico per religione e cultura. Non dimenticarti che per loro noi siamo gli infedeli e gli Usa, Israele e l'occidente sono il regno di satana. Ciao! Vito
Caro vito,
il tuo pensiero si addice perfettamente al fondamentalismo islamico. Non si addice però al mondo arabo nel suo complesso: egitto, tunisia, marocco, giordania ecc...
Hai fatto di tutte le erbe un fascio e se per te il mondo arabo è solo quello allora comprendo come tu sia per lo scontro militare in ogni caso.
La tua analisi inoltre è lacunosa: manca di considerare l'interesse occidentale per il petrolio arabo che oggettivamente ha portato ad alcune guerre che hanno causato milioni di vittime arabe innocenti. L'ultima è forse una delle più odiose: quello in iraq, ingiustificata e intrapresa nello sprezzo delle più elementari regole di diritto internazionale. Inoltre non consideri l'ambiguità della politica americana: si proprone come nemica dell'integralismo islamico e poi ha come alleato di ferro l'arabia saudita.
Insomma io credo che non si possa parlare come fai tu di buoni e cattivi. Credo nel dialogo e nel fatto che ognuno stia buono a casa propria: purtroppo guerre e colonialismo (anche nei paesi arabi) appartengono alla nostra storia. Per non parlare poi della folle idea di esportare la democrazia con le armi! Ma chi siamo noi per bombardare i paesi arabi in nome della democrazia (petrolio)??? Insomma i torti e le ragioni (come sempre) stanno da una parte e dall'altra.
Riguardo invece alla questione palestinese ribadisco che fino ad oggi l'intervento militare non ha fatto altro che aggravare la situazione: ha portato al potere il fondamentalismo islamico. E domani cosa accadrà?
La tua analisi su gaza inoltre non tiene conto di un dato fondamentale: sderot e le altre città su cui cadono i razzi sono colonie israeliane abusive in territorio palestinese. Naturalmente condanno ogni forma di violenza, figuriamoci poi quando è diretta premeditatamente sui civili come fa hamas!
Non credi che israele debbe ritirarsi entro i confini del '67 per avviare un serio processo di pace? Che senso ha parlare di pace se non cessa l'occupazione? Naturalmente hamas è un movimento troglodita, voglio che questo sia chiarissimo e che non mi si accusi di essere pro-hamas o filopalestinese tuot court!
Detesto la violenza in generale e i fanatismi (anche laici)
Saluti.
Caro Vito.
Condivido in pieno il tuo pensiero.
Nell'Islam (inteso come fede) non vi è una separazione tra realtà temporale e realtà sprituale.
I musulmani stessi definiscono l'Islam "un sistema di vita completo".
Inoltre, mentre per noi cristiani Dio si è fatto carne in Gesù Cristo, per i musulmani Dio si è fatto carta nel Corano!
Ergo, per loro il Corano è Dio stesso.
Da qui nascono i problemi perché gli islamici credono che Dio sia con loro.
Cordiali saluti.
Ma esiste un islam moderato sì o no?
Si, probabilmente lo e
leggere l'intero blog, pretty good
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