Esprimere giudizi sui nomi che Monti ha indicato per la Presidenza della Rai, per la Direzione Generale e per il rappresentante del governo nell'Ente di Stato è prematuro e azzardato.
Certamente i signori indicati saranno tutti uomini per bene e professionisti responsabili e validissimi.
Si potrebbe, però, sostenere che il Governo del nostro Paese non debba essere un fatto privato. Per di più sappiamo com’è arrivato Monti. Compresi i retroscena. Non rappresenta nessuno, se non la casta finanziaria italiana, europea e internazionale. Ma sembra che anche là se lo tirino poco, visti i risultati. Non è legittimato da un consenso democratico degli elettori. E possiamo, almeno fino a prova del contrario, persino dire che non rappresenti la maggioranza del nostro popolo.
Nominare, d'un colpo solo, Presidente, Direttore Generale ed uno dei Consigliere del CdA della Rai non è mai riuscito a nessuno.
Questa riflessione vale per il metodo!
E non mi meraviglierei che lo stesso (il metodo) fosse condiviso da Napolitano. Questi è un uomo che arriva sempre con molto ritardo a vedere i soprusi e le viltà della storia. Si trova per caso alla Presidenza della Repubblica, dopo che l'indicazione su D'Alema aveva fatto sollevare letteralmente le coscienze libere e democratiche degli italiani. Per la storia del Paese, la più alta carica dello Stato non dovrebbe essere il suo posto, nulla togliendo alla persona. Ma questo sarebbe già un altro argomento!
Lasciamo, così, da canto il metodo così palesemente autoritario dei due pezzi del redivivo “Trio Lescano” (l'altro è Fini). Oramai, d'altro canto, dovremmo pur essere già abituati al peggio! Abbiamo imparato che in Italia la democrazia è quella cosa che va bene solo se al potere ci stanno gli eredi di Stalin e di Togliatti. Con la libera scelta degli elettori, invece, la coscienza del popolo e le sue scelte sono ripetutamente calpestate, mortificate e perseguite.
In Italia stiamo imparando che non c’è la politica, ma la lotta di potere. I metodi sembrano essere tutti validi, compreso l’uso delle Istituzioni e dei servizi dello Stato per colpire i “nemici” politici.
Ma se entrassimo nel merito, come potrebbe sfuggire l'osservazione che anche per le nomine Rai il riferimento sia al mondo bancario?
Le banche in questa fase di pesante crisi politica e di forte inquietudine sociale, in cui è tanta l'attenzione all'etica pubblica, vanno assumendo sempre più visibilità politica e gestionale, come se i cittadini italiani pensassero che le banche siano enti morali, e se mostrassero tanto entusiasmo nell’affidarsi ai loro uomini.
Ma pensiamo davvero che le banche siano la parte più pulita e trasparente del Paese?
Di questo passo ci sarà anche chi proporrà, per battere la piaga dell'usura, soprattutto al sud, di chiedere alle banche di sostituirsi agli usurai. E poi, con l'appetito che vien mangiando, affidare alle banche il controllo della privacy e dell’agenzia delle entrate, la lotta alla mafia, la gestione dell’ordine pubblico, la cura dei malati, le politiche giovanili e perché no … le forze armate?
Vito Schepisi
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